Al cuor non si comanda... o forse si?

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Al cuor non si comanda... o forse si?

Messaggioda Anuar » 26/06/2017, 16:00



Masquerade ha scritto:
Anuar ha scritto:Non ci avevo mai riflettuto, non rifletto molto su questo argomento, è più uno di quei argomenti che chiudo nell'armadio e cerco di non vedere più.
Mi sa che hai ragione però a pensarci bene, è uno dei motivi per cui ho il timore di parlare con la gente, e di fidarmi.


Magari puoi provare a parlarne durante la terapia.
Non so quali siano i metodi della psichiatria. Spero vadano a fondo come la psicologia e psicoterapia.
Se ben ricordo non avevi possibilità di scegliere altro.

Anuar ha scritto:Spero sinceramente che tu abbia ragione, altrimenti la psichiatra sarà inutile :unsure:


PS incredibile come una semplice domanda ci abbia trascinati in un discorso così sfaccettato :???: :wow: .


Da cosa nasce cosa. ;)


Ti spiego, quanto mi e parso di capire, sarà la psichiatra dopo diverse sedute a prescrivermi una psicoterapia se lo ritiene opportuno, ma credo che lo decideremo assieme così mi è parso di capire.
Diciamo ché in versione pubblica ci sono più passi obbligatori, nella versione privata puoi andare dritto al terapeuta, pubblicamente no.
Però paghi solo il prezzo del ticket ospedaliero, e se hai un esenzione paghi ancora meno.
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Messaggioda Premio Nobel » 26/06/2017, 20:06



Anuar ha scritto:Beh io penso che se sono problemi superabili, si possono anche combattere.
Comunque sono solo domande legittime non ci vedo questo gran controllo nelle tue parole.

Per me il controllo e più una cosa alla "vulcaniana" se hai mai visto il telefilm..


Non ho mai visto star trek, però mi è stato in parte raccontato una volta da un amico. Se non sbaglio i "vulcaniani" erano la razza più intelligente ed avanzata. A mio modo di vedere, non è possibile e nemmeno desiderabile comportarsi in questo modo, ovvero sia reprimendo le proprie pulsioni e le proprie voglie, piuttosto quelle di saperle guidare, un po' come un cavallo imbizzarrito. Non significa andare contro se stessi, ma più semplicemente far sì che le proprie pulsioni ed interessi non siano nocivi a noi stessi, cioè che ci vadano contro.
Gli esseri umani non sono del tutto razionali, si possono comportare secondo coscienza o secondo i propri istinti.
Se io ad esempio amo delle pietanze oppure maturo un hobby, ciò non è causato dalla ragione, ma più semplicemente dall'istinto e dal cuore.
A me piace fare una cosa non perché sia giusto farla, ma perché mi fa vivere delle emozioni piacevoli - pur tuttavia, esistono diversi tipi di hobby: ad esempio, giocare a calcio è generalmente pacifico considerarlo come buono, già il vizietto del fumo no.
Ora, comportarsi razionalmente generalmente può essere meglio poiché permette di sapere un po' di più le conseguenze delle proprie azioni.
Le pulsioni gli istinti e gli hobby invece non hanno questo genere di riflessione.
Di conseguenza, ci possono essere passioni che effettivamente aumentano il mio benessere (uno sport) altri che lo diminuiscono (il tabagismo)ed altri infine che sono sostanzialmente indifferenti (i gusti della cucina o di un gelato) - però dalle emozioni che io provo, che sono il fulcro degli hobby e delle passioni, io non me ne accorgo.

Una persona razionale, di conseguenza, non è una persona che agisce come un computer: 1) perché essere razionali non significa reprimere le proprie passioni 2) perché non avere passioni o sentimenti non è di per se positivo 3) perché di per sé anche ragionare è una questione in un certo qual modo sentimentale (ad esempio, la morale può essere considerata come una disciplina razionale, eppure non sempre si concorda su che cosa sia il giusto)

Una persona razionale è colui invece il quale riesce a farsi guidare dalla ragione, in quanto comprende che abbandonarsi ai propri sentimenti potrebbe non essere opportuno, ciò però non vuol dire non fare più nulla, poiché equivarrebbe gettare via il bambino con l'acqua sporca, ma semplicemente cercare di praticare quelle passioni e vivere quei sentimenti in maniera sostenibile.

Anuar ha scritto: Per il discorso abbandono, mi spiace contraddirti ma fu proprio la paura d'essere abbandonato a spingermi a controllare e se necessario reprimere l'emozione.

In questo caso ci sono due motivi per cui non ti sei comportato in maniera razionale (mi permetto di darti del tu).
1) ammetti tu stesso di avere avuto paura dell'abbandono. La paura è un sentimento, non è razionale
2) avevi riconosciuto che questo modo di agire era contro producente.

Con questo non ti voglio dare contro, ma personalmente credo di comprendere abbastanza bene quanto meno che cosa puoi avere provato e anche la difficoltà a farci fronte.
Mi esprimerò con un esempio personale che avevo già fatto in passato:
Qualche anno fa mi è capitato di frequentarmi con una ragazza. Ora, lei era indubbiamente molto bella ed attraente ed effettivamente risultava essere invaghita di me (non per altro che mi cercò lei e mi chiese lei stessa di uscire). Ci uscì anche, ma una immagine mi rimase ferma nella memoria.
Eravamo al lago a fine dell'estate, naturalmente eravamo mezzi svestiti (per il caldo, per prendere il sole e a posteriori, si ero e sono tutto sommato ingenuo in questo ambito, mi sono anche detto anche solo per seduzione) - ora, lei mi ricordo era affianco a me, accoccolata su se stessa e si vedeva che voleva che facessi qualcosa, che ad esempio l'abbracciassi o che le parlassi ... io mi sono detto che effettivamente era così, ma comunque non ho fatto niente, perché avevo paura del rifiuto. Non facendo niente effettivamente è stata la scelta peggiore, anche perché lei se la prese abbastanza e scoprì a posteriori di averla ferita e di converso di esserci rimasto male io stesso.

Analogamente alla mia "paura del rifiuto", la tua "paura dell'abbandono" è un sentimento, che nulla ha a che fare con la razionalità, in quanto semplicemente non permette di riconoscere quelle persone che effettivamente possono volerci bene, e più in generale, danno una percezione distorta della realtà. Come me, anche tu mi sembra avevi riconosciuto i limiti di questa paura, ma presumibilmente analogamente a me anche tu hai riconosciuto l'effettiva difficoltà a farvi fronte.
A mio modo di vedere, non è tanto una questione di imporre un determinato pensiero, oppure di imporsi l'astensione forzata da ogni tipo di rapporti - il modo corretto per vivere queste situazioni è il modo "normale" ovvero riconoscere quando effettivamente ad esempio una ragazza può amarmi o essere interessata a me: nell'esempio che avevo fatto per quanto riguardava me, io avrei dovuto cercare un modo di fidarmi quanto avevo pensato da un punto di vista "razionale", ovvero io personalmente dovrei quanto meno cercare un modo per fidarmi della mia ragione o più in generale di me stesso e non invece sopprimerlo.
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Messaggioda Anuar » 26/06/2017, 20:24



Premio Nobel ha scritto:
Anuar ha scritto: Per il discorso abbandono, mi spiace contraddirti ma fu proprio la paura d'essere abbandonato a spingermi a controllare e se necessario reprimere l'emozione.

In questo caso ci sono due motivi per cui non ti sei comportato in maniera razionale (mi permetto di darti del tu).
1) ammetti tu stesso di avere avuto paura dell'abbandono. La paura è un sentimento, non è razionale
2) avevi riconosciuto che questo modo di agire era contro producente.


Ho capito solo 15 o forse più anni dopo che reprimere le emozioni era sbagliato, ovvero circa 4-5 mesi fa me ne sono reso conto.

Per quanto riguarda il controllo allora sono d'accordo sull'analizzare i pro ed i contro, basta che non si raggiungano livelli come i miei in passato, perché poi credimi, i sentimenti ritornano e più forti di prima, e non sei più in grado di gestirli.

Bisogna saper ascoltare il proprio cuore, perché secondo me non sempre il nostro intelletto sa ciò che vuole, poi se il nostro cuore ci porta dritti in faccende dolorose, come abusi e simili allora bisogna anche saper analizzare il momento e se necessario dire no, basta solo che l'uno non influenzi l'altro e viceversa.
Perché se poi la mente finisce per controllare il cuore come è successo a me, non è mai bello.
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Messaggioda Masquerade » 27/06/2017, 9:07



Anuar ha scritto:
Masquerade ha scritto:
Anuar ha scritto:Non ci avevo mai riflettuto, non rifletto molto su questo argomento, è più uno di quei argomenti che chiudo nell'armadio e cerco di non vedere più.
Mi sa che hai ragione però a pensarci bene, è uno dei motivi per cui ho il timore di parlare con la gente, e di fidarmi.


Magari puoi provare a parlarne durante la terapia.
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Anuar ha scritto:Spero sinceramente che tu abbia ragione, altrimenti la psichiatra sarà inutile :unsure:


PS incredibile come una semplice domanda ci abbia trascinati in un discorso così sfaccettato :???: :wow: .




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Allora mi e ti auguro ti indirizzi presto verso la psicoterapia. :)
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Messaggioda Masquerade » 27/06/2017, 9:12



Anuar ha scritto:Bisogna saper ascoltare il proprio cuore, perché secondo me non sempre il nostro intelletto sa ciò che vuole, poi se il nostro cuore ci porta dritti in faccende dolorose, come abusi e simili allora bisogna anche saper analizzare il momento e se necessario dire no, basta solo che l'uno non influenzi l'altro e viceversa.
Perché se poi la mente finisce per controllare il cuore come è successo a me, non è mai bello.


La verità (e anche l'equilibrio) sta sempre nel mezzo, Anuar.
Bisogna saper ascoltare sia cuore che cervello. Come alleati sono invincibili. ;)

Continuo a seguire con grande interesse il discorso tra te e Premio Nobel. Nel libro che citavo prima, ferite di abbandono e rifiuto, non solo sono simili negli effetti, ma spesso anche collegate tra loro. Ovvero è facile che chi soffra della ferita dell'abbandono, soffra anche quella da rifiuto. E viceversa.
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Messaggioda Anuar » 27/06/2017, 10:53



Masquerade ha scritto:
Anuar ha scritto:Bisogna saper ascoltare il proprio cuore, perché secondo me non sempre il nostro intelletto sa ciò che vuole, poi se il nostro cuore ci porta dritti in faccende dolorose, come abusi e simili allora bisogna anche saper analizzare il momento e se necessario dire no, basta solo che l'uno non influenzi l'altro e viceversa.
Perché se poi la mente finisce per controllare il cuore come è successo a me, non è mai bello.


La verità (e anche l'equilibrio) sta sempre nel mezzo, Anuar.
Bisogna saper ascoltare sia cuore che cervello. Come alleati sono invincibili. ;)

Continuo a seguire con grande interesse il discorso tra te e Premio Nobel. Nel libro che citavo prima, ferite di abbandono e rifiuto, non solo sono simili negli effetti, ma spesso anche collegate tra loro. Ovvero è facile che chi soffra della ferita dell'abbandono, soffra anche quella da rifiuto. E viceversa.

Difatti io le ho entrambe, più la paura di sbagliare.
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Messaggioda Masquerade » 27/06/2017, 13:32



Anuar ha scritto:
Masquerade ha scritto:
Anuar ha scritto:Bisogna saper ascoltare il proprio cuore, perché secondo me non sempre il nostro intelletto sa ciò che vuole, poi se il nostro cuore ci porta dritti in faccende dolorose, come abusi e simili allora bisogna anche saper analizzare il momento e se necessario dire no, basta solo che l'uno non influenzi l'altro e viceversa.
Perché se poi la mente finisce per controllare il cuore come è successo a me, non è mai bello.


La verità (e anche l'equilibrio) sta sempre nel mezzo, Anuar.
Bisogna saper ascoltare sia cuore che cervello. Come alleati sono invincibili. ;)

Continuo a seguire con grande interesse il discorso tra te e Premio Nobel. Nel libro che citavo prima, ferite di abbandono e rifiuto, non solo sono simili negli effetti, ma spesso anche collegate tra loro. Ovvero è facile che chi soffra della ferita dell'abbandono, soffra anche quella da rifiuto. E viceversa.

Difatti io le ho entrambe, più la paura di sbagliare.


Questa paura in genere accomuna un po' tutti.
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Messaggioda Premio Nobel » 02/07/2017, 10:10



A mio modo di vedere è opportuno farsi guidare dalla propria ragione, non per altro che darà la risposta più corretta possibile ... non vivere solo nella ragione non per altro che non si pone problemi ma li risolve solo (se a me piace una ragazza mi piace a livello istintivo o comunque sentimentale, non razionale) - per capire cosa potrebbe dirmi la ragione o la coscienza di solito io penso cosa una terza persona mi potrebbe consigliare a me per quella specifica situazione - se trovo una risposta ragionevole dovrei cercare la forza soltanto di fidarmi della mia ragione o meglio della mia coscienza (e quindi generalmente tranquillizzarmi un po' sul fatto che non abbia pensato cose stupide)
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Messaggioda Masquerade » 03/07/2017, 9:06



Premio Nobel ha scritto:A mio modo di vedere è opportuno farsi guidare dalla propria ragione, non per altro che darà la risposta più corretta possibile ... non vivere solo nella ragione non per altro che non si pone problemi ma li risolve solo (se a me piace una ragazza mi piace a livello istintivo o comunque sentimentale, non razionale) - per capire cosa potrebbe dirmi la ragione o la coscienza di solito io penso cosa una terza persona mi potrebbe consigliare a me per quella specifica situazione - se trovo una risposta ragionevole dovrei cercare la forza soltanto di fidarmi della mia ragione o meglio della mia coscienza (e quindi generalmente tranquillizzarmi un po' sul fatto che non abbia pensato cose stupide)


Molti dicono che il cervello sia nemico del cuore. Io non lo credo affatto. Ragionare, infatti, protegge il cuore. Non può impedirgli di soffrire, ma può farlo soffrire meno, questo sì.
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Messaggioda Anuar » 03/07/2017, 9:29



Masquerade ha scritto:Molti dicono che il cervello sia nemico del cuore. Io non lo credo affatto. Ragionare, infatti, protegge il cuore. Non può impedirgli di soffrire, ma può farlo soffrire meno, questo sì.

Io credo che sia comunque opportuna una saggia via di mezzo fra le due cose.
Per evitare di cadere in qualche dannoso estremo, come l'eccessiva impulsività, o l'eccessivo controllo.
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