Sono la tipica persona brava ad aiutare gli altri, ad ascoltarli, ma pessima ad aiutare se stesso. Che grande fregatura.
Le mie convinzioni mi assillano e mi frenano nella vita di tutti i giorni. Un mix di malinconia-timidezza-romanticismo che ti butta giù.
Ho 20 anni, sono un ragazzo probabilmente troppo orgoglioso, non mi fido quasi di nessuno, non sono nemmeno sicuro di fidarmi di me stesso e sto vivendo una situazione spiacevole, che purtroppo mi causa sofferenza.
Da poco ho iniziato l'università, con la speranza di stravolgermi, nella vita sociale e universitaria. Di quella universitaria non mi lamento, va abbastanza bene, anche perchè sono determinato; quella sociale peggiora, mi confonde e mi consuma.
Le amicizie all'università sono state poche, ricordo che i primi mesi ero preoccupato di entrare in aula solo, mi saliva un'ansia tremenda agli sguardi dei prof , avevo paura che potessero chiamarmi alla lavagna, difronte a 10000 persone. Lo stesso accadeva quando incrociavo lo sguardo di una bella ragazza del corso. Cose assurde, un'ansia smisurata per una piccolezza del genere. Ultimamente il mio pensiero va a una ragazza del mio vecchio paese che ora non vedo più, visto che è in un altra città, ma che osservo costantemente su facebook. Non l'ho mai conosciuta, ma 2 anni fa, in una gita, mi osservò, mi sentii apprezzato , ebbi delle conferme, dava qualche segno di interesse , ma io non feci nulla e lasciai perdere. Tutto passò. L'anno successivo, l'ultimo del mio liceo, la vidi di nuovo e cominciai a pensarla nuovamente.
Non l'ho mai conosciuta perchè , anche sapendo che poteva essere incuriosita, avevo troppa paura che potesse allontanarsi, capire come ero e quindi cambiare idea. Bel pensiero del c***o. ma è così. Quando la incontravo per strada mi saliva un'ansia assurda, la quale si è estesa anche ai semplici dialoghi con i negozianti o a qualsiasi discorso con gente sconosciuta.
Ora mi ritrovo a vederla su facebook, a vedere le foto con ragazzi e a capire se è fidanzata , come se cambiasse qualcosa, tanto nemmeno la contatto. Questa cosa mi logora, perchè lo faccio per inerzia. Guardo la sua vita andare avanti, mentre la mia rimane attaccata ai ricordi del passato. Che sofferenza!
La mia vita a Napoli, il paese in cui sono ora, è così. A volte mi capita di temere di uscire e conoscere nuove persone, non voglio avere l'ansia di dover essere attento alle persone e ai modi in cui reagiscono a quello che dico e faccio.
Ciò come potete notare, mi porta a "etichettare" le persone, a tenerle lontane e a non aprirmi a loro. Penso sempre al male, penso sempre alle negatività che posso trasmettere. Questo è stato un motivo perchè non ho fatto il primo passo con quella ragazza!
Io tutt'ora sono convinto che una ragazza potrebbe aiutarmi, perchè con una persona a cui voler bene darei meno importanza ai giudizi altrui e alle vicende esterne. Ho avuto un'esperienza qualche anno fa, che è durata 2 mesi con un'altra ragazza: Lei voleva uscire con amici , io non volevo farmi vedere con lei, sempre per paura dei giudizi altrui, ma a distanza di anni credo che non mi piaceva davvero.... voi cosa pensate di questa situazione? c'è una via d'uscita a questo?