Nothingface ha scritto:Premetto che potrei non essere completamente d'accordo con la tua critica al concetto di talento
Nothingface ha scritto:una volta il talento era comunque un parametro non indifferente, perché poteva permettere di superare la concorrenza, che immagino fosse più accanita, essendoci meno spazi in cui mettersi in mostra;
Nothingface ha scritto:non credo che sia tutto riducibile al contrasto binario "talento/vendersi" - sarebbero da considerarsi anche le opportunità sociali, il carattere dell'individuo
Nothingface ha scritto: il ruolo di figure specializzate che vendono l'individuo e lo aiutano a vendersi, e così via.
Nothingface ha scritto:ci sarebbe anche da chiedersi perché qualcuno senza talento riceva una certa attenzione, sia così discusso e così apprezzato, tanto da potersi reputare una persona di successo.
Onfire ha scritto:Nothingface ha scritto:Premetto che potrei non essere completamente d'accordo con la tua critica al concetto di talento
Guarda,io intendo solo dire che viene spesso considerato come una capacità che non ha richiesto sforzi nello sviluppo,come se ci fosse il negozio dei talenti e fossi stato fortunato a prenderne uno.Siamo d'accordo che ognuno(o quasi) abbia una propria inclinazione nel compiere una determinata attiviva,ma prendi un chitarrista ad esempio,si avrà l'inclinazione a suonare bene la chitarra magari,ma ciò non toglie che ci siano voluti anni di dita sanguinanti per raggiungere un buon livello.Il termine talento sminuisce l'impegno che sta dietro all'azione secondo me.
Onfire ha scritto:Nothingface ha scritto:una volta il talento era comunque un parametro non indifferente, perché poteva permettere di superare la concorrenza, che immagino fosse più accanita, essendoci meno spazi in cui mettersi in mostra;
Giusto,ma proprio perchè c'erano meno spazi,si era piu' selettivi(tralasciando raccomandazioni,bustarelle per fare strada,compromessi ecc)
Diciamo che avere talento ma non saper vendere prima era come errere il pesciolino dietro l'alga in un acquario,difficile da notare ma fattibile.Ad oggi è come essere quel pesciolino dietro l'alga,però nell'oceano.
Onfire ha scritto:Nothingface ha scritto:non credo che sia tutto riducibile al contrasto binario "talento/vendersi" - sarebbero da considerarsi anche le opportunità sociali, il carattere dell'individuo
Io credo invece che si possa ricondurre tutto a questo binomio,perchè se ci rifletti,tutti i giorni ci vendiamo.Nel senso,camminando,parlando,comportandoci in un certo modo stiamo proponendo un ''prodotto'',e si molto dipende dal contesto sociale in cui si è vissuti,dalle esperienze.Io ad esempio per motivi personali e famigliari sono sempre stato molto timidi e questo ha influito molto nei miei rapporti sociali.Non amo mettermi sotto i riflettori e sono un pessimo venditore nella vita e sul lavoro,ma non è colpa di nessuno,come detto è un mio limite,forse il piu' grande dato il modo in cui la società si è sviluppata.Poi,una cosa importante da capire è che se tu hai già saputo vendere la tua persona nelle relazioni sociali,quelle persone saranno piu' propense ad acquistare un ogetto/canzone/quadro ecc che andrai a vendegli.Per questo motivo io dico che ad oggi assume maggior peso l'essere socievoli creandosi l'utenza piuttosto che un prodotto solido e dignitoso,si concorre sui numeri di seguaci(termine orribile)a discapito della qualità.
Onfire ha scritto:Nothingface ha scritto: il ruolo di figure specializzate che vendono l'individuo e lo aiutano a vendersi, e così via.
Perfetto,questo è un punto molto importante.Sono consapevole dei meccanismi che spesso operano dietro mode e fenomeni del momento.Ci sono persone che fiutando il business,promuovono(sotto compenso chiaramente)anche prodotti scadenti e si,in quel caso posso anche arrivare a parlare di talento(nella vendita quantomeno)perchè alla base c'è uno studio di marketing,pubblicità e vendita.Io non ce l'ho con loro,fanno bene il proprio mestiere.
Onfire ha scritto:Nothingface ha scritto:ci sarebbe anche da chiedersi perché qualcuno senza talento riceva una certa attenzione, sia così discusso e così apprezzato, tanto da potersi reputare una persona di successo.
Allora,secondo me,il primo pubblico arriva dalla vita sociale(chi promuove guarda anche a quello,se hai una base di potenziale pubblico/acquirenti sei già a buon punto).Il secondo punto importante è la potenzialità delle reti di comunicazione come detto.Per la legge dei grandi numeri e proporzionalità,esempio:-sei in un paese,vendi un prodotto mediocre,su 100 persone a 20 piace a 80 fa cagare..vai a lavare i piatti.-ora,sei sul mercato aperto del web,raggiungi 100milioni di persone con lo stesso prodotto; a 80milioni fa cagare,a 20 milioni piace e telo comprano,hai fatto successo.(numeri esemplificativi ovviamente.
Il vero problema a mio parere è che l'utenza è ignorante,se un venditore mi mette davanti un quadro di Picasso ed un disegno di un bambino dell'asilo,pur cercando di vendermi il disegno del bambino,io mi renderò conto che nel primo caso vi è effettivamente una base di tecnica e uno studio della linea(a prescindere dal gusto e dall'apprezzamento). Io quindi non condanno il prodotto che parte dallo studio e dall'impegno,anche se non è di mio gradimento.Condanno però lavori raffazzonali e carenti di tecnica,che vendono bene solo perchè hanno una bella confezione(e a volte manco quella piu') e l'utenza ignorante che si gusta la merda che gli vendono,forse molto spesso un'utenza troppo giovane(ma non sempre)che non ha la consapevolezza di sostenere individui che con il minimo sforzo raggiungono il massimo risultato.
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