Benvenuto, sei un tipo profondo
È molto interessante il discorso che fai ed in parte lo condivido.
Io penso che l'esistenza sia un grande mistero e da un punto di vista "naturalistico" hai ragione tu. Tutto, pur considerando le diverse specificità, si potrebbe spiegare con un processo di adattamento, dalla religione alla riproduzione passando per tutto il resto.
Ogni essere vivente non sarebbe più di un caso fortuito, un "esperimento" iniziato casualmente e con la capacità di autoalimentarsi e riprodurre sé stesso.
Di questo però farebbero parte entrambe le facce della medaglia, non solo la gioia ma anche la sofferenza.
Sarebbe nato tutto da quel primo essere che di fronte ad un rischio di morte si salvò perché casualmente aveva provato qualcosa che prima non esisteva: il dolore. Questa caratteristica si rivelò "di successo" perché permise un più alto tasso di sopravvivenza e si diffuse.
Esattamente lo stesso processo accaduto per la gioia, ma ovviamente di segno opposto.
Per cui tutto farebbe parte del ciclo naturale delle cose, incluso il suicidio. La volontà stessa sarebbe un'illusione, una semplice forza guidata dagli istinti più profondi... In questa visione non esiste il libero arbitrio, tutto accade per motivi di causa ed effetto. Consapevolezza, controllo... che significato avrebbero? Se tiro un sasso in uno stagno, può scegliere se affondare? Se accendo un ramo secco, può decidere di non ardere?
Alla fine tutto si riduce a questo: siamo proprio sicuri di questa interpretazione? Il libero arbitrio davvero non esiste? La volontà, la consapevolezza? Il nostro impegno nella vita è davvero solo un caso fortuito e completamente vano? O forse c'è di più? Tanto di più!
Ognuno decide cosa credere perché risposte certe non ne abbiamo. Ma già che siamo su questo pianeta ed abbiamo un dono inestimabile che è la nostra mente perché non provare a correggere ciò che c'è di sbagliato nell'algoritmo che controlla il mondo?
La sofferenza è sbagliata. Non dovrebbe esistere. Se solo tutti gli uomini si unissero per eliminarla il mondo diventerebbe un posto molto migliore. Ci vorrebbe maggiore empatia per l'altro, maggiore consapevolezza dei meccanismi della realtà.
Ci sono due film che mi hanno colpito molto: Kundun di Martin Scorsese
e Kyashan di Kazuaki Kiriya
Trattano proprio di queste tematiche.