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Esistono dei segnali comportamentali che possono indicare inequivocabilmente che un bambino ha subito un abuso?
A dispetto di quanto sostenuto da molti, non esistono “indicatori comportamentali” che rilevino con certezza che il bambino è stato vittima di un abuso sessuale.
Se si escludono i casi – peraltro più rari – in cui persistono tracce organiche o segni fisici (come graffi, morsi, lividi o lesioni) dell’abuso, infatti, nella maggior parte dei casi ci si trova di fronte a segnali comportamentali più generali, aspecifici, che indicano che il bambino sta vivendo una situazione di disagio.
La grande variabilità individuale e le differenti modalità con cui le singole persone possono reagire a un evento traumatico, come l’abuso sessuale, fanno sì che non sia possibile determinare l’esistenza di una “sindrome del bambino abusato”: ciò significa che non è possibile definire una precisa sintomatologia manifestata da tutti i bambini vittime di abuso sessuale. Piuttosto è possibile che, in seguito a un abuso, nel bambino e nell’adolescente si produca una generale fragilità e che aumenti il rischio che si sviluppino disturbi psicopatologici (soprattutto disturbi d’ansia o depressivi) o difficoltà nel funzionamento psicosociale e nelle capacità di adattamento.
Alcune ricerche, inoltre, riferiscono che una percentuale abbastanza elevata (tra il 21% ed il 49%) di bambini e adolescenti che sono stati abusati è asintomatica, vale a dire che non presenta nessun particolare sintomo o difficoltà di adattamento psicosociale in seguito all’abuso subito.
Vi ricordiamo, comunque, che non è compito né dei genitori, né degli insegnanti, accertare se l’abuso sia avvenuto o meno: trarre conclusioni a partire da particolari “indizi” (parole, comportamenti, situazioni) o cercare di raccogliere elementi al fine di verificare se l’abuso sia avvenuto è altamente controproducente e rischia di creare al bambino un profondo disagio, sia nel caso in cui l’abuso si sia verificato che nel caso opposto.
Come vedremo in seguito, invece, di fronte ad un sospetto di abuso è importante rivolgersi rapidamente a persone esperte, con specifiche competenze in questo settore.
Quali sono i “campanelli di allarme” a cui rivolgere attenzione?
Nel caso in cui si sia verificato un abuso, è possibile che il bambino/l’adolescente manifesti improvvisi cambiamenti nel comportamento e nelle abitudini quotidiane, difficoltà nelle relazioni, sbalzi di umore come espressioni di un profondo malessere.
Tra gli altri, potrebbe:
mostrarsi insolitamente triste e solitario (umore negativo persistente, isolamento, stanchezza cronica, mancanza di interesse);
avere improvvisi cambiamenti nel comportamento e nelle abitudini (es. improvvisi scoppi d’ira o instabilità emotiva);
lamentare continuamente dolori fisici che non trovano una spiegazione medica (es. mal di testa, mal di pancia);
comportarsi in modo particolarmente aggressivo o iperattivo;
avere frequenti disturbi del sonno;
avere un significativo ed improvviso calo del rendimento scolastico e dell’attenzione;
mostrare persistenti comportamenti e interessi sessuali e/o seduttivi inappropriati all’età;
avere timore degli adulti (o di un adulto in particolare);
sviluppare nuove paure, con un conseguente bisogno di essere maggiormente rassicurati rispetto al passato;
mettere in atto comportamenti regressivi (es. enuresi, riacutizzazione di paure presenti in fasi evolutive precedenti);
sviluppare una scarsa autostima e una continua svalutazione di sé;
mettere in atto comportamenti autolesionistici o distruttivi e dannosi per sé o per gli altri
È però indiscutibile che tali difficoltà si possono produrre in seguito a una grande varietà di eventi stressanti. Infine, va ricordato che, al momento, non è stato dimostrato che bambini vittime di abusi sessuali tendano a rappresentare atti sessuali, persone nude e genitali nei propri disegni più frequentemente degli altri.
Occorre dunque considerare con estrema cautela i disegni dei bambini, a maggior ragione laddove costituiscano il solo campanello di allarme.
FONTE: azzurro.it