INVIDIA:
non vi capita mai di invidiare chi ce la fa?
a me tutte le volte che mi capita di leggere una notizia riguardante qualche poveraccio che i è suicidato, la mia prima reazione è sempre quella di pensare '' beato te che ce l'hai fatta, quanto t'invidio.....'' .
è anche vero che molto spesso dietro a questi fatti ci sono le storiacce più inverosimili , più tristi e disperate della vita quotidiana, e probabilmente è sbagliato avere dei pensieri come i miei perchè il poveraccio o la poveraccia, magari non avevano la minima scelta e sono dovuti ricorrere all'autodeterminazione come unica via d'uscita, e forse non l'avrebbero fatto se avessero potuto....ma io dico che nessuno vuole veramente morire , semplicemente la vita è questa, e per alcune persone non esiste via d'uscita in una società che ti esclude e discrimina per qualsiasi tua mancanza, e se le mancanze sono tante, ecco che ti ritrovi a sognare la fine tutti i giorni.....ma poi non è comunque finita la tua pena perchè dovrai riuscire a compiere l'atto finale, il che è facile a dirsi, ma a farsi è tutt'altra storia, altrimenti se fosse facile , sono convinto al 100% che i suicidi annui salirebbero da cifra X a cifra XXXX, senza alcun dubbio! equi si ricollega tutto al secondo versetto che scriverò sotto sulla rabbia.
RABBIA:
la provo tutte le volte che una persona mi dice qualche cosa per incoraggiarmi, del tipo che in modo molto superficiale ti invitano ad andare avanti e farti coraggio, domani è un altro giorno!?
e quante ne potrei citare di frasi da libro cuore, non basterebbero 10 pagine! vero?
la gente , il prossimo, sono tutte piene di buone intenzioni, vere eh! non dico il contrario, anzi spesso ci tengono sul serio a cercare di fare breccia nella tua anima per spronarti a non avere più cattivi pensieri e cercare di uscire dal tuo malessere esistenziale, ma purtroppo nella maggioranza dei casi questi inviti arrivano da persone che non hanno minimamente mai toccato il fondo nella loro vita e che non sanno cosa significa realmente vivere un incubo ogni maledetto secondo della propria esistenza.
dopo di che arriva l'apice della rabbia quando spesso capita che queste persone dicano la frase che più di tutte io non sopporto -
'' uccidersi è da vigliacchi''
santo iddio non avete idea di cosa gli farei quando mi sento dire questa cosa, quasi mi verrebbe la voglia di menarle per dargli una svegliata e farle rendere conto della coglionata mega galattica che hanno appena detto!
a voi non capita mai?
ma come cavolo si può dire una cosa del genere, ma hanno la più pallida idea di cosa significhi porre fine alla propria vita?!
nel 90% dei casi, la persona che decide di compiere questo atto estremo, non lo decide il giorno X e poi dopo meno di 24 ore pone fine alla sua vita, assolutamente no!
la persona che compie questo gesto, spesso ci arriva dopo averlo pensato, ''assaporato'' , vissuto nella propria testa, più e più volte, immaginando le più svariate cose, come ad esempio il sangue sparso per via delle vene tagliate, il gonfiore del viso unito agli occhi delle orbite fuori della testa per via di un impiccagione , le cervella sul muro per via di un colpo di pistola alla testa ecc ecc.....
dopo di che ci sono tutte le altre cose, come il dolore dei propri cari, degli amici, dei conoscenti in genere, che resteranno dopo di voi....
ma davvero qualcuno credete che sia da vigliacchi riuscire a farsi fuori dopo aver maturato certe idee e pensieri così tristi e macabri nella propria testa, spesso addirittura per molti anni!!!
io dico che ci vuole coraggio, tanto coraggio, anzi secondo me è una delle azioni più coraggiose che ci possano essere nell'esistenza umana, e infatti io mi ritengo un grandissimo codardo per non esserci ancora riuscito dopo tanti anni e anni che sto coltivando dentro di me l'idea , in ogni più piccolo dettaglio.......ormai potrei scriverci un libro sulla mia dipartita finale e sulle decine e decine di modi in cui ho pensato a me e la mia fine, forse potrebbe anche avere successo un libro del genere, se saputo scrivere con il giusto mix tra ironia , fantasia e serietà, d'altronde all'uomo medio che vive la sua esistenza serena (che sono la maggioranza) piace leggere e vedere le sfortune degli altri suoi simili perchè lo fa sentire più fortunato e ricco interiormente......è la natura umana, siamo fatti così, ci piace stare bene, ma se di fianco a noi ci sono 10 persone che stanno male, nell'immediato magari ci commuoviamo e proviamo empatia e compassione, ma poi subito dopo ci sentiamo ancora più bene di prima; chiedere a qualsiasi psicologo, ve lo confermeranno che siamo mediamente delle bestie cattive, chi più e chi meno.
quindi come pensiero finale a questo secondo versetto dico e raccomando a tutte le brave persone che vivono una vita serena, di ragionare affondo sulle cose e di non sparare con superficialità frasi del libro cuore all'indirizzo di persone che vivono una condizione di malessere quotidiano per i più svariati motivi.
per farvi un esempio banale, sforzatevi di pensare che molto spesso, quando vi trovate davanti a esseri umani che stanno male e pensano continuamente alla morte, è un po come se vi trovaste davanti a persone che sono andate su marte e hanno toccato con mano la terra marziana, passeggiato con la loro tuta spaziale sulle rocce e le terre sconnesse di marte, fluttuato nell'atmosfera instabile marziana.......e voi? E VOI che diavolo ne sapete di marte?! quando al massimo nella vostra esistenza avete preso l'aereo per andare ai caraibi i vacanza?
se vi abituerete a pensare così, sono sicuro che certe cose eviterete di dirle, e così sarete anche più efficaci nell'entrare in empatia con il vostro interlocutore, potete credermi.
SPERANZA:
sono arrivato alla conclusione che non sarò mai in grado di prendere una pistola e tirarmi un colpo alle cervella, che poi sarebbe il mio metodo preferito, o almeno è sempre stato quello che nei miei pensieri più bui mi ha suscitato una sorta di ''positività'', nel senso che mi pareva quello più praticabile per come sono fatto io.
ogni persona ha le sue fisse, chi odia l'idea di farsi trovare in un lago di sangue dentro la vasca, chi quella di frantumarsi in decine di pezzi buttandosi giù dal ventesimo piano di un palazzo ecc ecc... a me , semplicemente, l'idea di un colpo secco alla tempia destra (ebbene si, talmente ci penso da tanto, che ho pensato pure a quale tempia me la sarei puntata....un po come il medico che ti chiede prima del prelievo se preferisci farti tirare il sangue a destra o a sinistra

mi è sempre parsa la soluzione più efficace e meno dolorosa, magari se accompagnata da un potente alcolico per infondere coraggio e ''annebbiamento mentale''.
sta di fatto che ho rinunciato a questo metodo per tanti motivi: sbattersi per trovare una pistola; trovare il posto giusto, e quale sarebbe poi? dentro una cantina, in un bosco vicino casa? ; il riconoscimento del mio cadavere da parte dei miei genitori, fratelli, parenti e amici; e dicerie che ne verrebbero fuori '' lo sai che giacomino si è sparato proprio ieri, si proprio lui '' troppo banale e da sfigati!
per questo ho dovuto lasciare perdere questa idea e cercare altro, nonostante tutti i giorni è sempre restata dentro di me , quasi come fosse mio figlio...d'altronde quando accarezzi un idea così a lungo, è normale che ti ci affezioni perchè la senti tua, anche se capisco che possa sembrare molto macabro, ma è così per davvero.....
bene,dove eravamo rimasti? ah si, stavo per dirvi cos'altro ho pensato.....
ho pensato che per ovviare a tutti gli inconvenienti di cui vi ho elencato sopra, opterò per andare all'estero, in un luogo sacro e magico, reso tale dalle centinai di anime che ogni anno si recano in questo posto per trovare un inizio o una fine decente in mezzo alla natura, in mezzo a dio, per così dire.
il luogo in questione è la famigerata Aokigahara, meglio nota come la foresta dei suicidi.
si trova in giappone, un luogo che non ho mai visitato in vita mia , ma che ho sempre pensato di visitare prima o poi in vita mia, anche se non pensavo per queste circostanze.
esistono svariate testimonianze su questo luogo di persone molto determinate andate li per farla finita, che poi invece sono tornate indietro dopo essere state per giorni all'interno di questa foresta molto grande dove hanno trovato dio , alcuni, altri semplicemente sono riusciti a mettersi in contatto con il proprio io interiore e capire cosa volevano per davvero dalla vita e cosa fare per riuscirci.....mettetela un po come volete, dio o io interiore? per me sono esattamente la stessa cosa!
altri invece non hanno trovato nessun dio, nessun contatto con loro stessi, e sono andati fino in fondo mettendo in pratica il ''loro piano'' iniziale, cosa che comunque trovo molto positiva perchè significa che sono riusciti a farla finita, e siccome io penso ci voglia molto coraggio per compiere questo gesto, trovo appunto la cosa positiva, o magari mi piace pensare in modo molto romanzato che dentro quel luogo si possa trovare la propria via interiore per riuscire a trovare quello che si vuole, solo che per capirlo bisogna prima addentrarsi dentro la perdizione di questo luogo (di culto oserei dire) , immergendosi nella fitta vegetazione e nel silenzio , dato che questa foresta è abitata da pochissimi animali, per lo più qualche uccellino qua e la e poco altro.....
e poi? e poi non lo so....lo dico sinceramente.
quello che so è che la sola idea di addentrarmi dentro questo posto , camminando per km e km, fino a non rendermi più conto di dove mi trovo, mi affascina e mi eccita molto, soprattutto perchè al suo interno le rocce laviche non permettono alle bussole un corretto funzionamento e tutto sta al proprio destino....
nella mia testa immagino con eccitazione il momento che attraverserò il cartello che invita i ''turisti'' a fare attenzione....poi si vedrà cosa succederà!? di sicuro una cosa è certa - da quel posto uscirò cambiato, di questo ne sono certo.
certo, facendo della facile ironia si potrebbe dire '' ah, uscirai cambiato per forza, con i piedi davanti e orizzontale!'' e io rispondo - allora?
sia che ne esca vivo, sia che ne esca morto, l'unica cosa che voglio è che sia vero in entrambi i casi, vivo o morto poco importa, tanto più che anche ora in questo preciso momento in cui sto scrivendo, sinceramente se mi chiedessero se sono vivo, risponderei che sono un morto con gli occhi aperti, che muove gli arti e compie le principali funzioni fisiologiche , ma tolto questo? tolto questo sono un morto che cammina, da troppo tempo ormai....e mi sono davvero stancato.
se qualche anima persa fosse interessata a compiere questo viaggio della speranza insieme a me, può tranquillamente contattarmi in privato.
ma sia chiara una cosa, io a Aokigahara ci vado con lo zaino pieno di viveri, la tenda e gli utensili principali da sopravvivenza.
chi pensa di andarci con la corda e il cappio pronto, o magari con un cocktails di barbiturici pronti solo da ingerire, si sbaglia di grosso e può evitare di scrivermi.
io ci andrò con le migliori intenzioni meditative e spirituali, poi se la foresta e questo luogo mi chiameranno a se, non servirà nessuno strumento particolare per lasciarsi andare......ma la speranza è quella di trovare qualcos'altro.
ci andrò appena le condizioni meteo e le temperature non saranno proibitive, in modo tale che non ci sia bisogno di un attrezzatura super professionale per sopravvivere a - 15° la notte....voglio andarci quando basterà un giaccone, un sacco a pelo e una tenda, per contemplare il silenzio della notte.
costo del viaggio:
approssimativamente ci vorranno 700 euro per i biglietti aerei e altri 300 per le spese interne che si faranno a tokio , come ad esempio i viveri e qualche strumento utile come il coltello svizzero che in aereo non è permesso portare.
poi ci sarà il costo del viaggio tokio - Aokigahara, in autobus penso, ma se costa poco anche in taxi, si vedrà poi la....l'importante è sbarcare a tokio, poi ci sono , se non ricordo male, 150 km per arrivare a destinazione via terra.
nella speranza di non avere scioccato troppo la gentile utenza del forum, auguro a tutti una bella vita, e mi scuso in anticipo se alcuni si sentiranno colpiti o feriti nella propria suscettibilità dopo le mie parole.