Ci sono specchi che speriamo di non incontrare mai nella vita.
Quelli nei quali non ci si vuole specchiare. Non si è pronti a quel riflesso, non si è pronti a conoscersi veramente. Non si è pronti a vedere, finalmente, con chiarezza. Senza scuse, senza orpelli, senza giustificazioni.
Quegli specchi sono le persone.
Come si può pensare di essere pronti al giudizio degli altri? Vedersi riflessi nei loro occhi, nelle loro parole, nelle loro espressioni.
Ma ti guardando veramente dentro?
Non è possibile. Vedono l’esterno, l’involucro, la maschera. O forse sono gli unici che riescano a vederci veramente?
Siamo noi che non riusciamo a vederci con chiarezza?
O ne siamo, in verità, profondamente consapevoli?
Il giudizio ci dilania, ci stizzisce. Ci fa tanto male. Vorresti urlare che lo sai di essere così. Lo sai perfettamente tu, in prima persona. Mi vedo anche io! Lo so! E credi che questo non mi faccia già star male abbastanza?
E allora perché non fai nulla?
Perché non ci riesco.
Non sono capace, non sono in grado. Non sono forte, non sono determinata, sono miserabile. Mi guardo e mi compatisco. Mi ascolto e non mi comprendo. Mi osservo, attenta. E mi disprezzo.
Disprezzo le mie incapacità e le mie debolezze, disprezzo la mia viltà.
Ma soprattutto odio, odio, odio con tutta me stessa la mia consapevolezza.
La consapevolezza di essere come sono e la mia incapacità di porre rimedio.
Cosa mi manca? Aiuto? Amore? Forza? Caparbietà? Determinazione?
Qual è il mio pezzo mancante? Dove si può acquistare?
Esistono officine dell’anima?
Vorrei tanto cambiare. Non nell’aspetto, non nelle capacità. Non vorrei cambiare vita o amici o familiari.
Vorrei soltanto sapere che dentro di me scattasse qualcosa. Qualcosa che mi facesse capire che se volessi, con tutta me stessa, io potrei essere diversa. E potrei iniziare a costruire la vita che voglio per me.
Potrei finalmente riempirmi gli occhi di nuovi orizzonti, la pelle di nuove emozioni, la bocca di nuovi sapori, inebriarmi di profumi straordinari e mai sentiti.
Potrei iniziare a vivere davvero.
Potrei smettere di avere le lacrime agli occhi per il dolore, e potrei averle per la commozione, per la gioia.
La gioia di essere dove vorrei stare. La pace di non avere un costante peso sul petto.
Vorrei commuovermi per le mie risate fragorose, profonde, sincere. Commuovermi per il caldo, per il vento, per l’emozione. Commuovermi per il sole accecante.
Vorrei smettere di avere le lacrime agli occhi guardando la luna e le stelle attraverso la finestra, nella mia stanza.
Prigioniera di me stessa.