Che tristezza vedere come passano queste lunghe giornate senza interagire col mondo. Giornate lunghissime che viste dopo poco tempo diventano cortissime. È passato molto tempo da quando ho cominciato ad essere triste, eppure mi ricordo come fosse ieri l'inizio del mio calvario. Allontanamento sociale, tristezza alternata ad ansia e paura, pensieri negativi... Vidi subito che qualcosa non andava, ancor prima dei miei che oggi mi prendono per un malato quale sono. Notti passate a piangere e graffiarmi, giornate scolastiche passate a dormire sul banco o giocare col telefono nei bagni. Non vedevo l'ora di uscire la sera ed affogare tutto nell'alcool, come un vero alcolizzato a soli 16-17 anni. Come fanno male queste giornate ad arrugginirmi l'anima ed incattivirmi. Giornate che passo senza dire una parola, con i nodi in gola e la rabbia verso me stesso ed il mondo. Avevo capito di avere una sensibilità diversa dagli altri già da bambino, e fin dall'adolescenza avevo capito che qualcosa non andava in me, ma nessuno si era accorto di niente prima di un comunissimo "attacco di panico". Dopo di quello mi fu consigliato dal mio dottore di andare da uno psicologo, e finalmente ebbi la certezza che il mio pensiero di essere diverso era fondato. Quando uscivo andavo molto d'accordo con i ragazzi e le ragazze che avevano problemi d'ansia o di depressione, forse perché erano come me, ma per loro io ero quello normale e loro i malati, e non sapevano che nascondevo problemi anche io. Chissà che fine hanno fatto oggi... Mi dispiace che le nostre strade si sono separate. Ricordo tutto come fosse ieri, forse per colpa delle mie attuali giornate vuote dove non c'è niente da ricordare. Comincio a non percepire più il tempo. Vorrei non provare più emozioni, di nessun tipo, e ci sono molto vicino. In alcuni periodi non provo più emozioni.
Le tristi conseguenze dell'essere nato.