Come da titolo ormai l'unica cosa che mi trattiene dall'uccidermi è la mia famiglia. Già sento che li sto facendo preoccupare e soffrire, non voglio scaricare su di loro altra sofferenza. Ma diventa ogni giorno più dura.
Sto male già da tempo, almeno un paio d'anni, ma solo a maggio mi sono recato dal medico e mi sono aperto. Mi han dato da prendere degli antidepressivi (che non mi sembrano funzionare) e un ansiolitico. Sono andato fino al mese scorso da una psicologa ma ho smesso perché non sentivo alcun beneficio e in più stavo facendo spendere un sacco di soldi ai miei genitori, sentendomi ancora più in colpa.
Non ce la faccio più, mi sento vuoto, triste, a volte mi odio, non c'è niente della mia vita che mi soddisfi. Ho anche ripreso a fumare da un mese e avevo smesso da 3 anni. Ho 28 anni, quasi 29, e finora non ho concluso nulla nella vita. Non ho un lavoro, non l'ho mai avuto, e proprio questo settembre ho rinunciato ufficialmente alla mia fallimentare carriera universitaria.. 9 anni della mia vita..
Ho ripreso da poco, in un corso universitario più facile forse, ma comunque impegnativo e sento di non potercela fare. A volte faccio fatica ad alzarmi dal letto per affrontare anche piccoli obbiettivi come farmi la doccia, o da mangiare.. figuriamoci riuscire a frequentare le lezioni e studiare con impegno per i prossimi 3 anni.. forse è pigrizia la mia, non so..
Dal punto di vista sentimentale la mia vita è sempre stata vuota. Sono sempre stato rifiutato oppure ho amato non ricambiato. Giusto negli ultimi 3 anni ho amato, non corrisposto, una ragazza. Non solo, ma da circa un mese lei si è messa con un mio amico che ha consciuto solo lo scorso gennaio.. non li vedo più ormai ma ciò non mi impedice di pensarli insieme.. e la cosa mi sta distruggendo ulteriormente. Mi viene da domandarmi cosa mi manca, perché gli altri riescono dove io, ogni volta, fallisco. A 28 anni sono vergine, ma non è tanto questo che mi addolora.. è il non essermi mai sentito amato, non sapere neanche cosa si prova.. guardarmi indietro e non vedere altro che delusioni e fallimenti, in tutto quello che ho fatto.
Mi sento infelice, inadeguato, un completo fallimento come persona.. attorno a me vedo tutti crescere, avere relazioni, laurearsi, fare esperienze all'estero, lavorare, mettere su famiglia.. mentre io sono stagnante.
Non ho nessuna speranza per il futuro.. se, e dico se, riuscirò a laurearmi, tra 3 lunghi anni, dovrò fare per il resto della mia vita un lavoro che non mi piace e su cui ho dovuto ripiegare perché sento che è troppo tardi per tentare altre strade.. se abbandonassi gli studi definitivamente cosa mi aspetta? Una vita di lavori precari appena sufficienti a sopravvivere.. sempre che riesca a trovarli.
Anche sentimentalmente non vedo speranze.. quale ragazza si innamorerebbe di uno come me? Le ragazze vogliono un uomo forte, sicuro di sè.. io sono un concentrato di insicurezze.. si aspettano che alla mia età abbia già una certa stabilità, magari un lavoro, o una laurea.. invece non ho niente.
Ormai mi sveglio la mattina, vado a lezione e poi torno a casa dove, essenzialmente, ammazzo il tempo, inerte, spesso a letto. Se la sera per caso vedo un amico passo tutta la giornata in funzione di quelle poche ore in cui potrò finalmente distrarmi dai miei pensieri negativi.. ma non appena la "serata" finisce ricomincia tutto da capo. La notte è il momento peggiore, non riesco a dormire ed è il momento della giornata in cui più di frequente penso al suicidio. Cerco di distrarmi navigando in internet oppure di dissuadermi dall'idea di suicidarmi leggendo su forum di parenti di suicidi quanto soffrano, per convincermi a non fare lo stesso ai miei genitori e a mio fratello. A volte me li immagino, distrutti, al mio funerale e piango per la mia debolezza e il mio egoismo per aver anche solo pensato al suicido. L'unica soluzione che ha un po' di efficacia è assumere lo xanax per ottenere un po' di sonno. Anche durante il giorno a volte sfuggo la realtà dormendo.
Vorrei confidarmi, sfogarmi con qualcuno ed è per questo che scrivo qui. Non voglio impensierire ulteriormente la mia famiglia.. mia padre non sa gestire la cosa, spesso devo fingere che vada tutto bene in sua presenza.. è un brav'uomo ma non sa affrontare quetsti problemi e vedo che soffre nel vedermi star male.. oltretutto ho un rapporto compicato con lui, non mi ha parlato per 4 mesi quando gli ho detto di voler smetter medicina.. e mia madre non può sopportare tutto da sola, prima o poi crollerà.
Oltretutto mi sento incompreso.. sicuramente in buona fede, le persone cui parlo dei miei problemi (alcune a conoscenza di tutta la situazione, altre no) mi danno consigli pratici per superare i miei problemi.. consigli che richiedono un impegno che mi sembra al di là delle mie forze.. a volte minimizzano, dicendo che tutti hanno dei problemi eppure vanno avanti con la loro vita, che bisogna tenere duro e pensare a sè stessi e al proprio futuro. So che sono cose giuste, razionalmente, ma emotivamente mi fanno sentire ancora peggio perché aumenta il mio senso di inadeguatezza e di inferiorità nei confronti degli altri, così bravi a impegnarsi e a superare le difficoltà mentre io mi lascio andare allo sconforto.
Scrivo su questo forum anche perché, pure se mi sono aperto con alcune persone, specie mia madre, a nessuno, neanche a lei, ho mai detto che penso al suicidio praticamente ogni giorno. Come ho già detto l'unica cosa che mi ferma è il pensiero di ferire la mia famiglia altrimenti penso l'avrei già fatto da tempo..
Scusate la sfogo, probabilmente sarò sembrato una lagna vittimista, ma non sapevo dove altro rivolgermi..