Autunno ha scritto:Il fatto è che, comunque, essere nato sotto una cattiva stella pregiudica tutto ciò.
è una frase che mi sembra tu ripeta abbastanza spesso. Ciascuno è libero di credere in quello che vuole e di interpretare il mondo come meglio crede. Personalmente non credo nelle "cattive stelle", anzi, credo che fare appello al destino sia quasi sempre un modo per evitare di assumersi le proprie responsabilità ("non è colpa mia, è che sono nato così, non sono in grado di..."). Che l'uomo non sia padrone del suo destino mi sembra un dato assodato, ma questo vale per tutti e non solo per quelli che si considerano "sfigati". Solo un esempio (mi pare che una volta se ne parlò en passant in chat): Ligabue, nato sotto una cattiva stella, passa una vita di merda, è "inutile" (altro termine ricorrente su questo forum), solo e depresso. Un giorno, per puro caso, un curatore lo nota e gli fa fare una mostra. inizia una vera e propria carriera che gli permette di comprarsi una moto, ma tutto ciò dura pochissimo perché muore proprio per un incidente stradale in moto.
Nato sotto una cattiva stella, sfottuto da tutti, solo. Ora è immortale e un sacco di gente si è fatta e si fa i soldi grazie a lui.
Essere nati sotto una cattiva stella non significa niente: siamo tutti sotto una cattiva stella o sotto una buona stella, a seconda di come interpretiamo l'esistenza. C'è gente ricca e piena di donne che sta malissimo e gente in mezzo alla strada felice. è un paradosso, ma è così: è solo una questione di interpretazione, meramente soggettiva. Certo, le patologie sono oggettive, ma nel tuo caso e nella maggior parte dei casi di cui discutiamo, non si parla di patologie ma di dati soggettivi. Vivere come gli altri, come la massa (e comunque sappiamo benissimo che di persone "nate sotto una cattiva stella" ce ne sono tantissime) è apparentemente più facile, ma basta poco per perdere tutto, e alla fine si perde tutto comunque. Il signor Mario Rossi potrebbe essere lasciato dalla moglie, potrebbe cadere in rovina a causa di un investimento sbagliato o di un evento inatteso e improbabile, il figlio potrebbe morire di tumore oppure lui stesso potrebbe morire prematuramente. Ma la nostra società ci fa credere che la "normalità" è il benessere e che chi non è conforme deve stare male. Noi ci crediamo, anche inconsciamente, perché ci è stato inculcato fin dalla più tenera età e ci immedesimiamo. Quindi soffriamo veramente, non per finta. Ci credo che se un giorno avrai una fidanzata, un lavoro e degli amici starai bene, ma sarai morto lo stesso. Siamo tutti morti. Chi è vivo non ha più bisogno di nulla perché in un certo senso non esiste come persona, non è più nessuno.