Salve. Mi chiamo Marco ed ho 23 anni e sono incastrato in una situazione da cui non c'è via di uscita.
Ho analizzato e rianalizzato ogni cosa da diverse angolazioni per trovare una soluzione ma ammetto che non c'è.
Sono sempre stato un ragazzo timido, sin da bambino, ma dalle grandi potenzialità. Ho sempre capito tutto al volo, a scuola ottimi voti, ma comunque sempre emarginato socialmente a causa della mia timidezza aggressiva.
Ma per me non è mai stato un grosso problema, anzi, avevo il mio equilibrio.
Da una parte vivevo molto tormenti a scuola da parte dei miei coetanei, ma trovavo comunque la mia soddisfazione nei voti alti.
In famiglia (solo adesso me ne rendo conto) c'erano degli evidenti problemi: un padre con un buon lavoro, ma emotivamente e affettivamente assente se non distruttivo, ogni giorno mi faceva intuire che non mi volesse bene e anzi, mi faceva venire ansia e sensi di colpa per ogni minima cosa. Ma il tutto era equilibrato da una madre molto amorevole.
Da 4 anni invece l'equilibrio è stato totalmente perso.
Preso il mio diploma di maturità, sono entrato letteralmente in un oblio senza via d'uscita.
Mio padre ha iniziato ad avere relazioni con altre donne, mia madre lo ha scoperto ed è entrata in una forte depressione che ha sfiorato il suicidio.
D'altra parte io dalla mia sono entrato in una fase di fortissima confusione mentale, ho iniziato a pensare e a ripensare a cosa dovessi fare della mia vita. In assenza di risposte ho cominciato a fare qualche esperienza lavorativa, prima da mio zio come carpentiere ma, le continue e incessanti prese in giro mi hanno reso il lavoro insostenibile. Iniziai a vivere quel lavoro come un incubo, avevo forti attacchi di panico, l'aria mi mancava, il cuore in gola, sudavo freddo, fitte allo stomaco. Dopo due settimane da lui realizzai che o lasciavo il lavoro o mi sarei suicidato.
Non arreso ho cominciato a cercare altri lavori. Ma ogni colloquio era una vera e propria presa in giro, dai network marketing a lavori tutti a provvigione e senza nessun stipendio fisso.
Non mi sono demoralizzato, cominciai con un network marketing al quale dedicai 4 mesi, ma senza risultati, più mi impegnavo più fallivo. Contattavo amici e conoscenti con la conclusione che la metà di loro iniziò ad odiarmi per avergli propinato quel tipo di lavoro.
Il mio "supervisore" visti i pochi risultati decide che era il momento di motivarmi facendomi sentire una nullità, dicendomi che ero un disadattato ecc. Dopo 4 mesi mollai, iniziai a cercare altro. Iniziai a fare il porta a porta per l'enel, ma dopo una settimana di gente che mi urlava dai citofoni e dalle finestre, gente che mi infamava, gente che minacciava di chiamare i carabinieri, lasciai stare.
Cominciai allora a consegnare le pizze. Dovevo usare la mia auto e mi davano 4 euro a ordinazione consegnata. Non ci sono mai state molte ordinazioni e più di 4-5 ordinazioni non facevo, per un totale di 20 euro circa a serata ( ma spendevo almeno 15-16 euro di benzina).
Decisi quindi di continuare a lavorare per 5 euro netti a serata, se non meno, per 6-7 ore di tempo che dovevo comunque dedicargli, fra le offese varie riguardo il mio "essere silenzioso".
Dopo una settimana decisero di lasciarmi a casa perchè c'erano poche ordinazioni, con uno schiaffetto sul volto e un ghigno del tipo "non vali un c***o". Alla fine mi rassegnai, e pensai che forse era meglio fare l'università. In fondo era passato solo un anno, se mi impegnavo a studiare per il test di ammissione avrei potuto cominciare a studiare. Ne parlai ai miei e mia madre mi fece capire che non era proprio d'accordo ma se volevo studiare non era contraria. Non comprendendo il perchè di quella risposta indecisa chiesi a mio padre che con qualche battuta mi fece capire che non gli andava di spendere soldi per università, soldi spesi per rendermi altri 5-6 anni improduttivo per la famiglia.
Mi impuntai, comprai i manuali e cominciai a studiare. Il terzo giorno che studiavo mio padre mi trovò un lavoro per l'estate ( ci rimasi malissimo, perchè si era impegnato a trovarmi un lavoro proprio per non farmi fare l'università che lo legava a mantenermi per altri 5 anni minimo).
Feci i due mesi di lavoro estivo con l'intenzione di provare comunque ad entrare in università, ma il poco tempo e lo stress, unito all'aver conosciuto una ragazza ( avevo 20 anni e non ero mai stato fidanzato, ero vergine e lo sentivo come un peso) mi distolse dal mio obiettivo, di cui comunque non ero molto convinto, soprattutto a causa dei miei genitori "infastiditi".
Finì i mesi di lavoro e cominciai a frequentarmi con questa ragazza, al solo scopo di perdere la verginità, ma, come si sa, niente va come previsto. me ne innamorai perdutamente e volevo vivere la mia vita con lei. Ero stracotto, e la mia verginità scese in secondo piano.
Alla fine la persi, ma quello che perdetti fu molto peggiore. Lei si dimostrò essere una ragazza con problemi gravi di personalità che ora non vi spiego, gli ultimi mesi li passavo a parlare delle ore con lei dei suoi modi di comportarsi (bugie compulsive, poligamia ecc..) cercando in lei uno spiraglio per farla cambiare, perchè ormai ne ero innamorato. Ma alla fine niente è servito, lei si stufò di me, si mise con un altro (inviandomi la sua foto su whatsapp come a dire: ci ho messo 2 giorni a trovarne un altro). Io caddi in una profonda depressione, da cui ci misi 10 mesi per uscirne. Passavo le giornate a letto, per mesi e mesi, non mangiavo più e non parlavo più. Nel giro di 3 mesi avevo perso 22 chili.
Non riuscivo più a riprendermi ma alla fine arrivò lei, la mia attuale ragazza che, contrariamente dalla prima, è di una dolcezza incredibile e sincera. Il problema è che lei è di Roma mentre io sono della romagna ma, avendo una nonna a Roma, pensavo che trasferendomi da lei non ci sarebbe stato alcun problema, soprattutto considerato che mia nonna erano anni che mi assillava dicendomi di trasferirmi da lei che era sola e che avrei potuto benissimo trovare lavoro anche là. Così lo feci, mi trasferii da mia nonna e iniziai a frequentarmi con lei, mentre ricominciai, per la prima volta dopo un anno, a cercare lavoro. Un colloquio al giorno per mesi, ma erano tutti network marketing e lavori di porta a porta provvigionali, che non avevo intenzione di accettare date le pessime precedenti esperienze. Nessun lavoro di diverso tipo all'orizzonte. Contemporaneamente mia nonna, forse per la demenza senile, iniziò a stufarsi di me, magari le spostavo involontariamente un soprammobile e iniziò a definirmi un "maleducato" e "stupido". Io sopportai tutto per amore della ma ragazza finchè un giorno mia nonna iniziò a offendermi perchè diceva che non le rispondevo mai al cellulare (ma la verità è che lei non lo sa usare, e pensa di chiamarmi quando non è vero). Io mi giustificai dicendole che non mi erano arrivati messaggi e lei mi urlò dicendomi che ero un bugiardo. Al che mi arrabbiai e le dissi che era insopportabile. Conseguenza? Fui cacciato via di casa e costretto a tornare in romagna, senza poter più vedere la mia ragazza. Ricaddi in depressione e ansia (in realtà cel'ho da anni ma alterno periodi di depressione e ansia sopportabili a periodi di depressione e ansia insopportabili).
Iniziammo a vederci una settimana ogni due mesi, una volta venendo lei a casa mia e una volta io a casa sua.
Intanto mio padre che stava dando di matto, peggiorò sempre di più, diventò alcolizzato, i miei si separarono e iniziò il vizio del gioco. Lui si fece licenziare da lavoro e andò in pensione anticipata, avendo di fatto uno stipendio dimezzato, con un affitto in più da pagare a causa della separazione. Mia madre, insegnante precaria, iniziò a lavorare sempre meno e i soldi divennero il nostro incubo. Sotto il problema di così pochi soldi, non mi sono più azzardato a proporre ai miei di tornare all'università, anche perchè non riuscirei più a studiare con tutti questi problemi che mi assillano. Alla fine un faro di luce in tutta sta negatività, feci pace con mia nonna che mi permise di tornare a stare da lei. Ricominciai a darmi da fare per cercare lavoro, ma niente. Solo porta a porta e network marketing, tanto che alla fine, vista la totale assenza di amici e quindi l'impossibilità di fare network marketing, accettai un porta a porta ma, dopo una settimana di durissimo lavoro e offese continuative da parte delle persone a cui suonavo il citifono, attacchi di panico e forte depressione, fui mandato via perchè non davo risultati.
Alla fine trovai un lavoro in un parco divertimenti come vigilante parcheggi, per un mese solo. Lo feci, ma i rapporti con mia nonna non sono migliorati. Ogni sera che tornavo a casa vedevo come non mi volesse, finchè mi disse che lei non aveva i soldi (e d'altra parte è vero) per mantenermi e mi chiedeva di tornare a casa mia. Adesso sono tornato a casa, sono impossibilitato senza un lavoro a trasferirmi a Roma dalla mia ragazza, che per me è una parte fondamentale della mia vita, un padre che nel frattempo è andato in rovina perdendo i pochi risparmi di una vita e finito in una clinica di recupero in cui attualmente è diventato un vegetale (e lo preferisco così che prima che mi infamava perchè ero un peso per la famiglia che non lavoravo), una madre che mi dice "eh vabbè, ma trovati un'altra ragazza qui", ignorando che io ami lei.
E una sorella minore, con disagi anche lei come tutti, che mi offende che sono un peso per tutti quanti e dovrei andare a fare il barbone, che sono uno sfigato e lei non farà mai la mia fine.
Ho provato a richiedere aiuto ad una mia amica psicologa, visto che non posso permettermi di pagarne una, e mi ha detto che sono un approfittatore e mi ha bloccato da facebook.
Non so più che fare. Sto razionalmente pensando di suicidarmi. Via di uscita non ce n'è. Le mie richieste di aiuto sono ignorate e, non ho bisogno di essere confortato, ho bisogno solo di soluzioni. Ma forse vengo confortato (da quei pochi che mi stanno a sentire) e non aiutato perchè.. effettivamente non c'è niente da fare. Quattro anni che cerco di uscirne fuori, e 4 anni che cado sempre più in basso.