Io credo che sbagli Riccardina per una serie di motivi:
1) in primo luogo secondo me confondi il concetto di "movente" con quello di "giustificazione" ... in fondo un qualsiasi assassino ha un motivo per uccidere la sua vittima (passionale, economico, ideale, futile, etc.). Ciò però non significa che sia giusto che lo faccia, anche se magari quel motivo è "serio" o comunque ha subito una ingiustizia che non è stata sanata.
Mi rendo conto che la distinzione può qualche volta essere labile, come nei casi di guerra ad esempio, oppure in "dilemmi morali" (sarebbe stato giusto assassinare Hitler ad esempio?)
2) in secondo luogo, come aveva fatto presente SmileSmileSmile, i terroristi non sono partigiani. Più semplicemente, il terrorismo dell'Isis non è lo stesso tipo di terrorismo, che ne so, ad esempio dell'Ira o dell'Eta. In queste altre due fazioni, esse ritenevano di essere ingiustamente occupate (da Uk e dalla Spagna rispettivamente) e per questo adottarono la lotta armata.
Anche questo tipo di posizioni sono tutt'altro che pacifiche, si uccidono comunque le persone e nemmeno poche, inoltre, non sempre questo percorso è proprio desiderabile
Due esempi: Hamas si ritiene più "partigiana", ma Israele la ritiene un'organizzazione terroristica - oppure in Italia stessa, le brigate rosse sono state considerate come terrorismo, ma gli adepti si definivano "prigionieri politici" proprio perché in ultima istanza volevano intraprendere una lotta armata contro un potere che era considerato ingiusto. (ciò significa anche che la distinzione tra terrorista e partigiano non è sempre facile da trovare e talvolta risulta essere molto dubbiosa)
Con l'Isis, però, la situazione è un po' diversa.
In primo luogo, l'Isis attacca anche musulmani, soprattutto in Medio oriente (come in Siria ad esempio) - in secondo luogo, l'Isis non fa riferimento all'indipendenza di una nazione o di un popolo, ma prettamente ad una imposizione religiosa.
3) in terzo luogo, perché se facciamo come dici tu, cioè li ripaghiamo della stessa moneta, in realtà non si ottiene molta giustizia, "occhio per occhio e tutto il mondo diventa cieco".
Più semplicemente, non è che se l'Isis ad esempio uccide i cristiani noi dobbiamo uccidere i musulmani poiché non è che se una persona compie su di me una ingiustizia io vengo risarcito compiendo a mia volta un'altra ingiustizia (soprattutto se la compio in capo a terze persone non direttamente coinvolte) - se un delinquente mi taglia un braccio, io non vengo risarcito tagliando il suo braccio a mia volta. Piuttosto sarei risarcito ottenendo una protesi nuova a spese del delinquente stesso. Più in generale, un risarcimento tenderebbe a risanare l'ingiusto danno che ho subito, non ad arrecare un ulteriore danno al delinquente.
Ciò non significa che il delinquente non debba essere punito (andando in galera, all'ergastolo, per alcuni fino alla pena di morte) ma puntare tutto sulla punizione (come avviene in questo caso) non è così giusto e nemmeno così utile [perché aumenta l'odio del reo e non diminuisce il danno alla vittima]
Credo infine che ciò
Rermc47 ha scritto:Perchè è inutile la violenza ed è stupido morire per la violenza di un altro.
sia corretto - ciò non per una vuota retorica, non perché le guerre sono sempre evitabili o sia sempre possibile non ricorrere alla violenza (ad esempio, l'uccisione in guerra generalmente ritenuta giustificata, ma ciò non significa che sia desiderabile) ma perché effettivamente la violenza e la guerra determina sostanzialmente un cosiddetto "equilibrio pareto-inferiore" o più semplicemente determina un equilibrio, ma non è assolutamente la strada migliore da perseguire, perché si basa soltanto sul "punire" e non sul "risarcire".
Se quindi è possibile perseguire una strada non violenta essa è sicuramente buona poiché comunque riesce ad avvantaggiarci.