Massimiliano89 ha scritto:A volte credo di essere insensibile, e accuso me stesso dato che (inconsciamente) associo il sostantivo " insensibilità " a quello di " cattiveria ".
A me pare che hai un'
eccessiva severità verso te stesso.
Nessuno è perfetto, quindi
tutti avremo dei momenti in cui siamo egocentrici, opportunisti, indifferenti, distratti, ecc. E' normale - a meno che sei un santo!

(ed anche loro, non è che fossero sempre al massimo...)
A volte potresti essere insensibile verso gli altri perché sei preso dalle tue esigenze, o dal tuo malessere, o hai altre cose per la testa. Ma anche questo è del tutto normale.
Come è già stato scritto,
la cattiveria è un'altra cosa: è fare intenzionalmente del male, e magari provarci anche gusto.
Non credo tu sia così; anzi, credo che tu sia un uomo buono, sensibile e generoso... ma non sempre e comunque.
"Essere buoni" non vuol dire esserlo sempre al 100%; vuol dire esserlo in generale, quando possiamo, nelle circostanze che lo consentono.
Inoltre, quando una persona
vive uno stato di sofferenza (come è il tuo caso), è normale che non sia sempre sensibile ed attenta verso gli altri.
Perché la propria sofferenza distoglie da quella altrui.
Credo di essere cattivo... e questo mi turba molto. E secondo voi perché mi turba?
Come ho detto all'inizio, vedo in te una severità eccessiva;
una pretesa di essere migliore di quel che sei.
In termini psicologici, sembri avere un Super-Io (una sorta di "Giudice interiore") eccessivo. Per cui,
qualunque cosa fai non è mai abbastanza buono. E' forse il tuo caso?
Forse sarebbe bene coltivare una maggiore
accettazione di te stesso, ed imparare a vederti come un normale essere umano - invece di dover essere come Gesù Cristo in Terra!
