In ogni modo tutto quello che diro e collegato al topic, anche se piu personale e meno legato alla questone oggettiva da cui e partito.
Comunque, so gia che nemmeno qui riesco a scrivere degli episodi in dettaglio o degli eventi qualsiasi della mia vita che mi abbiano ferita.
Riesco solo a buttare giu i pensieri contorti che il mio vissuto mi porta a pensare, sempre che esso non sia ininfluente nei confronti di chi sono diventata, come a volte sento che sia.
Parto da quella specie di flash che mi ha destabilizzata ulteriormente , il 9 di dicembre, la fine della "prima parte".
Tanto per sottolineare ancora di piu il nonsense della mia vita.
Era il giorno prima di partire qui in romania.
Chiaccheravo tranquillamente con mia madre, nessun tono aspro, nulla di acceso, ma e bastata quella frase per farmi partire la scossa.
'' Ti ricordi che, nemmeno da piccola stavi mai bene, ogni volta che andavi a scuola avevi il mal di pancia, abbiamo girato per tutti i dottori per poi scoprire che, non avevi niente?".
Li, ho rivissuto in un secondo, come amalgamati insieme, molti degli attimi della mia vita che mi sono sempre sforzata di dimenticare.
[che non sto a raccontare perche gia il post e troppo lungo , magari li metto dopo in spoiler].
cosa ho realizzato?
Che a differenza di molte persone che stanno piu o meno "come me", io, non ho alcun ricordo di me stessa da indiviare. Non ho nessuna me stessa da rimpiangere, nessuna me stessa a cui aspirare per un futuro. Sono stazionaria e destinata a rimanere tale, ripetitiva e destinata a ripetermi senza poter spezzare nessuna barriera, come un'anima dell'inferno. Soprattutto, sono destinata a un brutta fine. NE SONO CONVINTISSIMA.
Quella fine che vedo, come spiegarla.
Ci provo. La vedo sempre.
Parto dal fatto che sin da quando ero piccola e inconsapevole, e non accettavo la mia vita, ho sempre imposto alla mia mente di dimenticare, di disprezzare quel che ero perche mi sono permessa di viverlo senza pensare alle conseguenze, in un via vai costante sino ad arrivare alla "veneranda" eta di ventun anni, con uno spirito svuotato, violentemente sgombrato; un vuoto studiato e autoindotto.
Me ne lamento, ma forse ho fatto bene. Forse sarebbe stato peggio se non lo avessi fatto.
In ogni cosa che mi circonda, vedo il suo nonsense, in teoria, si dice che quando uno non ha nulla da fare sta sempre a pensare e pensare...ma non e cosi, anche ora che sono impegnata, ho un malato istinto di analizzare e scavare fino in fondo ad ogni scena che vedo, ogni parola, ogni dinamica....scavo morbosamente per trovarci il marcio, e lo trovo sempre.
[O QUASI (?) sempre? Forse e proprio questo "quasi", che mi tormenta e mi incuriosisce ingannandomi, e facendomi cambiare spesso idea].
Ovviamente queste fissazioni mi disconcentrano dalla presente cosa che sto facendo, vivo poco e nulla di quello che faccio, mi estraneo facilmente, risultando giustamente, un'incapace deficente.
Comunque, e sempre cosi. Un pasticcino ricoperto di cioccolato, finche l'annuso e lo lecco, riesco ad autoilludermi, poi, una volta che mi decido a dare il primo morso, la ventata di ribrezzo arriva insieme alla consapevolezza che e infarcito di nient'altro che merda. Ogni tuffo, ogni fatica, ogni coraggio, qualsiasi tentativo di questi, fallisce per poi farti solo gustare il marcio, il premio della tua buona volonta, il destino di una fatica immotivata.
Non riesco a "fregarmene", a lasciar correre, a far finta di nulla.
Perche non e vero che non mi importa di nulla, non piu, da quel maledetto giorno in cui ho avuto quel deja vu, e mi sono resa conto di essermi difesa svuotandomi, cancellando, cancellando con cura, volta dopo volta,ogni episodio, perche il passato tanto e il passato, nevvero?
Che razza di autodifesa e , cancellarsi e rimpicciolirsi, svuotarsi e assaggiare merda, per poi svuotarsi di nuovo, se tanto alla fine il premio e, un involucro invecchiato e maturato, privo di anima, privo di vissuto e umanita?
...
Adesso, dalla apatia piu totale, le mie emozioni sono diventate molto intense, violente, contradittorie e destabilizzanti sia nella mente che nel fisico. E sempre stato cosi, prima o poi tornera l'apatia, non ho mai avuto una via di mezzo, in ogni caso, non che ricordi.
E so che questi due opposti si alterneranno sempre, illusoriamente mi saranno di sollievo a quello precedente, comincero a pensare che questo "peggio" non e il peggiori, per poi culminare in una delle solite e crisi e tentare il suicidio.
Ho il desiderio costante di morire. Sto male, si, ma non desidero nemmeno ... "guarire". Perche non credo nel concetto di guarigione mentale, cosa vuol dire? Vuol dire, come gia ho provato a fare, fare violenza alla propria identita, cancellarsi e riscriversi e reinventarsi, e vivere nella farsa, in un'abominevole farsa di se stessi, in bilico e prossima a cedere?
Vuol dire togliersi i famosi "occhiali scuri",diventare "normale"? Vuol dire far finta di niente, guardare le cose belle, ignorare le cose che fanno male? Per ridurmi a cosa, a un'automa felice e lobotomizzato?
Che insofferenza.
Tutti questi concetti di guarigione mi fanno schifo, so che sono presuntuosa, ma ai miei occhi paiono davvero solo delle stupide, patetiche favole, favole che non servono a nulla. Non ho mai sentito altri concetti di questa maledetta guarigione, o cose dissimili. Se qualcuno ne ha uno diverso, sarei pronta ad ascoltarlo.
Avete gia capito che fregarmene e rassegnarmi, cancellare e ignorare, dimenticare con la forza della ragione , per proteggere il mio sistema nervoso; sono procedimenti che non voglio piu attuare.
Sono procedimenti codardi, mi hanno ridotta ad un parassita senza storia e senza meriti, se non una morte silenziosa e inosservata.
E questo io,non lo voglio. Non voglio progredire in un suicidio passivo e silenzioso, come un vermetto che si sforza di non contorcersi per star bene in mezzo agli altri vermetti. La rabbia, forse, questa strana rabbia che e ricomparsa, mi fa desiderare questo.
So che non mi sono ancora ammazzata, e non so nemmeno perche, dato che i pensieri nella mia testa, che siano miei o di "qualcun altro", me la indichino sempre come la direzione piu dignitosa, piu giusta. Tuttavia per questo, tutto questo, sono consapevole che, prima o poi, prendero la decisione di togliermi la vita. Ma non voglio morire in silenzio, e nemmeno lasciarmi morire...gia la vita, l'ho vissuta in un silenzio fin troppo dignitoso per quel che merita.
E poi, purtoppo o per fortuna, ho ancora l'umanita che mi spinge a non voler fare del male a quelle poche persone che mi vogliono bene, a dar loro qualcosa...prima di andarmene.
Adesso, voglio lasciarmi fluire, non voglio cancellare piu niente di niente, prendo tutto con una serieta esagerata, con una fretta tale d'aver l'angoscia che mi alita addosso costantemente, ogni piccola cosa e come l'ultima possibilita e se fallisco, impazzisco subito. Sento , in ogni cosa, sempre, come se avessi pochissimo tempo.
E come se girovagassi in una immensa pasticceria piena di pasticcini come quello che ho descritto prima, alla disperata ricerca di uno che abbia un buon sapore di vita, farcito di quella crema che merita tutti i morsi e i tuffi che tu hai fatto nella tua esistenza sgombra di ricompense.
Sento che ho ancora delle cose in sospeso da fare, due o tre cose che desidero dalla vita, tutto il resto non ha valore per me.
So che prima o poi raggiungero un limite, una maledetta FINE. In effetti, molte persone intorno a me, l'hanno gia raggiunta questa fine ma, stranamente, preferiscono continuare a vivere ugualmente, il piu lungo possibile.
Non so se vorrei essere come loro, non voglio nemmeno essere cosi arroccata e presuntuosa da pensare che, come io non vedo cose che gli altri non vedono, anche costoro vedono cio che io non posso vedere...o forse, semplicemente, chiudono gli occhi. O sono diversi e basta.
A me tutto questo spaventa e fa paura, ma l'idea di passivita e segretezza, mi fa ancora piu paura.
Spesso durante i giorni ho delle crisi, di panico, di rabbia o di semplici lacrime, di quelle che non riesci piu a finire, e la morte ti accarezza dolcemente...ed e difficile poi, dopo quella carezza fredda e confortante, tornare nel mondo reale per ricominciare a far finta di voler guarire o stare bene, quando non ci credi, non credi che il tuo essere sia compatibile con tali stati d'animo.
Quindi, questa fine immaginaria e cosi verosimile nella mia mente, la vedo spesso, in molte situazioni, so che prima o poi arrivera e non sopporto piu questa angoscia, almeno fisicamente, vorrei che la smettesse di tormentarmi.
Avrei delle altre cose da aggiungere, perche qui ho intrecciato delle magagne senza collegamento, ma gia il post e lungo e non voglio dilungarlo oltre, forse lo faro tra qualche giorno, e cerchero di portare esempi piu concreti. ..
