sussurri scordati d'emozioni

La Setta Dei Poeti Estinti.
Poesie, racconti, libri, letteratura, miti, leggende barzellette... Condividiamo le creazioni dei Grandi e... anche nostre!

sussurri scordati d'emozioni

Messaggioda Darkness » 04/09/2016, 3:45



meandI ha scritto:...Dove per "scordati" s'intende "non accordati"...



Un tutto ,
sfavillante d’eternità.
Un niente.
Pieno d’ogni tutto.

Detto da uno che ama alla follia la poesia ti posso solo dire che meriteresti seriamente di entrare nella setta dei poeti estinti ^_^
  • 2

Darkness
Nuovo Amico Virtuale
 
Stato:
Messaggi: 8
Iscritto il: 03/09/2016, 21:39
Località: Napoli
Citazione: Che tu sei qui, che la vita esiste e l'identità. Che il potente spettacolo continui, e che tu puoi contribuire con un verso. Quale sarà il tuo verso
Genere: Maschile

sussurri scordati d'emozioni

Messaggioda Eos » 04/09/2016, 9:32



Darkness ha scritto:
meandI ha scritto:...Dove per "scordati" s'intende "non accordati"...



Un tutto ,
sfavillante d’eternità.
Un niente.
Pieno d’ogni tutto.

Detto da uno che ama alla follia la poesia ti posso solo dire che meriteresti seriamente di entrare nella setta dei poeti estinti ^_^


Ma grazie, quanto sono felice di averti emozionato! Questo è già molto per me...
  • 1

Eos
Amico level eight
 
Stato:
Messaggi: 369
Iscritto il: 12/10/2015, 10:38
Località: pianeta omologato
Genere: Femminile

sussurri scordati d'emozioni

Messaggioda Eos » 09/09/2016, 19:29



Io andavo per il sentiero, tu venivi per esso,

il mio amore cadde tra le tue braccia,

il tuo amore tremò nelle mie.

Da allora il mio cielo di notte ebbe stelle

e per raccoglierle la tua vita si fece fiume.


Pablo Neruda
:rose:

Immagine
  • 1

Eos
Amico level eight
 
Stato:
Messaggi: 369
Iscritto il: 12/10/2015, 10:38
Località: pianeta omologato
Genere: Femminile

sussurri scordati d'emozioni

Messaggioda io sono Nessuno » 10/09/2016, 13:47



1 Per ogni cosa c'è il suo momento,
c'è il tempo per ogni cosa sotto il cielo.

2 C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.

3 Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.

4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per gioire.

5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersene.

6 Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare e un tempo per buttar via.

7 Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.

8 Un tempo per odiare e un tempo per amare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.



Dal Libro dell'Ecclesiaste (oggi anche conosciuto come Qòelet) 3, 1-8


Immagine
  • 1

http://www.utopia.it/
Avatar utente
io sono Nessuno
Amico level nineteen
 
Stato:
Messaggi: 915
Iscritto il: 26/08/2015, 12:43
Genere: Maschile

sussurri scordati d'emozioni

Messaggioda io sono Nessuno » 14/09/2016, 12:40



Madrigale appassionato

di Federico Garcia Lorca


Vorrei restare nelle tue labbra
Per estinguermi nella neve
Dei tuoi denti.
Vorrei restare nel tuo petto
Per dissolvermi in sangue.
Vorrei fra i tuoi capelli
D'oro per sempre sognare
Che il cuore si facesse
Tomba del mio che soffre
Che la mia carne fosse la tua carne,
Che la mia fronte fosse la tua fronte.
Vorrei che l'intera anima mia
Entrasse nel tuo corpo minuto,
Ed essere io il tuo pensiero,
Ed essere io la tua veste bianca,
Perchè tu t'innamori di me
Con passione così ardente
Da consumarti mentre cerchi
Senza più poter trovare.
Perchè tu te ne vada gridando
Il mio nome verso i tramonti,
Domandando di me all'acqua,
Bevendo triste le amarezze
Disseminate lungo il sentiero
Dal mio cuore nell'amarti.
E intanto io penetrerò
Nel tuo dolce e fragile corpo,
Divenendo, oh donna, te stessa,
E restando per sempre in te,
Mentre tu invano mi cercherai
Da Oriente fino a Occidente,
Finchè in ultimo, ci arderà
La grigia fiamma della morte.


Immagine
  • 1

http://www.utopia.it/
Avatar utente
io sono Nessuno
Amico level nineteen
 
Stato:
Messaggi: 915
Iscritto il: 26/08/2015, 12:43
Genere: Maschile

sussurri scordati d'emozioni

Messaggioda io sono Nessuno » 20/09/2016, 13:59



Brano di Giacomo Leopardi tanto poco frequentato (anzi, sarebbe meglio dire sconosciuto) quanto stupendo e sorprendente. Reca la data del 23 novembre 1825, aveva quindi 27 anni il grande poeta quando scrisse a Paolina (sua sorella) questa poesia-preghiera dedicata a Maria che è indubbiamente
assai poco allineata con l'immagine che si ha di lui e con molte altre sue opere.


Inno a Maria

E' vero che siamo tutti malvagi,
ma non ne godiamo,
siamo tanto infelici.
E' vero che questa vita,
questi mali sono brevi e nulli,
ma noi pure siam piccoli
e ci riescono lunghissimi e insopportabili.
Tu, che sei già grande e sicura,
abbi pietà di tante miserie!


Immagine
  • 1

http://www.utopia.it/
Avatar utente
io sono Nessuno
Amico level nineteen
 
Stato:
Messaggi: 915
Iscritto il: 26/08/2015, 12:43
Genere: Maschile

sussurri scordati d'emozioni

Messaggioda io sono Nessuno » 09/10/2016, 9:07



Carducci era invece un satanista (sarebbe stato del tutto a suo agio nel mondo di oggi e comunque già ai suoi tempi imperava la massoneria >.< ) e come per il post precedente attingo dall'opera "Vivaio" di Vittorio Messori, 4 volumi per un totale di oltre 2.300 pagine contenenti un migliaio di frammenti, riflessioni, articoli su storia, filosofia, sociologia e attualità, il tutto con il taglio saggistico-giornalistico che gli è proprio.
Inno a satana, dunque, che ovviamente è celebratissimo a differenza dell'episodio leopardiano esaminato in precedenza. Il sullodato poeta toscano vedeva nel treno (e nelle ferrovie) un formidabile strumento in più che veniva a rafforzare la "ragione" illuministica.

Immagine

Un bello e orribile
mostro si sferra
corre gli oceani
corre la terra
corrusco e fumido
come i vulcani
i monti supera
divora i piani
sorvola i baratri
poi si nasconde
per antri incogniti
per vie profonde
ed esce; e indomito
di lido in lido
come di turbine
manda il suo grido
come di turbine
l’alito spande:
ei passa, o popoli
satana il grande
passa benefico
di loco in loco
su l’infrenabile
carro del foco
salute, o satana
o ribellione
o forza vindice
de la ragione
sacri a te salgano
gli incensi e i voti
hai vinto il Geova
dei sacerdoti


Sotto, Vittorio Messori ricevuto dal card. Joseph Ratzinger a Bressanone nel 1984 per il
libro-intervista "Rapporto sulla fede". Mai prima di allora nella storia un Prefetto della Fede
(ossia il capo dell'ex Sant'Uffizio) si era prestato a collaborare per un tomo saggio-giornatico.

Immagine
  • 1

http://www.utopia.it/
Avatar utente
io sono Nessuno
Amico level nineteen
 
Stato:
Messaggi: 915
Iscritto il: 26/08/2015, 12:43
Genere: Maschile

sussurri scordati d'emozioni

Messaggioda io sono Nessuno » 10/10/2016, 16:46



Immagine


La strada si riempì di pomodori,
mezzogiorno, estate,
la luce si divide in due
metà di un pomodoro
scorre per le strade il succo.
In dicembre senza pausa
il pomodoro invade le cucine,
entra per i pranzi, si siede riposato,
nelle credenze, tra i bicchieri,
le matequilleras, le saliere azzurre.
Emana una luce propria, maestà benigna.
Dobbiamo, purtroppo, assassinarlo:
affonda il coltello nella sua polpa vivente,
è una rossa viscera, un sole fresco,
profondo, inesauribile,
riempie le insalate del Cile,
si sposa allegramente
con la chiara cipolla,
e per festeggiare
si lascia cadere l'olio,
figlio essenziale dell'ulivo,
sui suoi emisferi socchiusi,
si aggiunge il pepe
la sua fragranza,
il sale, il suo magnetismo:
sono le nozze del giorno
il prezzemolo issa la bandiera,
le patate bollono vigorosamente,
l'arrosto colpisce con il suo aroma la porta,
è ora, andiamo, e sopra il tavolo
nel mezzo dell'estate,
il pomodoro, astro della terra,
stella ricorrente e feconda,
ci mostra le sue circonvoluzioni, i suoi canali,
l'insigne pienezza e l'abbondanza
senza ossa, senza corazza,
senza squame né spine,
ci offre il dono del suo colore focoso
e la totalità della sua freschezza.


Questa poesia ha ispirato uno stupendo brano del pianista Franco Cleopatra, che è stato poi utilizzato
per la pubblicità di una nota marca del settore del pomodoro, e vale davvero di essere aggiunto qui.
Nel video seguente comunque NON c'è nessuna pubblicità.


Guarda su youtube.com
  • 1

http://www.utopia.it/
Avatar utente
io sono Nessuno
Amico level nineteen
 
Stato:
Messaggi: 915
Iscritto il: 26/08/2015, 12:43
Genere: Maschile

sussurri scordati d'emozioni

Messaggioda io sono Nessuno » 16/10/2016, 11:02



Immagine



Siate, Cristiani, a muovervi più gravi:
non siate come penna ad ogne vento,
e non crediate ch’ogne acqua vi lavi.

Avete il novo e ‘l vecchio Testamento,
e ‘l pastor de la Chiesa che vi guida;
questo vi basti a vostro salvamento.

Se mala cupidigia altro vi grida,
uomini siate, e non pecore matte,
sì che ‘l Giudeo di voi tra voi non rida!





Tra le gambe pendevan le minugia;
la corata pareva e ’l tristo sacco
che merda fa di quel che si trangugia.

Vedi come storpiato è Maometto!
Dinanzi a me sen va piangendo Alì,
fesso nel volto dal mento al ciuffetto.

E tutti li altri che tu vedi qui,
seminator di scandalo e di scisma
fuor vivi, e però son fessi così.



Immagine
  • 1

http://www.utopia.it/
Avatar utente
io sono Nessuno
Amico level nineteen
 
Stato:
Messaggi: 915
Iscritto il: 26/08/2015, 12:43
Genere: Maschile

sussurri scordati d'emozioni

Messaggioda io sono Nessuno » 27/10/2016, 7:40



Immagine


Un pensiero di (e per) Aleksandr Solzenitzyn (1918 - 2008), il più implacabile (e implacato)
accusatore del mostruoso genocidio stalinista, che ha documentato in migliaia di pagine
che sono giunte fino a noi (in circostanze che hanno del miracoloso) nel miglior saggio storico
di sempre: Arcipelago Gulag, di cui varrà la pena riportare qui l'incipit e i primi passi:


"A cuore stretto mi ero astenuto per anni dal pubblicare questo libro, già pronto:
il dovere verso chi era ancora vivo prendeva il sopravvento su quello verso i morti.
Ma oggi che la Sicurezza dello Stato ha comunque in mano l'opera,
non mi rimane altro che pubblicarla immediatamente.

A. Solgenitzlyn
settembre 1973.

In questo libro non vi sono personaggi né fatti inventati.
Uomini e luoghi sono chiamati con il loro nome.
Se sono indicati con le sole iniziali, è per considerazioni personali.
Se non sono nominati affatto, è perché la memoria umana non ne ha conservato i nomi:
ma tutto fu esattamente così.
Io non avrò l'audacia di scrivere la storia dell'Arcipelago: non mi è stato possibile leggere i documenti.
Toccherà a qualcuno conoscerli, un giorno? Chi non vuol RICORDARE ha avuto tempo sufficiente
(e ne avrà ancora) per distruggere tutti i documenti fino all'ultimo.
Io che sento gli undici anni passati lì, non come vergogna, non come sogno maledetto, io che ho vissuto
in quel mondo mostruoso e ora per di più, grazie a una svolta fortunata, sono diventato il confidente
cui giungono tanti tardivi racconti e lettere, saprò io portare agli altri qualcosa?

Dedico questo libro a tutti coloro cui la vita non è bastata per raccontare.

Mi perdonino se non ho veduto tutto, se non tutto ricordo, se non tutto ho intuito.

Un uomo solo non avrebbe potuto creare questo libro.

Oltre a quanto ho riportato io dall'Arcipelago: con la mia pelle, la memoria, l'udito e l'occhio, il materiale
per questo libro mi è stato dato, in racconti, ricordi e lettere, da //elenco di 227 nomi// Io non esprimo
loro qui la mia riconoscenza personale: sarà il nostro comune monumento eretto da amici in memoria di
tutti i martoriati e uccisi.
Da questo elenco avrei voluto far emergere chi ha faticato molto per aiutarmi, affinché quest'opera fosse
corredata di punti d'appoggio bibliografici tratti da libri esistenti oggi nei fondi delle biblioteche o da
tempo ritirati e distrutti, tanto che ci è voluta molta tenacia per trovare una copia superstite; ancor più
avrei voluto segnalare chi ha aiutato a nascondere questo manoscritto in un momento duro, e poi a riprodurlo.

Ma non è ancora giunta l'ora in cui possa osare nominarli.

Doveva essere redattore di questo libro un vecchio detenuto delle Solovki, Dmitrij Petrovitch Vitkovskij.
Ma una metà della vita passata LAGGIU' (le sue memorie sui campi sono intitolate appunto "Metà d'una vita")
ha avuto per conseguenza una prematura paralisi.
Quando già gli mancava la parola ha potuto leggere solo alcuni capitoli terminati
e convincersi che tutto SARA' RACCONTATO.
E se la libertà tardasse ancora molto a rilucere nel nostro paese, e passare questo libro di mano in mano
comportasse un grave rischio, dovrei inchinarmi con gratitudine dinanzi ai futuri lettori a nome degli
ALTRI, dei periti.
Quando cominciai questo libro nel 1958 non conoscevo nessuna opera narrativa o memoria sui lager.
Durante gli anni di lavoro e fino al 1967 ho gradualmente potuto conoscere i "Racconti di Kolyma" di
Varlam Scialamov e i ricordi di D. Vitkovskij, E. Ginzburg, O. Adamova Sliozberg, ai quali mi riferirò via
via come a fatti letterari a tutti noti (così dovrà pur essere alla fin fine!).
Contrariamente alle mie intenzioni e in contrasto con la mia volontà hanno fornito un inestimabile
materiale per quest'opera, conservando molti fatti importanti e perfino cifre, come pure l'aria stessa che
avevano respirato.
Sudrab-Lacis, Krylenko, primo pubblico accusatore per molti anni; il suo erede A. Jagoda;
Vyscinskij, con i suoi giuristi-complici fra i quali non si può non segnalare Averbach
Hanno fornito materiale per questo libro anche TRENTASEI scrittori sovietici con a capo
MAKSIM GOR'KIJ, autori del vergognoso libro sul canale del Mar Bianco, che per la prima volta
nella letteratura russa ha glorificato il lavoro degli schiavi!

Immagine


Immagine


Immagine
  • 1

http://www.utopia.it/
Avatar utente
io sono Nessuno
Amico level nineteen
 
Stato:
Messaggi: 915
Iscritto il: 26/08/2015, 12:43
Genere: Maschile

PrecedenteProssimo

Torna a La setta dei poeti estinti - Forum Letteratura

Chi c’è in linea in questo momento?

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite

cron
Reputation System ©'