kathellyna ha scritto:10 aprile: "pensa a chi sta peggio" è un ragionamento che portato avanti con coerenza fa in modo che nessuno possa più lamentarsi di niente perché c'è la gente che scappa dalla guerra, ci sono i bambini africani che soffrono la fame e i malati che aspettano la morte in ospedale.
immagina di vivere in un mondo in cui questa frase fatta è diventata una vera e propria consuetudine, un modo di vivere a cui è impossibile sottrarsi, una legge universale che se non osservata porta a ricevere una combodelle peggiori punizioni per l'immoralità del passato, del presente e del futuro. tipo che ti bruciano sul rogo e dopo un rapido cambio di scenario continui a bruciare per l'eternità all'inferno, il bot supervisore xzx-34z3 ti toglie 45 punti reputazione e sei costretto a prenderlo nel culо dai ricconi del metaverso per 3 mesi per poter raccattare i 0,0017 shitcoins giornalieri necessari per nutrirti di cavallette tritate e pisciо purificato, e come se non bastasse un centinaio di sjw rincogliоniti infuriati intasano la casella postale del tuo capo a lavoro cercando di farti buttare fuori e ti dedicano 353 post quotidiani su twitter dicendo che probabilmente sei così unaware del tuo privilegiə bianco/e/i cishet tossicə perché hai [trigger warning: menzione di genital*] il cazzə piccolə. eventuali considerazioni sull'inconsistenza dei tempi moderni sono lasciate al lettore.
ad esempio, sei sul treno e ti scappa da cagarе, il cesso purtroppo è occupato e quando dopo aver bussato furiosamente per mezz'ora ti accorgi che in realtà dentro non c'era nessuno ma la porta era bloccata e bastava un calcio ben assestato per aprirla, la fai nei pantaloni. vorresti affliggerti, per l'appunto, per la tua giornata di merdа, ma ecco che ti viene in mente l'immagine dei malati in ospedale costretti a defecare nel pannolone, dunque ti allontani con un bel sorrisone stampato in faccia, con i vestiti sporchi e puzzolenti lasciando una scia marrone perché beh, in fondo c'è chi sta peggio. oppure, ti mandano via di casa perché non hai soldi per pagarla ma ogni volta che prepari la coperta per dormire sotto il ponte in mezzo alla spazzatura, alla puzza di piscio e alla pozza di vomito, destinazione finale del mezzo panino putrefatto che hai trovato nei bidoni e forse colazione del giorno successivo se sarai abbastanza disperato, ti ricordi della guerra in ucraina e senti in colpa per esserti dispiaciuto di una questione così superficiale come il fatto che devi nutrirti rovistando nei cassonetti. o ancora, sopravvivi a un tentativo di suicidio e apprendi che non potrai più camminare né andare autonomamente in bagno [diventando così il motivo per cui il tipo che nell'esempio di prima se l'è fatta nelle mutande non può più lagnarsi] e che, cosa ancora peggiore, la tua vita resterà esattamente uguale a prima con in più il problema della salute e non potrai nemmeno più alzarti in piedi per saltare dalla finestra, eppure devi pensare che c'è chi invece poteva vivere ed è morto senza volerlo.
portando avanti il ragionamento con ancora più coerenza, si potrebbe dire che neppure una persona che sta per crepare di malattia dovrebbe lamentarsi, perché prima di ammalarsi ha potuto vivere bene al contrario dei bambini africani e che neanche questi ultimi hanno motivo di farlo perché c'è chi non solo muore di fame, ma è anche in un paese in guerra, ma anche chi si trova in quest'ultima condizione può vedere il tramonto, gli alberi in fiore e tutte ste stronzatе che alla gente piace dire perché va di moda dire di "apprezzare le cose semplici", mentre c'è chi non ha proprio avuto la possibilità di nascere per osservare la meraviglia della natura. e anche chi non è mai nato perché in forma di spermatozoo è arrivato in quella pagliacciata senza scopo alcuno che è la fecondazione non dovrebbe rammaricarsi perché è comunque stato presente in un piano dimensionale in cui la sua esistenza sarebbe effettivamente stata possibile e in un'altra linea temporale magari ce l'avrebbe fatta.
insomma, "pensa a chi sta peggio" è una frase inutile, insensata e disgustosa, non la sopporto e invito tutti voi a lagnarvi abbondantemente per qualsiasi motivo e per qualunque situazione spiacevole vi capiti come se la vostra vita fino a quel momento non fosse stata altro che una lunga e insensata preparazione per quel singolo istante di sofferenza e a farlo senza la minima vergogna, a rifiutare con assoluta convinzione qualsiasi difficoltà il destino vi metta davanti, a credere fermamente che ogni passo che vi allontana da ciò che vorreste essere e dal modo in cui vorreste vivere rappresenti la più grande ingiustizia che sia mai stata perpetrata e a far esplodere la casa del prossimo che vi dice che dovreste pensare a chi sta peggio e accettare la vostra esistenza così com'è, per poi ricordargli che non ha motivo di soffrire poiché c'è chi una casa non l'ha proprio mai avuta. anche oggi odio la mia vita più che mai.