è piu' importante avere talento o sapersi vendere?

In questa sezione possiamo parlare dei traumi del passato, di psicologia e dei problemi in genere.
Questo è anche il forum sullo sfogo dei propri sensi di colpa.

è piu' importante avere talento o sapersi vendere?

Messaggioda Onfire » 31/07/2018, 21:18



Inizio col precisare che il concetto che le persone hanno di talento è alquanto distorto.Mi è capitato spesso che mi dicessero . ''eh ma tu hai talento'',come se non mi fossi spaccato la schiena per anni o non avevssi passato anni di notti in bianco per progredire.Quindi almenoché tu non ti chiami rocco siffredi(e in quel caso si può parlare di doti innate),il talento non è altro che un interesse/passione che va sviluppata con anni di sacrifici.Ora,con l'avvento di internet,il mercato ed il mondo sono cambiati espandendosi esponenzialmente.Se prima ci mettevi tempo per imparare un mestiere per poi proporti al pubblico in modo autoritario,rimanendo però confinato nei limiti della città o del paese,oggi con internet raggiungi istantaneamente molti piu' individui.Questo è buono,da un lato,dall'altro si delineano meccanismi di controllo ed influenza delle masse,da qui nascono tutti quei fenomeni virali,che 50anni fa sarebbero stati limitati dalle comunicazioni. Quindi io mi chiedo: serve ancora avere un talento per emergere? o è piu' importante sapersi vendere? Ovvio verrebbe da dire che è piu' importante saper fare qualcosa piuttosto che vendere aria fritta,ma con il mercato aperto in cui viviamo ci sarà sempre qualcuno piu' bravo di te a fare qualcosa o piu' bravo a farsi pubblicità.A me non da fastidio che qualcuno con capacità tecniche sappia anche ''vendersi'' bene e abbia di conseguenza piu' successo,è un mio limite d'altronde.No,a me fa incazzare che ora gente senza arte ne parte riesca a macinare soldi sfruttando le masse stupide,che poi se proprio vogliamo anche saper vendere aria fritta è un talento però bho,è giusto che chi non sappia fare niente sia così facilitato? Anche migliorando le proprie capacità si verrà comunque messi in ombra da chi si pubblicizza meglio,a prescindere dalle capacità. Bisogna continuare a lavorare e progredire o vendersi al sistema??
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è piu' importante avere talento o sapersi vendere?

Messaggioda Nothingface » 31/07/2018, 22:45



Premetto che potrei non essere completamente d'accordo con la tua critica al concetto di talento, ma il topic non riguarda questo, quindi non perdo tempo nella questione e cerco di rimanere nei termini da te indicati. In ogni caso, credo che in verità abbia sempre contato più il sapersi vendere rispetto all'avere talento e quindi il problema non è esclusivamente contemporaneo. Certo, una volta il talento era comunque un parametro non indifferente, perché poteva permettere di superare la concorrenza, che immagino fosse più accanita, essendoci meno spazi in cui mettersi in mostra; ma, in ogni caso, non credo che fosse il fattore determinante, perché non credo che sia tutto riducibile al contrasto binario "talento/vendersi" - sarebbero da considerarsi anche le opportunità sociali, il carattere dell'individuo, il ruolo di figure specializzate che vendono l'individuo e lo aiutano a vendersi, e così via.
Il fatto è che probabilmente ora, a causa di internet, chiunque ha la possibilità di mettersi in mostra, raggiungendo al tempo stesso un bacino di utenza molto ampio. Questo rende più facile che un qualsiasi fenomeno (da baraccone) diventi virale e abbia successo, pur senza aver talento. Non credo che la questione finisca qui, però, in questa maniera molto semplicistica: ci sarebbe anche da chiedersi perché qualcuno senza talento riceva una certa attenzione, sia così discusso e così apprezzato, tanto da potersi reputare una persona di successo.

Poi ovviamente si può anche prendere in considerazione l'idea che la capacità di sapersi vendere pur senza talenti sia essa stessa un talento, ma dipende dal fatto se si vuole dare o no al termine una carica morale o semplicemente descrittiva. Forse c'è più di un modo per intendere il talento.

Per rendere il discorso più chiaro, potrei portare un po' di esempi dal contesto musicale, ma non so se tu hai in mente qualche cosa di più "concreto" e meno artistico o se si tratta solo di un discorso molto generale.
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è piu' importante avere talento o sapersi vendere?

Messaggioda Onfire » 01/08/2018, 11:27



Nothingface ha scritto:Premetto che potrei non essere completamente d'accordo con la tua critica al concetto di talento

Guarda,io intendo solo dire che viene spesso considerato come una capacità che non ha richiesto sforzi nello sviluppo,come se ci fosse il negozio dei talenti e fossi stato fortunato a prenderne uno.Siamo d'accordo che ognuno(o quasi) abbia una propria inclinazione nel compiere una determinata attiviva,ma prendi un chitarrista ad esempio,si avrà l'inclinazione a suonare bene la chitarra magari,ma ciò non toglie che ci siano voluti anni di dita sanguinanti per raggiungere un buon livello.Il termine talento sminuisce l'impegno che sta dietro all'azione secondo me.
Nothingface ha scritto:una volta il talento era comunque un parametro non indifferente, perché poteva permettere di superare la concorrenza, che immagino fosse più accanita, essendoci meno spazi in cui mettersi in mostra;

Giusto,ma proprio perchè c'erano meno spazi,si era piu' selettivi(tralasciando raccomandazioni,bustarelle per fare strada,compromessi ecc)
Diciamo che avere talento ma non saper vendere prima era come errere il pesciolino dietro l'alga in un acquario,difficile da notare ma fattibile.Ad oggi è come essere quel pesciolino dietro l'alga,però nell'oceano.
Nothingface ha scritto:non credo che sia tutto riducibile al contrasto binario "talento/vendersi" - sarebbero da considerarsi anche le opportunità sociali, il carattere dell'individuo

Io credo invece che si possa ricondurre tutto a questo binomio,perchè se ci rifletti,tutti i giorni ci vendiamo.Nel senso,camminando,parlando,comportandoci in un certo modo stiamo proponendo un ''prodotto'',e si molto dipende dal contesto sociale in cui si è vissuti,dalle esperienze.Io ad esempio per motivi personali e famigliari sono sempre stato molto timidi e questo ha influito molto nei miei rapporti sociali.Non amo mettermi sotto i riflettori e sono un pessimo venditore nella vita e sul lavoro,ma non è colpa di nessuno,come detto è un mio limite,forse il piu' grande dato il modo in cui la società si è sviluppata.Poi,una cosa importante da capire è che se tu hai già saputo vendere la tua persona nelle relazioni sociali,quelle persone saranno piu' propense ad acquistare un ogetto/canzone/quadro ecc che andrai a vendegli.Per questo motivo io dico che ad oggi assume maggior peso l'essere socievoli creandosi l'utenza piuttosto che un prodotto solido e dignitoso,si concorre sui numeri di seguaci(termine orribile)a discapito della qualità.
Nothingface ha scritto: il ruolo di figure specializzate che vendono l'individuo e lo aiutano a vendersi, e così via.

Perfetto,questo è un punto molto importante.Sono consapevole dei meccanismi che spesso operano dietro mode e fenomeni del momento.Ci sono persone che fiutando il business,promuovono(sotto compenso chiaramente)anche prodotti scadenti e si,in quel caso posso anche arrivare a parlare di talento(nella vendita quantomeno)perchè alla base c'è uno studio di marketing,pubblicità e vendita.Io non ce l'ho con loro,fanno bene il proprio mestiere.
Nothingface ha scritto:ci sarebbe anche da chiedersi perché qualcuno senza talento riceva una certa attenzione, sia così discusso e così apprezzato, tanto da potersi reputare una persona di successo.

Allora,secondo me,il primo pubblico arriva dalla vita sociale(chi promuove guarda anche a quello,se hai una base di potenziale pubblico/acquirenti sei già a buon punto).Il secondo punto importante è la potenzialità delle reti di comunicazione come detto.Per la legge dei grandi numeri e proporzionalità,esempio:-sei in un paese,vendi un prodotto mediocre,su 100 persone a 20 piace a 80 fa cagare..vai a lavare i piatti.-ora,sei sul mercato aperto del web,raggiungi 100milioni di persone con lo stesso prodotto; a 80milioni fa cagare,a 20 milioni piace e telo comprano,hai fatto successo.(numeri esemplificativi ovviamente.
Il vero problema a mio parere è che l'utenza è ignorante,se un venditore mi mette davanti un quadro di Picasso ed un disegno di un bambino dell'asilo,pur cercando di vendermi il disegno del bambino,io mi renderò conto che nel primo caso vi è effettivamente una base di tecnica e uno studio della linea(a prescindere dal gusto e dall'apprezzamento). Io quindi non condanno il prodotto che parte dallo studio e dall'impegno,anche se non è di mio gradimento.Condanno però lavori raffazzonali e carenti di tecnica,che vendono bene solo perchè hanno una bella confezione(e a volte manco quella piu') e l'utenza ignorante che si gusta la merda che gli vendono,forse molto spesso un'utenza troppo giovane(ma non sempre)che non ha la consapevolezza di sostenere individui che con il minimo sforzo raggiungono il massimo risultato.
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è piu' importante avere talento o sapersi vendere?

Messaggioda Ensō » 01/08/2018, 13:44



Sono due cose complementari.
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è piu' importante avere talento o sapersi vendere?

Messaggioda Nothingface » 01/08/2018, 14:10



Onfire ha scritto:
Nothingface ha scritto:Premetto che potrei non essere completamente d'accordo con la tua critica al concetto di talento

Guarda,io intendo solo dire che viene spesso considerato come una capacità che non ha richiesto sforzi nello sviluppo,come se ci fosse il negozio dei talenti e fossi stato fortunato a prenderne uno.Siamo d'accordo che ognuno(o quasi) abbia una propria inclinazione nel compiere una determinata attiviva,ma prendi un chitarrista ad esempio,si avrà l'inclinazione a suonare bene la chitarra magari,ma ciò non toglie che ci siano voluti anni di dita sanguinanti per raggiungere un buon livello.Il termine talento sminuisce l'impegno che sta dietro all'azione secondo me.


Ok, allora siamo d'accordo. Avevo interpretato quello che avevo scritto in maniera un po' troppo estrema. Anche se potrei puntualizzare il fatto che ci sono talenti che sono difficilmente migliorabili con la sola pratica. Mantenendo l'esempio del chitarrista, sicuramente si può dire che egli abbia un'inclinazione per lo strumento e per la musica in generale, la quale può essere coltivata e il personaggio in questione può arrivare a livelli tecnici non indifferenti. Però il talento musicale non è solo tecnica, perché c'è anche la componente fondamentale della fantasia, che qui intendo come la capacità di pensare e di scrivere un giro armonico inusuale, ma che funziona, oppure una canzone con delle strutture improbabili. Una persona può imparare a scrivere una canzone, ma probabilmente lo farà sempre in maniera molto metodica e questo farà la differenza quando se si metterà il suo lavoro a confronto di quello di una persona che è più portata per la creatività. Certo, poi c'è gente che è sia incredibilmente brava a suonare che incredibilmente brava a comporre, ma sicuramente sono molto di meno dei musicisti che sono ottimi esecutori e dei compositori legnosi.

Onfire ha scritto:
Nothingface ha scritto:una volta il talento era comunque un parametro non indifferente, perché poteva permettere di superare la concorrenza, che immagino fosse più accanita, essendoci meno spazi in cui mettersi in mostra;

Giusto,ma proprio perchè c'erano meno spazi,si era piu' selettivi(tralasciando raccomandazioni,bustarelle per fare strada,compromessi ecc)
Diciamo che avere talento ma non saper vendere prima era come errere il pesciolino dietro l'alga in un acquario,difficile da notare ma fattibile.Ad oggi è come essere quel pesciolino dietro l'alga,però nell'oceano.


Volevo rispondere portando l'esempio di Nick Drake (non so se lo conosci), ma mi rendo conto che comunque, nel caso tu sappia chi è, tu potresti obiettarmi che certamente non aveva successo perché non era in grado di porsi al pubblico, ma il suo talento era stato notato e ciò gli aveva permesso di incidere tre dischi e raccogliere attorno a sé una cerchia abbastanza ristretta di ammiratori, anche se soprattutto post-mortem.

Credo di aver capito dove vuoi arrivare: il discorso non ruota tanto sul fatto che anche una volta ci si vendesse, ma attorno al fatto che una volta per vendersi il talento era più rilevante, quindi le mie puntualizzazioni sono inutili. Il punto fondamentale del discorso è che adesso chiunque può vendersi attraverso internet e questo soffoca la possibilità di emergere per chi ha talento.
Una volta avevo fatto un discorso simile, in cui sostenevo - contro la tesi che internet ha un valore positivo perché permette a chiunque di crearsi un proprio spazio per esprimersi e raggiungere potenzialmente chiunque - che internet è un medium tale da impedire qualsiasi rivoluzione culturale rilevante, perché da un lato dà certamente a chiunque la possibilità di esprimersi con chiunque, ma dall'altro c'è troppa utenza: il risultato è che ciò che va alla grande (di solito di scarso valore) continuerà ad andare alla grande e avrà un rimbombo mediatico enorme, mentre i piccoli circoli underground verranno messi ancora più in ombra senza riuscire ad emergere, perché lo spazio in cui si trovano gli permette già di esprimersi e di più non possono fare. Il fatto che tutti abbiano il contentino di avere il proprio spazio, elimina la possibilità di cercare di conquistarselo da sé con una rivoluzione. Basta pensare ad un movimento come la Nouvelle Vague, che è esplosa proprio per il fatto che i suoi esponenti erano stanchi di un certo modo di far cinema e, per poterne proporre uno nuovo, si sono dovuti conquistare i propri spazi, che erano all'epoca degli spazi reali (sale cinematografiche, festival, produzioni, etc etc). Adesso la lotta si svolge su uno spazio che è praticamente infinito, ampliando sì la possibilità di farsi sentire, ma di fatto limitandola.

Scusa se mi sono preso un po' di spazio, ma secondo me alla fine il discorso che tu vuoi fare credo che sia molto vicino a questo.

Onfire ha scritto:
Nothingface ha scritto:non credo che sia tutto riducibile al contrasto binario "talento/vendersi" - sarebbero da considerarsi anche le opportunità sociali, il carattere dell'individuo

Io credo invece che si possa ricondurre tutto a questo binomio,perchè se ci rifletti,tutti i giorni ci vendiamo.Nel senso,camminando,parlando,comportandoci in un certo modo stiamo proponendo un ''prodotto'',e si molto dipende dal contesto sociale in cui si è vissuti,dalle esperienze.Io ad esempio per motivi personali e famigliari sono sempre stato molto timidi e questo ha influito molto nei miei rapporti sociali.Non amo mettermi sotto i riflettori e sono un pessimo venditore nella vita e sul lavoro,ma non è colpa di nessuno,come detto è un mio limite,forse il piu' grande dato il modo in cui la società si è sviluppata.Poi,una cosa importante da capire è che se tu hai già saputo vendere la tua persona nelle relazioni sociali,quelle persone saranno piu' propense ad acquistare un ogetto/canzone/quadro ecc che andrai a vendegli.Per questo motivo io dico che ad oggi assume maggior peso l'essere socievoli creandosi l'utenza piuttosto che un prodotto solido e dignitoso,si concorre sui numeri di seguaci(termine orribile)a discapito della qualità.


Ho risposto poco sopra, ma aggiungo che ho capito il disagio che la situazione ti provoca, così come immagino lo provochi a tanti altri. Pure io non sono il massimo dell'estroversione, solo che, per risolvere la cosa, mi sono deliberatamente isolato emotivamente e ho smesso di prestare troppa attenzione al mondo, più che altro evitando di farmici coinvolgere.
Il problema emerso nel discorso "talento vs vendersi al tempo di internet" lo capisco, ma non lo percepisco così terribile per quanto riguarda la mia esperienza privata e lo guardo più che altro da una prospettiva esterna, nel senso che io (più o meno) recentemente ho iniziato a suonare in un gruppo, ma lo faccio prevalentemente per divertirmi, senza alcuna altra pretesa, anche perché è difficile avere pretese senza una line up completa e dei compagni molto incostanti. In ogni caso, anche se la situazione fosse diversa, io non vorrei comunque concepire quello che faccio nella prospettiva di dover piacere o di dover apparire. Mi piace l'idea di non riuscire a farmi trovare e di non dover pensare al successo, anche se sono parecchio sicuro che per gli altri non sia così, quindi mi rendo conto di non fare testo nella questione.

Onfire ha scritto:
Nothingface ha scritto: il ruolo di figure specializzate che vendono l'individuo e lo aiutano a vendersi, e così via.

Perfetto,questo è un punto molto importante.Sono consapevole dei meccanismi che spesso operano dietro mode e fenomeni del momento.Ci sono persone che fiutando il business,promuovono(sotto compenso chiaramente)anche prodotti scadenti e si,in quel caso posso anche arrivare a parlare di talento(nella vendita quantomeno)perchè alla base c'è uno studio di marketing,pubblicità e vendita.Io non ce l'ho con loro,fanno bene il proprio mestiere.


Io sì, invece, se rimaniamo nel campo artistico. Non me la sento di giustificare delle persone perché si limitano a fare il proprio mestiere. Mi dà fastidio che si tratti un oggetto d'arte nella prospettiva della sua vendibilità, senza curarsi di quello che ha da dire o del suo valore.

Onfire ha scritto:
Nothingface ha scritto:ci sarebbe anche da chiedersi perché qualcuno senza talento riceva una certa attenzione, sia così discusso e così apprezzato, tanto da potersi reputare una persona di successo.

Allora,secondo me,il primo pubblico arriva dalla vita sociale(chi promuove guarda anche a quello,se hai una base di potenziale pubblico/acquirenti sei già a buon punto).Il secondo punto importante è la potenzialità delle reti di comunicazione come detto.Per la legge dei grandi numeri e proporzionalità,esempio:-sei in un paese,vendi un prodotto mediocre,su 100 persone a 20 piace a 80 fa cagare..vai a lavare i piatti.-ora,sei sul mercato aperto del web,raggiungi 100milioni di persone con lo stesso prodotto; a 80milioni fa cagare,a 20 milioni piace e telo comprano,hai fatto successo.(numeri esemplificativi ovviamente.
Il vero problema a mio parere è che l'utenza è ignorante,se un venditore mi mette davanti un quadro di Picasso ed un disegno di un bambino dell'asilo,pur cercando di vendermi il disegno del bambino,io mi renderò conto che nel primo caso vi è effettivamente una base di tecnica e uno studio della linea(a prescindere dal gusto e dall'apprezzamento). Io quindi non condanno il prodotto che parte dallo studio e dall'impegno,anche se non è di mio gradimento.Condanno però lavori raffazzonali e carenti di tecnica,che vendono bene solo perchè hanno una bella confezione(e a volte manco quella piu') e l'utenza ignorante che si gusta la merda che gli vendono,forse molto spesso un'utenza troppo giovane(ma non sempre)che non ha la consapevolezza di sostenere individui che con il minimo sforzo raggiungono il massimo risultato.


Secondo me il problema non si ferma all'ignoranza dell'utenza, ma va approfondito cercando di capire cosa rende l'utenza ignorante e cercando un modo quantomeno per cercare di limitare il problema.
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Messaggioda JYNEEPROH » 01/08/2018, 14:31



personalmente trovo che sapersi vendere sia un gran talento, quindi una cosa comprende l'altra
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Messaggioda Unknown » 01/08/2018, 18:31



Il talento conviene metterlo in una cornice d'argento e appenderlo alla parete come una volta si faceva col diploma..
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Messaggioda Mustafà » 01/08/2018, 21:12



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