Onestamente: come da titolo. Stimo chi va avanti nella vita, per la resistenza, il coraggio e la semplicità del non vedere alternativa, di non considerare nemmeno lontanamente il suicidio. Ma non me la sento di dare addosso a chi, invece, non sopporta. Ho quasi trent'anni, iniziato di soffrire di forte apatia a quindici e combinato casini vari compromettendomi il futuro, ora presente, per cui non sembra abbastanza mettere delle pezze. Ho interrotto gli studi subito a vent'anni in un momento di confusione; ho lavorato come impiegata in varie realtà e osservato da vicino i processi di selezione facendomi venire il cimurro. Ho fatto molti colloqui negli anni e vorrei non doverne fare più. Ora sono disoccupata. Non voglio una relazione con un uomo perchè sento troppo la rivalità con le altre donne

e il pensiero che sul lungo termine lui come da copione capitoli per la ventenne della situazione.
Lo so che c'è altro. E che la vita è bella. Lo è moltissimo quando non ci si sente miserabili.
Era uno giusto uno sfogo. Certo, mi faccio problemi per come la gente intorno a me viva la mia assenza, e la cosa assurda è che finora ci sono stata piú che ho potuto, ma l'idea di reggere ancora mi fa troppo male. Vorrei stendermi in un bosco e farmi risucchiare dalla terra.