Nifedicor

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Affrontiamo anche tematiche riguardanti la droga, l'alcolismo, i disturbi di personalità quali borderline, narcisistico, evitante, derealizzazione, depersonalizzazione.
Condividiamo anche informazioni utili sulle nuove scoperte scientifiche in campo medico.

Nifedicor

Messaggioda Royalsapphire » 02/12/2013, 12:14



Farmaco di emergenza in caso di pressione alta (massima di 180, 200).
PA: Nifedipina, calcio-antagonista

Posologia di emergenza: 5-6 gocce sotto la lingua.
Posologia: 20 gocce tre volte al dì, sia in caso di ipertensione che in caso di angina pectoris (cardiopatia ischemica).




Decodifica codice MIF:
C - Sistema cardiovascolare
C08 - Calcioantagonisti
C08C - Calcioantagonisti selettivi con prevalente effetto vascola
C08CA - derivati diidropiridinici
263200 - NIFEDIPINA



Forma farmaceutica:
Compresse da 30 mg e da 60 mg.
Capsule da 10 mg e 20 mg
Compresse a rilascio modificato o prolungato da 20mg, 30mg, 40 mg e
60 mg di nifedipina.
Gocce al 2%: 20 gocce = 10 mg di nifedipina


Categoria terapeutica e proprieta':
Calcio-antagonista. Derivati diidropiridinici.
La nifedipina e' un calcio-antagonista della classe delle
1,4-diidropiridine. I calcio-antagonisti riducono il
flusso intracellulare trans-membrana degli ioni calcio attraverso i
canali lenti del calcio. La nifedipina e' particolarmente attiva
sulle cellule miocardiche e sulle cellule muscolari lisce delle
arterie coronarie e dei vasi di resistenza periferici. A livello
cardiaco, la nifedipina dilata le arterie coronarie, in
particolar modo i vasi di conduttanza di grosso calibro, perfino
nei segmenti normali di aree stenotiche. Inoltre, la nifedipina
riduce il tono della muscolatura liscia vascolare delle
coronarie e ne previene il vasospasmo. Il risultato finale
consiste nell'aumento del flusso ematico post-stenotico e
nell'incremento d'apporto di ossigeno. Parallelamente a questo,
la nifedipina riduce la richiesta di O2 diminuendo la resistenza
periferica (post-carico). Nell'impiego a lungo termine, la
nifedipina si e' dimostrata, anche, in grado di prevenire lo
sviluppo di nuove lesioni aterosclerotiche a carico delle arterie
coronarie.
La nifedipina riduce il tono della muscolatura liscia vascolare
anche delle arteriole, diminuendo, cosi', le resistenze
periferiche e, quindi, la pressione arteriosa. All'inizio del
trattamento con la nifedipina si puo' verificare un transitorio
aumento riflesso della frequenza e, quindi, della portata
cardiaca: tale incremento non e' in grado, tuttavia, di
compensare la vasodilatazione. Inoltre, la nifedipina aumenta
l'escrezione di sodio ed acqua sia nell'uso a breve termine
che in quello a lungo. L'effetto ipotensivo della nifedipina
risulta particolarmente spiccato nei pazienti ipertesi.


Indicazioni:
Trattamento dell'ipertensione arteriosa.
Trattamento della cardiopatia ischemica (condizioni caratterizzate
da insufficiente apporto di ossigeno al miocardio).
- angina pectoris cronica-stabile (angina da sforzo).
- angina pectoris post-infartuale (esclusi i primi 8 giorni
dall'episodio infartuale acuto).
Trattamento della sindrome di Raynaud (primaria e secondaria).


Controindicazioni:
Ipersensibilita' nota verso il medicamento.
Gravidanza accertata o presunta.
Allattamento.
Shock cardiogeno.
Terapia concomitante con rifampicina (in quanto l'induzione
enzimatica non consente di ottenere livelli plasmatici efficaci di
nifedipina).
Nifedipina nella formulazione a rilascio immediato e'
controindicata nell'angina instabile e dopo infarto miocardico
recente (almeno 4 settimane dall'infarto miocardico).
Marcata stenosi aortica.


Precauzioni di impiego:
Per gli effetti che la nifedipina esercita a livello delle
resistenze vascolari periferiche e' raccomandabile prudenza in caso
di marcata ipotensione (pressione sistolica inferiore a 90 mmHg) e
risulta necessario controllare attentamente la pressione arteriosa
all'inizio della terapia e fino a quando non sia stata raggiunta la
posologia di mantenimento.
Per lo stesso motivo la nifedipina deve essere usata con cautela
nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia, stenosi
aortica o del tratto gastrointestinale poiche' potrebbero insorgere
dei sintomi ostruttivi; in quelli in trattamento con beta-bloccanti
o farmaci ipotensivi.
Non utilizzare nei pazienti portatori di tasca di Kock (ileostoma
dopo proctocolectomia). Nel corso di indagini radiologiche con
contrasto di bario il farmaco puo' dare immagini falsamente
positive (come dei difetti di riempimento interpretabili come
polipi).
Particolare attenzione dovra' essere prestata nelle donne gravide.
In situazioni di emergenza ipertensiva, quali ad esempio
l'eclampsia, il farmaco deve essere utilizzato sotto la
responsabilita' e lo stretto controllo del medico.
In situazioni di emergenza ipertensiva, quali ad esempio
l'eclampsia, il farmaco deve essere utilizzato sotto la
responsabilita' e lo stretto controllo del medico. Si raccomanda
particolare cautela quando si somministri nifedipina in
associazione a solfato di magnesio per via endovenosa, a causa di
una possibile eccessiva caduta pressoria.
Nei pazienti con funzionalita' epatica compromessa puo' rendersi
necessario un accurato controllo e, nei casi gravi, anche una
riduzione del dosaggio.
Nei pazienti sotto dialisi, affetti da ipertensione maligna e
insufficienza renale irreversibile con ipovolemia, occorre prestare
attenzione in quanto si puo' verificare un notevole calo pressorio
a causa della vasodilatazione.
Nei rari casi in cui compare dolore in ambito toracico (talora
disturbi tipo angina pectoris), deve essere consultato il medico
curante.
Qualora si manifesti un edema periferico in pazienti affetti da
insufficienza cardiaca congestizia occorre differenziare gli edemi
dovuti alla nifedipina da quelli conseguenti ad un peggioramento
della funzione ventricolare sinistra.
Durante il trattamento di pazienti diabetici o a rischio diabetico,
deve essere accuratamente controllata la glicemia; se compare
iperglicemia, la terapia deve essere sospesa.
Nifedipina non esercita alcun effetto diabetogeno.
Per la formulazione a rilascio modificato (es.Crono):
Una volta che il paziente in trattamento con tale formulazione e'
stabilizzato, il farmaco non deve essere sostituito con altre
preparazioni di nifedipina a rilascio modificato, per le possibili
conseguenze in termini di efficacia e sicurezza dovute a un diverso
profilo di rilascio del principio attivo.


Interazioni con altri farmaci ed altre forme di interazione:
L'effetto di nifedipina sulla pressione arteriosa puo' essere
potenziato da quello di altri farmaci antiipertensivi.
Qualora si associ a beta-bloccanti il paziente dovrebbe essere
accuratamente sorvegliato poiche' potrebbe manifestarsi ipotensione
di grado elevato, esacerbazione dell'angina. E' anche noto che in
casi isolati si e' verificato un peggioramento dell'insufficienza
cardiaca.
La nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo
P450 3A4, localizzato sia a livello della mucosa intestinale che
del fegato. Tutti i farmaci che inibiscano o inducano questo
sistema enzimatico possono quindi (dopo somministrazione orale)
modificare l'effetto di primo passaggio o la clearance della
nifedipina.
Digossina:
La contemporanea somministrazione di nifedipina e di digossina puo'
condurre ad un aumento dei livelli plasmatici di digossina, legata
ad una riduzione della sua clearance.
A scopo precauzionale il paziente dovrebbe percio' essere
controllato per rilevare l'eventuale comparsa di sintomi di
sovradosaggio di digossina sulla base dei suoi livelli plasmatici.
Chinidina:
In singoli casi durante la contemporanea somministrazione di
nifedipina e chinidina sono stati osservati livelli ridotti di
chinidina oppure, dopo sospensione di nifedipina, un netto aumento
dei livelli plasmatici di chinidina.
Per questa ragione, qualora la nifedipina sia impiegata
contemporaneamente o venga sospesa, si raccomanda di mantenere
controllata la concentrazione di chinidina e, se necessario, di
aggiustarne il dosaggio.
Da alcuni autori vengono segnalati aumenti delle concentrazioni
plasmatiche di nifedipina a seguito di somministrazione
contemporanea di entrambi i farmaci, mentre altri non hanno
osservato variazioni nella farmacocinetica della nifedipina.
Percio' la pressione arteriosa va attentamente controllata qualora
la chinidina venga ad essere associata ad una preesistente terapia
con nifedipina: se necessario, il dosaggio della nifedipina va
ridotto.
Quinupristin/dalfopristin
La simultanea somministrazione di quinupristin/dalfopristin e
nifedipina puo' determinare elevazione delle concentrazioni
plasmatiche di nifedipina. A seguito della co-somministrazione di
entrambi i farmaci, la pressione ematica deve essere monitorata e,
se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di
nifedipina.
Cimetidina:
La cimetidina eleva il livello plasmatico di nifedipina e puo'
potenziarne l'effetto d'induzione enzimatica, accelera il
metabolismo della nifedipina, riducendone potenzialmente
l'efficacia; per tale motivo l'impiego di nifedipina in
combinazione con rifampicina risulta controindicato.
Rifampicina
La rifampicina, per il suo spiccato effetto d'induzione enzimatica
sul sistema del citocromo P450 3A4, riduce sensibilmente la
biodisponibilita' della nifedipina, riducendone la sua efficacia
Per tale motivo l'impiego di nifedipina in combinazione con
rifampicina risulta controindicato.
Diltiazem
Il diltiazem diminuisce la clearance della nifedipina per cui i due
principi attivi dovrebbero essere associati con cautela
considerando, eventualmente, la riduzione del dosaggio di
nifedipina.
Succo di pompelmo
L'assunzione contemporanea di succo di pompelmo inibisce il
metabolismo ossidativo della nifedipina con conseguente aumento
della sua concentrazione plasmatica che puo' causare un maggiore
effetto antiipertensivo.
In caso di consumo regolare di succo di pompelmo, questo effetto
puo' durare fino a oltre 3 giorni dall'ultima assunzione.
Cisapride
La contemporanea somministrazione di cisapride e di nifedipina puo'
condurre ad un aumento dei livelli plasmatici di nifedipina.
Quindi, in caso di somministrazione contemporanea dei due farmaci,
la pressione arteriosa deve essere controllata frequentemente
considerando, se necessario, la riduzione del dosaggio di
nifedipina.
Fenitoina
La fenitoina induce il sistema del citocromo P450 3A4. La
contemporanea somministrazione di fenitoina e nifedipina determina
una riduzione della biodisponibilita' e quindi dell'efficacia
della nifedipina.
Qualora i due farmaci vengano somministrati contemporaneamente, la
risposta clinica alla nifedipina dovrebbe essere controllata e, se
necessario, aumentata la sua dose.
Analogamente qualora il dosaggio della nifedipina venga
incrementato durante la somministrazione contemporanea di entrambi
i farmaci, andra' considerata una riduzione nella dose di
nifedipina quando venga interrotto il trattamento con la fenitoina.
Interazioni teoricamente possibili
Eritromicina
Non e' stato condotto nessuno studio specifico sull'interazione
tra nifedipina ed eritromicina. E' noto come l'eritromicina
inibisca il metabolismo di altri farmaci mediato dal citocromo P450
3A4 per cui non si puo' escludere un potenziale
incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina
a seguito di somministrazione contemporanea dei due farmaci.
Fluoxetina
Non e' ancora stato condotto uno studio clinico per indagare la
potenziale interazione tra la nifedipina e la fluoxetina. E' stato
dimostrato che la fluoxetina inibisce in vitro il metabolismo della
nifedipina mediato dal citocromo P450 3A4. Percio' non puo'
essere escluso un aumento delle concentrazioni plasmatiche di
nifedipina a seguito della somministrazione contemporanea dei
due farmaci. Quando la fluoxetina venga somministrata insieme con
la nifedipina, dev'essere controllata la pressione arteriosa
considerando, se necessario, la riduzione del dosaggio di
nifedipina.
Amprenavir, Indinavir, Nelfinavir, Ritonavir, Saquinavir
Non e' ancora stato condotto uno studio clinico per indagare la
potenziale interazione tra la nifedipina e amprenavir, indinavir,
nelfinavir, ritonavir o saquinavir. E' noto come farmaci di questa
classe inibiscano il sistema del citocromo P450 3A4. Inoltre e'
stato dimostrato che amprenavir, indinavir, nelfinavir, ritonavir e
saquinavir inibiscono in vitro il metabolismo della nifedipina
mediato dal citocromo P450 3A4. Quando siano somministrati insieme
con la nifedipina non puo' essere escluso un sostanziale
incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina dovuto ad
un ridotto metabolismo di primo passaggio ed a ridotta
eliminazione. A seguito di somministrazione contemporanea
dev'essere controllata la pressione ematica considerando, se
necessario, la riduzione del dosaggio di nifedipina.
Nefazodone
Uno studio clinico sulla possibile interazione tra nifedipina e
nefazodone non e' stato ancora eseguito. E' noto come il
nefazodone inibisca il metabolismo di altri farmaci, mediato dal
citocromo P450 3A4. Pertanto, non si puo' escludere un
incremento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina,
in seguito alla somministrazione concomitante dei due
farmaci. Percio', qualora vengano somministrati in associazione,
va controllata la pressione arteriosa considerando, se necessario,
la riduzione del dosaggio di nifedipina.
Ketoconazolo, itraconazolo, fluconazolo
Uno studio specifico sulla possibile interazione tra nifedipina e
ketoconazolo, itraconazolo o fluconazolo non e' stato ancora
eseguito. E' noto come farmaci di questa classe inibiscano il
sistema del citocromo P450 3A4. Quando tali farmaci vengano
somministrati per via orale con la nifedipina non si puo' escludere
un sostanziale incremento della biodisponibilita' della nifedipina
legato ad un ridotto metabolismo di primo passaggio. Percio'
qualora vengano somministrati in associazione, va controllata la
pressione arteriosa e, se del caso, va ridotta la dose di
nifedipina.
Tacrolimus
Il tacrolimus viene metabolizzato attraverso il sistema del
citocromo P450 3A4. Dati di recente pubblicazione indicano come, in
singoli casi, il dosaggio di tacrolimus possa essere ridotto quando
esso sia somministrato contemporaneamente alla nifedipina.
Comunque, qualora vengano somministrati in associazione, devono
essere controllate le concentrazioni plasmatiche di tacrolimus
considerando, se necessario, la riduzione del dosaggio di
tacrolimus.
Carbamazepina
Non sono mai stati condotti degli studi formali tesi a valutare la
potenziale interazione tra la nifedipina e la carbamazepina.
Tuttavia, dato che quest'ultima si e' dimostrata in grado di
ridurre le concentrazioni plasmatiche della nimodipina, un
calcio -antagonista strutturalmente simile, attraverso un
processo d'induzione enzimatica, non si puo' escludere una
riduzione delle concentrazioni plasmatiche, e quindi
d'efficacia, anche per la nifedipina.
Fenobarbitone
Non sono mai stati condotti degli studi formali tesi a valutare la
potenziale interazione tra la nifedipina ed il fenobarbitone.
Tuttavia, dato che quest'ultimo si e' dimostrato in grado di
ridurre le concentrazioni plasmatiche della nimodipina, un
calcio-antagonista strutturalmente simile, attraverso un
processo d'induzione enzimatica, non si puo' escludere un
calo delle concentrazioni plasmatiche, e quindi d'efficacia,
anche per la nifedipina.
Acido valproico
Non sono mai stati condotti degli studi formali tesi a valutare la
potenziale interazione tra la nifedipina e l'acido valproico.
Tuttavia, dato che quest'ultimo si e' dimostrato in grado di
aumentare le concentrazioni plasmatiche della nimodipina, un
calcio-antagonista strutturalmente simile, attraverso inibizione
enzimatica, non si puo' escludere un aumento delle concentrazioni
plasmatiche, e quindi d'efficacia, anche per la nifedipina.
Interazioni che sono state escluse
Non sono stati dimostrati effetti sulla farmacocinetica della
nifedipina quando somministrata contemporaneamente a: ajmalina,
acido acetilsalicilico 100 mg (per l'acido acetilsalicilico alla
dose di 100 mg non viene modificata l'azione sull'aggregazione
piastrinica e sul tempo di sanguinamento), benazepril,
debrisochina, doxazosin, omeprazolo, orlistat, pantoprazolo,
ranitidina, rosiglitazone, talinololo o triamterene
idroclorotiazide.
Candesartan Cilexetil
La concomitante somministrazione di nifedipina e candesartan
cilexetil non ha effetto sulla farmacocinetica dei due farmaci.
Irbesartan
La concomitante somministrazione di nifedipina e irbesartan non ha
effetto sulla farmacocinetica di irbesartan.
Interazioni di altro genere
La valutazione dei valori urinari dell'acido vanil-mandelico
effettuata con il metodo spettrofotometrico, in presenza di
nifedipina, puo' evidenziare falsi incrementi dell'acido stesso
Tali valori non vengono invece modificati utilizzando il metodo
HPLC.


Avvertenze speciali:
Gravidanza e allattamento
La nifedipina e' controindicata in corso di gravidanza, avvertire
il proprio medico dll'intenzione di avere un figlio.
La nifedipina si e' dimostrata in grado di provocare effetti
teratogeni nel ratto e nel coniglio, comprese le anomalie digitali.
Tali anomalie sono, verosimilmente, il risultato della
compromissione del flusso ematico uterino. La somministrazione del
principio attivo ha comportato una varieta' di effetti tossici a
carico dell'embrione, della placenta e del feto come scarso
sviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni
placentari ed ipotrofia dei villi coriali (scimmia), morte degli
embrioni e dei feti (ratto, topo e coniglio) e prolungamento della
gestazione/ridotta sopravvivenza neonatale (ratto; non valutati in
altre specie).
Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossici e
fetotossici erano tossici per l'organismo materno e, comunque,
risultavano di molte volte superiori alla posologia massima
indicata per l'impiego umano.
Non esistono studi adeguati e ben controllati nelle donne in
gravidanza.
In singoli casi di fertilizzazione in vitro, i calcio-antagonisti
come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche
reversibili in corrispondenza della parte apicale dello
spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma.
Nei casi di ripetuto insuccesso della fertilizzazione in vitro, non
riconducibili ad altri motivi, i calcio-antagonisti come la
nifedipina dovrebbero essere considerati come possibile causa.
Allattamento:
La nifedipina perviene nel latte materno, ma non e' attualmente
noto se il trattamento in corso nella madre possa condizionare nel
lattante un'azione farmacologica.
Pertanto si consiglia, per motivi precauzionali, di sospendere
l'allattamento materno.
Effetti sulla capacita' di guidare e usare macchine.
Il prodotto, specie se assunto contemporaneamente a bevande
alcooliche, puo' ridurre la capacita' di reazione; di cio' devono
tener conto coloro che guidano autoveicoli o eseguono operazioni
che richiedono integrita' del grado di vigilanza.
Le reazioni al farmaco, che variano in intensita' da individuo
ad individuo, possono compromettere la capacita' di guidare veicoli
o di usare macchinari. Cio' si riferisce particolarmente
all'inizio del trattamento, al cambio del farmaco ed in
relazione all'assunzione di bevande alcoliche.


Posologia e modalita' d'uso:
Il trattamento va possibilmente adattato alle necessita'
individuali in funzione della gravita' della malattia e della
risposta del paziente.
Nei pazienti con funzionalita' epatica compromessa puo' rendersi
necessario un accurato controllo e, nei casi gravi, una riduzione
del dosaggio.
Salvo diversa prescrizione medica, valgono le seguenti direttive
posolgiche:

Adulti Dose

1. Ipertensione arteriosa. 1 cpr 30 mg al di';
gocce: 20 gocce 3 volte al di'.

In alcuni casi puo' risultare opportuno incrementare gradualmente
la dose, secondo le esigenze individuali, fino ad un dosaggio
massimo di 60 mg somministrato una volta al giorno, al mattino.

2. Cardiopatia ischemica.

- angina pectoris cronicamente 1 cpr 30 mg al di'.
stabile (angina da sforzo).
- angina pectoris post-infartuale. 1 cpr 30 mg al di';
Gocce: 20 gocce 3 volte al di'.

La dose puo' essere gradatamente aumentata, in accordo con le
esigenze individuali dei pazienti, fino ad un dosaggio massimo di
120 mg somministrato una volta al giorno, al mattino o di 60 mg
per la formulazione a rilascio somministrato una volta al giorno,
al mattino.
Formulazione a rilascio:
In generale la terapia deve essere iniziata con 30 mg una volta al
giorno. Una dose iniziale da 20 mg al giorno puo' essere presa in
considerazione quando clinicamente indicato. Dosi intermedie es. 40
mg, 50 mg possono essere date da combinazioni, per esempio di
compresse da 20+20 mg o 20+30 mg.
Modalita' d'uso

La compressa rivestita con film deve essere inghiottita con un po'
di acqua, al mattino a digiuno; le compresse non devono essere
masticate o spezzate.
Qualsiasi aggiustamento ai dosaggi superiori o inferiori deve
essere effettuato solo sotto controllo medico.
La sostanza fotosensibile contenuta nelle compresse e'
sostanzialmente protetta dalla luce all'interno e al di fuori della
confezione.
Internamente alla confezione le compresse sono anche protette
dall'umidita' e quindi devono essere estratte dall' astuccio solo a
scopo di assunzione.
Nel prodotto il farmaco e' contenuto all'interno di un guscio non
assorbibile che rilascia lentamente il principio attivo da
assorbire. Una volta completato il processo, la compressa vuota
viene eliminata e puo' essere notata nelle feci.
SOVRADOSAGGIO:
Nei casi di grave intossicazione da nifedipina sono stati osservati
i seguenti sintomi: disturbi della coscienza fino al coma, calo
della pressione arteriosa, alterazione del ritmo cardiaco di tipo
tachi/bradicardico, iperglicemia, acidosi metabolica, ipossia e
shock cardiogeno con edema polmonare.
Per quanto riguarda il trattamento, hanno la priorita'
l'eliminazione della sostanza attiva e la stabilizzazione delle
condizioni cardiovascolari. Dopo l'ingestione orale e' indicata la
lavanda gastrica associata, se necessario, ad irrigazione del
piccolo intestino.
Particolarmente nei casi d'intossicazione con formulazioni di
nifedipina a lento rilascio l'eliminazione dev'essere la piu'
completa possibile, compreso l'intestino tenue al fine di prevenire
l'assorbimento del principio attivo. L'emodialisi e' inutile in
quanto la nifedipina non e' dializzabile, ma e' consigliabile la
plasmaferesi (per l'eventuale legame proteico ed il relativamente
basso volume di distribuzione).
I disturbi del ritmo cardiaco possono essere trattati con
Beta-simpaticomimetici mentre per le alterazioni di questo tipo,
pericolose per la vita, dev'essere preso in considerazione
l'impiego di un pacemaker temporaneo.
L'ipotensione, come risultato dello shock cardiogeno e della
vasodilatazione arteriosa, puo' essere trattata con il calcio
(10-20 ml di soluzione di calcio gluconato al 10% da somministrarsi
lentamente per via endovenosa, eventualmente da ripetersi).
Come risultato, la calcemia puo' raggiungere i valori alti della
norma o superarli di poco.
Qualora l'effetto del calcio sulla pressione dovesse rivelarsi
insufficiente dovranno essere somministrati anche dei
vasocostrittori simpaticomimetici, quali la dopamina o la
noradrenalina, il cui dosaggio dovra' essere determinato
esclusivamente dal risultato ottenuto.
Infusioni di liquidi o plasma expander andranno effettuate con
cautela a causa del rischio di sovraccaricare il cuore.


Effetti indesiderati:
Gli effetti indesiderati della nifedipina sono generalmente
transitori e di lieve entita' e sono da attribuire all'azione
vasodilatatrice del farmaco; raramente e' necessario ricorrere alla
sospensione del trattamento o ad un adeguamento della posologia.
Effetti indesiderati che si possono manifestare in piu' dell'1% dei
pazienti sono: astenia (stanchezza), vasodilatazione ( vampate,
sensazione di calore), palpitazione, costipazione, edema periferico
capogiro, cefalea.
Effetti indesiderati che si possono manifestare in meno dell'1% dei
pazienti sono: dolori alle estremita', sintomatologia simil -
anginosa, dolore toracico, ipotensione, tachicardia, sincope,
diarrea, alterazioni della funzionalita' epatica (aumento delle
transaminasi, colestasi intraepatica), nausea, mialgia, insonnia,
nervosismo, parestesia, vertigine, dispnea, prurito, rash
(esantema, eritema)alterazione della vitsa, aumento dell'escrezione
urinaria giornaliera.
Effetti indesiderati che si possono manifestare in casi sporadici
sono: reazione allergica (anafilattica), disturbi gastroenterici
(senso di replezione gastroenterica), iperplasia gengivale,
artralgia, tremore, orticaria, porpora, iperglicemia, ginecomastia,
dermatite fotosensibile.
Sono stati occasionalemnte segnalati anche: aumenti di fosfatasi
alcalina o LDH, pirosi gastrica, flatulenza, mal di gola, tosse,
congestiona nasale, disturbi della sfera sessuale, febbre,
sudorazione, trombocitopenia, anemia, episodi di epatite,
leucopenia, crampi muscolari, rigidita' articolari. Con altre
formulazioni di nifedipina: agranulocitosi, dermatite esfoliativa,
eritromelalgia.


Modalita' di conservazione:
Il prodotto non deve essere tenuto esposto alla luce diretta e
all'umidita'.
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Nifedicor

Messaggioda Aldebaran » 02/12/2013, 16:12



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