Moderatore: Bonifacio
Astrid ha scritto:Quello che voglio chiedere a voi è: secondo voi è giusto imporre una scelta di fede ad un bambino?
Sono nata in Italia*, in un paesino che all'allora contava 2000 anime scarse in cui tutti erano cattolici, più o meno praticanti (che poi predicassero bene e razzolassero male a nessuno è mai importato, quindi lasciamo fuori questo fatto innegabile).
Il destino dei nati è sempre stato questo: battesimo il prima possibile (io ho battuto ogni record del paese venendo battezzata a 40 giorni di vita). Crescendo i bambini vengono mandati a catechismo, volenti o nolenti, in cui vengono impartite loro lezioni di vita, spesso contradditorie, prese direttamente dai Vangeli, vengono insegnate loro le preghiere, e niente viene spiegato in maniera esaustiva (sono andata a catechismo fino ai 14 anni e ogni domanda scomoda veniva liquidata senza motivazione). Prima Comunione a 8 anni, Cresima a 12.
Personalmente ho avuto i primi dubbi sulla fede alle elementari, poco prima della Prima Comunione, poichè notavo incongruenze tra ciò che veniva insegnato a catechismo e quello che veniva insegnato a scuola, non mi capacitavo del fatto che a scuola mi dicessero "pensa con la tua testa, devi ragionare" mentre all'Oratorio "Dio dice così, quindi tu che sei cattolico devi fare così". Oltre che varie contraddizioni a casa, cioè mia madre che si professava cattolica e poi a messa ci andava controvoglia e non sapeva nemmeno quello che faceva a volte.
Quando ho provato a protestare sulla mia volontà di scegliere la mia fede sono stata sgridata da mia madre, perchè ero solo una bambina, italiana* e come tutti i miei compagni dovevo (ripeto DOVEVO) andare a catechismo e prendere i sacramenti. E siccome ero una bambina ho fatto tutto questo di malavoglia.
Cresima uguale, controvoglia, tant'è che sono andata alla cerimonia con pantaloni tattici e maglietta mimetica.
Per anni sono stata costretta ad andare a messa, e ancora adesso, a 25 anni, i miei non si capacitano del fatto che voglia sbattezzarmi e non essere più considerata quello che non sono.
Vedo tantissima gente che parte dal presupposto che normalmente l'essere umano nasca cattolico (attenzione, non creato da Dio e libero di scegliere, ma proprio cattolico) e che per qualche malattia scelga un'altra religione, o come nel mio caso nessuna religione. Questo mi ha portato a tenermi alla larga da chi professa fedi di qualsiasi tipo, specialmente quella cattolica e cristiana, e se mi viene chiesto qualcosa, senza pensare io attacco, come se di default registrassi una domanda innocente come un attacco personale e un ordine di "tornare" dalla parte giusta. E' un comportamento che mi da fastidio, e che sto cercando di correggere, ma è così radicato che è molto difficile accorgersi in tempo e frenarsi.
*Tengo a precisare questo fatto poichè mia madre l'ha sempre sottolineato credendo che gli italiani siano più cattolici di altri, che l'Italia sia un Paese cattolico, e non perchè gli stranieri mi fanno schifo o li consideri diversi, ma perchè hanno tentato di convincermi che siano cattolici e cristiani di serie B.
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