L'unica cosa che mi trattiene è la mia famiglia

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A volte si pensa di non aver più nulla da perdere, nè più motivi di esistere.
E' facile pensarlo se non si ha qualcuno con cui confrontarsi. La vita è piena di insidie, ed è facile perdersi. Ma spesso basta una mano per rimettersi in piedi.
Ma questo è anche un forum sulla Morte, il più grande tabù nella storia dell'essere umano, la paura più grande.

L'unica cosa che mi trattiene è la mia famiglia

Messaggioda neon88 » 18/10/2016, 4:41



Come da titolo ormai l'unica cosa che mi trattiene dall'uccidermi è la mia famiglia. Già sento che li sto facendo preoccupare e soffrire, non voglio scaricare su di loro altra sofferenza. Ma diventa ogni giorno più dura.
Sto male già da tempo, almeno un paio d'anni, ma solo a maggio mi sono recato dal medico e mi sono aperto. Mi han dato da prendere degli antidepressivi (che non mi sembrano funzionare) e un ansiolitico. Sono andato fino al mese scorso da una psicologa ma ho smesso perché non sentivo alcun beneficio e in più stavo facendo spendere un sacco di soldi ai miei genitori, sentendomi ancora più in colpa.
Non ce la faccio più, mi sento vuoto, triste, a volte mi odio, non c'è niente della mia vita che mi soddisfi. Ho anche ripreso a fumare da un mese e avevo smesso da 3 anni. Ho 28 anni, quasi 29, e finora non ho concluso nulla nella vita. Non ho un lavoro, non l'ho mai avuto, e proprio questo settembre ho rinunciato ufficialmente alla mia fallimentare carriera universitaria.. 9 anni della mia vita..
Ho ripreso da poco, in un corso universitario più facile forse, ma comunque impegnativo e sento di non potercela fare. A volte faccio fatica ad alzarmi dal letto per affrontare anche piccoli obbiettivi come farmi la doccia, o da mangiare.. figuriamoci riuscire a frequentare le lezioni e studiare con impegno per i prossimi 3 anni.. forse è pigrizia la mia, non so..
Dal punto di vista sentimentale la mia vita è sempre stata vuota. Sono sempre stato rifiutato oppure ho amato non ricambiato. Giusto negli ultimi 3 anni ho amato, non corrisposto, una ragazza. Non solo, ma da circa un mese lei si è messa con un mio amico che ha consciuto solo lo scorso gennaio.. non li vedo più ormai ma ciò non mi impedice di pensarli insieme.. e la cosa mi sta distruggendo ulteriormente. Mi viene da domandarmi cosa mi manca, perché gli altri riescono dove io, ogni volta, fallisco. A 28 anni sono vergine, ma non è tanto questo che mi addolora.. è il non essermi mai sentito amato, non sapere neanche cosa si prova.. guardarmi indietro e non vedere altro che delusioni e fallimenti, in tutto quello che ho fatto.
Mi sento infelice, inadeguato, un completo fallimento come persona.. attorno a me vedo tutti crescere, avere relazioni, laurearsi, fare esperienze all'estero, lavorare, mettere su famiglia.. mentre io sono stagnante.
Non ho nessuna speranza per il futuro.. se, e dico se, riuscirò a laurearmi, tra 3 lunghi anni, dovrò fare per il resto della mia vita un lavoro che non mi piace e su cui ho dovuto ripiegare perché sento che è troppo tardi per tentare altre strade.. se abbandonassi gli studi definitivamente cosa mi aspetta? Una vita di lavori precari appena sufficienti a sopravvivere.. sempre che riesca a trovarli.
Anche sentimentalmente non vedo speranze.. quale ragazza si innamorerebbe di uno come me? Le ragazze vogliono un uomo forte, sicuro di sè.. io sono un concentrato di insicurezze.. si aspettano che alla mia età abbia già una certa stabilità, magari un lavoro, o una laurea.. invece non ho niente.
Ormai mi sveglio la mattina, vado a lezione e poi torno a casa dove, essenzialmente, ammazzo il tempo, inerte, spesso a letto. Se la sera per caso vedo un amico passo tutta la giornata in funzione di quelle poche ore in cui potrò finalmente distrarmi dai miei pensieri negativi.. ma non appena la "serata" finisce ricomincia tutto da capo. La notte è il momento peggiore, non riesco a dormire ed è il momento della giornata in cui più di frequente penso al suicidio. Cerco di distrarmi navigando in internet oppure di dissuadermi dall'idea di suicidarmi leggendo su forum di parenti di suicidi quanto soffrano, per convincermi a non fare lo stesso ai miei genitori e a mio fratello. A volte me li immagino, distrutti, al mio funerale e piango per la mia debolezza e il mio egoismo per aver anche solo pensato al suicido. L'unica soluzione che ha un po' di efficacia è assumere lo xanax per ottenere un po' di sonno. Anche durante il giorno a volte sfuggo la realtà dormendo.
Vorrei confidarmi, sfogarmi con qualcuno ed è per questo che scrivo qui. Non voglio impensierire ulteriormente la mia famiglia.. mia padre non sa gestire la cosa, spesso devo fingere che vada tutto bene in sua presenza.. è un brav'uomo ma non sa affrontare quetsti problemi e vedo che soffre nel vedermi star male.. oltretutto ho un rapporto compicato con lui, non mi ha parlato per 4 mesi quando gli ho detto di voler smetter medicina.. e mia madre non può sopportare tutto da sola, prima o poi crollerà.
Oltretutto mi sento incompreso.. sicuramente in buona fede, le persone cui parlo dei miei problemi (alcune a conoscenza di tutta la situazione, altre no) mi danno consigli pratici per superare i miei problemi.. consigli che richiedono un impegno che mi sembra al di là delle mie forze.. a volte minimizzano, dicendo che tutti hanno dei problemi eppure vanno avanti con la loro vita, che bisogna tenere duro e pensare a sè stessi e al proprio futuro. So che sono cose giuste, razionalmente, ma emotivamente mi fanno sentire ancora peggio perché aumenta il mio senso di inadeguatezza e di inferiorità nei confronti degli altri, così bravi a impegnarsi e a superare le difficoltà mentre io mi lascio andare allo sconforto.
Scrivo su questo forum anche perché, pure se mi sono aperto con alcune persone, specie mia madre, a nessuno, neanche a lei, ho mai detto che penso al suicidio praticamente ogni giorno. Come ho già detto l'unica cosa che mi ferma è il pensiero di ferire la mia famiglia altrimenti penso l'avrei già fatto da tempo..
Scusate la sfogo, probabilmente sarò sembrato una lagna vittimista, ma non sapevo dove altro rivolgermi..
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neon88
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L'unica cosa che mi trattiene è la mia famiglia

Messaggioda Ensō » 18/10/2016, 7:46



Ciao neon88,

prima di tutto è necessario lavorare sulla tua assoluta mancanza di autostima. Tu mi dirai: bella forza, questo lo so anch'io. E come fare? Il mio suggerimento è quello di non pensare a quello che presumibilmente pensano gli altri. Non conosciamo le aspettative degli altri, possiamo solo conoscere le nostre. Frequenti l'Università, bene, vediamo di raggiungere la meta della laurea, poi penseremo al resto. Concentrati sull'immediato, senza prefigurarti improbabili scenari per il futuro. Conosco la depressione e ho imparato a combatterla. Pensa di cancellare tutto, quello che sei e che hai fatto finora, da questo momento nasce un'altra persona, non si sostituisce a quella precedente ma la completa delle cose su cui al momento è stata carente. Il bambino muove i primi passi non conoscendo e non immaginando neppure lontanamente quale sarà il proprio futuro e il proprio destino.
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L'unica cosa che mi trattiene è la mia famiglia

Messaggioda Baraddur » 18/10/2016, 8:29



neon88 ha scritto:Come da titolo ormai l'unica cosa che mi trattiene dall'uccidermi è la mia famiglia. Già sento che li sto facendo preoccupare e soffrire, non voglio scaricare su di loro altra sofferenza. Ma diventa ogni giorno più dura.
Sto male già da tempo, almeno un paio d'anni, ma solo a maggio mi sono recato dal medico e mi sono aperto. Mi han dato da prendere degli antidepressivi (che non mi sembrano funzionare) e un ansiolitico. Sono andato fino al mese scorso da una psicologa ma ho smesso perché non sentivo alcun beneficio e in più stavo facendo spendere un sacco di soldi ai miei genitori, sentendomi ancora più in colpa.
Non ce la faccio più, mi sento vuoto, triste, a volte mi odio, non c'è niente della mia vita che mi soddisfi. Ho anche ripreso a fumare da un mese e avevo smesso da 3 anni. Ho 28 anni, quasi 29, e finora non ho concluso nulla nella vita. Non ho un lavoro, non l'ho mai avuto, e proprio questo settembre ho rinunciato ufficialmente alla mia fallimentare carriera universitaria.. 9 anni della mia vita..


Perché hai cominciato a stare male e perché hai abbandonato l'università? Il tuo malessere era collegato alla tua non soddisfazione riguardo l'università e aspettative di vita o c'era altro?

Sui farmaci antidepressivi posso dirti che ne ho provati alcuni ed ho usato una metafora per definirli: è come se stiamo ai tempi della macchina a vapore, ma tra qualche anno potrebbe fare la sua comparsa il motore a benzina. Io ci credo perché i numeri sull'efficacia delle ultime sperimentazioni sono di gran lunga superiori a qualunque antidepressivo attualmente presente. Addirittura rimuovono i pensieri suicidi nel 100% dei pazienti cui sono somministrati, nel giro di qualche ora, con un'efficacia pressoché totale.
Però ci vorranno come minimo 5-10 anni (forse più) prima che facciano la loro comparsa. In USA hanno ricevuto il "Fast track" dalla FDA. Questa è un'agevolazione che ricevono nelle sperimentazioni, dall'agenzia del farmaco americana, quei farmaci considerati "salvavita" o che si dimostrano molto più efficienti di quelli già presenti.

E' comprensibile che hai abbandonato la psicologa... quando hai difficoltà a trovare un equilibrio c'è poco che possa fare una chiacchierata di 1 ora settimanale a meno che la psicologa non è abbastanza brava da darti dei "compiti per casa" e convincerti a seguirli in modo da estendere la sua influenza.

neon88 ha scritto:Ho ripreso da poco, in un corso universitario più facile forse, ma comunque impegnativo e sento di non potercela fare. A volte faccio fatica ad alzarmi dal letto per affrontare anche piccoli obbiettivi come farmi la doccia, o da mangiare.. figuriamoci riuscire a frequentare le lezioni e studiare con impegno per i prossimi 3 anni.. forse è pigrizia la mia, non so..


E' chiaro che soffri di depressione, e che hai rinunciato a vedere il futuro in maniera positiva, come fanno di solito le persone che non sono depresse. C'è anche pigrizia ma non è solo quella. La pigrizia c'è perché nel tempo diventa un'abitudine, non importa se è provocata dalla depressione o da una mentalità edonistica o da altro.

neon88 ha scritto:Dal punto di vista sentimentale la mia vita è sempre stata vuota. Sono sempre stato rifiutato oppure ho amato non ricambiato. Giusto negli ultimi 3 anni ho amato, non corrisposto, una ragazza. Non solo, ma da circa un mese lei si è messa con un mio amico che ha consciuto solo lo scorso gennaio.. non li vedo più ormai ma ciò non mi impedice di pensarli insieme.. e la cosa mi sta distruggendo ulteriormente. Mi viene da domandarmi cosa mi manca, perché gli altri riescono dove io, ogni volta, fallisco. A 28 anni sono vergine, ma non è tanto questo che mi addolora.. è il non essermi mai sentito amato, non sapere neanche cosa si prova.. guardarmi indietro e non vedere altro che delusioni e fallimenti, in tutto quello che ho fatto.


Anche i delinquenti trovano una donna, anche gli omicidi, i rapinatori, ladri d'ogni tipo e gente senza scrupoli e senza morale dalle efferatezze innominabili. Gente senza sensi di colpa che non si vergogna di sé, pur avendone diversi motivi per farlo. Se sei uomo devi essere sicuro di te e avere delle progettualità, non importa se giuste o sbagliate (come per i delinquenti).
Ci siamo evoluti nella savana, non a Uomini & Donne. E nella savana o dimostravi di saperti difendere e trasmettere sicurezza (morale e/o materiale) o nessuna ti guardava. Non è un paese (e un mondo) per uomini insicuri. A una donna era ed è sufficiente trasmettere calore e disponibilità, gentilezza, ascolto, comprensione, accoglienza... in cambio di protezione. A un uomo era ed è richiesto fornire un senso di protezione in cambio di quel calore.

neon88 ha scritto:Mi sento infelice, inadeguato, un completo fallimento come persona.. attorno a me vedo tutti crescere, avere relazioni, laurearsi, fare esperienze all'estero, lavorare, mettere su famiglia.. mentre io sono stagnante.
Non ho nessuna speranza per il futuro.. se, e dico se, riuscirò a laurearmi, tra 3 lunghi anni, dovrò fare per il resto della mia vita un lavoro che non mi piace e su cui ho dovuto ripiegare perché sento che è troppo tardi per tentare altre strade.. se abbandonassi gli studi definitivamente cosa mi aspetta? Una vita di lavori precari appena sufficienti a sopravvivere.. sempre che riesca a trovarli.


Senti di non avere controllo nella tua vita, di non riuscire a soddisfare le aspettative che ti permetterebbero di essere stimato e amato come vorresti... è dura ma senza un pò di positività è difficile andare avanti. Senza proiettare in avanti l'aspettativa di essere più felice e di raggiungere dei traguardi. La progettualità è essenziale non solo se vuoi attrarre una ragazza, ma anche per la tua felicità.

neon88 ha scritto:Anche sentimentalmente non vedo speranze.. quale ragazza si innamorerebbe di uno come me? Le ragazze vogliono un uomo forte, sicuro di sè.. io sono un concentrato di insicurezze.. si aspettano che alla mia età abbia già una certa stabilità, magari un lavoro, o una laurea.. invece non ho niente.


Vedi sopra.

neon88 ha scritto:Ormai mi sveglio la mattina, vado a lezione e poi torno a casa dove, essenzialmente, ammazzo il tempo, inerte, spesso a letto. Se la sera per caso vedo un amico passo tutta la giornata in funzione di quelle poche ore in cui potrò finalmente distrarmi dai miei pensieri negativi.. ma non appena la "serata" finisce ricomincia tutto da capo.


Idem e adesso non ho neppure quello.

neon88 ha scritto:La notte è il momento peggiore, non riesco a dormire ed è il momento della giornata in cui più di frequente penso al suicidio. Cerco di distrarmi navigando in internet oppure di dissuadermi dall'idea di suicidarmi leggendo su forum di parenti di suicidi quanto soffrano, per convincermi a non fare lo stesso ai miei genitori e a mio fratello. A volte me li immagino, distrutti, al mio funerale e piango per la mia debolezza e il mio egoismo per aver anche solo pensato al suicido. L'unica soluzione che ha un po' di efficacia è assumere lo xanax per ottenere un po' di sonno. Anche durante il giorno a volte sfuggo la realtà dormendo.
Vorrei confidarmi, sfogarmi con qualcuno ed è per questo che scrivo qui. Non voglio impensierire ulteriormente la mia famiglia.. mia padre non sa gestire la cosa, spesso devo fingere che vada tutto bene in sua presenza.. è un brav'uomo ma non sa affrontare quetsti problemi e vedo che soffre nel vedermi star male.. oltretutto ho un rapporto compicato con lui, non mi ha parlato per 4 mesi quando gli ho detto di voler smetter medicina.. e mia madre non può sopportare tutto da sola, prima o poi crollerà.
Oltretutto mi sento incompreso.. sicuramente in buona fede, le persone cui parlo dei miei problemi (alcune a conoscenza di tutta la situazione, altre no) mi danno consigli pratici per superare i miei problemi.. consigli che richiedono un impegno che mi sembra al di là delle mie forze.. a volte minimizzano, dicendo che tutti hanno dei problemi eppure vanno avanti con la loro vita, che bisogna tenere duro e pensare a sè stessi e al proprio futuro. So che sono cose giuste, razionalmente, ma emotivamente mi fanno sentire ancora peggio perché aumenta il mio senso di inadeguatezza e di inferiorità nei confronti degli altri, così bravi a impegnarsi e a superare le difficoltà mentre io mi lascio andare allo sconforto.
Scrivo su questo forum anche perché, pure se mi sono aperto con alcune persone, specie mia madre, a nessuno, neanche a lei, ho mai detto che penso al suicidio praticamente ogni giorno. Come ho già detto l'unica cosa che mi ferma è il pensiero di ferire la mia famiglia altrimenti penso l'avrei già fatto da tempo..
Scusate la sfogo, probabilmente sarò sembrato una lagna vittimista, ma non sapevo dove altro rivolgermi..


Sì sei molto pessimista ma chi può giudicarti per questo... sei nel bel mezzo di un vortice negativo, non sei la prima persona qui e non sarai l'ultima.
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Baraddur
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Messaggioda kathellyna » 18/10/2016, 14:20



benvenuto.
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Messaggioda SoloAndataSenzaRitorno » 19/10/2016, 4:09



neon88 ha scritto:Come da titolo ormai l'unica cosa che mi trattiene dall'uccidermi è la mia famiglia. Già sento che li sto facendo preoccupare e soffrire, non voglio scaricare su di loro altra sofferenza. Ma diventa ogni giorno più dura.
Sto male già da tempo, almeno un paio d'anni, ma solo a maggio mi sono recato dal medico e mi sono aperto. Mi han dato da prendere degli antidepressivi (che non mi sembrano funzionare) e un ansiolitico. Sono andato fino al mese scorso da una psicologa ma ho smesso perché non sentivo alcun beneficio e in più stavo facendo spendere un sacco di soldi ai miei genitori, sentendomi ancora più in colpa.
Non ce la faccio più, mi sento vuoto, triste, a volte mi odio, non c'è niente della mia vita che mi soddisfi. Ho anche ripreso a fumare da un mese e avevo smesso da 3 anni. Ho 28 anni, quasi 29, e finora non ho concluso nulla nella vita. Non ho un lavoro, non l'ho mai avuto, e proprio questo settembre ho rinunciato ufficialmente alla mia fallimentare carriera universitaria.. 9 anni della mia vita..
Ho ripreso da poco, in un corso universitario più facile forse, ma comunque impegnativo e sento di non potercela fare. A volte faccio fatica ad alzarmi dal letto per affrontare anche piccoli obbiettivi come farmi la doccia, o da mangiare.. figuriamoci riuscire a frequentare le lezioni e studiare con impegno per i prossimi 3 anni.. forse è pigrizia la mia, non so..
Dal punto di vista sentimentale la mia vita è sempre stata vuota. Sono sempre stato rifiutato oppure ho amato non ricambiato. Giusto negli ultimi 3 anni ho amato, non corrisposto, una ragazza. Non solo, ma da circa un mese lei si è messa con un mio amico che ha consciuto solo lo scorso gennaio.. non li vedo più ormai ma ciò non mi impedice di pensarli insieme.. e la cosa mi sta distruggendo ulteriormente. Mi viene da domandarmi cosa mi manca, perché gli altri riescono dove io, ogni volta, fallisco. A 28 anni sono vergine, ma non è tanto questo che mi addolora.. è il non essermi mai sentito amato, non sapere neanche cosa si prova.. guardarmi indietro e non vedere altro che delusioni e fallimenti, in tutto quello che ho fatto.
Mi sento infelice, inadeguato, un completo fallimento come persona.. attorno a me vedo tutti crescere, avere relazioni, laurearsi, fare esperienze all'estero, lavorare, mettere su famiglia.. mentre io sono stagnante.
Non ho nessuna speranza per il futuro.. se, e dico se, riuscirò a laurearmi, tra 3 lunghi anni, dovrò fare per il resto della mia vita un lavoro che non mi piace e su cui ho dovuto ripiegare perché sento che è troppo tardi per tentare altre strade.. se abbandonassi gli studi definitivamente cosa mi aspetta? Una vita di lavori precari appena sufficienti a sopravvivere.. sempre che riesca a trovarli.
Anche sentimentalmente non vedo speranze.. quale ragazza si innamorerebbe di uno come me? Le ragazze vogliono un uomo forte, sicuro di sè.. io sono un concentrato di insicurezze.. si aspettano che alla mia età abbia già una certa stabilità, magari un lavoro, o una laurea.. invece non ho niente.
Ormai mi sveglio la mattina, vado a lezione e poi torno a casa dove, essenzialmente, ammazzo il tempo, inerte, spesso a letto. Se la sera per caso vedo un amico passo tutta la giornata in funzione di quelle poche ore in cui potrò finalmente distrarmi dai miei pensieri negativi.. ma non appena la "serata" finisce ricomincia tutto da capo. La notte è il momento peggiore, non riesco a dormire ed è il momento della giornata in cui più di frequente penso al suicidio. Cerco di distrarmi navigando in internet oppure di dissuadermi dall'idea di suicidarmi leggendo su forum di parenti di suicidi quanto soffrano, per convincermi a non fare lo stesso ai miei genitori e a mio fratello. A volte me li immagino, distrutti, al mio funerale e piango per la mia debolezza e il mio egoismo per aver anche solo pensato al suicido. L'unica soluzione che ha un po' di efficacia è assumere lo xanax per ottenere un po' di sonno. Anche durante il giorno a volte sfuggo la realtà dormendo.
Vorrei confidarmi, sfogarmi con qualcuno ed è per questo che scrivo qui. Non voglio impensierire ulteriormente la mia famiglia.. mia padre non sa gestire la cosa, spesso devo fingere che vada tutto bene in sua presenza.. è un brav'uomo ma non sa affrontare quetsti problemi e vedo che soffre nel vedermi star male.. oltretutto ho un rapporto compicato con lui, non mi ha parlato per 4 mesi quando gli ho detto di voler smetter medicina.. e mia madre non può sopportare tutto da sola, prima o poi crollerà.
Oltretutto mi sento incompreso.. sicuramente in buona fede, le persone cui parlo dei miei problemi (alcune a conoscenza di tutta la situazione, altre no) mi danno consigli pratici per superare i miei problemi.. consigli che richiedono un impegno che mi sembra al di là delle mie forze.. a volte minimizzano, dicendo che tutti hanno dei problemi eppure vanno avanti con la loro vita, che bisogna tenere duro e pensare a sè stessi e al proprio futuro. So che sono cose giuste, razionalmente, ma emotivamente mi fanno sentire ancora peggio perché aumenta il mio senso di inadeguatezza e di inferiorità nei confronti degli altri, così bravi a impegnarsi e a superare le difficoltà mentre io mi lascio andare allo sconforto.
Scrivo su questo forum anche perché, pure se mi sono aperto con alcune persone, specie mia madre, a nessuno, neanche a lei, ho mai detto che penso al suicidio praticamente ogni giorno. Come ho già detto l'unica cosa che mi ferma è il pensiero di ferire la mia famiglia altrimenti penso l'avrei già fatto da tempo..
Scusate la sfogo, probabilmente sarò sembrato una lagna vittimista, ma non sapevo dove altro rivolgermi..

ma che ti scusi?
hai scritto un bellissimo pezzo, molto genuino e sincero, che mi è piaciuto molto.
fatta eccezione per alcune cose, avrei potuto più o meno scrivere lo stesso pezzo anche io quando avevo la tua età.
l'amore non l'ho mai conosciuto nemmeno io, solo sesso con prostitute, ma poi ho smesso perchè non era appagante fare sesso a pagamento.
ho rinunciato a l'idea dell'amore e di una vita normale proprio verso i 30 anni.....ho represso tutti le mie speranze e i miei sogni perchè altrimenti sarei impazzito, ma questo è servito solo a non avere più false speranze nell'immediato, ma poi a distanza di anni mi sono ritrovato vuoto, malinconico, acido, cinico e sprezzante come pochi....
il mio unico rimpianto è quello di non essere morto da piccolo, quando ancora non capivo nulla della vita, e soprattutto credevo ancora a cose come dio, babbo natale ,il bene e il male, ecc ecc....
altri rimpianti non posso averne perchè quando vado ad analizzare la mia esistenza, capisco che sono nato ''segnato'' sotto il segno di una cattiva stella che mi avrebbe perseguitato anche in caso le cose mi fossero girate un po bene, che poi è un ossimoro dire una cosa del genere perchè le cose non mi sarebbero mai girate bene proprio per via del mio destino segnato.
quando ti va sempre tutto male fin da quando eri piccolo, capisci che dentro di te sei accompagnato dalla cattiva sorte, e in quel momento ti ritrovi a conoscere la signora sfortuna in carne e ossa, che assume le tue sembianze ogni fottuta volta ti guardi allo specchio.
io sinceramente non so come aiutarti, capisco solo che sei un povero caso umano come me, senza speranza....
però resta il fatto che sia io che te abbiamo una famiglia e un fratello, ed è qui che facciamo corto circuito , quando pensiamo a come li devasterebbe un nostro ''estremo'' gesto.....ma io ormai mi sono ampiamente stancato di sentirmi inutile, un peso, un derelitto senza futuro e speranze....e ho deciso che devo assolutamente riuscire a trovare una fine a questo loop infernale in cui mi ritrovo da sempre.
c'è però da dire che io ho 10 anni più di te, magari te riuscirai a trovare una via d'uscita, ma da ciò che hai scritto ho paura che anche tu sia ormai da tempo sulla stessa strada che ho intrapreso io tanto tempo fa.....una strada impervia e buia, che non lascia intravedere alcuna fine o luce al suo orizzonte....

ti saluto e ti rinnovo ancora i miei auguri :hi:
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e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io.
Ognuno ha la propria storia.
E solo allora mi potrai giudicare.


(Luigi Pirandello)
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Messaggioda Luna76 » 19/10/2016, 10:19



Ciao,non so bene cosa dirti ,avrai capito che pressapoco hai scritto la storia di tanti noi qui ,depressione,suicidio ,vuoto ci passiamo tutti. non so quanti di noi abbia però anche la ricetta ,ognuno impara strada facendo come agire ,io mi sono creata delle piccole manie non ho voglia di farmi la doccia ma non mi piace neanche puzzare,non ho voglia di occuparmi della casa(ho una famiglia, figli compresi) ma non mi piace neanche il disordine e anche se con poca voglia e anche se ci metto un giorno intero a fare una cosa però la faccio.poi ci mancherebbe passo dei giorni che mi nascondo in camera mia a dormire e da uno specialista non vado perché mi vergogno. mio fratello mi dice che sono viziata e che dovrei darmi una calmata invece di fare la vittima,i miei genitori ,cioè mia mamma con lei ho provato a parlare mi ha detto che non ho alcun motivo per sentirmi così,dunque il problema non esiste secondo lei,perché ho tutto da una famiglia, a un'educazione,un tetto sopra la testa solo che non sono contenta di me stessa ,non sono felice,non mi ritrovo in me stessa ,e come se aspettasi di svegliarmi da un momento all'altro e cominciare a vivere. Ho anche dei momenti quando sono calma ,faccio finta di niente, poi quando tra stanchezza e troppe cose nascoste la depressione torna a sopraffarmi . Non ti dico neanche ,il suicidio anche se allettante ,non voglio farlo pesare a nessuno e purtroppo la verità è questa resta a pesare su quelli a noi vicini. trova un appiglio ,qualsiasi cosa esso sia,niente di impegnativo in modo da non sentirti costretto a niente e magari ogni tanto cambia distrazione .in bocca al lupo e cerca di non mollare :hi:
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Messaggioda neon88 » 19/10/2016, 14:40



Grazie a tutti per le vostre risposte.

Ensō ha scritto:ensa di cancellare tutto, quello che sei e che hai fatto finora, da questo momento nasce un'altra persona, non si sostituisce a quella precedente ma la completa delle cose su cui al momento è stata carente. Il bambino muove i primi passi non conoscendo e non immaginando neppure lontanamente quale sarà il proprio futuro e il proprio destino.

Grazie per i tuoi suggerimenti. Mi è stato detto anche dalla psicologa di cercare di non pensare al passato e concentrarmi sul presente.. purtroppo ogni giorno, all'università o altrove, mi tornano in mente tutti gli anni buttati.. mi ritrovo tra i "banchi di scuola", a 28 anni, con ragazzi del 97, e non riesco a fare a meno di deprimermi a pensare di ritrovarmi ancora ad essere un bambino che muove i primi passi quando molti altri già camminano, corrono o son arrivati..
Lo so che non dovrei fare paragoni con le altre persone.. ma non riesco a farne a meno.. purtroppo è un mondo competitivo e per cercare lavoro, trovare l'amore o almeno suscitare l'interesse di una ragazza occorre sempre confrontarsi con gli altri e "battere la concorrenza" :(
Comunque ti do ragione, dovrò cercare di fare qualche passo in avanti, per quanto dura e lunga possa sembrare la strada..
p.s. bella la tua citazione de "La coscienza di Zeno", è uno dei libri che più mi è piaciuto

Baraddur ha scritto:..
Grazie anche a te per avermi risposto. Ho cominciato a non stare bene qualche anno fa, quando ho incontrato difficoltà con 'università.. ma credo sia stato un insieme di cose, vita sociale, sentimentale e universitaria..
Alle superiori avevo pochi amici.. forse nessuno visto che fatta la maturità si sono interrotti tutti i contatti.. un anno ho anche scoperto che un gruppo di "amici" lo era solo fintanto che gli passavo le risposte durante i compiti.. sentimentalmente niente, in quegli anni ho affrontato delusioni ma ancora ero piuttosto fiducioso.. una ragazza per cui provavo forti sentimenti si mise, anche allora, insieme ad un mio amico (fu lei a prendere l'iniziativa) ma la presi anche bene, riuscii perfino a mantenere l'amicizia. Poi quando ho finito sono stato uno stupido, non ho preso in mano la mia vita, non avevo mai davvero pensato al mio futuro e così sono finito a fare ingegneria solo perché ero bravo in matematica. Dopo un anno ho lasciato, ma mi sentivo in colpa per aver perso un anno così ho finito per cedere alle pressioni di mio padre (che, forse per i miei voti scolastici, nutriva grosse aspettative per me e, in un certo senso, anch'io me ne ero/sono fatte) e mi sono iscritto a medicina. Poi, gradualmente, ho perso la voglia di studiare, non riuscivo a fare amicizie e mi sono isolato e sentimentalmente non ha fatto che andare di male in peggio. Se quand'ero più giovane mi pesava ma non troppo più passava il tempo e più la mia solitudine mi faceva star male. La mia autostima, mai molto alta, ne è uscita letteralmente distrutta da questi fallimenti. Mi sentivo (e mi sento tuttora) inadeguato per la mia fallimentare carriera universitaria (che ha provocato anche moltissime tensioni in famiglia, specie con mio padre che non mi ha più parlato per lunghi periodi di tempo in più di un'occasione) e indesiderato, specialmente dalle ragazze. Finchè tre anni fa ho cominciato a pensare di avere un problema ma non volevo ammetterlo.. i primi pensieri suicidi hanno comiciato a venirmi un paio di anni fa, ma ero ancora riluttante ad aprirmi.. temevo il giudizio delle persone. Oltretuto, come maschio, mi sono sempre sentito castrato nell'esprimere le mie emozioni, specie quelle negative, perché altrimenti sarei stato giudicato un debole, dai ragazzi che mi avrebbero deriso e dalle ragazze che mi avrebbero deriso E rifiutato. Finchè quest'anno non ho retto più, avevo (e ho tuttora anche se forse un po' meno) crisi di pianto piuttosto spesso e mi sono rivolto al mio medico.. ho fatto a meno di molti dettagli ma non volevo annoiarti e grossomodo è così che è andata..
p.s. fan del Signore degli Anelli?

kathellyna ha scritto:...

SoloAndataSenzaRitorno ha scritto:...

Luna76 ha scritto:...

Grazie mille anche a voi per le vostre risposte e la vostra solidarietà. Mi auguro che anche a voi riusciate a stare bene.
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neon88
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Messaggioda Th3 Filmmak3R » 19/10/2016, 15:07



Ciao Neon88, se ti può “consolare” mi sono laureato a quasi 33 anni e ho iniziato a lavorare “concretamente” a 34 anni. Ma la mia vita diciamo “definitiva” (che non è un termine che mi piace; adopero questo termine per dare un 'senso' pratico alla mia esperienza) è iniziata a 39 anni. Per questo motivo non solo sostengo che la tua psicologa ha perfettamente ragione a riferirti che non devi guardare al passato, ma ti garantisco che la vita riserva sorprese fantastiche, e ora il tuo dovere (..senza grandi stress) dovrebbe essere solo quello di terminare gli studi. Il successo lo andrai a trovare altrove quando sarai laureato, se l'Italia non ti garantisce certezze o non colma le tue necessità. Non guardare a quello che hai “perso” ma guarda a ciò che puoi conquistare e conquisterai.
Ti mando un abbraccio e buona fortuna.
Giuseppe
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L'unica cosa che mi trattiene è la mia famiglia

Messaggioda neon88 » 21/10/2016, 1:44



Th3 Filmmak3R ha scritto:Ciao Neon88, se ti può “consolare” mi sono laureato a quasi 33 anni e ho iniziato a lavorare “concretamente” a 34 anni. Ma la mia vita diciamo “definitiva” (che non è un termine che mi piace; adopero questo termine per dare un 'senso' pratico alla mia esperienza) è iniziata a 39 anni. Per questo motivo non solo sostengo che la tua psicologa ha perfettamente ragione a riferirti che non devi guardare al passato, ma ti garantisco che la vita riserva sorprese fantastiche, e ora il tuo dovere (..senza grandi stress) dovrebbe essere solo quello di terminare gli studi. Il successo lo andrai a trovare altrove quando sarai laureato, se l'Italia non ti garantisce certezze o non colma le tue necessità. Non guardare a quello che hai “perso” ma guarda a ciò che puoi conquistare e conquisterai.
Ti mando un abbraccio e buona fortuna.
Giuseppe


Grazie mille Giuseppe per le tue parole (e complimenti per la tua tenacia e forza di volontà). Ora è tutto difficile e vedo tutto nero ma, per quanto brutto possa suonare, sono "contento" che altri siano stati nella mia situazione e l'hanno superata. Oggi mi hai dato un po' di ottimismo, almeno dal punto di vista della carriera universitaria.
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Messaggioda neon88 » 26/10/2016, 7:58



Ogni giorno è sempre più difficile.. se non fosse per la mia famiglia sarei già morto da tempo.. e tutt'ora è l'unica cosa che mi costringe ad andare avanti con questa vita.. quanto vorrei addormentarmi e non svegliarmi più, non dover sentire più niente.. questa vita di fallimenti (universitari e sociali)e solitudine (mai stato amato da una ragazza in 28 anni) è troppo per me.. sento che è solo questione di tempo, prima o poi cederò..
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neon88
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