''Sloboda Gorko'',questo significa ''libertà amara''. E fra poco capirete perché. Ho avuto una vita molto semplice. Sono nato tante anni fa in una zona vicina a Belgrado. Eravamo tutti poveri:ricordo me un bambino magro,con i capelli lunghi in una treccia e bionda sempre pieni di pidocchi. Nella mia casa c'erano con noi che vivevano altre tre famiglie,eravamo in tutto 15 persone in un appartamento,la nostra famiglia era di sei persone. Chiamavano noi rom,zingari ma non eravamo rom perché i rom sono tutti scuri di pelle e occhi mentre noi eravamo tutti biondi con occhi chiari,mio padre lavorava come un imbianchino ma noi non abbiamo mai avuto con i suoi soldi molta riccheza ed doveamo elemosinare e spesso rubare. Poi è iniziata la scuola e ho dovuto salutare per sempre i miei capelli lunghi nella treccia perché se no avreo potuto passare a tutti i compagni i pidocchi e ho pianto per tanti,tanti giorni. A scuola mi piaceva tanto la matematica e mi piacevano le stelle. Appena veniva il sole non vedevo l'ora che arrivasse la notte per guardarle e immaginare tutto quello che ci poteva essere in quelle luci e ogni volta dicevo ''Kerim tu potrai andare là'' e mi addormentavo sempre con in testa questo pensiero. Come sapete le mia terra che era la Jugoslavia ha passato una grande guerra,ho perso mio padre e ho visto cose davvero tanto brutte. Visto che oramai non avevamo più niente l'unica cosa poteva essere scappare via. Io ero il figlio più grande,gli altri tutti piccoli e quindi ho dovuto andare via solo io perché mia mamma doveva restare con i bambini e un viaggio per cinque costava troppo per noi. Così sono partito. Per molto tempo ho vissuto come un senza tetto poi ho trovato un lavoro come muratore,non guadagno molto a volte lavoro di mattina o a volte di pomeriggio. Ero felice quando ho trovato il lavoro,volevo tanto dirlo a mia madre ma non la ho mai più rivista e neanche i miei piccoli fratelli. Ecco,ho trovato la mia libertà amara. Mi ero liberato dalla guerra,vedevo il viaggio in Italia la mia vera libertà e infatti è stata la mia libertà che però ho pagato con il prezzo amaro di non avere mai più una famiglia. Sento che la colpa è mia,ogni volta penso ancora alle sue ultime parole con le lacrime ''Corri via dalla guerra figlio'' e io chiedevo ''Ma non so se potrò riuscire a fare qualche lavoro'' e lei ''è meglio non fare niente che fare la guerra.'' Continuava a ripetere ''vai corri,corri via'' ''ma come faccio ha correre se mi abbracci così forte?'' Dicevo ridendo in modo molto finto e quando mi ha lasciato sono corrso. Non sento di avere molti motivi per vivere:sono sempre solo,senza niente amico,senza famiglia,con il lavoro faticoso e povero. Però non ho mai suicidato cioè non ho mai provato il suicidio non so se capite.
Questa è la mia storia,la mio diario. Scusate se c'è qualche errore,sono qua da 18 anni ma qualcosa ancora non riesco a scrivere molto bene se trovate errori scusate e spero che capiate. Grazie per chi ha letto.