Non so più che cosa fare perché non riesco a fare più niente

Io non mi suiciderò: morirò di logorìo interiore.

MyHelp: Forum di mutuo aiuto, di prevenzione del suicidio e di gestione delle crisi.
A volte si pensa di non aver più nulla da perdere, nè più motivi di esistere.
E' facile pensarlo se non si ha qualcuno con cui confrontarsi. La vita è piena di insidie, ed è facile perdersi. Ma spesso basta una mano per rimettersi in piedi.
Ma questo è anche un forum sulla Morte, il più grande tabù nella storia dell'essere umano, la paura più grande.

Non so più che cosa fare perché non riesco a fare più niente

Messaggioda Dorian_Gray » 30/08/2016, 19:20



Eccoci, ci risiamo. Avevo previsto, nuovamente, tutto questo.

Dopo un lungo tempo di instabile equilibrio, sono caduto nuovamente in un forte stato di sconforto esistenziale, ma stavolta le cose - purtroppo - sono cambiate. Sono cambiate nel senso che rispetto al passato, forte delle mie esperienze, non trovo più una valvola di sfogo. Seppur reagendo in maniera deleteria, in passato, durante questi periodi, mi buttavo e mi immergevo almeno in qualcosa che mi impedisse di pensare, di essere lucido: divenivo passivo e mi ubriacavo o mi chiudevo in camera per giorni a stordirmi con i sonniferi, oppure attivamente cercavo qualcuno con cui sforgarmi per trovare comprensione e conforto, qualcuno in cui confidare. Guardandomi indietro, nonostante tutto, in alcune cose almeno sono progredito: ad esempio, tanto per far capire le mie problematiche passate, la notte finivo frequentemente al pronto soccorso, accompagnato dall'ambulanza, completamente ubriaco da non reggermi più in piedi oppure a seguito di "esplosioni interiori" accompagnate anche e frequentemente da gesti autolesionistici, come ad esempio in miei frequenti tentativi di suicidio. Ovviamente sono stato a contatto con psicologi e psichiatri: tra i vari episodi ci fu una sera quando tentai di impiccarmi, che addirittura fui tenuto in "osservazione" nel reparto di psichiatria dell'ospedale per circa un giorno: riuscii a fare appello a tutta la mia lucidità ed eloquenza per convincere il medico del reparto che quello fu solo un episodio isolato, ed a dimostrare il fatto che non ho problemi mentali, tant'è che a seguito delle mie frequenti visite in ospedale - dove ormai mi conoscono tutti, medici e infermieri - si rifiutano ormai di darmi attenzione, avendomi bollato come un problematico: ecco: io sono un problematico e nel corso degli anni, intorno a me, ho fatto terra bruciata: ho allontanato tantissime persone. Mi reputo un anarchico: non credo nelle regole, non credo negli schemi, non credo più nel prossimo; temo anche di essere divenuto ormai nichilista.

Ho mille passioni ed interessi che spaziano dal giardinaggio, all'informatica, alla culinaria ed alle scienze in generale, ma non mi interessa più niente: mi chiedo: che senso ha ormai anche il solo avere passioni? Che motivazioni ho per il semplice fatto di continuare a coltivare le cose che mi interessano? Non mi giovano a niente. Mi era balzata anche l'idea di andare a fare volontariato: recentemente sono stato alla Misericordia ad informarmi ma mi hanno detto che per "accettarmi" come volontario devo dimostrare di essere di religione cattolica e portare un foglio firmato addirittura dal prete, per "dimostrare" questo. E io che volevo andarci per rendermi utile: è stato un duro colpo che mi ha reso ancora più sfiduciato nell'umanità.
Nonostante negli anni - come detto - abbia fatto terra bruciata intorno a me, nonostante tutto alcune persone, dei miei amici, sono rimasti e sono rimasti perché sono persone a me simili ed affini, con i quali ci capiamo perfettamente in questa sensibilità e inquietudine esistenziale; ma almeno loro, a differenza mia, sono riusciti e stanno riuscendo a crearsi una loro dimensione. Io invece no. Ho ormai trentadue anni e mi sento come se avessi vissuto mille anni ed al contempo mi sento come se non avessi vissuto per niente, come se il tempo a mia disposizione, ogni secondo che passa, si accorciasse sempre di più, ma al contempo lo sento come se fosse eterno: è una sensazione che io reputo terribile e soffocante dalla quale so che non uscirò mai.

Ormai l'estate è anche quasi finita, ed io nonostante le mie inquietudini interiori amo il sole, il profumo e le energie della natura; ma questa estate è stata per me la peggiore in assoluto: non sono nemmeno stato un giorno al mare (che io vivo in maniera "anomala"; non amo stare a cuocermi sotto al sole, non faccio il bagno: quando vado al mare amo stare sotto l'ombrellone a contemplare la sconfinatezza del mare, a respirarne il profumo, ad udirne il suono) ed ho inoltre sprecato nuovamente tutte le mie energie, facendo di tutto per poter trovare una persona a me simile ed affine, e con questo intendo una persona con la quale poter realizzare un rapporto umano che vada oltre l'amicizia; in questi mesi ho fatto decine di conoscenze perché ho la fortuna di sapermi rendere interessante alle persone, ma nel mio evolvermi interiormente sono cambiato: un tempo mi facevo andare bene chiunque, o quanto meno ero molto più elastico, invece a tutt'oggi sono divenuto esigentissimo e se non trovo il riscontro e le affinità delle quali necessitom esprimo il mio disappunto al punto di allontanare volutamente le persone con le quali mi relaziono.

Mi rileggo in queste mie parole esternate di getto ma che al contempo ho esternato con riflessione: sono al contempo impulsivo e riflessivo, sono calmo e al contempo inquieto, sono solare ed al contempo ombroso.
Passano i giorni e sento il tempo scorrere su di me inclemente, e io, per questo, mi spingo sempre più ai margini per non vivere l'ineluttabilità esistenziale, lontano da tutto e da tutti.

Non so più che cosa fare perché non riesco a fare più niente:
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Non so più che cosa fare perché non riesco a fare più niente

Messaggioda Unbekannt » 30/08/2016, 22:03



Ti scrivo di getto, non sapendo bene il motivo di questa mia improvvisa decisione.Il tuo nome preannuncia un essere completamente privo di controllo,Doria gray è uno dei personaggi più singolari della letteratura.Ma non volevo parlare di questo,già mi sto dilungando troppo.Il tuo messaggio mi ha sovraricato di emozioni diverse,mi sono sentita intensamente a contatto con la corrente,come se fossi una presa,una sorta di cavo che si sentiva propagare di energia.
Non voglio scriverti molto perché potrebbe apparire tutto infinitamente inutile,mi sto chiedendo solo del motivo che ti ha portato a diventare ció che sei ora,la scintilla scattata da una vita già incline al tormento?O lentamente ti sei sentito sconvolgere,e hai lasciato prima fare e poi hai tentato di riprendere invano il controllo?
Un'ultima cosa,ho ascoltato la canzone per tutta la durata della mia scrittura e ora che é giunta alla fine sorrido mestamente,cercando di darmi una risposta alle infinità di domande ancorate a un precipizio.Perchè abbiamo questa vita di fini violenti e gioie nascoste?Le quali una volta trovate le distruggiamo nell'oscurità delle nostre anime in pena?
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Messaggioda Dorian_Gray » 30/08/2016, 22:53



Seppur tu abbia scritto di getto e pur non sapendo tu bene il motivo di questa tua improvvisa decisione (seppur un motivo a tutto ci sia sempre: la differenza consiste nel fatto di saperlo vedere o ammettere), nelle tue considerazioni sei certamente e comunque stata in grado di fare un'analisi corrispondente alla realtà, la quale risponde alla tua stessa domanda:

mi sto chiedendo solo del motivo che ti ha portato a diventare ció che sei ora,la scintilla scattata da una vita già incline al tormento?O lentamente ti sei sentito sconvolgere,e hai lasciato prima fare e poi hai tentato di riprendere invano il controllo?

Il tuo nome preannuncia un essere completamente privo di controllo.


Io sono sempre stato così: ingestibile e tormentato. Difatti, uno dei miei maggiori pesi interiori, è sempre stata la mia consapevolezza, in qualsiasi ambito.
Io mi sono difatti - e tra l'altro - sentito sempre affine alla personalità felina, nella fattispecie quella dei Gatti e non solo ed anche - vuoi ad esempio - per il fatto che per i più, essi, sono esseri misteriosi, non "afferrabili" né "comprensibili" e che per questo essi abbiano subìto persecuzioni (come ad esempio avveniva nel periodo delle inquisizioni cattoliche), ma anche perché sono proprio privo di controllo: mi sono sempre reputato un anarchico, ma attenzione: Io, col termine "anarchia" intendo un'ideologia che esula dalla politica (quindi, semmai, per me essa intende un intento di ideologia interiore); non è un caso che l'abbia correlata sovente alla personalità dei Gatti coi quali ho sempre trovato affinità: il Gatto è un essere che non ha gerarchie, non riconosce l'autorità di nessuno, non si lascia convincere facilmente ad eseguire ordini, non si lascia vincolare per dovere, ma è capace ed anche lieto di farlo se è lui che se la sente per affinità; quindi nell'anarchia io ci ritrovo anche la spontaneità d'agire, il fare le cose semmai per piacere (non necessariemente edonistico) e non per dovere: questo è anche il motivo per il quale, io, in questo mondo e nella fattispecie in questa società, non mi ci sono mai ritrovato né mai ci starò bene, proprio come accade al personaggio del romanzo.

Perchè abbiamo questa vita di fini violenti e gioie nascoste? Le quali una volta trovate le distruggiamo nell'oscurità delle nostre anime in pena?


Io queste domande me le pongo da sempre, sin da quando ero piccolo e la risposta me la sono data da tempo: credo che il fatto di venire al mondo sia un evento solo casuale (e non è difatti un caso che la società abbia creato in proposito miriadi di schemi nei quali ingabbiare le persone - la religione, la politica e così via: le fazioni nelle quali ogni persona possa schierarsi per trovare un proprio senso, proprio per poter dare ad esse un senso esistenziale: lo stesso avviene per le leggi meramente giurisprudenziali: le leggi sono solamente applicabili a chi è privo di buonsenso e di logica). Dicevo che il fatto di venire al mondo è casuale e questa casualità, conseguentemente - secondo me - spiega il fatto che, siccome proprio è una casualità, non implichi poi necessariamente il fatto di essere adatti a starci, nella vita o più ampiamente nell'esistenza stessa.
Io non sono spaventato dalla vita: abbiamo il libero arbitrio e possiamo pur sempre porre una fine, ad essa. Io sono spaventato dall'esistenza.
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Messaggioda Dorian_Gray » 31/08/2016, 1:20



Unbekannt ha scritto:Perchè abbiamo questa vita di fini violenti e gioie nascoste?Le quali una volta trovate le distruggiamo nell'oscurità delle nostre anime in pena?


Mi rendo conto di non averti risposto in maniera esaustiva, a questa domanda. Mi prenderò il tempo per rifletterci meglio e tentare di darti una risposta più approfondita, come ovviamente qualsiasi altro utente è altrettanto libero di fare, di contribuire in questo.
Così di getto, per ora, direi che ciò dipende "semplicemente" dal fatto di avere un animo di stampo inquieto, ma è una considerazione banale.
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Messaggioda Unbekannt » 31/08/2016, 11:26



Capita di rado che io risponda ai post degli altri utenti,questo perché se non mi sento in grado di aiutare me stessa,come posso aiutare l'altro?Eppure vedendo il tuo post ho dovuto scriverti per forza,una sorta d'esigenza personale per soddisfare la mia mente.
Il tuo essere particolare mi ha portata di nuovo a risponderti,non perché io abbia intenzione di aiutarti perché credo che non saprei nemmeno dove iniziare,e se solo credessi che io ti stia aiutando in realtà starei solo girando a vuoto,nel labirinto intricato dell'esistenza.
Quindi premetto che le mie risposte sono solo dovute alla forte somiglianza che provo quando leggo le tue frasi con la mia vita.Quando sai che devi per forza scoprire di più su quella vita che sembra quasi la tua e ti inoltri nell'estraneità cercando tra le parole degli aspetti simili che ti permettano di compiacerti con te stessa e di tranquillizzarti, poiché sentire che un'altro ha i tuoi simili colori nella vita ti permette di sentirti meno esclusa.Colta dalle tue parole perseguitate ingiustamente in questa società immagino quali siano i tuoi colori che ti permettano di rendere esclusivamente tua la vita.
Concordo con quanto hai espresso sui felini,sono animali senza pace,che fuggono da ogni dove pur di attenuare le proprie pene,per cercare un rifugio adatto tra i roghi di piante selvagge e la gente che lí guarda dall'alto delle loro mura e non comprende come questi animali indomabili non vogliono il tocco estraneo dei passanti,gli sguardi curiosi della gente,e scivolano nel loro non sapere.
SaI che ci penso sempre?non siamo noi a scegliere di volere vivere quindi perché esistere senza un volere reale?Non tutti riescono ad adattarsi alle esigenze di questa società,alle norme che essa impone,alle sue menzogne e ai suoi costumi che io reputo irrilevante,senza alcun valore.
Quindi come dici tu essere anarchici diventa l'unica soluzione,per sopperire alle mancanze e ai valori,agli obiettivi ,alle idee puerili,senza un vero significato in questa ovattata società.Un rimedio auto indotto per far fronte all'ammasso di persone che formano la società.
Prenditi il tempo che reputi necessario per rispondermi,molti pensieri impulsivamente possono apparire in un modo totalmente differente da un'introspezione interiore a cui hai bisogno di dedicare tempo.
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