Essendomi trovato a rileggere di recente un libro che ho molto apprezzato il passato, e avendo al momento più tempo libero di quanto ne sappia impiegare ho pensato di scrivere una recensione per il forum. Se anche una sola persona la leggerà e, mossa da curiosità, prenderà in mano il romanzo sarà per me una vittoria.
NB: la recensione conterrà inevitabilmente qualche piccolo spoiler, se volete evitarli a tutti i costi fuggite a gambe levate da questo post.
L' Uomo in Fuga ( The Running Man in originale ) è un romanzo pubblicato nel 1982 da King con lo pseudonimo di Richard Backman. Come la maggior parte dei libri pubblicati con questo pseudonimo differisce fortemente dalle opere "classiche" di King. Innanzitutto il libro è puramente fantascientifico, privo di qualsiasi richiamo al genere horror. Inoltre, a differenza della maggior parte dei lavori dello scrittore, è piuttosto breve e scorrevole, si legge tranquillamente in un pomeriggio. Dal libro è stato tratto un pessimo adattamento cinematrografico ( L'implacabile, film del 1987 con Arnold Schwarzeneger ) che però non ha nulla a che vedere con la trama del libro.
I programmi televisivi del 2025 sono semplicemente terrificanti. Devono esserlo per distrarre la massa dello squallore della propria realtà. I poveri vivono in immensi ghetti inquinati e violenti, mantenuti in vita da sussidi governativi e intrattenuti gratuitamente dall'onnipresente e onnipotente Tri - vu ( Tv Tridimensionale ) ma privi di qualsiasi vera speranza di riscatto. L'unica possibilità per un abitante del ghetto di fare qualche soldo extra è offrirsi come carne da cannone per uno dei sadici quiz a premi della Tri - vu, organizzati da una società governativa chiamata la Rete. Uno di questi ad esempio è il "Macinadollari " definito come un leggero programma pomeridiano dove i concorrenti, tutti cardiopatici accuratamente selezionati, devono rispondere a domande di cultura generale correndo a velocità sempre maggiore finché un attacco di cuore non sopraggiunge.
Ben Richards, stufo di assistere impotente mentre la figlioletta muore di polmonite e la moglie si prostituisce per tirare avanti, decide di tentare la strada dei giochi. Sano e con intelligenza e bagaglio culturale discreti supera brillantemente le accurate selezioni e viene scelto per il gioco più pericoloso e col più alto indice di gradimento: L' Uomo in Fuga. A Richards saranno dati soldi e 24 ore di vantaggio, poi scatterà una caccia all'uomo si scala nazionale a cui parteciperà non solo la polizia e la gente comune, ma anche i famigerati Cacciatori, le forze speciali della Rete. In caso di cattura verrà ovviamente giustiziato in diretta. Per ogni ora che riuscirà a sopravvivere la sua famiglia riceverà 100 dollari, se resisterà per un intero mese vincerà la propria libertà e il premio finale di un miliardo di dollari.
Lo stile è crudo ma scorrevole, la narrazione procede rapida e serrata senza di salti temporali. Unica particolarità è che i capitoli sono numerati con un conto alla rovescia da 100. L' approfondimento psicologico è praticamente assente per tutti i personaggi tranne Richards la cui caratterizzazione è però piuttosto stereotipata. Un uomo di principi, intelligente, profondamente ironico ma con un' indole focosa e violenta. Il classico personaggio da film d'azione: eroe sì, ma con molte macchie e tante paure.
Il libro rende bene la sensazione di oppressione del protagonista e crea alcuni momenti di profonda suspense, in particolare sul finale. Inoltre dipinge con chiarezza la terribile realtà del futuro, e trasmette la futilità e impotenza che sentono i poveri, impossibilitati a trovare un vero "scopo". Un passaggio molto significativo a questo proposito è quello il cui, durante la selezione, viene chiesto a Richards perché vuole partecipare ai giochi. Lui in un primo momento risponde che gli servono i soldi, ma poi aggiunge che lo fa anche perché vuole sentirsi utile, avere una specie di lavoro.
La critica al sistema capitalistico, allo strapotere dei media, alla spettacolarizzazione della violenza e ai reality show ( che erano agli albori quando questo libro è stato è stato scritto ), sebbene efficacie è talmente lampante che non sento il bisogno di spendere parole su di essa. Un aspetto invece più "nascosto" è la manipolazione delle informazioni e di conseguenza l'importanza di ragionare criticamente su quello che viene comunicato e di informarsi con diverse fonti.
Ho molto apprezzato la descrizione sistematica del processo di selezione dei concorrenti e della preparazione dei giochi, che fa pensare a una macchina della morte senza sbavature, stile campi di concentramento nazisti.
In conclusione in libro è di piacevole lettura e tocca alcuni temi importanti senza mai perdere in suspense. Il protagonista ha un forte sapore di già visto ma è un personaggio che risulta comunque molto gradevole, in particolare per le sue battute salaci e la sua profonda ironia ( e autoironia ).
Consiglierei il libro in particolare a quelli che hanno seguito la saga di "The Hunger Games" e desiderano conoscerne il "padre".
Spero che la recensione un po' lunga non vi abbia annoiato troppo. Purtroppo la capacità di sintesi non è tra le mie innumerevoli doti.