Mi è tornato alla memoria grazie ad una discussione ma diciamo che è uno degli eventi della mia vita che sono solito ricordare per vari motivi primo fra tutti quello che andrò alla fine ad esporre.
Ebbene il tutto accadde una mattina di inizio ottobre. Di solito in quelle settimane c'erano i vari compiti di inizio scuola. Il primo compito dell'anno. Ora per chi ha fatto il liceo qualche anno fa sa che dopo i primi due anni di ginnasio si passava al vero e proprio liceo dove si cambiavano quasi tutti i professori. Fu traumatico per me. La proffessoressa di greco e latino, pur se era severa, per me era una figura a cui sapevo potermi aggrappare se c'era un problema scolastico. E la persì così dal nulla.
E fu così che arrivò il nuovo professore di latino e greco e veniamo all'evento di inizio ottrobre.
Dopo aver fatto il compito arrivò il giorno della consegna dei compiti con il voto.
Ebbene ricordo con dramma quel giorno. Già avevo avuto una brutta discussione con un altra proff. Era un periodo un po' strano. Comunque vedo questo proff avvicinarsi a me. Puntarmi il compito in faccia. Indicarmi un parola in italiano sottolineata in rosso che quasi in tono di minaccia mi dice "se la prossima volta fa un errore di grammatica del genere lo diciamo a tutta la classe così facciamo ridere anche loro".
In quel momento mi sentii mancare in gola parole di risposta a quella affermazione.
Volevo letteralmente piangere ma in me c'è un tocco di orgoglio che nasce quando mi sento offeso.
Così non reagii ma maturò in me un odio verso di lui e verso la purezza della lingua.
Nacque in me un senso di schifo. Si letteralmente schifo nel vedere chi ricerca la purezza della lingua anche scritta e tutto questo per un semplice motivo.
Per me è più importante quello che quelle parole, anche sgrammaticate, mi stanno dicendo che la loro forma.
Un messaggio mal detto è più importante di mille parole scritte in linguaggio aulico.
Da questo mai e poi mai mi vedrete correggere qualcuno per la sua grammatica anzi sono io stesso ad invitarlo a sbagliare. Deve essere chi sbaglia ad accorgersi dell'errore e correggersi in futuro non un altro che può anche essere docente della Crusca ma non potrà mai sindacare il suo fratello proprio perchè bisogna ricordarsi che chi oggi si fa maestro domani puo' essere alunno di qualcun altro e a nessuno piace ricevere lezioni.
Ai miei amici che qualche volta mi prendono in giro perchè mentre parlo, soprattutto se sto esponendo qualcosa che sento dentro di me non tengo conto tanto della grammatica, rispondo sempre che se mai mi chiamerà la Crusca o la Sorbona per chiedere referenze per loro gli farò fare bella figura.
Comunque per arrivare ad una conclusione della bella storiella con il proff alla fine non ebbe l'occasione di far fare qualche risata ai miei amici di classe. Non perchè non commettessi qualche errore di grammatica. Ma perchè la traduzione delle mie versione era corretta e poteva anche non mettermi 8, che manco volevo dato che i votoni a me non piacciono anzi li eliminerei i voti dopo il 6, ma non poteva contestare che quello che scrivevo era logicamente corretto.
Da qui ho creato un metodo. O meglio mi sono avvicinato ad un metodo didattico che ritengo corretto e che spero un giorno poter imporre per legge. Un metodo che preveda la valutazione grammaticale come ultima considerazione nella valutazione di un voto.
Ci sono tante malattie legate alla grammatica, la dislessia ad esempio, e perchè un alunno deve essere punito per un errore di grammatica che non compie di sua spontanea volontà. Ma poi davvero conta più come una cosa si dice che il contenuto di cio' che si dice ? Mussolini usava un gergo aulico eppure per quello che diceva in un compito in classe io personalmente gli avrei messo 0 spaccato.
La formalità è qualcosa che viene dopo. La legge deve essere formale. Un libro deve essere formale. Quattro chiacchierate su un forum tra amici o una lettera scritta al tuo migliore amico non puo' e non deve essere formale e chi pretende che lo sia beh inizierei a chiedermi se non fosse un calcolatore che non parla con il cuore ma parla solo con la mente.
Concludo con il dire che l'unica volta che mi è capitato di dire in una chat con la persona che ho amato più della mia vita una frase d'armore che sentivo dal cuore la scrissi tutta sgrammatica. Non ricordo che la mia amata mi avesse risposto con una lezione di grammatica. Quindi a buon intenditor poche parole.
PS.: Con questo professore oggi sono in ottimi rapporti al punto tale che quando incontra mia madre per strada non solo mi manda i saluti ma anche sempre l'invito ad andarlo a trovare.
