Premetto che sto facendo terapia con una psicologa da ormai 7 mesi.
I periodi apatici sono diminuiti, ma attacchi d'ansia, crisi isteriche è picchi depressivi/rabbiosi sono assai aumentati. A volte cambio umore spaventosamente in fretta e in modo esagerato, per non parlare della mia improvvisa volubilità riguardo qualunque cosa (es: le persone). L'unico punto fisso in tutto ciò è il mio ragazzo (600km di distanza).
L'altro giorno, litigando con mia madre, ho capito che non sono più in grado di tenermi dentro quella cosa così marcia. E non è positivo, capite? Io non voglio dire quelle cose orribili! E' come se la mia volontà non contasse niente a volte. Mi sento un'idiota e mi detesto, perché alla fine non mi è capitata chissà quale sfortuna, eppure basta niente per piegarmi... Sono costantemente avvolta in una bolla di solitudine, non riesco a distrarmi con nessuno (tranne che con lui, che per altro non vedo quasi mai)... Ovviamente il solito sorriso per quel che posso, cerco sempre di stamparmelo in faccia... Già il fatto che devo andare lì, per i miei è problematico e dispendioso, quindi se posso evito di angosciarli. Quel che mi fa pesare tanto questa situazione, è la loro impazienza. Per carità, capisco che non vedrebbero l'ora di vedermi star bene, ma io mi sento ancor più una fallita in quei momenti... Cioè, 7 mesi di terapia e a volte sto anche molto peggio di prima...
Ho iniziato a sentire ronzii e voci in testa, per non parlare delle visioni orribili con cui la mia mente mi tartassa. Visioni della mia morte, nei più svariati modi. Ma sapete qual è la cosa ancor più sconfortante? Che alla vista del mio corpo dilaniato, martoriato e alle volte pure mutilato, non sempre reagisco in maniera umanamente comprensibile, e cioè sconfortandomi, anzi, a volte mi brillano gli occhi e mi si dipinge in faccia un sorriso preoccupante... Ho paura che questa cosa mi divori...
Forse non riesco a scacciare questa cosa perché in un certo senso fa parte del mio essere... A volte penso che sia anche migliore di me. Quando lascio che guidi le mie mani, traccio poesie che seppur struggenti, a volte sono anche belle. Quando lascio che parli al mio posto, anche se con schiettezza, cinismo e allarmante risolutezza, riesco a dire quello che non mi sognerei nemmeno...
Non capisco niente... Sono confusa da morire.
L'unica cosa certa, è che se continua così, perderò anche quel poco di testa che mi rimane...
La mia psicologa non vuole iniziare una terapia farmacologica, dice che non ne ho bisogno... Io ho i miei seri dubbi, comunque...
Scusate se ancora una volta vi appioppo i miei discorsi ingarbugliati, ma non so più che fare...