I miei sbagli

Questo forum di aiuto vuole essere una vera casetta della coccola.
"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
Disturbo depressivo, bipolare, maniacale, e altri disturbi dell'umore.
La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

I miei sbagli

Messaggioda carlottac18 » 28/05/2016, 10:55



Fausto.Franco ha scritto:Non è facile per me esprimere i miei reali pensieri.
Spesso ne ho paura, e li esprimo mascherandoli tramite suoni, immagini o messaggi poco chiari.
In questo modo risulto incomprensibile, e ciò non va bene, siccome ne soffro.
Però, è anche vero che, quando mi esprimo in modo normale e chiaro, non vengo compreso comunque.
Insomma, anche se non dico una parola, io vengo visto come il tizio incomprensibile sul quale non riporre attenzione.
Mi vengono in mente episodi...
Una volta un mio professore mi chiese di andare a fare delle fotocopie per lui, salvo ricredersi all'ultimo dicendomi: "No lascia stare, vado io...".
Il riassunto della mia vita, in quell'episodio.
In ogni rapporto, reale o virtuale che sia, io non vengo considerato come simile agli altri.
Forse ho ragione io, e non sono umano, o forse sono soltanto gli altri a volermelo far credere, magari per cattiveria, o magari non lo fanno nemmeno di proposito.
Chiunque abbia un rapporto con me, si pente subito.
Un tizio mi chiede indicazioni per raggiungere un posto? Vorrebbe non avermelo mai chiesto, e chiude la conversazione il prima possibile, anche se non ha capito nulla.
Un tizio mi chiede l'ora? Potrei rispondergli: "Va a quel paese", lui sarebbe comunque contento di aver chiuso il prima possibile la conversazione con me.
In generale, una persona parla con me? Cambia tono di voce, usa un tono più elusivo e distoglie lo sguardo, si sente in imbarazzo.
Ma in fin dei conti, sono realmente un non-umano, o semplicemente sbaglio completamente io?
Insomma, le mie capacità sociali sono molto basse, quindi potrebbe essere vera anche la seconda ipotesi.
Io in genere non chiedo aiuto, tendo a voler fare tutto da solo, ho imparato a non fidarmi di nessuno.
Ma in questo caso, vi chiedo il vostro aiuto.
Sono iscritto da quasi 3 anni al forum, qualcuno un'idea di me se la sarà fatta, allora vi chiedo, dov'è che sbaglio?
Io sono un po' come Sheldon Cooper (per chi segue The Big Bang Theory), non riesco a rendermi conto dei miei sbagli.
Ho bisogno che qualcuno mi faccia notare i miei errori, non mi interessa il modo, fate come preferite, ma sparatemi in faccia la realtà.
Io ne ho bisogno, perché devo fare una scelta, e ve ne sarei molto grato.
Se non sono riuscito a farmi capire, fatemelo notare, per favore.


comprendo quello che scrivi qui... ti dico, io non ti conosco ma bene o male ho i tuoi stessi problemi relazionali o/e pensieri che non aiutano di certo.. anzi! ma posso dirti anche che non posso dirti io dove sbagli... non sarebbe corretto da me soprattutto che non ti conosco. ma sappi che a bagliare si è sempre in 2 , in questi casi.. di questi tempi le amicizie sono rare e che scrive "vorrei un amico" non è vero che in realtà cerchi un amico ma un pagliativo nei momenti d noia propria. Così facendo si lavora non in 2 ma un 1 e quella persona che credeva nell'amicizia, nel rapporto ci rimette. e così facendo inizia a chiudersi erche considera solo i suoi errori.. ma ricordati che l'errore sta anche nella persona difronte a te.
poi certo ci sono persone molto timide tipo me con un passato duro da digerire che mi mette solo paura e soggezione con chi ho di fronte... ecco se noi 2 fossimo amici o ci provassimo io potrei non parlarti più dall'oggi al domani. tu di domanderesti i perche.. e ti sentiresti da capo a 0 . l'errore starebbe in entrambi.. perche anche io mi sarei chiusa a riccio per paura del giudizio o di altro.. eccc!

non mollare!
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Re: I miei sbagli

Messaggioda Closed » 29/05/2016, 0:45



carlottac18 ha scritto:comprendo quello che scrivi qui... ti dico, io non ti conosco ma bene o male ho i tuoi stessi problemi relazionali o/e pensieri che non aiutano di certo.. anzi! ma posso dirti anche che non posso dirti io dove sbagli... non sarebbe corretto da me soprattutto che non ti conosco. ma sappi che a bagliare si è sempre in 2 , in questi casi.. di questi tempi le amicizie sono rare e che scrive "vorrei un amico" non è vero che in realtà cerchi un amico ma un pagliativo nei momenti d noia propria. Così facendo si lavora non in 2 ma un 1 e quella persona che credeva nell'amicizia, nel rapporto ci rimette. e così facendo inizia a chiudersi erche considera solo i suoi errori.. ma ricordati che l'errore sta anche nella persona difronte a te.
poi certo ci sono persone molto timide tipo me con un passato duro da digerire che mi mette solo paura e soggezione con chi ho di fronte... ecco se noi 2 fossimo amici o ci provassimo io potrei non parlarti più dall'oggi al domani. tu di domanderesti i perche.. e ti sentiresti da capo a 0 . l'errore starebbe in entrambi.. perche anche io mi sarei chiusa a riccio per paura del giudizio o di altro.. eccc!

non mollare!

Il tuo discorso potrebbe essere corretto, ma è possibile che gli altri sbaglino sempre con me?
Cioè, questa cosa mi succede in ogni rapporto, per forza di cose deve esserci qualcosa che induce gli altri a sbagliare, e sicuramente sarà proprio questo qualcosa il mio errore.
Tuttavia, non riesco a comprenderlo in nessun modo e, a quanto pare, nemmeno gli altri riescono a comprenderlo.
Ci deve quindi essere qualcosa di inconscio, di inconsapevole, in ogni mio rapporto, sia da una parte, che dall'altra.
E l'unica spiegazione che sono riuscito a darmi, è che non sono umano, o meglio, lo sono soltanto all'apparenza.
In questo modo, seppur agli occhi degli altri appaio come umano, loro percepiscono la mia diversità, anche se non la comprendono perché appaio, appunto, come un normale umano.
Il loro comportamento diffidente, è dovuto a questa percezione che hanno di me, della quale magari nemmeno si rendono conto.
Lo stesso discorso vale per me.
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Messaggioda Rorschach » 29/05/2016, 11:59



Fausto.Franco ha scritto:Non è facile per me esprimere i miei reali pensieri.
Spesso ne ho paura, e li esprimo mascherandoli tramite suoni, immagini o messaggi poco chiari.
In questo modo risulto incomprensibile, e ciò non va bene, siccome ne soffro.
Però, è anche vero che, quando mi esprimo in modo normale e chiaro, non vengo compreso comunque.
Insomma, anche se non dico una parola, io vengo visto come il tizio incomprensibile sul quale non riporre attenzione.
Mi vengono in mente episodi...
Una volta un mio professore mi chiese di andare a fare delle fotocopie per lui, salvo ricredersi all'ultimo dicendomi: "No lascia stare, vado io...".
Il riassunto della mia vita, in quell'episodio.
In ogni rapporto, reale o virtuale che sia, io non vengo considerato come simile agli altri.
Forse ho ragione io, e non sono umano, o forse sono soltanto gli altri a volermelo far credere, magari per cattiveria, o magari non lo fanno nemmeno di proposito.
Chiunque abbia un rapporto con me, si pente subito.
Un tizio mi chiede indicazioni per raggiungere un posto? Vorrebbe non avermelo mai chiesto, e chiude la conversazione il prima possibile, anche se non ha capito nulla.
Un tizio mi chiede l'ora? Potrei rispondergli: "Va a quel paese", lui sarebbe comunque contento di aver chiuso il prima possibile la conversazione con me.
In generale, una persona parla con me? Cambia tono di voce, usa un tono più elusivo e distoglie lo sguardo, si sente in imbarazzo.
Ma in fin dei conti, sono realmente un non-umano, o semplicemente sbaglio completamente io?
Insomma, le mie capacità sociali sono molto basse, quindi potrebbe essere vera anche la seconda ipotesi.
Io in genere non chiedo aiuto, tendo a voler fare tutto da solo, ho imparato a non fidarmi di nessuno.
Ma in questo caso, vi chiedo il vostro aiuto.
Sono iscritto da quasi 3 anni al forum, qualcuno un'idea di me se la sarà fatta, allora vi chiedo, dov'è che sbaglio?
Io sono un po' come Sheldon Cooper (per chi segue The Big Bang Theory), non riesco a rendermi conto dei miei sbagli.
Ho bisogno che qualcuno mi faccia notare i miei errori, non mi interessa il modo, fate come preferite, ma sparatemi in faccia la realtà.
Io ne ho bisogno, perché devo fare una scelta, e ve ne sarei molto grato.
Se non sono riuscito a farmi capire, fatemelo notare, per favore.

Ti prendo in parola e vediamo se dici la verità: Sarò franco e perdona il tono diretto che di solito uso gran poco: il tuo errore come indirettamente ti ho fatto notare tante volte è che questa cosa del non umano o dei tuoi simili è una puttanata. Tu devi smetterla di porti in un piano differente da un punto di vista ontologico rispetto alla specie umana, perché questo atteggiamento produce alla lunga un malessere molto pesante in te stesso. Non esistono "non umani" al mondo. Esistono persone, quindi umani, diversi. Tu sei diverso in qualcosa, in tutto, in tanto, ma sei una persona come tutti. Quindi molto probabilmente ti manca la malizia, quella che tutti hanno, e ti posso dire che il fatto che ti manchi è una qualità secondo me. Manca anche a me e soffro molto quando agisco secondo me stesso, senza fare calcoli, perché alla fine il resto delle persone i suoi calcoli se li fa eccome. Risulterai spesso quindi inadeguato alle situazioni o alle persone con cui ti rapporti, ma non ti devi preoccupare, devi trovare altre persone o altri contesti con cui non entrare costantemente in frizione. Io a 32 anni li ho trovati, ma mi ci sono voluti anni. Ma le persone con cui passo il mio tempo non è che sono "miei simili", anzi non lo sono affatto. Semplicemente sono perone con cui combacio, come pezzo di un puzzle in armonia con gli altri, tutto qua.
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Messaggioda carlottac18 » 29/05/2016, 12:02



beh un 50% mettilo sempre. a volte è un errore tuo e a volte no. sta di fatto che di questi tempi ripeto è dura che duri un rapporto (gioco di parole a parte lol)
non addossarti il 100 % perchè così facendo può solo che danneggiarti e potrebbe essere una causa un rapporto futuro. forse è per questo che alla fine capitano tutte "a te" no? mi comprendi ? :P
ma ti assicuro che se c'è gente in un forum del gener ti dovrebbe far capire che tanto anormale non è questa cosa...! bisogna correre ai ripari! e forse persone come noi dovrebbe solo amarsi un po' di più da se e poi il resto sarà tutto migliore non credi?
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Messaggioda Closed » 29/05/2016, 13:29



Rorschach ha scritto:Ti prendo in parola e vediamo se dici la verità: Sarò franco e perdona il tono diretto

No, ti sbagli, Franco sono io :D.
Rorschach ha scritto:il tuo errore come indirettamente ti ho fatto notare tante volte è che questa cosa del non umano o dei tuoi simili è una puttanata. Tu devi smetterla di porti in un piano differente da un punto di vista ontologico rispetto alla specie umana, perché questo atteggiamento produce alla lunga un malessere molto pesante in te stesso. Non esistono "non umani" al mondo. Esistono persone, quindi umani, diversi. Tu sei diverso in qualcosa, in tutto, in tanto, ma sei una persona come tutti. Quindi molto probabilmente ti manca la malizia, quella che tutti hanno, e ti posso dire che il fatto che ti manchi è una qualità secondo me. Manca anche a me e soffro molto quando agisco secondo me stesso, senza fare calcoli, perché alla fine il resto delle persone i suoi calcoli se li fa eccome. Risulterai spesso quindi inadeguato alle situazioni o alle persone con cui ti rapporti, ma non ti devi preoccupare, devi trovare altre persone o altri contesti con cui non entrare costantemente in frizione. Io a 32 anni li ho trovati, ma mi ci sono voluti anni. Ma le persone con cui passo il mio tempo non è che sono "miei simili", anzi non lo sono affatto. Semplicemente sono perone con cui combacio, come pezzo di un puzzle in armonia con gli altri, tutto qua.

Io non volevo mettere il punto su questo, anche perché, come ho già detto, questo atteggiamento c'è sempre stato, anche quando certe cose nemmeno le concepivo (quando ero bambino).
La mia teoria potrebbe essere una puttanata, oppure potrebbe essere vera, chi mi assicura effettivamente che non esistano "non umani"?
La tua è un'opinione, un'opinione che segue ciò che per logica appare come ovvio. Ma se la mia teoria dovesse essere vera, ciò che accade per logica è soltanto ciò che l'essere vuole che accada, che ha già previsto che accada (ricordi la teoria dell'essere?).
In ogni caso, non voglio dilungarmi su questo, come detto, non era qui che volevo porre il punto.
Non nego di aver incontrato anche persone con cui mi sono trovato (o mi trovo) bene, ma in ogni caso si è trattato di persone dotate di una sensibilità, di una capacità percettiva e di elaborazione del pensiero, di livello simile al mio (notare che non ho detto superiore o inferiore, ma simile).
Il mio discorso si riferisce alle persone in generale, che tengono un certo atteggiamento verso di me, del quale non riesco a capire i motivi.
Come hai detto tu, non c'è per forza bisogno di essere "simili" per poter avere delle relazioni affini, altrimenti tutti si troverebbero in una condizione simile alla mia.
Tuttavia, questo discorso con me non funziona.
Con me, soltanto le persone "simili" hanno un atteggiamento normale, perché probabilmente percepiscono l'affinità.
Con il resto delle persone, c'è questo atteggiamento di diffidenza/imbarazzo, non saprei definirlo bene.
E siccome i miei simili sono in pochissimi, diciamo che questo atteggiamento ce l'hanno praticamente in tutti con me.
Quale può essere la spiegazione? Se non sbaglio io nel modo in cui mi pongo, se non sbaglio nel modo in cui mi esprimo, la mia teoria inizia a diventare molto credibile.
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Messaggioda Rorschach » 29/05/2016, 16:31



eh si, franco sei tu è vero:) Vedi...il fatto è che biologicamente siamo tutti fatti della stessa pasta, tutti homo sapiens, e lo siamo anche a livello inconscio, ecco perche i non umani non ci sono, i simili non ci sono, sono concetti sientificamente fallaci, tutto qua. E sono anche molto controproducenti, perché ti impediscono di vedere che ogni persona è diversa e al tempo stesso uguale a tutte le altre. E' uguale da un punto di vista meramente "zoologico" ed è diversa dal punto di vista emozionale. Tra questi diversi però c'è una grand eomologazione, un'omologazione che ha a che fare con la società moderna che appiattisce ogni differenza tanto da far sembrare l'umanità una massa di "simili". Ma così non è, tu semplicemente hai bisogno di capire che la tua specificità va gestita attraverso meccanismi diversi, che riguardano il contesto e le attività che fai, e non su astrazioni. Pensi che io non mi sia mai trovato nella tua stessa condizione e non ci viva da anni? ragionassi come te pensarei di essere alieno. Ma inece penso semplicemente di essere un essere umano che, per attitudini ed educazione, ha sviluppato una dimensione molto differente da quella massificata, una dimensione però che trova posto nell'umanità, cosi come quella di ogni altro uomo sulla faccia della terra.Ma certamente per scoprire come applicare la tua dimensione, quella si unica e rarissima, all'esterno, devi viaggiare, conoscere persone diverse, fare esperienze diverse e si, anche sacrifici, e soprattutto devi saper aspettare. Se vuoi che ti dica che probabilmente la tua condzione è piu difficile di quella di altri, allora certamente te lo posso dire, è così, ma non per questo è meno umana di quella delle altre persone. Probabilmente è molto meno conformista;)
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Re: I miei sbagli

Messaggioda Closed » 29/05/2016, 17:06



Rorschach ha scritto:eh si, franco sei tu è vero:) Vedi...il fatto è che biologicamente siamo tutti fatti della stessa pasta, tutti homo sapiens, e lo siamo anche a livello inconscio, ecco perche i non umani non ci sono, i simili non ci sono, sono concetti sientificamente fallaci, tutto qua. E sono anche molto controproducenti, perché ti impediscono di vedere che ogni persona è diversa e al tempo stesso uguale a tutte le altre. E' uguale da un punto di vista meramente "zoologico" ed è diversa dal punto di vista emozionale. Tra questi diversi però c'è una grand eomologazione, un'omologazione che ha a che fare con la società moderna che appiattisce ogni differenza tanto da far sembrare l'umanità una massa di "simili". Ma così non è, tu semplicemente hai bisogno di capire che la tua specificità va gestita attraverso meccanismi diversi, che riguardano il contesto e le attività che fai, e non su astrazioni. Pensi che io non mi sia mai trovato nella tua stessa condizione e non ci viva da anni? ragionassi come te pensarei di essere alieno. Ma inece penso semplicemente di essere un essere umano che, per attitudini ed educazione, ha sviluppato una dimensione molto differente da quella massificata, una dimensione però che trova posto nell'umanità, cosi come quella di ogni altro uomo sulla faccia della terra.Ma certamente per scoprire come applicare la tua dimensione, quella si unica e rarissima, all'esterno, devi viaggiare, conoscere persone diverse, fare esperienze diverse e si, anche sacrifici, e soprattutto devi saper aspettare. Se vuoi che ti dica che probabilmente la tua condzione è piu difficile di quella di altri, allora certamente te lo posso dire, è così, ma non per questo è meno umana di quella delle altre persone. Probabilmente è molto meno conformista;)

Beh, io da un punto di vista anatomico sono un umano come gli altri, certamente.
La mia diversità sta a livello "neuronale", nel senso che ho un metodo di elaborazione del pensiero, e di percezione sensoriale, molto differente da quello degli altri.
Ovviamente non ho alcuna prova di questo, si tratta di una mia sensazione, che però risulta coerente con la mia teoria.
Io capisco che ogni umano è diverso dall'altro a livello emozionale, ma io non sono proprio umano.
La mia è una diversità, "diversa".
Prendiamo ad esempio i computer: esistono tanti modelli diversi tra loro, diversi colori, diverse velocità di elaborazione dei dati, diversa estetica, ma fondamentalmente appartengono alla stessa categoria.
Bene, io sono un computer, costruito come gli altri, ma con un metodo di elaborazione dei dati completamente diverso, e questo mi rende un computer anomalo, oppure un non-computer (per come è inteso il concetto di computer).
Di fatto, non faccio parte della stessa categoria degli altri computer.
Certo, questo concetto, applicato all'uomo, può risultare scientificamente fallace, ma soltanto per quanto ne sappiamo noi, per quanto ci appare ovvio (e qui si ritorna alla teoria dell'essere).

A me piacerebbe smentirmi, sicuramente avrei una vita più facile, ma non ci riesco.
Ed anche questo, trova spiegazione nella teoria dell'essere.
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Messaggioda erre » 29/05/2016, 17:40



Ho letto su per giù tutto il contenuto del thread, anche se ammetto d'averlo fatto a più riprese e che a tratti mi sia perso nelle tue teorie.
Io vorrei proporti delle domande che mi sono insorte, se me lo permetti.
#1 : si tratta di un quiz e lo trovi QUI: non c'è limite di tempo, non esistono risposte sbagliate/corrette, non c'è un premio finale ... c'è soltanto da essere sinceri e rispondere secondo il proprio modus vivendi (se puoi, una volta concluso, posta l'immagine del grafico o anche tutto il documento pdf: in ogni caso mi serve sapere che risultato ottieni).
#2 : guardati allo specchio e concentrati sul tuo volto. Assumi l'espressione che utilizzi quando ti rapporti agli altri (se è la stessa che hai sempre va bene comunque): descrivimi i tuoi occhi e la tua bocca. In che modo guardi e cosa esprime il tuo sguardo? Che portamento ha la tua bocca e come sono i suoi lineamenti?
#3 : in che modo ti relazioni al tempo? Se incontri il conoscente che non vedi da anni tu ti comporti come se vi foste visti il giorno prima? In che modo metti assieme relazioni/socialità/affetti e tempo? Ti senti mai cristallizzato al suo interno, come se non esistesse o non contasse nulla (conta solo la qualità/quantità dei vissuti, il loro sviluppo cronologico è invece trascurabile)?
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Messaggioda carlottac18 » 29/05/2016, 18:28



Fausto.Franco ha scritto:
Rorschach ha scritto:Ti prendo in parola e vediamo se dici la verità: Sarò franco e perdona il tono diretto

No, ti sbagli, Franco sono io :D.
Rorschach ha scritto:il tuo errore come indirettamente ti ho fatto notare tante volte è che questa cosa del non umano o dei tuoi simili è una puttanata. Tu devi smetterla di porti in un piano differente da un punto di vista ontologico rispetto alla specie umana, perché questo atteggiamento produce alla lunga un malessere molto pesante in te stesso. Non esistono "non umani" al mondo. Esistono persone, quindi umani, diversi. Tu sei diverso in qualcosa, in tutto, in tanto, ma sei una persona come tutti. Quindi molto probabilmente ti manca la malizia, quella che tutti hanno, e ti posso dire che il fatto che ti manchi è una qualità secondo me. Manca anche a me e soffro molto quando agisco secondo me stesso, senza fare calcoli, perché alla fine il resto delle persone i suoi calcoli se li fa eccome. Risulterai spesso quindi inadeguato alle situazioni o alle persone con cui ti rapporti, ma non ti devi preoccupare, devi trovare altre persone o altri contesti con cui non entrare costantemente in frizione. Io a 32 anni li ho trovati, ma mi ci sono voluti anni. Ma le persone con cui passo il mio tempo non è che sono "miei simili", anzi non lo sono affatto. Semplicemente sono perone con cui combacio, come pezzo di un puzzle in armonia con gli altri, tutto qua.

Io non volevo mettere il punto su questo, anche perché, come ho già detto, questo atteggiamento c'è sempre stato, anche quando certe cose nemmeno le concepivo (quando ero bambino).
La mia teoria potrebbe essere una puttanata, oppure potrebbe essere vera, chi mi assicura effettivamente che non esistano "non umani"?
La tua è un'opinione, un'opinione che segue ciò che per logica appare come ovvio. Ma se la mia teoria dovesse essere vera, ciò che accade per logica è soltanto ciò che l'essere vuole che accada, che ha già previsto che accada (ricordi la teoria dell'essere?).
In ogni caso, non voglio dilungarmi su questo, come detto, non era qui che volevo porre il punto.
Non nego di aver incontrato anche persone con cui mi sono trovato (o mi trovo) bene, ma in ogni caso si è trattato di persone dotate di una sensibilità, di una capacità percettiva e di elaborazione del pensiero, di livello simile al mio (notare che non ho detto superiore o inferiore, ma simile).
Il mio discorso si riferisce alle persone in generale, che tengono un certo atteggiamento verso di me, del quale non riesco a capire i motivi.
Come hai detto tu, non c'è per forza bisogno di essere "simili" per poter avere delle relazioni affini, altrimenti tutti si troverebbero in una condizione simile alla mia.
Tuttavia, questo discorso con me non funziona.
Con me, soltanto le persone "simili" hanno un atteggiamento normale, perché probabilmente percepiscono l'affinità.
Con il resto delle persone, c'è questo atteggiamento di diffidenza/imbarazzo, non saprei definirlo bene.
E siccome i miei simili sono in pochissimi, diciamo che questo atteggiamento ce l'hanno praticamente in tutti con me.
Quale può essere la spiegazione? Se non sbaglio io nel modo in cui mi pongo, se non sbaglio nel modo in cui mi esprimo, la mia teoria inizia a diventare molto credibile.

prova a cambiare atteggiamenti mi vien da dire.. non la tua opinione ovvio... ma se ti comporti sempre e forse allo stesso modo come puoi aspettarti risultati diversi? (migliori o peggiori)
detto questo , adesso non so come mai determinata gente soprattutto non simile a te si comporta in questo modo... se ne senti per il bisogno di sentire n accettazione in primo luogo cambia il tuo involucro, no? se fai sempre le stesse cose difficilmente otterrai qualcosa di diverso... e se mai lo farai non è detto ovvio che andrà bene ma almeno ti sarai messo alla prova e avrai ottenuto comunque un feedback diverso... poi se positivo o negativo non te lo so dire.. e poi starà a te scegliere..
il non umano può esistere e non esistere.. solo se credi che ci sia e via dicendo .
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Re: I miei sbagli

Messaggioda Closed » 29/05/2016, 21:26



erre ha scritto:Ho letto su per giù tutto il contenuto del thread, anche se ammetto d'averlo fatto a più riprese e che a tratti mi sia perso nelle tue teorie.
Io vorrei proporti delle domande che mi sono insorte, se me lo permetti.
#1 : si tratta di un quiz e lo trovi QUI: non c'è limite di tempo, non esistono risposte sbagliate/corrette, non c'è un premio finale ... c'è soltanto da essere sinceri e rispondere secondo il proprio modus vivendi (se puoi, una volta concluso, posta l'immagine del grafico o anche tutto il documento pdf: in ogni caso mi serve sapere che risultato ottieni).
#2 : guardati allo specchio e concentrati sul tuo volto. Assumi l'espressione che utilizzi quando ti rapporti agli altri (se è la stessa che hai sempre va bene comunque): descrivimi i tuoi occhi e la tua bocca. In che modo guardi e cosa esprime il tuo sguardo? Che portamento ha la tua bocca e come sono i suoi lineamenti?
#3 : in che modo ti relazioni al tempo? Se incontri il conoscente che non vedi da anni tu ti comporti come se vi foste visti il giorno prima? In che modo metti assieme relazioni/socialità/affetti e tempo? Ti senti mai cristallizzato al suo interno, come se non esistesse o non contasse nulla (conta solo la qualità/quantità dei vissuti, il loro sviluppo cronologico è invece trascurabile)?

Innanzitutto grazie, mi è piaciuto fare quel test.
Per rispondere alle tue domande:

#1 -
Immagine

Il tuo punteggio Aspie (neurodiverso) e': 126 di 200
Il tuo punteggio neurotipico (non-autistico) e': 86 di 200
Sei molto probabilmente neurodiverso (Aspie)

PDF: https://www.docdroid.net/VlMagBS/quiz.pdf.html

#2 - Generalmente ho le palpebre abbassate, ho delle sorta di occhiaie, anche se non dormo poco. Penso che il mio sguardo esprima stanchezza, noia.
La bocca invece è un po' difficile da descrivere, gli angoli puntano all'ingiú, però la forma delle labbra "compensa" un po' la cosa, conferendo una parvenza di sorriso. Come risultato, credo di apparire triste e tranquillo allo stesso tempo, in modo incoerente, non so descrivere bene questa cosa.

#3 - Sì, riprendendo il tuo esempio, mi comporto come se ci fossimo visti il giorno prima.
Cioè, non mi sento in imbarazzo, mi comporto allo stesso modo nel quale mi comportavo anche prima, a prescindere dal tempo che è passato, però mi accorgo che la stessa cosa non accade dall'altra parte.
Per me, come hai detto tu, non importa il tempo che è passato, ma la qualità del rapporto.
Anche per questo, per me generalmente non è un problema se passa tanto tempo dall'ultimo contatto.
Per fare un esempio, l'altro giorno ho incontrato un mio conoscente, che mi ha "rimproverato" di non essermi fatto sentire, ma io, francamente, questa cosa proprio non la concepivo come un problema, infatti mi sono un po' irritato e gli ho risposto: "Nemmeno tu.".
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