Buonasera.... non so se rientro in questa sezione giacché non sono ancora sicuro del mio problema, ma comunque non è un problema spostarla in caso di erroneità, quindi vogliate perdonarmi in partenza...
Allora, da dove partire... Mi chiamo Ludovico ho 19 anni blablabla...
Sono una persona estremamente riflessiva e odio terribilmente, o, anzi, mi sento estremamente a disagio quando esco con gli amici (praticamente mai) o quando mi trovo di fronte a ragazzi estranei. Io ho sempre vissuto in una villetta di campagna con un enorme giardino, lontano dalle altre persone.
Non leggo mai perchè non riesco a farlo, non per dislessia o altro, ma mentre leggo penso ad altro e non riesco a concentrarmi nella lettura... e comunque non mi piace leggere. Ma comunque...
Ebbene, la storia, se così si può chiamare, comincia alle scuole medie. Io ho frequentato la prima e seconda in una scuola di campagna e la terza in un'altra scuola nella città dove ci siamo trasferiti... Ecco, nella scuola dove ci siamo trasferiti c'erano tre sezioni, nella mia classe c'erano 16 femmine e 7 maschi, praticamente una repubblica di femmine... Preciso che sono una persona terrorizzata dal giudizio degli altri e per me l'inserimento in una classe di estranei, la cui maggior parte femmine per aggiungere, me lo ha fatto provare in modo molto significativo... Io ho perso i capelli a 4 anni (non volevo dirlo, ma... non importa) per via di un trauma... dalla prima media in poi ho vissuto con il mio cappello sempre terrorizzato dall'idea che qualcuno potesse vedermi la testa perchè mi odiavo per quello che ero... volevo e voglio tutt'ora i capelli... sono privo di mezza esistenza senza i capelli... so che per tutti i calvi e non è normale che qualcuno non abbia i capelli... beh per me non lo è... ma... vado avanti con la storia...
Fin dal primo giorno di terza media sono stato zitto, sempre con le mani incrociate davanti alla bocca e i gomiti appoggiati al banco... ora che ci penso, è la posa che assume qualcuno che pensa... Ho parlato pochissimo per tutto l'anno, le ragazze mi trattavano come un bambino... non importa, ci sono abituato... Quando sono andato alle superiori la cosa è cambiata... mi son fatto nuovi amici, ma nell'istituo dov'ero io c'erano un migliaio di studenti e circa duecento dipendenti... Sentivo i ragazzi che non mi conoscevano chiamarmi pelato alle spalle... una volta per un corridoio, mentre camminavo con un mio amico, un c******e ci ha fermato e ha detto all'amico che lo accompagnava, letteralmente, che io gli stavo in c**o... non l'avevo mai visto quello... sono ritornato a pensare molto intensamente... intanto, nella mia vita privata, continuavo a fare errori del tipo risposte e frasi sbagliate, dette con tono sbagliato, che lasciavano nel volto dell'interlocutore una smorfia di disgusto nei miei confronti... tra cui il silenzio pungente di mio padre... qualsiasi errore che commettevo quando ero sotto la "custodia" di mio padre aveva come risultato una strigliata da mia madre a mio padre, la colpa andava sempre a lui... ho iniziato a pensare che mio padre non mi volesse più bene... i miei amici non mi volevano più bene... le persone che non conoscevo non mi volevano bene ancor prima di conoscermi... sono caduto nella mia prima depressione... ho cominciato a pensare molto prima di fare azioni per evitare di commettere gli errori che ero solito a commettere... ho cominciato a fare mentalismo intenso... a 14 anni ho conosciuto la teoria delle espressioni del volto di Darwin e da quel momento ho iniziato a "decifrare" le persone in base alle minime caratteristiche che avevano addosso: dalle mani al volto, dai piedi alla statura, dall'accento al modo di scrivere, dal passo al vestiario, dai gusti alla voce... qualsiasi cosa che potesse variare da persona a persona era importante, c'era un motivo per cui mia madre si era vestita di rosso invece che di verde o che quel mio amico, che quel giorno mi accompagnava nei corridoi dell'ITIS, preferiva il metal alla musica classica... esattamente quella che faceva Sherlock Holmes. Poi ho iniziato a fare questo tipo di "analisi del perchè" anche sugli avvenimenti e sugli oggetti circostanti a me, perchè quel sasso ha quella forma? Perchè quella vite è cresciuta più di quell'altra? Perchè accade una cosa anziché l'altra? ... ho cominciato a cercare di prevedere i pensieri e le mosse delle persone in base a ciò che avevano attorno... cosa chiaramente impossibile visto che nel cervello umano si cela la nascita dell'universo... cosa del tutto sconosciuta... a me... Questo tipo di pensiero ha quasi completamente separato il mio corpo dalla mia mente: vedevo il mio essere come una telecamera posta dietro di me... mi giudicavo da solo... non ero più padrone di me... in seconda superiore ho fatto un tema al riguardo e la professoressa, persona estremamente intelligiente, mi ha fermato per i corridoi durante la ricreazione per chiedermi spiegazioni... non sono stato capace di dirle la verità... esperienze dopo esperienze mi sono accorto che la mia personalità cambiava a seconda delle persone che incontravo, dei film e cartoni animati che guardavo, delle canzoni che ascoltavo... l'ambiente intorno a me mi cambiava... non avevo gusti miei, non avevo obiettivi, non avevo preferenze in campo sportivo... potevo fare quello che volevo: cantare, disegnare, correre veloce, saltare in lungo e in alto, ero forte, ero molto agile... non volevo fare niente... non avevo motivazione... non ero capace di prendere possesso del mio corpo e il mio corpo non riusciva a controllarmi... ero un genio nel corpo di un dio... due poli dello stesso segno... quel che rimaneva di me non erano altro che pensieri... domande... non ero capace di vivere... non ero capace di farmi un futuro... nessuno voleva stare con me... nessuno voleva starmi accanto... nessuno... e nessuna... ... ... ... ero entrato nella mia seconda depressione... ... ... ... Andando avanti con gli anni la scuola mi ha reso una persona professionale, ho smesso di fare mentalismo, ho cominciato a pormi degli obbiettivi, dei traguardi, mi son trovato degli hobby... palestra... tuttavia le altre persone mi davano molto disagio... continuavo a vivere segregato in casa... uscivo solo per andare a scuola e in palestra... non ho mai conosciuto delle ragazze dopo le medie... rifiutavo gli inviti dei miei amici con stupide scuse pur di non entrare in contatto con persone sconosciute... In quinta superiore, vista la carenza in spiegazioni del programma di italiano, abbiamo deciso di portare due libri invece di tutto il programma... l'ultimo libro che avevo letto era il Grande Gigante Gentile in terza media... I miei libri, visto che non ne conoscevo, mi son stati suggeriti, il primo da una delle mie zie e l'altro dalla professoressa di italiano... "Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" e "I sotterranei di Kerouac"... dei sotterranei di Kerouac non voglio parlarne... non l'ho neanche letto... ma Lo Zen... è un libro di 400 pagine... parla di metafisica, fisica e filosofia... libro adatto a un neolettore... Ho impiegato un mese e mezzo per leggerlo... che libro! ... mi ha aperto gli occhi su quello che stava succedendo nella mia vita... non avrei mai potuto scrivere questo tema che ho scritto se non l'avessi letto... Il protagonista, Fedro, è un americano che è diventato pazzo perchè aveva cominciato a pensare e a fare molto mentalismo, a farsi domande su domande... lui è stato salvato dall'elettroshock... io a dire il vero ci ho pensato...
Ma comunque dalla terza superiore in poi non ho avuto grossi problemi di depressione se non piccoli impulsi di tutt'e due le mie depressioni con ipotesi su eventuali suicidi... ma niente di serio... beh credo... ... ...
Ora ho conosciuto la ragazza di un mio (ex)compagno di classe... le ho raccontato quello che sto scrivendo ora... beh, le ho raccontato quello che ho scritto fino ad'ora... comunque lei mi ha raccontato dei suoi problemi familiari, delle sue depressioni e della sua infelicità... non potevo stare a guardare... ho rispolverato la "scatola" che imprigionava la mia mente e ho fatto del mentalismo per riuscire a darle momenti di felicità, a renderla solare nei momenti di tristezza... siamo diventati cari amici, non amanti, ho promesso a lei e al mio (ex)compagno di classe che non ci avrei provato... ora, però, ogni cosa ha un prezzo e il pagamento che deve dare chi abusa della propria mente è la sanità mentale... in questo periodo vaccillo tra la depressione e la felicità... tutte le persone intorno a me hanno un compagno di vita... tutti ce l'hanno... nessuno mi vuole... io non voglio nessuno... la mia ragazza ideale non esiste... non ho gusti personali... non ho una personalità... non sono capace di vivere... non ho un'utilità... non ho più obiettivi... non ho pensieri lineari... non riesco più a dare risposte alle mie domande... non ho più la motivazione per continuare a vivere... mi sento costantemente preso in giro... è come se le persone mi trattassero male solo perchè ho dei problemi che io non posso identificare, sapete, il detto "chi è stupido non sa di esserlo" mi assilla di continuo... potrei essere un completo idiota, non avere la benché minima dote cerebrale e credermi chissà chi... e gli altri mi vedrebbero per quello che sono... quello che ho detto di essere... un idiota... un incapace... un inetto...
Per via di questi impulsi di depressione non riesco più a mantenere il dialogo allegro che si era instaurato tra me e la mia amica quando ci siamo conosciuti... quando non mi scrive più torno in un attimo in depressione... ... ... la mia mente è divisa in due e una di queste due parti vuole che io stia costantemente in depressione, trae godimento dalla tristezza... mi chiedo se sia opportuno continuare a parlare con lei... magari è lei stessa che mi causa la depressione, involontariamente, ben si sappia...
Questo l'ho scritto circa un mese fa... ora sono stato costretto a ritornare alla ricerca di un posto dove chiedere aiuto perchè alla fine credo seriamente di essermi innamorato di questa amica e ogni volta che penso a loro due che fanno sesso... sto malissimo... ieri, domenica, era il giorno in cui lei lo va a trovare e stanno tutto il giorno insieme perchè lei va a scuola e possono vedersi solo la domenica e di tanto in tanto anche il pomeriggio... come domani... starò malissimo... comunque io e lei non ci possiamo scrivere e io sono costretto a pensare che lo facciano sempre, ogni minuto, tutto il giorno... ne deriva che mi sento terribilmente male... è inevitabile... potrei non scriverle più e cercare di dimenticarla, ma staremmo tutti male, mi sentirei vuoto... se le scrivo sto male perchè non è mia e, anzi, fa sesso come se fosse un oggetto con il mio ex compagno di banco... In questo momento sono a letto ed è da cinque ore quasi che sto cercando di dormire, ma tra pianti e pensieri deprimenti non ce la sto facendo...
Così non posso continuare... starei così male ogni domenica e ogni giorno che si vedono... però non posso neanche abbandonarla come ho detto prima... l'unica soluzione sarebbe abituarmi al fatto che lo fanno e non ci posso fare niente, non ci devo fare niente... ma come?... ... ... ...
Adesso non pretendo che mi aiutiate, anche perchè non vedo come delle parole possano farlo... se no ci avrei già pensato io... sono già sollevato ad averlo scritto... anzi, l'aiuto me lo avete dato leggendo quello che ho scritto... grazie