Ciao a tutti! Mi ritrovo per l'ennesima volta a scrivere qui. La ragione della mia depressione? La salute. Ho 26 anni e da due anni a questa parte sembra proprio che il mio fisico non ce la faccia più. La cosa che mi spaventa maggiormente è la mia giovane età. Partiamo dal presupposto che fino al 2019 stavo benissimo. Ammetto di essere stato operato al crociato a 20 anni e di soffrire di problemi ai turbinati, ma entrambe le cose non mi hanno mai causato grossi problemi. Fino a due anni fa se mi aveste chiesto quale fosse stato il mio più grande pregio, vi avrei sicuramente detto la determinazione e la costanza. Mi sono sempre considerato un ragazzo nella media, forse in termini logici-intuitivi anche qualche gradino sopra, ma quello che mi ha sempre permesso di avere risultati migliori è la dedizione con cui affrontavo ogni situazione. Erano tante le persone che ammiravano la mia tenacia e miei traguardi raggiunti.
A partire da marzo dell'anno scorso è cominciato l'incubo. Tutto è iniziato con l'avvertire dei dolori alla parte lombare della schiena che poi si è scoperta essere un'infiammazione dello psoas. Praticamente non mi permetteva di fare nulla, camminate, corse, allenamenti, ecc. Anche stare seduto mi dava problemi. Ho passato la primavera e l'estate 2020 d'inferno. Nel mentre si è anche aggiunta un'infiammazione al quadrato dei lombi (sempre bassa schiena). A fine agosto, dopo mesi di dottori e di trattamenti, l'infiammazione allo psoas è andata via, nonostante permanesse quella al quadrato dei lombi. Ho ricominciato a vivere un po' e soprattutto ad adattarmi al mio problema perché comunque non era sparito. Ho ricominciato a fare palestra, cambiando esercizi e sopportando il dolore. Non sono più andato a correre però. In autunno e in inverno ho cercato di prendere consapevolezza del mio dolore, a volte anche difficilmente perché il freddo accentuava i problemi muscolari. Arriva la primavera e non so se devo ringraziare il caldo, il tempo o entrambi, il dolore al quadrato dei lombi permane, ma si attenua. Subentra però un altra vecchia conoscenza, il problema ai turbinati. Mentre fino a qualche anno fa il disagio più grande era soffiarsi il naso in continuazione, in questa primavera ho avuto una forte reazione che mi ha provocato sinusite e laringite acuta. Ho passato tre settimane tra marzo e aprile d'inferno. Vi aspettereste che sia finita qui, in realtà il "bello" deve ancora arrivare. A metà del mese scorso, a quattro giorni dalla dose di vaccino, mi ricoverano in ospedale per embolia polmonare. Non mi addentro nella questione perché altrimenti scrivo un poema. Nell'attuale periodo di convalescenza, sperando che ormai il peggio fosse alle spalle, ho forti sensazioni di confusione, tachicardia e vertigini. Nessun medico capisce da dove provengano. Alcuni dicono dai postumi (poco probabile dato che è stata una microembolia), alcuni dal vaccino (poco probabile), altri dal farmaco (molto probabile). Sta di fatto che adesso mi trovo che non posso uscire dove c'è tanta gente e dove ci sono tanti rumori. Vivo recluso in casa e meno male che il datore di lavoro mi ha concesso lo smart working altrimenti avrei rischiato il posto. Non posso cambiarlo perché il mio medico curante sostiene che anche gli equivalenti mi possano provocare gli stessi effetti e quindi non avrebbe senso.
Non credo serve altro per capire la ragione della mia depressione. Mi trovo a 26 anni con un corpo stanco e decrepito. Non posso fare nulla che sto male. Ho introdotto sin da subito la mia più grande qualità in quanto negli ultimi due anni è venuta completamente a mancare. Vivo perché devo vivere, però non ho più ambizioni. Prima di allora sognavo ad occhi una vita grandiosa, fatta di traguardi importanti e se non fosse stato per tutto quello che mi è successo sarebbe stato anche possibile perché avevo tutte le carte in regola per arrivare lontano. Adesso non sogno proprio più. Vivo giorno per giorno capendo cosa fare. Ho anche rinunciato a posizioni importanti per stare vicino casa e gestire meglio i problemi fisici. Ultimamente ho conosciuto una ragazza che mi vuole bene. La mia ancora di salvezza in questo periodo. Anche l'idea di una famiglia futura però mi fa paura perché non so se il mio corpo riuscirebbe a reggerla. Ammetto che anche prima di questi fatti non trovassi una vera e propria consapevolezza della mia vita, però compensavo questo vuoto con il successo e nell'attesa del decorso naturale della stessa (amici, famiglia, figli, casa, hobby). Noia, felicità e poco dolore si equilibravano. Ora invece noia, dolore e poca felicità. Non so, ho paura di un futuro poco colorato. Forse è meglio salvare il salvabile in relazione ai ricordi e alle emozioni provate. Se me andassi adesso scomparirebbe la componente prevalente della mia attuale vita, il dolore.