Non ho tenuto il conto delle volte che ho scritto e ricancellato tutto da stamani quando sono arrivato in ufficio a ora.
Non sto riuscendo a formulare un discorso che senta mio, che rispecchi quello che vorrei dire. Penso che a questo giro non mi fermerò a rileggere e mi affiderò a voi, sapendo di essere fra persone che capiscono o che si impegnano per capire.
Sto cercando di star meglio. Mi impegno, e stamani mi sono alzato di buonumore. Sto cambiando vita ancora una volta, lavoro, abitudini, e tutto in meglio a quanto pare. Mi sento stupido a star male.
Gli incontri con la mia psicologa hanno iniziato a dare segnali positivi da subito, probabilmente ho qualche merito dato che ci sono arrivato già dalla prima volta ben conscio di tutti i miei problemi e determinato a non mollare.
Determinazione che a volte mi rendo conto non basta. Sto accorgendomi che, dandomi qualche merito ogni tanto, che accettando un complimento e non facendo solo finta di aver gradito, non mi sento affatto meglio.
Ho sempre sentito dentro di me la necessità di conferme da parte degli altri e l'ho sempre affondata, soffocata e nascosta. Mi sento idiota a dipendere così tanto dagli altri e quindi faccio tutto da solo, non accetto l'aiuto di nessuno e quando arrivano le tanto agognate conferme, il complimento sincero da parte della persona da cui lo vorrei, provo solo un'istante di piacere di cui mi vergogno e tutto va a finire in un grande pozzo senza fine che non si riempirà mai e che è sempre li a chiedere.
Ho molta paura di questo. Penso che non riuscirò mai a vivere in pieno, fino in fondo, quello che di buono gli altri provano a darmi.
Ho il terrore di aver costruito tutta questa serie di schemi mentali e di comportamento volti a smontare ogni tipo di giudizio altrui, buono o brutto che sia. Ho il terrore di aver sviluppato negli anni una certa dipendenza da questo mio dolore interno che dura da prima che me ne fossi reso conto e che ho sempre mascherato e difeso dentro me. E adesso, che sono crollato, scoppiato, esploso da un po', le cose non sono migliorate, anzi. Ci sono persone che notano di più il mio stato umorale, pochissime persone che sono sicuro, comprendono. Ci provano. Ci tengono.
E io non rendo merito a questo, interiormente catalogando ogni cosa buona che viene da loro come compassione.
Ho paura di mollare. Di non cercare più nessun tipo di felicità e continuare la mia vita facendo finta di star bene. Per non pesare, per ingannare me stesso con la convinzione di potercela fare in tutto e per tutto da solo. E di perdere ogni contatto emotivo con gli altri. Di negarmelo.
So che in ogni percorso simile a quello che sto facendo ci sono alti e bassi, ne ero conscio prima di iniziare, l'ho visto. Mi intimorisce molto meno la sofferenza che ho da affrontare che la possibilità di star bene un giorno.

Io voglio stare bene?