beh, non sapevo bene dove collocare questo piccolo racconto, tornatomi in mente dopo un bel po ....non so bene quale significato abbia per me ,che hai segni del destino non credo e non ci credevo neanche all'epoca, sono anni che ormai lo spirito da piccola sognatrice è vincolato da uno stretto laccio d'amarezze che porto legato al cuore e non riesco più a vedere quanto è particolare alle volte la vita o quanto le persone alle volte ti si piombano dinanzi e senza conoscerti,senza sapere niente di te allacciano un canale connettivo mandandoti dei messaggi che forse ,in quel momento ho preferito non cogliere perché avevo la mente invasata da altro.
Era un pomeriggio di settembre, di due anni fa precisamente ed ero reduce da un estate molto dura .
Si può dire che era il principio di quello che poi sarebbe stato l'anno più brutto di tutta la mia giovane vita; Lui era partito, lasciandomi dentro una tempesta di confusione che ancora oggi non so placare , avevo pianto molto e sbattuto i piedi a terra come una bambina che non sa accettare l'addio , ma quello non ho mai saputo farlo e faccio ancora fatica ad accettare le chiusure definitive in ogni genere di rapporto.
ero ancora speranzosa comunque, di una speranza quasi esasperata , complessa e anche difficile da controllare perché m'impediva d'accettare quello che era palese, alle volte essere speranzosi non fa altro che alimentare i sentimenti di dolore o di frustrazione generale .
Dovevo vedermi con una vecchia conoscenza, che da un po voleva parlarmi perché contava sul mio buon giudizio ma effettivamente non ne avevo alcuna voglia ,perché in quel momento non avrei saputo da dove cominciare,voleva essere aiutato ed io non ero abbastanza lucida per farlo.
M'incamminai per le strade, e arrivando quasi a meta strada dal punto dell'appuntamento, notai una signora che cercava delle informazioni .
le persone però non si fermavano, la guardavano incuriosite poi l'aggiravano .
Era una signora sulla sessantina d'anni, emaciata ed evidentemente provata da qualcosa lo si leggeva dai suoi occhi , ricordo che soffermandomi sull'abbigliamento scappo un sorrisino anche a me, data la maglia dei Metallica di molte taglie in più, ma me ne sono pentita quasi subito perché so bene quanto possa far male essere guardati come se non s'appartenesse alla stessa specie ,come abitanti della luna.
Allora quando la signora s'accorse che la stessi guardando senza alcuna sfumatura , mi si avvicinò vivacemente ,chiedendomi come raggiungere un posto abbastanza lontano da dove ci trovavamo.
Cercai di trovarle la strada che potesse essere meno faticosa per una signora della sua età , e quando le suggeri' di prendere la metropolitana lei mi rimproverò aspramente dicendomi che ogni giorno si svegliava la mattina presto per percorrere tutta la città a piedi , guardare negozi, stare tra le persone le faceva provare il brivido d'avere ancora la mia età ,e c'aggiunse anche che all'epoca non lo faceva mai .
dal suo accento potetti subito capire che non era del posto e allora glielo chiesi molto timidamente di dov'era, non volevo violare il vincolo di formalità che c'è quando sei con uno sconosciuto, varcare la soglia può significare essere poco delicati o impiccioni , non tutti amano raccontare di se , ma per la signora quella domanda è stata come una manna dal cielo credo, perché da quel momento inizio a raccontarmi il trascorso della sua vita e il motivo che la spingeva a starsene sola,lontana dalla sua famiglia ,in una città che non conosceva.
Era cresciuta da un altra famiglia, perché i suoi gliel'avevano "affidata" quando aveva pochi anni perché non riuscivano a mantenere 8 figli, il padre era un operaio e la madre tappezzava con qualche lavoretto di tanto e in tanto, poi è stata fino alla maggior'età in istituto e mi disse che la prima cosa che ha fatto a 18 anni appena uscita da quel "inferno in terra " visto che non sempre gli lasciavano ascoltare la musica, fu d'andare ad un concerto di un giovane musicista napoletano, s'interruppe tutta emozionata , dicendomi che forse avrei potuto conoscerlo perché ora è un famoso professore al conservatorio facendomi nome e cognome,e dopo il mio cenno negativo , continuo il suo racconto narrandomi d'essere rimasta talmente folgorata da quel ragazzo che passò i successivi anni a cercare una corrispondenza con lui, e che il tempo passava senza che però il suo desiderio andasse in porto.
Quindi s'armo di coraggio all'età di 25 anni fece le valigie e venne a Napoli alla ricerca dell'uomo che l'aveva tolto il sonno e conquistato il cuore.
Il mio sorriso era diventato strano , quasi ero commossa da quella intima confessione e dalla semplicità con cui mi stava narrando questo sentimento cosi' forte , gli posi timidamente una domanda, gli chiesi un semplice << e poi? l'ha trovato ?>>.
lei mi rispose di averlo trovato, anzi d'averlo "vissuto" nella maniera più bella che ci potesse essere, nell'intimità e nella vita di ogni giorno condividendo con lui i successivi anni fino a quel momento, poi mi confidò che lui l'aveva lasciata ma che non ha ancora il coraggio d'andarsene a casa un pò perchè si è innamorata del mare e un pò perché in cuor suo sa che lui senza di lei non può essere felice.
pensai automaticamente se l' ha lasciata, cosi' proprio non è ma non mi permisi di dire niente e abbassai semplicemente gli occhi per poi puntarli lontano dal suo sguardo ormai circospetto ,ma automaticamente non so come , forse ha sentito i miei pensieri o forse sapeva leggere gli sguardi , comunque mi pose la domanda meno adatta per me in quel momento , avanzo un discreto ma diretto << sei innamorata?>>
io gli sorrisi e gli dissi che è tutto era andato, e che non volevo pensarci .
lei mi domandò cosa fosse andato ed io prontamente gli risposi lui con l'amore che provavo, via lontano da me .
A quel punto la signora mi poggio una mano sulla spalla , rompendo definitivamente il vincolo confidenziale tra me e lei e mi disse << sai,la gente pensa che io sia pazza, io lo so che forse pazza ci sono sul serio ma alla mia età cosa vuoi che m'importi? ho passato la mia vita a inseguire l'amore, e l'ho avuto sentendomi almeno felice davvero, ci sono persone che questo coraggio non ce l'hanno ,si lasciano vincolare da quello che si ritiene "opportuno" senza considerare la potenza delle azioni che alle volte fanno la differenza ...c'è qualcosa di male nel provare ad essere felici? a vivere un amore che per quanto possa sembrare assurdo o finito c'è e continuerà ad esserci almeno nella mia mente,pensi davvero che le persone anche se s'allontanano vadano via per sempre? se pensi che sia cosi' t'assicuro che non accade, le persone ti vivono dentro e fanno i macelli e forse un giorno anche tu potrai essere pazza esattamente come me perché deciderai di vivere osando ma se non osi quale significato ha lo stare male? il piangere per qualcosa per la quale non si è disposti a credere? o forse credere di non essere in grado d'affrontare i tuoi sogni è il problema? lasciati dire che se ne vale la pena, la vita ti darà ulteriori possibilità che sia con questa persona o con un altra, ma sta a te decidere se continuare a sognare oppure aggrapparti al certo e al sicuro>>.
e allora cominciai ad avere gli occhi lucidi e le chiesi << ma ne vale la pena credere nei sogni?>>
e lei mi rispose sorridendo << io non lo so se ne vale la pena, so di per certo che non avrei potuto però fare una scelta migliore nella mia vita, seguili i tuoi sogni, che se ci perdi almeno potrai dire non ho avuto paura d'inseguirli fin quando le gambe me lo hanno permesso, e se lui è almeno un pò umano capirà che tutto il cuore che ci metti non può che essere segno di una bellissima persona , a me è andata cosi infondo.>>
ci salutammo immediatamente dopo che il silenzio era calato ed era forte da scacciare via, ero incredula che un estranea avesse avuto cosi' tanto da dirmi , e pensai subito cosa significa? c'è qualcosa che dovrei capire? , ma archiviai immediatamente quella conversazione perché forse non avevo ancora il coraggio di seguire i miei sogni, non potevo essere pazza mi dissi quasi felice della cosa.
Quasi oggi, mi pento di non essere "pazza" come quella signora, di non avere il coraggio di seguire i miei sogni che sia un amore, un desiderio ,una passione ho sempre paura di iniziare perché penso d'essere un binomio con il fallimento.
Non ho mai osato più di tanto o almeno niente che mi facesse sentire insicura perché temo di deludermi più di tante altre cose ed è proprio questo che mi ha impedito di insistere su questioni anche meno significative.
Forse la signora sarà stata pazza, forse qualcuno non condividerà mai le sue scelte ma ha avuto la forza di affrontare il dubbio, l'incertezza e l'ignoto come molte persone non saranno mai in grado di fare perché presi dalle inquietudini.
Sorvolarle non è mai facile,s'agganciano alle insicurezze formando un bel pezzo di piombo che s'aggancia ai nostri piedi e c'impedisce d'andare al di la delle nostre certezze,impedendoci cosi' d'essere felici o di provare almeno a sfiorarla questa felicità
perché l'incertezza dovrebbe annichilirci? perché la paura di non riuscire ad essere quello che vorremo essere, o di stare con chi vorremo stare è cosi legata all'incertezza della riuscita dei nostri piani? non dovremmo essere noi a controllare l'esito dei nostri tentativi?
si ci può ancorare al destino come espiatore della nostra colpa di non provare? promuovendolo a giudice e testimone dello scorrere degli eventi che viviamo? è o non è il pretesto di chi ha paura il destino?
Non ne sono certa, ma quello che mi è sempre più chiaro e che si fa di tutto per non sentirsi messi in giudizio per i risultati o per la somma finale dei nostri successi o insuccessi .
dovremmo licenziare la paura di non riuscire e provare a essere perfettamente leggeri, capaci di inseguire anche qualcosa che forse non raggiungeremo mai , e saper incassare anche un rifiuto .-
dovremmo essere liberi e sicuri di fare.