Salve a tutti. Dopo un interminabile e pesantissimo silenzio, vorrei scrivere qui la mia esperienza di abusi subiti da parte di un individuo disturbato. La mia voce e raccontare la verità di quanto mi è successo è ciò che mi ridarà la pace. E' da oltre un anno che mi è stato chiesto di tacere da parte del mio carnefice, per non mettere in crisi e mandare in frantumi la sua immagine "pubblica" che vuole preservare.
Partirò dall'inizio. Nel 2018 ho cominciato a scrivere su un forum di cui ricordavo l'esistenza, perché vi avevo scritto alcuni messaggi sette anni prima. E' un forum incentrato sulle problematiche dell'ansia sociale, depressione e isolamento. Quello che chiamerò da ora in poi Il mostro, per riferirmi a lui, ha cominciato ben presto ad osservare tutte le mie mosse e a studiarmi. Io mi sono incautamente aperta su temi molto personali sul mio diario privato, pur non fornendo mai dettagli troppo precisi sulla mia vita: ma tutto ciò è stato sufficiente affinché questo mostro predatore si facesse un'idea di me. E l'idea di una ragazza vulnerabile, empatica, in grado di dare molto affetto, di perdonare, una vittima adatta alle sue esigenze.
Così, nel 2020, fresca di un lutto importante e in un periodo che non esiterei a definire drammatico per me, in poche parole; in un momento in cui mi ritrovavo sola a fronteggiare problemi importanti, e avevo bisogno di supporto emotivo, un amico che non avevo... il mostro si è avvicinato. Anche perché non aveva più l'alibi di essere fidanzato, e su quel sito parlava di come avrebbe voluto una nuova ragazza.
Sapendo che non avrei mai considerato l'idea di una relazione tra noi due a causa della differenza di età, ha otto anni meno di me, ha cercato di sedurmi proponendomi prima sesso senza alcun impegno, poi la sua amicizia e devozione eterna. Tutto questo fingendosi malato di cancro. Dopo un po' il cancro alla pelle che millantava di avere si è trasformato in papilloma virus, che necessitava più di un'operazione. Nel frattempo gli erano appena morte la gatta e la nonna. Le numerose ragazze che frequentava lo avevano tradito, umiliato e abbandonato, una dopo l'altra, immancabilmente. In una parola: era un povero derelitto.
Scriveva messaggi alle quattro del mattino su quel sito strazianti, voleva incarnare l'immagine del poeta maledetto e sensibile. Data la mia fragilità e soprattutto il mio bisogno di contatto umano e supporto in quel momento, ho cominciato a chattare con lui, dopo sua grande insistenza. Sottolineo che ha insistito perché io ero ritrosa, c'era già fin dall'inizio una vocina che mi metteva in guardia contro le reali intenzioni di questo lupaccio travestito da agnello. E io l'ho messa a tacere, la voce della mia intuizione.
Tutto questo accadeva un anno fa. Ha cominciato a lusingarmi, farmi sentire speciale, accolta, incoraggiarmi, e soprattutto a dirmi ciò che mi volevo sentire dire: che adesso la vita ci aveva fatto conoscere finalmente, e che non ero più sola perché da quel momento in poi potevo contare su un amico che mi voleva bene, avrebbe fatto di tutto per me.
Rapidamente ha introdotto un terzo elemento nella relazione: la ragazza che stava frequentando. Con la scusa che fra amici ci si dice di tutto, ha iniziato a raccontarmi particolari dei loro incontri sessuali, e in contemporanea premeva sempre di più affinché anch'io gli mandassi mie fotografie ("per vedermi", questa era la scusa). Capirete che pur non essendo e non considerandomi io stessa una cretina, dovevo essere veramente sola, speranzosa, per mettere a tacere i segnali d'allarme che mi ha mandato fin da subito: una delle primissime volte in cui abbiamo cominciato a chattare mi ha subito chiesto in amicizia la mia taglia di reggiseno, quanto pesavo e quanto ero alta. Quelle che in inglese sono chiamate Red flags, le bandierine rosse, i segnali di allarme che dovrebbero far capire dove va a parare questa persona.
Così in circa due settimane, dipingendosi come uno che aveva un sacco di interessi in comune con me e - cosa ancor più importante! - che aveva una visone della vita simile alla mia, (sapeva che mi piaceva l'arte, e si è improvvisato disegnatore e artista egli stesso. e mi ha anche detto che suo nonno era artista e pittore! Lo usava come asso nella manica) si è finto follemente innamorato di me. Ma di un amore "in amicizia", e siccome tutti i veri amici vanno a letto insieme (!! no comment...), ha ritenuto naturale pressarmi in maniera assurda affinché gli mandassi foto nuda, e lo andassi a trovare al più presto possibile, promettendomi le esperienze più indimenticabili della mia vita. Il bastone e la carota era la sua tattica: se mi fossi allontana da lui, significava che lo stavo pugnalando, e lui non si sarebbe mai ripreso dall'abbandono e dal tradimento della donna che amava in amicizia e che considerava la sua musa, la sua luce. (Ci conoscevamo da un mese.)
Se invece volevo continuare a frequentarlo solo in amicizia, senza sesso, allora ero una cretina, perché mi stavo lasciando sfuggire l'occasione della vita.
Ha sottolineato mille volte quanto dovessi essergli grata per tutto il tempo e le energie preziose che mi stava dedicando, che quelle energie non le riservava a nessuno, neanche alla sua ex. E mi ha convinta, tra un pianto, un complimento e una promessa, a mandargli veramente mie foto nuda. Che tuttora non so che fine abbiano fatto. Sono cominciate a quel punto anche le offese e le mancanze di rispetto, camuffate sempre da scherzi: ha iniziato a mandarmi lunghi audio con tutte le sue fantasie malate, tutta la perversità di ciò che mi voleva fare, chiamandomi con epiteti che potete immaginare e facendomi capire che voleva dominarmi, umiliarmi e trattarmi come un oggetto a sua disposizione, sessualmente ma anche emotivamente. La frase più emblematica di lui per me è stata: "Tu sei mia. Sei libera ma sei mia. E anche il mio migliore amico è mio." In pratica lui sapeva come considerava le sue relazioni strette, e lo diceva pure: la gente era in suo possesso, di sua proprietà.
Per non farmi scappare a gambe levate ha persino iniziato con le minacce di suicidio. E sempre, su tutto, aleggiava questa sua fragilità e il ricatto: se tu ti allontani, se mi lasci, io morirò, perché io sono come un bambino e "Tu ti sei presa una responsabilità ora, facendomi entrare nella tua vita". Altra frase agghiacciante e molto importante, che descriveva appieno ciò che pensava.
Sono sprofondata in un incubo, in cui il mio carnefice era la persona che mi prometteva mari e monti e mi diceva che ero bellissima (sapendo che mi consideravo brutta e che quindi prendevo questi complimenti come qualcosa d'importante, non ne ero indifferente), e un attimo dopo mi diceva, testuali parole, che con un pugno in faccia i miei denti storti si sarebbero aggiustati, non c'era problema. Un'alternanza continua di insulti volgari e dichiarazioni poetiche o pseudo tali.
Ciò che mi ha salvata dall'andarlo a trovare (ci separavano diverse regioni e centinaia di km, avrei dovuto prendere un aereo o fare più di un giorno di treno per raggiungerlo) è stata la provvidenziale divisione dell'Italia in fasce colorate, entrata in vigore esattamente quando lui mi scongiurava (e mi ordinava) di vederlo dal vivo al più presto possibile. La regione in cui abito è diventata arancione, e ancora oggi ringrazio chiunque dal cielo lo abbia permesso in quel preciso momento. E' stata la mia salvezza.
Ero come sotto un incantesimo, mi dicevo che perché no? E' un ragazzo molto più giovane, che mi vuole vedere in amicizia, inoffensivo. Il mostro però si era già stufato di promettermi abbracci, coccole e lunghe chiacchierate quando ci saremmo visti (tutto ciò che lui sapeva desideravo in quel momento), era da un mese che mi dedicava le sue attenzioni e non ne poteva più di mantenere la maschera e la recitazione del mio uomo ideale. Così alla fine ha pressato affinché gli dicessi che lo amavo, sempre mandandomi video in cui si masturbava e dichiarandomi amore eterno, perché ero così speciale e unica per lui, e dopo poche ore dalle sue dichiarazioni ha ostentato con me e anche in pubblico su quel forum il suo viaggio in un'altra regione per raggiungere la ragazza che frequentava. A me ha detto: "Ti amo, ci vediamo lunedì. ora vado a fare sesso nel weekend con questa mia amica."
Ho deciso di tagliare i ponti allora, a quella ennesima mancanza di rispetto, sempre più grossa e palese, però l'ho fatto male. Perché dopo quattro giorni di no contact,ci sono ricascata e gli ho ridato mie notizie. Lui era pronto per punirmi severamente per questo mio tentativo di affrancarmi da lui: ha rivoltato la frittata dicendo che si stava suicidando a causa mia (per l'ennesima volta) ed è arrivato persino a dire la cosa ridicola che con questa ragazza che frequentava, insieme, avevano spulciato i necrologi di non si sa quale giornale, perché lui era così in ansia che io avessi fatto un gesto estremo e non aveva pace. Non conosceva né il mio cognome né la città in cui vivevo, alla faccia dell'amicizia eterna che millantava. Questi erano dettagli di poco conto per lui.
Perciò si è sentito nuovamente in una posizione di potere, in cui io gli dovevo delle scuse per il comportamento inaccettabile (lasciarlo) e lui forse mi avrebbe schiavizzata ancora, se riconoscevo il mio grave errore. Dato che mi sono mostrata forte e non propensa a continuare con i suoi abusi, mi ha bloccata in malo modo e ha cominciato a dirmene di tutti i colori in pubblico sul sito che frequentavamo entrambi e su un gruppo telegram sempre attinente a quel sito. Io non ho risposto mai alle sue provocazioni, mai per le rime, ma il mio silenzio lui l'ha interpretato come il permesso per darmi ancora più addosso. In due giorni si è dipinto in pubblico lì come una vittima e mi ha accusato praticamente di essere una sadica psicopatica "in cerca di polli da spennare per mandarli al macello" (altra frase che ricordo dopo un anno). Io ero sadica, manipolatrice, disturbata, con lusinghe e minacce l'ho irretito, lui che era più giovane e con un cuore generoso e altruista, ha detto che ero un vampiro senza cuore, senza empatia, che ero una minaccia per tutti su quel forum. Tutto questo tre giorni dopo avermi detto ti amo, sei la mia amica eterna e puoi contare su di me, tutti gli altri passano ma noi restiamo.
E sono stata bannata sulle basi delle sue accuse pesantissime e praticamente di lui accecato dall'odio perchè io Sapevo Troppo. Ero la donna che sapeva troppo (su di lui, e quindi potenzialmente pericolosa per mantenere la sua immagine pubblica da ragazzo romantico, artistico, profondo e tormentato). Il suo ego aveva bisogno di credere che fosse lui a lasciarmi e che io veramente fossi in torto.
Gli utenti del forum sono arrivati a scrivere in messaggi pubblici, subito dopo che fossi bannata, che non sembravo una con la doppia vita, doppia personalità, e lui mi dava addosso e rincarava la dose dicendo: "Ah, ma voi non sapete cos'è successo in privato, e tanto basta...". Io, isolata e con un gruppo di gente capitanata da lui, che mi dava contro senza conoscermi (gli altri, e lui perché voleva annientarmi e vendicarsi perché avevo osato dissentire con la sua versione di sé stesso e della realtà), sono stata messa a durissima prova e mi sono sentita disperata. Mi aveva isolata da quella community, me ne aveva dette di tutti i colori, con gruppi di gente che non mi conosceva, e una settimana prima diceva di amarmi.
E' stato un colpo. Non mi dilungo a descrivere perché lo potete immaginare credo, e perché non voglio rievocare quelle sensazioni. Beh, mi sono sentita sgretolata. Devo dire che un ragazzo in quei giorni infernali mi ha letteralmente salvato la vita semplicemente chiedendomi su quel gruppo relativo al forum "Come va? Come stai tu adesso?". Mi ha fatto capire con quella frase che non tutti mi consideravano un mostro e si erano bevuti le panzane violente e infamanti su di me.
E' stato il primo minuscolo ma decisivo passo, la mano che mi ha teso, per ritornare alla mia visione di me stessa, che se un gruppo di estranei stavano pensando di me che fossi una sadica, manipolatrice, disturbata. Quel percorso che mi avrebbe portato, con immensa fatica, nei mesi successivi, ad elaborare un passo alla volta il lutto per la persona che non era mai esistita, (lo aveva inscenato lui il personaggio che piaceva a me, come un vestito su misura fatto per me), il trauma, l'abuso. E tornare a capire che qualsiasi opinione avesse lui di me, contava zero. Perché non è mai stato interessato a conoscermi, solo ad avermi come un personaggio, forse una comparsa, nel suo film personale in cui lui è il deus ex machina.
Per poter tornare a scrivere su quel forum da cui ero da poco stata bannata a vita, ho pensato di rivolgermi ad un avvocato, anche se non navigavo per niente nell'oro per permettermi anche quella spesa. I moderatori mi hanno risposto subito che anche il mostro poteva denunciarmi, (e senza che mostrassi loro le chat con lui, quindi sempre solo sulla base delle sue accuse verso me, che non ammettevano replica). Nel frattempo aggiungo un dettaglio che mi ha colpita: in quei giorni ho scoperto anche che aveva un canale youtube in cui faceva monologhi di oltre un'ora, riprendendosi mentre parlava; lì ho proprio visto il suo ego grandioso dispiegarsi, e ancor di più se lo confrontavo col fatto che scriveva in un forum di ansia sociale e timidezza. (Lui ovviamente, tra le varie accuse specchio, mi ha proprio detto che ho un ego immenso, smisurato, e che tutto ruota attorno a me, senza empatia. Praticamente ha fatto il suo stesso ritratto, più dettagliato e realistico di come sarebbe riuscito a farlo chiunque, anche io.)
Avendo il suo nome e cognome potevo querelarlo per diffamazione, l'avvocato a cui ho mostrato tutti i suoi messaggi mi aveva detto che erano pertinenti, era sufficiente. La querela per diffamazione avrei dovuto sporgerla entro massimo tre mesi dalle offese pubbliche, dopo di che, il reato non era più perseguibile. Così gli ho dato l'ultimatum, ancora appellandomi alla sua umanità che non esisteva: gli ho chiesto di chiarire in qualche modo coi moderatori ciò che aveva detto, perché non lo volevo querelare, non volevo essere costretta.
E lui ha risposto. Ha risposto che non aveva mai detto niente contro di me.
Che i moderatori mi avevano bannata perché avevano un'idea sbagliata di me.
Ha risposto che lo sapeva che non gli avevo mai fatto del male, mai importunato. Anzi, era mio amico.
Di nuovo!
...
Mi ha presa in giro per altri due mesi a partire da allora: io non l'ho querelato, lui è cambiato per l'ennesima volta dal giorno alla notte alla velocità della luce. mi ha invitata persino a scrivere in un suo gruppo telegram con poche altre persone fidate, facendomi quindi sentire anch'io una persona fidata, nel gruppetto degli "eletti", gli amici vicini. Ha ricominciato a mandarmi cuori, scherzare, essere affettuoso, e sottilmente mi triangolava con la folta schiera di amiche che aveva sempre, stavolta però guardandosi bene dall'inviarmi o chiedermi foto hot. Considerate che la sua prima reazione quando gli ho chiesto di scongiurare la querela è stata che lui stava peggio che in tutta la sua vita in quel momento, stava malissimo, era colpito da una depressione che lo portava sull'orlo del baratro.
Quindi, tra una ragazza e l'altra, lo straniamento più totale: stava male? stava bene? perché piangeva di essere solo se raccontava su quel sito un incontro dopo l'altro con ragazze sempre nuove sui siti d'incontri?
Allo scoccare dei tre mesi in cui era vulnerabile, ancora passabile di querela, il mostro ha gettato la maschera. Mi ha scritto, quattro giorni dopo avermi dato la famosa flebile speranza che magari un giorno avremmo anche potuto incontrarci dal vivo: "Ti stimo, e la vita ha tante cose da darti, e te le darà. Ma questo rapporto mi dà troppe ansie e preoccupazioni, senza rancore."