Skelevra ha scritto:Appunto perchè non è una gara di tempi ognuno ha le proprie tempistiche e per ME arrivare a 26 anni in questo stato di nulla assoluto non è accettabile.
Non ho interesse nel provare ad ottenere una cosa, non è la ricerca che mi rende felice o quantomeno sereno, è l'ottenerla, e non ci riesco da troppo tempo ormai.
Semplicemente penso che se vengono meno i presupposti che ognuno di noi si prefigge per vivere non valga la pena di continuare a farlo tanto per.
Se non c'è alternativa ad una minestra di m e r d a scelgo il digiuno.
Non credo in Dio, non finirò all'inferno, e anche se ci dovessi finire non me ne importerebbe granchè, l'importante è che questo dolore fisico finisca al più presto perchè non me lo merito.
Per dolore fisico, intendi un dolore psicologico, fisico nel senso che lo hai, in quanto essere fisicamente esistente, oppure proprio un dolore fisico dovuto a qualche malattia/infortunio/invalidità?
In entrambi i casi, a cosa è dovuto il tuo dolore?
Ora, tu non sai cosa c'è dopo la morte, a prescindere dalla credenza in un qualsiasi Dio. Potrebbe esserci il nulla, oppure potresti soltanto porre termine ad una delle tante illusioni di vita nelle quali ti trovi. E se dopo la morte, ti vedresti costretto in un'altra illusione di vita, dove dovresti per forza mangiare minestra di mérda? La tua morte sarebbe stata soltanto una delle tante soluzioni sbagliate.
Ovviamente il mio è un discorso metaforico.
Per ottenere una cosa è necessaria la ricerca, non puoi ottenere qualcosa senza ricerca. La ricerca può durare molto o poco, ma in ogni caso è importante cercare di portarla a termine, altrimenti ogni sforzo fatto non sarà servito a nulla.
Magari ti suicidi oggi, e domani succede un qualcosa che avrebbe potuto finalmente svoltare la tua ricerca.
Come ti ho detto, io ci ho voluto 5 anni, il doppio di te, per ottenere un piccolo progresso, e te lo dico dopo aver tentato il suicidio nemmeno un mese fa.
Tu hai raggiunto il limite della sopportazione prima di me, e va bene, ognuno ha un proprio limite di sopportazione.
Ma se io fossi riuscito nel mio intento un mese fa, quel piccolo progresso che ritenevo impossibile non sarebbe mai avvenuto.
Capisci cosa intendo? Le soluzioni valide possono esistere, ci vuole solo molta resistenza, e non si tratta di vivere tanto per, ma si tratta di vivere per poter ottenere ciò che si vuole, una soluzione.
Tu non vivi tanto per, che poi, secondo chi vivresti tanto per? Tu vivi per te stesso, per la tua ricerca, per la tua soluzione, la soluzione che possa permetterti di vivere bene.
Non riesci ad ottenerla ora, ma ciò non significa che non esista, e credo proprio che tu debba proseguire la ricerca, perché il suicidio non dà nessuna certezza, se non quella del definitivo fallimento della ricerca della soluzione, e quindi, della possibilità di ottenere la soluzione stessa.