Può essere un problema se scagli la tua rabbia contro quelle persone se non altro perché poi rischi di perderli per piccole cose o malintesi (tipo mancata risposta a una chiamata perché aveva davvero da fare altro).
Il problema è l'accumulazione, la raccolta di tante piccole frustrazioni di ogni giorno... ti mando un messaggio e non mi rispondi, ti telefono e non mi rispondi, ti chiedo di vederci e c'è sempre qualche cosa che te lo impedisce, ti chiedo di venire in vacanza con me e non puoi, ti mando i messaggi e visualizzi ma non rispondi, vedo che sei sempre collegato/a su whatsapp ma non mi scrivi mai, non mi chiedi come sto, non ti interessi ai miei problemi, ti dimentichi dei miei eventi importanti, non ci sei nei momenti importanti perché hai sempre altro da fare, mi dici "tu non puoi capire", mi tagli fuori da cose importanti della tua vita. Tutti questi tipi di eventi, scollegati, danno luogo soltanto ad una frustrazione e ad una tristezza limitati, quando cominciano ad accadere, volta dopo volta, si forma un disegno che ai miei occhi appare chiaro e dice soltanto una cosa: di te non me ne frega niente. E poi ovviamente la povera, piccola, altra persona non capisce perché mi arrabbio. Andassero tutti al diavolo, andasse al diavolo lei e il suo egoismo. (E anche il mio di egoismo, a braccetto)
Se ti dicessi che di qui a un mese o di qui a un anno, ad esempio, avrai amiche oppure un ragazzo che ti farà sentire tutto l'affetto e la presenza di cui hai bisogno ti suicideresti ugualmente adesso?
Certo che no. Se sapessi di averlo, se per qualche motivo avessi una sicurezza di ciò non avrei nessun problema ad aspettare. Il fatto è che non accadrà e questo è una certezza. Non è mica detto che uno trovi l'uomo della vita, ci sono tantissime persone che rimangono sole per sempre e muoiono come mosche non ricordate e amate da nessuno, non vedo perché dovrebbe essermi dato un privilegio così grande, proprio a me poi. Ah ah, l'amicizia è un miraggio ormai dimenticato e l'amore ancora peggio: del resto mi sono ormai rassegnata a vedere le mie amiche sposarsi, figliare e trovarsi la bella casetta con il cane e il giardino, nonché la bella laurea all'università e il lavoro trovato dall'amico dell'amico dei genitori. Non me ne frega un c***o delle false speranze, me lo sono ripetuto per anni tipo favoletta della Disney in cui alla fine tutti trovano l'anima gemella e la vita felice, bisogna solo saper aspettare. E quelle fottute persone felici che hanno ancora il coraggio di dirti "eh, ora ti sembra così, ma poi vedrai che toccherà anche a te... lo troverai anche tu... ". Sicuro, spiegalo a tutte quelle persone che sono morte sole senza aver mai avuto niente nella vita. Una vita senza un compagno con cui condividerla o perlomeno un'amica "vera" secondo me non vale la pena di essere vissuta perché appunto rimane vuota. Mi chiedo come dev'essere vivere dall'altra parte della staccionata, fra i "normali". Quelli che a quindici anni si sono trovati il fidanzato/a, andavano al cinema, in pizzeria, a mangiare il gelato, hanno fatto l'amore, hanno saputo cosa significa avere qualcuno su cui contare, qualcuno che non ti lascia a piedi ogni quattro secondi sempre per preferire qualcun altro... poi crescendo sono andati a convivere, poi magari si sono sposati e hanno avuto bambini, un lavoro, una vita normale, felice... senza lussi esagerati ma solo normalità, quella normalità che vorrei anche io. E invece no, io non ho niente tranne questa amica che adesso non mi caga più (non che prima mi cagasse molto di più, ma almeno dava un'apparenza) perché finalmente è arrivato il tassello estremo della felicità che tanto attendeva e quindi non ha più bisogno delle mie lagne. Solo perché non le faccio moine continue e domande sulla gravidanza, perché non sono incinta anche io, perché non mi piacciono i bambini e non so nulla a riguardo né mi interessa saperlo, perché non so nulla di parti e allattamenti. Io vorrei solo avere importanza per qualcuno, sentirmi "qualcuno" e non una che può sparire senza lasciare traccia, essere parte di qualcosa... Ancora una volta questo mi ha ricordato che io alla fine per lei non sono nessuno... per il suo bambino non sarò mai nessuno. Sono solo un'amica passeggera che può andare sacrificata alla prima occasione, la cui mancanza non conterà nulla nella sua famiglia perché io non ci sono, non sono parte della sua famiglia. Sono solo una con cui andare a prendere la cioccolata al bar e basta. I nostri discorsi stanno diventando così, tumuli di convenevoli con mari di silenzi. Non so più cosa dire, sto esplodendo di rabbia, sto morendo dentro, ogni giorno che passa mi sembra di strapparmi la pelle di dosso. Che senso ha, che senso ha anche sperare di incontrare qualcun altro da amare se poi tutte le persone che amo mi abbandoneranno tutte prima o poi preferendo qualcun altro a me? Nessuno, appunto.