Ciao a tutti, mi chiamo Silvia e ho 19 anni, mi sono appena iscritta a questo forum perchè leggendo le vostre storie penso di aver trovato il coraggio di raccontare la mia, sperando possa servire a sfogarmi, ed alleviare un pò il peso che ho sempre sulle mie spalle.
Sono sempre stata una ragazza timida e introversa, la classica ragazzina romantica che sogna il principe azzurro, con dei valori seri e sinceri. Ero così a 13 anni, quando le mie amiche facevano a gara a chi baciava più ragazzi, o a chi riusciva a farci altro, io pensavo sempre che era una cosa stupida, che volevo aspettare il grande amore, quello vero, quello che meritasse che mi lasciassi andare, e non la banale storiella estiva...
Ero convinta di ciò, che non avrei fatto nulla fino a quando non sarei stata sicura che quello era il ragazzo giusto, non avrei regalato la mia verginità al primo che passava, ma neanche al secondo, al terzo, al quarto...
Eppure tutte le mie convinzioni, i miei valori, le mie certezze, i miei sogni furono strappati via da 3 sconosciuti. Mentre tornavo a casa da scuola, il mio paesino è circondato da campi, un pò in mezzo alla natura, e la fermata dell'autobus si ferma a 20 minuti circa da casa mia, il resto della strada la devo fare a piedi, allora per fare prima spesso tagliavo tra i campi o tra i prati per prendere scorciatoie, eppure quella è stata la mia rovina. Un giorno si avvicinarono 3 uomini adulti, 2 sicuramente italiani, l'altro con un accento strano, iniziarono a fare gli scemi camminando dietro di me, io accelerai il passo, avevo paura, sentivo che c'era qualcosa di strano... e dopo le solite battutine, vedendo che io li ignoravo per non avere guai, uno di loro mi afferrò, e... e... e abusarono di me. Tutti e 3.
Fu il giorno peggiore della mia vita, mi crollò il mondo addosso, ad un certo punto smisi anche di lottare, di ribellarmi, ero paralizzata, uno zombie privo di vita mentre loro facevano i loro comodi. Mi sentii anche "colpevole" perchè quando smisi di lottare sentii anche del piacere fisico, e mi sembrava assurdo, perchè soffrivo stavo male, ero terrorizzata, e non capivo come fosse possibile che il mio corpo e la mia mente provassero due cose così opposte. Poi crescendo mi informai sull'argomento e scoprii che è capitato a diverse vittime di abusi di avere orgasmi involontari, lessi un articolo di una psicologa che disse che era come quando ti fanno il solletico, che non scegli di ridere, ma succede e basta, è una reazione involontaria, che non è colpa tua... questo mi tranquillizzò leggermente, ma non fu facile togliermi quella sensazione di sentirmi sporca e colpevole. Quando finirono corsero via e mi lasciarono li mezza nuda, io ricominciai a piangere, non avevo neanche la forza di rialzarmi. Dopo penso mezz'ora mi rialzai e mi trascinai a casa, i miei genitori non c'erano, lavoravano entrambi, pensai che fu meglio così, non volevo che nessuno mai sapesse quello che era successo, mi vergognavo troppo, non volevo essere vista da tutti e sopratutto dai miei genitori e amici come "la ragazza stuprata". Mi feci una doccia che durò 2 ore mi lavai con tanta forza quasi da staccarmi la pelle.
Iniziarono incubi, ansie, paure, mi distaccai da amici, faticavo a fidarmi di tutti. I miei genitori pensavano fossi alle prese con le mie prime cotte adolescenziali, ma purtroppo non era così. Passai anni a piangere la notte, svegliarmi preda degli incubi, isolarmi da tutto e da tutti, chiudendomi in casa senza più uscire.
Ora va meglio, avevo 13 anni, ora ne ho 19, in questi anni ho iniziato a cercare di buttarmi la cosa alle spalle, però purtroppo mi rendo conto che è impossibile, è una cosa che puoi nascondere e seppellire solo per poco tempo, ma prima o poi torna sempre a galla, non si può cancellare mai... non riesco ancora a fidarmi di nessuno, non ce la faccio.