da Jolie » 04/05/2015, 19:49
Non so molto di felicità,perché potrei dire di non averla mai davvero conosciuta. Ma ritengo che la felicità possa essere solo in rari casi una condizione stabile,in quanto l'uomo mediocre,per natura,non riesce ad accontentarsi dei quello che ha,ma è sempre spinto da nuovi stimoli. La felicità consiste in brevi attimi,del tutto illusori visto che saranno sostituiti da nuove emozioni non appena si riprenderà coscienza del proprio destino perché,come dici tu,la morte vince anche l'ottimismo.Eppure non dobbiamo pretendere qualcosa di duraturo,perché niente nell'uomo lo è,neanche la sua stessa vita,perciò dovremmo provare a trovare in quegli attimi di perfezione,anche se passeggeri,il senso delle nostre fatiche.
Ma penso anche che alcune persone particolarmente sagge potrebbero superare questa condizione umana,raggiungendo una felicità stabile grazie all'accettazione di loro stessi e la fiducia in un'ideale universale che possa superare la morte stessa.Ad esempio io non sono credente,ma la fede potrebbe essere un modo per raggiungere una condizione del genere.Altri suggerimenti non ne ho,altrimenti avrei risolto molti miei problemi

"Non può essere un sogno, Vincent Law. Osservato dagli altri io sono parte del mondo, ma dal mio punto di vista che guardo il mondo, io non ci sono. Io sono colui che guarda il mondo e allo stesso tempo sono il punto di vista che crea il mondo stesso. Io non posso appartenere a questo mondo, questa è una verità di principio. Io non appartengo al mondo, questo è il limite del mio io ed è la linea di demarcazione tra me e il mondo. Non è vero, non è "penso, dunque sono". Si. La risposta è "penso, dunque sei"...ma probabilmente non te lo ricordi."