Malattia cronica

Spazio per medici, farmacisti, infermieri e tutti coloro che sentono di voler condividere - o di avere bisogno di - informazioni importanti inerenti ai farmaci (ipnotici, ansiolitici, antidepressivi, antipsicotici), malattie e salute.
Affrontiamo anche tematiche riguardanti la droga, l'alcolismo, i disturbi di personalità quali borderline, narcisistico, evitante, derealizzazione, depersonalizzazione.
Condividiamo anche informazioni utili sulle nuove scoperte scientifiche in campo medico.

Malattia cronica

Messaggioda elle8n » 06/03/2025, 0:06



Ciao Ryan <3

Mi dispiace per la tua situazione e la comprendo.
Io soffro di emicrania e cefalea (con e senza aura) croniche praticamente da sempre, già a un anno e mezzo dicevo (a tentoni) che mi faceva male la testa, a cinque anni ho iniziato a girare di medico in medico e mille ricoveri. Il dolore cronico è una brutta bestia, soprattutto quando è 'invisibile'. Credo che la cosa che mi ha segnato di più sono stati gli anni della scuola, con gli insegnanti che dicevano che fingevo solo per tornare a casa o saltare la verifica e poco importava se le altre le avevo fatte tutte e passata con il massimo dei voti. Ho dovuto interrompere la mia carriera scolastica perchè non riuscivo letteralmente a vivere con il dolore, una cosa che ho sofferto enormemente essendo io una persona fondamentalmente accademica. Sono riuscita a diplomarmi in ritardo di 10 anni: è stata un enorme soddisfazione.
Alla elementari passavano almeno due giorni alla settimana a casa, poi è peggiorato verso la seconda media con i sintomi che mi porto ancora dietro.
Quando il dolore è più forte sono costretta a stare coricata al buio, in silenzio, vomito e spesso piango dal dolore. Tutta la mia vita è influenzata dal dolore: quando devo partire devo capire che farmaci prendere in prevenzione e so che se sono in vacanza dovrò esagerare ocn gli antidolorifici e al mio ritorno finirò per passare una settimana a letto, ho mille precauzioni (es. se il giorno dopo devo andare da qualche parte i due giorni prima devo stare in riposo assoluto, non posso bere sia perchè mi aumenta il dolore sia perchè l'alcol non reagisce bene con gli antidolorifici molto molto forti che prendo fra cui morfina e ossicodone, so che se faccio la doccia poi mi aumenterò il dolore quindi devo avere la possibilità di coricarmi subito dopo e altre mille che non sto ad elencarti.
Inoltre sono farmacoresistente, il mio fisico si abitua subito, quello che per le persone normali è talmente forte da costringere a letto per me è come bere acqua.
A causa del dolore continuo sono caduta in anoressia e la forte perdita di peso mi ha portato a danni irreversibili al fisico, ancora adesso quando ho i momenti di aumento del dolore (come nell'ultimo anno), i sintomi del disturbo alimentare si acutizzano e devo continuamente lottare per mangiare.
Ho una parestesia alla gamba destra associata all'emicrania e questo, legato ai forti farmaci che prendo mi impediscono di prendere la patente.
Sono invalida civile e con capacità lavorativa ridotta.

Ci sono stati momenti nei quali ho davvero sofferto a livello psicologico questa mia condizione perchè è innegabile il fatto che la mia vita sia in funzione del dolore ma crescendo 'me ne sono fatta una ragione', in questo mi ha aiutato realizzare alcune cose delle quali ha parlato anche Vera.

VeraVita ha scritto: Convivere con i propri errori e avere fede. Che le cose brutte che ci accadano non siano eterne, che è tutto per qualcosa di meglio. Di dare tempo al tempo per capire il grande disegno che c'è dietro.


Per quanto mi riguarda, non posso dire di dover 'convivere con i miei errori' perchè non ho fatto nessun errore che abbia portato alle mie attuali condizioni e capirlo, comprendere che non era colpa mia è stata una rivelazione. L'unico errore legato alle patologia che ho fatto è il cercare di risolvere tutto da sola, la paura di dare fastidio alla mia famiglia non rendendomi conto che il mio silenzio finiva per danneggiare sia me che chi mi ama.

Io credo fortemente che esista un perchè a quello che ci accade e so anche che probabilmente le mie condizioni non cambieranno mai, ci dovrò convivere per sempre, ma so per certo che la ragione c'è. L'ho trovata.
Le esperienze vissute mi hanno portato ad essere diversa, ad acquisire una consapevolezza diversa. Non ho potuto fare le esperienze che la maggior parte delle persone fanno ma ne ho avute altre, molte altre diverse e anche molto pesanti e difficili che però mi hanno regalato incontri, mi hanno aperto gli occhi. Ho fatto tesoro di tutto questo e spero di riuscire ad aiutare chi sta passando momenti difficili.

VeraVita ha scritto: Ad ogni modo, lasciamo stare la fede perché ognuno di noi, può credere a ciò che vuole. Però, il mio invito, è quello di non vedere la tua malattia come una punizione ma un'opportunità per vivere la tua vita meglio. Per cogliere le sfumature che gli altri non notano. I tanti doni che la vita ci offre al di là delle difficoltà. Se ci fosse un lato positivo nella tua situazione quale sarebbe? C'è qualcosa che puoi fare meglio di adesso? Sei soltanto il tuo corpo o sei più di tutto questo? Poi, sai. Mi sono accorta che quando ci succedono cose belle le brutte esperienze passate scompaiono. O, comunque capiamo il perché.


La fede mi ha aiutata molto, avevo perso la fede durante l'adolescenza, è stata l'anoressia a donarmela nuovamente. Ora ricordo quei cinque mesi passato in clinica come uno dei periodi più belli della mia vita. Mi hanno salvata la vita e sono letteralmente rinata: ho dovuto reimparare a mangiare (addirittura a tagliare il cibo nel modo corretto). Ho toccato con mano per il primo mese i bui anfratti del reparto psichiatrico (prima di essere spostata nel reparto dca) e sono così grata di aver conosciuto quelle persone: ho perso preconcetti che non sapevo neanche di avere e ho conosciuti tante persone che potrei solo definire 'angeli' terreni.
La fede mi aiuta ad accettare ciò che non posso cambiare, ciò che mi viene posto sulle spalle e fidarmi di chi lo ha fatto. Ma questa è una visione molto personale che comprendo perfettamente non essere per tutti.

Le brutte esperienze passate NON scompaiono. Per me quei momenti NON scompaiono mai e i dolori peggiori te li porti per sempre nel cuore (soprattutto le tante persone, spesso troppo giovani per andarsene, che ho perso quando ero troppo giovane) ma la ferita aperta guarisce pian piano, lasciandosi dietro solo una cicatrice che diventa però il simbolo che sei sopravvissuto.
Ogni cicatrice, visibile e invisibile che sia e ne ho molte di entrambi i tipi, mi ricorda che sono ancora viva.

Non sarebbe giusto tralasciare una cosa importantissima nella mia vita: la mia famiglia. Non credo che sarei ancora qui se non avessi avuto il sostegno della mia famiglia.

Della tua attuale condizione qual'è l'aspetto che più ti provoca dolore (fisico o psicologico), credi che potresti fare qualcosa per stare meglio? Per vivere meglio? VeraVita ha fatto un ottima osservazione chiedendoti se riuscissi a vedere dei lati positivi.

Ti mando un abbraccio forte <3
Con affetto,
Elena.
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Malattia cronica

Messaggioda VeraVita » 06/03/2025, 9:54



RyanTheNorthman ha scritto:
VeraVita ha scritto:
RyanTheNorthman ha scritto:
VeraVita ha scritto:Innanzitutto, mi dispiace moltissimo per la tua situazione. Immagino, che non debba essere facile. Purtroppo, non conosco la tua situazione.. ho cercato anche un po' sul web se avessi messo qualche domanda ma ho scoperto solo che hai 23 anni.. se è vero.. ma a me sembra reale il tuo dolore.. così giovane.. insomma, anche se è poco mi dispiace moltissimo! Io non so se hai letto ma sto soffrendo per i denti. Quando avevo 23 anni decisi di mettermi l'apparecchio perché mi vedevo brutta. Poi, sai, io sono la 2 di quattro figlie femmine. E, ho sofferto tantissimo per i paragoni. Pensavo che avendo un bel sorriso avrei sistemato i miei problemi, che male che andasse avrei riavuto i miei denti come prima. Per fartela molto breve, mi sono messa nelle mani di un macellaio. Che mi ha rovinata :"( (sempre per farla molto breve). In questi giorni ho perso, penso il penultimo pezzo di un dente. E, mi sono chiesta scusa. Ho chiesto scusa anche ai miei denti. E, non pensavo di pagare un prezzo così alto per una scelta sbagliata. Ho messo il pezzettino di dente nel portafoglio. Spero mi porti fortuna e mi protegga e spero anche che mi sia di insegnamento. Ad ogni modo, purtroppo, quando ci accadono queste cose che si può fare? Che si può dire? Penso si possa solo andare avanti. Convivere con i propri errori e avere fede. Che le cose brutte che ci accadano non siano eterne, che è tutto per qualcosa di meglio. Di dare tempo al tempo per capire il grande disegno che c'è dietro. Che in una prossima vita staremo meglio. Poi, sai. Ultimamente, mi sto accorgendo di come tutti nella vita vuoi o non vuoi soffrano. Certo, a volte, pensare che è tutto per qualcosa di meglio e via discorrendo, ammetto, mi rattrista ancora di più. O, comunque, non mi dia conforto. Però, poi, mi vengono in mente alcuni episodi della vita passata che mi fanno riflettere. Ad ogni modo, lasciamo stare la fede perché ognuno di noi, può credere a ciò che vuole. Però, il mio invito, è quello di non vedere la tua malattia come una punizione ma un'opportunità per vivere la tua vita meglio. Per cogliere le sfumature che gli altri non notano. I tanti doni che la vita ci offre al di là delle difficoltà. Se ci fosse un lato positivo nella tua situazione quale sarebbe? C'è qualcosa che puoi fare meglio di adesso? Sei soltanto il tuo corpo o sei più di tutto questo? Poi, sai. Mi sono accorta che quando ci succedono cose belle le brutte esperienze passate scompaiono. O, comunque capiamo il perché. Sai, io in passato ho sofferto tantissimo la solitudine. Considera che non avevo neanche il compagno di banco. Giusto in casi veramente eccezionali. Poi, quando potevano scappavano pure. Quindi, spesso idealizzavo molto il fatto che se avessi avuto degli amici la mia vita sarebbe stata migliore, più bella e altro. Ma non è così. Siamo noi che con le nostre scelte ci rendiamo tristi o felici. Bisogna poi imparare a scegliere le persone di cui ci circondiamo. Imparare da ciò che ci accade e diventare più forti. Scrivere i nostri sogni e desideri su un foglio. Come quando eravamo bambini e tutto sembrava possibile. Per curiosità, scusami, ma cosa avresti? Inoltre, la tua psicologa cosa ti dice? Scusami, se mi impiccio!


Ciao Vera. Sì, ho letto riguardo alla storia con i tuoi denti; come sono messi in generale al momento?
Io, come ho raccontato nel forum delle presentazioni, sono affetto da psoriasi, una malattia cronica che provoca la formazione di chiazze rosse con squame sulla pelle in qualsiasi parte del corpo, compreso il volto, e possono dare prurito (nel mio caso fortunatamente quasi mai) e anche sanguinare se le si gratta troppo; non ha una cura definitiva e può aumentare il rischio di altre patologie, come l'artrite, il diabete, i problemi cardiovascolari, la depressione ecc; inoltre ha un impatto estetico importante, e di conseguenza anche psicologico. Quindi, come dice la parola, purtroppo è eterna, non andrà mai via; e sì, la vedo come un'altra punizione, oltre alle altre che ho, e purtroppo non c'è niente che possa fare meglio di quello che faccio già; sì, sebbene gli esseri viventi non siano fatti solo di materia ma anche di anima, penso che il corpo sia una parte importante di una persona: se non si sta bene nel proprio corpo è un grosso problema. Devo dire anche che purtroppo le cose belle che sono accadute nella mia vita non sono riuscite ad annullare quelle brutte, e i pochissimi amici che ho avuto non sono serviti a farmi stare meglio.
La dottoressa che mi ha seguito, come ho detto, svalutava la mia situazione e l'ha paragonata ad altre malattie e facendo esempi di persone che ci convivevano benissimo, senza tenere conto che ogni persona è a sé e vive le cose diversamente.
Comunque ti ringrazio per l'interessamento che hai avuto per me.


Mi dispiace non poterti aiutare di più :"(. Però, se posso chiederti: cosa ti piacerebbe sentirti dire? Grazie ^^


Tranquilla. Mi sfogo su questo sito principalmente per essere ascoltato senza critiche e per dialogare un po', non pretendo che qualcuno mi dia la soluzione a tutto, e non sarebbe neanche giusto farlo; quel compito spetterebbe a coloro che aiutano le persone di mestiere, o almeno dovrebbero aiutarle, dato che negli anni ho intrapreso varie terapie che alla fine mi hanno fatto perdere solo tempo e denaro... ma questa è un'altra storia. Comunque, già solo il fatto che ci sia qualcuno che mi ascolti e che cerchi come può di farmi sentire meglio lo apprezzo davvero molto.


Oggi ho letto qualcosa nel mio libro: "Guarisci il tuo corpo con le affermazioni e l'intuito". Sul tuo caso (ma anche sul nostro) dice che devi chiederti qual è lo scopo della tua vita e il senso della tua malattia. Cosa sta cercando di dirti il tuo corpo? Cosa devi rivedere? Poi, dice di scrivere su un foglio indirizzato all'universo cosa ti servirebbe. Ora magari non è di gran conforto ma visto che le hai provate tutte e speso tanti soldi potresti provare.. secondo me! Ad ogni modo, ti ringrazio per le tue gentili parole.. però, sai. Mi piacerebbe poter fare di più :") mi sento di ringraziarti anche perché mi stai aiutando anche a me ^^
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VeraVita
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Malattia cronica

Messaggioda RyanTheNorthman » 06/03/2025, 11:34



elle8n ha scritto:Ciao Ryan <3

Mi dispiace per la tua situazione e la comprendo.
Io soffro di emicrania e cefalea (con e senza aura) croniche praticamente da sempre, già a un anno e mezzo dicevo (a tentoni) che mi faceva male la testa, a cinque anni ho iniziato a girare di medico in medico e mille ricoveri. Il dolore cronico è una brutta bestia, soprattutto quando è 'invisibile'. Credo che la cosa che mi ha segnato di più sono stati gli anni della scuola, con gli insegnanti che dicevano che fingevo solo per tornare a casa o saltare la verifica e poco importava se le altre le avevo fatte tutte e passata con il massimo dei voti. Ho dovuto interrompere la mia carriera scolastica perchè non riuscivo letteralmente a vivere con il dolore, una cosa che ho sofferto enormemente essendo io una persona fondamentalmente accademica. Sono riuscita a diplomarmi in ritardo di 10 anni: è stata un enorme soddisfazione.
Alla elementari passavano almeno due giorni alla settimana a casa, poi è peggiorato verso la seconda media con i sintomi che mi porto ancora dietro.
Quando il dolore è più forte sono costretta a stare coricata al buio, in silenzio, vomito e spesso piango dal dolore. Tutta la mia vita è influenzata dal dolore: quando devo partire devo capire che farmaci prendere in prevenzione e so che se sono in vacanza dovrò esagerare ocn gli antidolorifici e al mio ritorno finirò per passare una settimana a letto, ho mille precauzioni (es. se il giorno dopo devo andare da qualche parte i due giorni prima devo stare in riposo assoluto, non posso bere sia perchè mi aumenta il dolore sia perchè l'alcol non reagisce bene con gli antidolorifici molto molto forti che prendo fra cui morfina e ossicodone, so che se faccio la doccia poi mi aumenterò il dolore quindi devo avere la possibilità di coricarmi subito dopo e altre mille che non sto ad elencarti.
Inoltre sono farmacoresistente, il mio fisico si abitua subito, quello che per le persone normali è talmente forte da costringere a letto per me è come bere acqua.
A causa del dolore continuo sono caduta in anoressia e la forte perdita di peso mi ha portato a danni irreversibili al fisico, ancora adesso quando ho i momenti di aumento del dolore (come nell'ultimo anno), i sintomi del disturbo alimentare si acutizzano e devo continuamente lottare per mangiare.
Ho una parestesia alla gamba destra associata all'emicrania e questo, legato ai forti farmaci che prendo mi impediscono di prendere la patente.
Sono invalida civile e con capacità lavorativa ridotta.

Ci sono stati momenti nei quali ho davvero sofferto a livello psicologico questa mia condizione perchè è innegabile il fatto che la mia vita sia in funzione del dolore ma crescendo 'me ne sono fatta una ragione', in questo mi ha aiutato realizzare alcune cose delle quali ha parlato anche Vera.

VeraVita ha scritto: Convivere con i propri errori e avere fede. Che le cose brutte che ci accadano non siano eterne, che è tutto per qualcosa di meglio. Di dare tempo al tempo per capire il grande disegno che c'è dietro.


Per quanto mi riguarda, non posso dire di dover 'convivere con i miei errori' perchè non ho fatto nessun errore che abbia portato alle mie attuali condizioni e capirlo, comprendere che non era colpa mia è stata una rivelazione. L'unico errore legato alle patologia che ho fatto è il cercare di risolvere tutto da sola, la paura di dare fastidio alla mia famiglia non rendendomi conto che il mio silenzio finiva per danneggiare sia me che chi mi ama.

Io credo fortemente che esista un perchè a quello che ci accade e so anche che probabilmente le mie condizioni non cambieranno mai, ci dovrò convivere per sempre, ma so per certo che la ragione c'è. L'ho trovata.
Le esperienze vissute mi hanno portato ad essere diversa, ad acquisire una consapevolezza diversa. Non ho potuto fare le esperienze che la maggior parte delle persone fanno ma ne ho avute altre, molte altre diverse e anche molto pesanti e difficili che però mi hanno regalato incontri, mi hanno aperto gli occhi. Ho fatto tesoro di tutto questo e spero di riuscire ad aiutare chi sta passando momenti difficili.

VeraVita ha scritto: Ad ogni modo, lasciamo stare la fede perché ognuno di noi, può credere a ciò che vuole. Però, il mio invito, è quello di non vedere la tua malattia come una punizione ma un'opportunità per vivere la tua vita meglio. Per cogliere le sfumature che gli altri non notano. I tanti doni che la vita ci offre al di là delle difficoltà. Se ci fosse un lato positivo nella tua situazione quale sarebbe? C'è qualcosa che puoi fare meglio di adesso? Sei soltanto il tuo corpo o sei più di tutto questo? Poi, sai. Mi sono accorta che quando ci succedono cose belle le brutte esperienze passate scompaiono. O, comunque capiamo il perché.


La fede mi ha aiutata molto, avevo perso la fede durante l'adolescenza, è stata l'anoressia a donarmela nuovamente. Ora ricordo quei cinque mesi passato in clinica come uno dei periodi più belli della mia vita. Mi hanno salvata la vita e sono letteralmente rinata: ho dovuto reimparare a mangiare (addirittura a tagliare il cibo nel modo corretto). Ho toccato con mano per il primo mese i bui anfratti del reparto psichiatrico (prima di essere spostata nel reparto dca) e sono così grata di aver conosciuto quelle persone: ho perso preconcetti che non sapevo neanche di avere e ho conosciuti tante persone che potrei solo definire 'angeli' terreni.
La fede mi aiuta ad accettare ciò che non posso cambiare, ciò che mi viene posto sulle spalle e fidarmi di chi lo ha fatto. Ma questa è una visione molto personale che comprendo perfettamente non essere per tutti.

Le brutte esperienze passate NON scompaiono. Per me quei momenti NON scompaiono mai e i dolori peggiori te li porti per sempre nel cuore (soprattutto le tante persone, spesso troppo giovani per andarsene, che ho perso quando ero troppo giovane) ma la ferita aperta guarisce pian piano, lasciandosi dietro solo una cicatrice che diventa però il simbolo che sei sopravvissuto.
Ogni cicatrice, visibile e invisibile che sia e ne ho molte di entrambi i tipi, mi ricorda che sono ancora viva.

Non sarebbe giusto tralasciare una cosa importantissima nella mia vita: la mia famiglia. Non credo che sarei ancora qui se non avessi avuto il sostegno della mia famiglia.

Della tua attuale condizione qual'è l'aspetto che più ti provoca dolore (fisico o psicologico), credi che potresti fare qualcosa per stare meglio? Per vivere meglio? VeraVita ha fatto un ottima osservazione chiedendoti se riuscissi a vedere dei lati positivi.

Ti mando un abbraccio forte <3
Con affetto,
Elena.


Ciao Elena, grazie. Conoscere la tua condizione mi ha sorpreso e mi ha messo amarezza e tristezza; sapere che ci sono persone che soffrono così tanto, senza nemmeno meritarselo, è una delle cose che fa più arrabbiare ed è solo un'ingiustizia, non ha nulla di positivo per me e, soprattutto, non ha una ragione, si tratta di destino purtroppo, e il destino non sempre si può controllare e costruire a proprio piacimento. Posso chiederti se, dato che non c'è una cura, al momento in ambito farmacologico non ci sia ancora nulla in grado di migliorare la situazione e aumentare la qualità della tua vita?
Per quanto riguarda me, ho cercato per anni di accettare la cosa, provando diversi approcci, ma come ho detto, sono sempre rimasto al punto di partenza, e per di più ho paura delle altre patologie che potrebbero arrivare, come l'artrite, la quale causa rigidità, difficoltà di movimento e dolore anche cronico, e per me, che ho lo sport equestre tra le uniche cose positive nella vita, se la contraessi sarebbe la fine. Inoltre, a differenza di te, non ho mai conosciuto delle belle persone, che ci tenessero davvero a me, ho sempre avuto solo mia mamma, che non è mai riuscita a darmi un forte sostegno (non per colpa sua o perché non volesse), e mia sorella, che ha una disabilità a livello cognitivo perciò sono sempre stato io la sua spalla, quello che si prende cura di lei. Quello che principalmente mi provoca dolore e anche ripugnanza e vergogna sono proprio le lesioni che mi si formano sulla pelle, tra cui anche in volto, che mi fanno sembrare malato di lebbra o di qualsiasi altra malattia infettiva, quando la mia non lo è, e gli sguardi di qualcuno e a volte le domande che mi vengono rivolte, anche quando vado semplicemente a fare una visita medica o un esame del sangue.
E poi, oltre alla psoriasi, purtroppo mi porto dietro altri problemi, dei quali ho raccontato nel forum di presentazione, che ora come ora non sono risolvibili.
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RyanTheNorthman
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Malattia cronica

Messaggioda RyanTheNorthman » 06/03/2025, 11:47



VeraVita ha scritto:
RyanTheNorthman ha scritto:
VeraVita ha scritto:
RyanTheNorthman ha scritto:
VeraVita ha scritto:Innanzitutto, mi dispiace moltissimo per la tua situazione. Immagino, che non debba essere facile. Purtroppo, non conosco la tua situazione.. ho cercato anche un po' sul web se avessi messo qualche domanda ma ho scoperto solo che hai 23 anni.. se è vero.. ma a me sembra reale il tuo dolore.. così giovane.. insomma, anche se è poco mi dispiace moltissimo! Io non so se hai letto ma sto soffrendo per i denti. Quando avevo 23 anni decisi di mettermi l'apparecchio perché mi vedevo brutta. Poi, sai, io sono la 2 di quattro figlie femmine. E, ho sofferto tantissimo per i paragoni. Pensavo che avendo un bel sorriso avrei sistemato i miei problemi, che male che andasse avrei riavuto i miei denti come prima. Per fartela molto breve, mi sono messa nelle mani di un macellaio. Che mi ha rovinata :"( (sempre per farla molto breve). In questi giorni ho perso, penso il penultimo pezzo di un dente. E, mi sono chiesta scusa. Ho chiesto scusa anche ai miei denti. E, non pensavo di pagare un prezzo così alto per una scelta sbagliata. Ho messo il pezzettino di dente nel portafoglio. Spero mi porti fortuna e mi protegga e spero anche che mi sia di insegnamento. Ad ogni modo, purtroppo, quando ci accadono queste cose che si può fare? Che si può dire? Penso si possa solo andare avanti. Convivere con i propri errori e avere fede. Che le cose brutte che ci accadano non siano eterne, che è tutto per qualcosa di meglio. Di dare tempo al tempo per capire il grande disegno che c'è dietro. Che in una prossima vita staremo meglio. Poi, sai. Ultimamente, mi sto accorgendo di come tutti nella vita vuoi o non vuoi soffrano. Certo, a volte, pensare che è tutto per qualcosa di meglio e via discorrendo, ammetto, mi rattrista ancora di più. O, comunque, non mi dia conforto. Però, poi, mi vengono in mente alcuni episodi della vita passata che mi fanno riflettere. Ad ogni modo, lasciamo stare la fede perché ognuno di noi, può credere a ciò che vuole. Però, il mio invito, è quello di non vedere la tua malattia come una punizione ma un'opportunità per vivere la tua vita meglio. Per cogliere le sfumature che gli altri non notano. I tanti doni che la vita ci offre al di là delle difficoltà. Se ci fosse un lato positivo nella tua situazione quale sarebbe? C'è qualcosa che puoi fare meglio di adesso? Sei soltanto il tuo corpo o sei più di tutto questo? Poi, sai. Mi sono accorta che quando ci succedono cose belle le brutte esperienze passate scompaiono. O, comunque capiamo il perché. Sai, io in passato ho sofferto tantissimo la solitudine. Considera che non avevo neanche il compagno di banco. Giusto in casi veramente eccezionali. Poi, quando potevano scappavano pure. Quindi, spesso idealizzavo molto il fatto che se avessi avuto degli amici la mia vita sarebbe stata migliore, più bella e altro. Ma non è così. Siamo noi che con le nostre scelte ci rendiamo tristi o felici. Bisogna poi imparare a scegliere le persone di cui ci circondiamo. Imparare da ciò che ci accade e diventare più forti. Scrivere i nostri sogni e desideri su un foglio. Come quando eravamo bambini e tutto sembrava possibile. Per curiosità, scusami, ma cosa avresti? Inoltre, la tua psicologa cosa ti dice? Scusami, se mi impiccio!


Ciao Vera. Sì, ho letto riguardo alla storia con i tuoi denti; come sono messi in generale al momento?
Io, come ho raccontato nel forum delle presentazioni, sono affetto da psoriasi, una malattia cronica che provoca la formazione di chiazze rosse con squame sulla pelle in qualsiasi parte del corpo, compreso il volto, e possono dare prurito (nel mio caso fortunatamente quasi mai) e anche sanguinare se le si gratta troppo; non ha una cura definitiva e può aumentare il rischio di altre patologie, come l'artrite, il diabete, i problemi cardiovascolari, la depressione ecc; inoltre ha un impatto estetico importante, e di conseguenza anche psicologico. Quindi, come dice la parola, purtroppo è eterna, non andrà mai via; e sì, la vedo come un'altra punizione, oltre alle altre che ho, e purtroppo non c'è niente che possa fare meglio di quello che faccio già; sì, sebbene gli esseri viventi non siano fatti solo di materia ma anche di anima, penso che il corpo sia una parte importante di una persona: se non si sta bene nel proprio corpo è un grosso problema. Devo dire anche che purtroppo le cose belle che sono accadute nella mia vita non sono riuscite ad annullare quelle brutte, e i pochissimi amici che ho avuto non sono serviti a farmi stare meglio.
La dottoressa che mi ha seguito, come ho detto, svalutava la mia situazione e l'ha paragonata ad altre malattie e facendo esempi di persone che ci convivevano benissimo, senza tenere conto che ogni persona è a sé e vive le cose diversamente.
Comunque ti ringrazio per l'interessamento che hai avuto per me.


Mi dispiace non poterti aiutare di più :"(. Però, se posso chiederti: cosa ti piacerebbe sentirti dire? Grazie ^^


Tranquilla. Mi sfogo su questo sito principalmente per essere ascoltato senza critiche e per dialogare un po', non pretendo che qualcuno mi dia la soluzione a tutto, e non sarebbe neanche giusto farlo; quel compito spetterebbe a coloro che aiutano le persone di mestiere, o almeno dovrebbero aiutarle, dato che negli anni ho intrapreso varie terapie che alla fine mi hanno fatto perdere solo tempo e denaro... ma questa è un'altra storia. Comunque, già solo il fatto che ci sia qualcuno che mi ascolti e che cerchi come può di farmi sentire meglio lo apprezzo davvero molto.


Oggi ho letto qualcosa nel mio libro: "Guarisci il tuo corpo con le affermazioni e l'intuito". Sul tuo caso (ma anche sul nostro) dice che devi chiederti qual è lo scopo della tua vita e il senso della tua malattia. Cosa sta cercando di dirti il tuo corpo? Cosa devi rivedere? Poi, dice di scrivere su un foglio indirizzato all'universo cosa ti servirebbe. Ora magari non è di gran conforto ma visto che le hai provate tutte e speso tanti soldi potresti provare.. secondo me! Ad ogni modo, ti ringrazio per le tue gentili parole.. però, sai. Mi piacerebbe poter fare di più :") mi sento di ringraziarti anche perché mi stai aiutando anche a me ^^


Ti ringrazio e mi fa piacere che le mie parole ti siano di conforto; quando non riesco ad essere felice con me stesso, compiere una buona azione verso gli altri può riuscire a portarmene almeno un po', che è già qualcosa. Se dovessi pensare di scrivere cosa mi servirebbe all'universo su un foglio verrebbe un lungo tema XD , ma è un'idea originale e un po' particolare per me, dato che non ho mai provato cose di questo tipo.
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RyanTheNorthman
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Malattia cronica

Messaggioda elle8n » 07/03/2025, 1:14



RyanTheNorthman ha scritto:Posso chiederti se, dato che non c'è una cura, al momento in ambito farmacologico non ci sia ancora nulla in grado di migliorare la situazione e aumentare la qualità della tua vita?


Caro Ryan grazie delle tue parole <3
Sfortunatamente non ci sono antidolorifici che funzionino davvero, a volte fa qualcosa uno, a volte l'altro... mi accontento anche di un lieve sollievo ^_^

RyanTheNorthman ha scritto:Inoltre, a differenza di te, non ho mai conosciuto delle belle persone, che ci tenessero davvero a me, ho sempre avuto solo mia mamma, che non è mai riuscita a darmi un forte sostegno (non per colpa sua o perché non volesse), e mia sorella, che ha una disabilità a livello cognitivo perciò sono sempre stato io la sua spalla, quello che si prende cura di lei.


Mi dispiace davvero molto di questo, quando incontro persone che portano questo dolore mi sento molto fortunata. Non perdere la speranza in merito al conoscere persone che ci tengano davvero, a volte arrivano quando meno ce l'aspettiamo.


RyanTheNorthman ha scritto:sono proprio le lesioni che mi si formano sulla pelle, tra cui anche in volto, che mi fanno sembrare malato di lebbra o di qualsiasi altra malattia infettiva, quando la mia non lo è, e gli sguardi di qualcuno e a volte le domande che mi vengono rivolte, anche quando vado semplicemente a fare una visita medica o un esame del sangue.


La gente sa essere crudele, è inutile fingere che non sia così e comprendo perfettamente che tu possa vivere male questa cosa.


So che può sembrare semplicistico ma psicologicamente, oltre la fede, mi aiutano molto gli hobby e gli interessi quando ho dolore o nei momenti in cui sono psicologicamente a terra, sono sempre un qualcosa di positivo nella mia vita, la mia valvola di sfogo (assieme alle cagnoline)
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Malattia cronica

Messaggioda SpringToCome » 07/03/2025, 5:29



La psoriasi è una malattia cronica alquanto fastidiosa sia per la sintomatologia, sia per gli inestetismi che arreca.

Posso capirti in parte perchè ho da diversi anni una dermatite ad alcune zone del volto, al cuoio capelluto, e nella zona sternale. Niente che però si possa paragonare alla psoriasi.

Non è giusto minimizzare il problema portando ad esempio altre malattie croniche più severe ed invalidanti, perchè la percezione di chi ne è affetto va rispettata sempre. Tuttavia credo che i tentativi fatti dalla psicoterapeuta fossero in totale buona fede, ossia miravano a farti riflettere che devi sforzarti di cercare e trovare dei metodi che ti facciano ridimensionare la percezione della problematica. Il problema spesso è di non accettazione con noi stessi piuttosto che ciò che pensa il resto del mondo di noi e del nostro problema.

Al mondo non importa nulla dei problemi che possiamo avere. Per mondo intendo le altre persone oltre noi stessi.
Al mondo interessa solo quanto noi siamo in grado di reagire a quei problemi e andare avanti nonostante tutto.
Ecco perchè non fa notizia chi si suicida dopo esser diventato d' improvviso paraplegico, ma invece viene preso ad esempio un Alex Zanardi, una Bebe Vio, erc etc e chiunque non si sia mai fermato di fronte ad una disabilità.

Ovviamente sto estremizzando, ma il concetto che vorrei passasse è che devi cambiare l' idea che hai di te e di come credi che gli altri ti percepiscano a causa degli inestetismi. Non puoi bloccare la tua vita per questo.

Quand'ero ragazzzino e andavo con mia sorella alle feste di compleanno di quelli più grandi , i suoi amici, per timidezza me ne stavo sempre in disparte anche se mi sarebbe piaciuto divertirmi con gli altri, partecipare e andare in mezzo a loro e ballare, ma mi vergognavo e mi autobliccavo. Mia sorella capita questa cosa mi disse: "ma credi che tutti stanno a guardare a te e a quello che fai e se sei capace o meno, o se sei goffo? E per questo eviti di divertirti?"

Il tempo passa e non torna più indietro, l' unica cosa a cui devi pensare è questa.
Ma poi sai quante persone hanno la tua stessa problematica? Molte di più di quelle che puoì immaginare.
Non puoi rinunciare a vivere e a far quello che ti può rendere felice, e chiuderti in te stesso per una malattia cronica... è sbagliato.

La vita che hai è una sola ed è purtroppo questa nel bene e nel male, e devi valorizzarla più che puoi ora che sei ancora giovane.
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Messaggioda Lanoia » 07/03/2025, 6:47



Elen è bello che ti sei confidata. Io al posto tuo avrei fatto una brutta fine abusando di ogni tipo di droga, conoscendomi...il dolore che provi è provocato dall'infiammazione dei nervi? Fibromialgia?
Io anche ho sempre faticato a mangiare però non per anoressia ma proprio per problemi digestivi e da piccolo ero come te.. rifiutavo il cibo, lo stress mi provocava forti mal di testa ( i medici pediatri non capivano cosa avessi, se fosse portato dalla vista) mal di testa, vomito, pianti...fino ai 7 anni poi piano piano sono cambiato. Sono sempre stato magro. Con l'età i dolori sono passati, ho abusato di varie sostanze dai 14 anni in su e per fortuna ho smesso. Capisco che essere dipendenti da alcuni farmaci come l'ossicodone è pesante. Da astinenza. Adesso da qualche anno sono diventato più insensibile al dolore fisico, quasi lo accolgo, perché mi fa soffrire ma eno di quello emotivo...e questo è pericoloso perché potrei tagliarmi involontariamente e sottovalutate la ferita...ma questo è un discorso a parte quasi autolesionistico ..
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Messaggioda RyanTheNorthman » 07/03/2025, 11:35



SpringToCome ha scritto:La psoriasi è una malattia cronica alquanto fastidiosa sia per la sintomatologia, sia per gli inestetismi che arreca.

Posso capirti in parte perchè ho da diversi anni una dermatite ad alcune zone del volto, al cuoio capelluto, e nella zona sternale. Niente che però si possa paragonare alla psoriasi.

Non è giusto minimizzare il problema portando ad esempio altre malattie croniche più severe ed invalidanti, perchè la percezione di chi ne è affetto va rispettata sempre. Tuttavia credo che i tentativi fatti dalla psicoterapeuta fossero in totale buona fede, ossia miravano a farti riflettere che devi sforzarti di cercare e trovare dei metodi che ti facciano ridimensionare la percezione della problematica. Il problema spesso è di non accettazione con noi stessi piuttosto che ciò che pensa il resto del mondo di noi e del nostro problema.

Al mondo non importa nulla dei problemi che possiamo avere. Per mondo intendo le altre persone oltre noi stessi.
Al mondo interessa solo quanto noi siamo in grado di reagire a quei problemi e andare avanti nonostante tutto.
Ecco perchè non fa notizia chi si suicida dopo esser diventato d' improvviso paraplegico, ma invece viene preso ad esempio un Alex Zanardi, una Bebe Vio, erc etc e chiunque non si sia mai fermato di fronte ad una disabilità.

Ovviamente sto estremizzando, ma il concetto che vorrei passasse è che devi cambiare l' idea che hai di te e di come credi che gli altri ti percepiscano a causa degli inestetismi. Non puoi bloccare la tua vita per questo.

Quand'ero ragazzzino e andavo con mia sorella alle feste di compleanno di quelli più grandi , i suoi amici, per timidezza me ne stavo sempre in disparte anche se mi sarebbe piaciuto divertirmi con gli altri, partecipare e andare in mezzo a loro e ballare, ma mi vergognavo e mi autobliccavo. Mia sorella capita questa cosa mi disse: "ma credi che tutti stanno a guardare a te e a quello che fai e se sei capace o meno, o se sei goffo? E per questo eviti di divertirti?"

Il tempo passa e non torna più indietro, l' unica cosa a cui devi pensare è questa.
Ma poi sai quante persone hanno la tua stessa problematica? Molte di più di quelle che puoì immaginare.
Non puoi rinunciare a vivere e a far quello che ti può rendere felice, e chiuderti in te stesso per una malattia cronica... è sbagliato.

La vita che hai è una sola ed è purtroppo questa nel bene e nel male, e devi valorizzarla più che puoi ora che sei ancora giovane.


Ciao, grazie per aver cercato di spronarmi.
So che il tempo passa, infatti ho bruciato tutta la mia adolescenza, che non tornerà mai più; ma nonostante i miei problemi non ho mai bloccato interamente la mia vita: sono cresciuto, sono maturato, mi sono diplomato con ottimi voti, porto avanti le mie passioni, mi sono prefissato altri obiettivi; spesso mi sono chiuso in me stesso, quello è vero, perché tanto parlarne e riparlarne non serviva a niente, quindi i malesseri psicologici che mi venivano li tenevo per me e lo faccio tuttora. Il punto è che non approvo il concetto dell' "accettazione", il fatto che qualsiasi cosa succeda bisogna rassegnarsi e continuare: è una cosa che proprio non sopporto; inoltre, mi dà molto fastidio il fatto che coloro che la fanno finita per via della loro sofferenza diventata insostenibile vengano scartati e messi nel dimenticatoio... non è giusto! Non siamo tutti uguali, ognuno di noi ha la sua personalità, la sua essenza, il suo limite di sopportazione.
Sinceramente, piuttosto che sentire sempre le stesse cose, perché ormai questo discorso dell'accettazione si sente dappertutto come una nenia (sul web, in tv, dai medici, dalle celebrità, e per di più da persone che non sanno nemmeno cosa significhi convivere con certe cose) ed è diventato irritante, vorrei che le cose cambiassero, che le condizioni che affliggono ingiustamente alcuni di noi possano essere eliminate, almeno così diminuirebbero tutti quei casi di depressione e di suicidi che oggi hanno raggiunto percentuali piuttosto alte; ma ovviamente il mondo continua a fare finta di niente, così come sta facendo su altri fronti (l'inquinamento che danneggia il pianeta e il suo ecosistema, le guerre che mettono in ginocchio alcune popolazioni del mondo ecc.).
Comunque ti ringrazio per il tuo pensiero positivo, un po' di ottimismo fa sempre bene nonostante tutto.
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Messaggioda SpringToCome » 07/03/2025, 13:29



Ryan ma l' accettazione è il risultato di un percorso che devi fare, non è una cosa che viene così in maniera veloce e spontanea.

Ognuno ha i suoi tempi.

L'accettazione è l' ultima delle 5 fasi dell' elaborazione del "lutto". Ovviamente per "lutto" non si intende soltanto letteralmente il caso di un decesso di una persona, ma soprattutto anche tutto ciò che comporta uno sconvolgimento della propria vita, come essere affetti da una problematica cronica come la tua.

In questo processo ci sono altre fasi prima dell' accettazione che sono:
1) Negazione: si rifiuta la malattia o la problematica in corso
2) Rabbia: per la condizione in cui si è, e in cui non sono gli altri "normali"
3) Contrattazione: dove ci si chiede come sarebbe andata se avessimo agito in maniera diversa, quindi il sentimento di solito è di senso di colpa o rimpianto.
4) Depressione: in cui si sta in una sensazione di tristezza che puo' essere una "depressione di tipo reattiva" in cui ti senti sconfortato ed impotente di fronte al problema
5) Accettazione: ossia accettare la problematica ed imparare a conviverci adottando le giuste strategie (come ti raccontava Ellen della sua esperienza)

E' un percorso quindi che devi fare, ed in ogni fase devi cercare di progredire piano piano, non si passa infatti dalla negazione direttamente all' accettazione purtroppo. E' un percorso che merita il tempo giusto che ci vuole per esser fatto, e quando c'è un intoppo che ti fa rallentare o fermare, c'è bisogno di un supporto esterno che ti aiuti a riprendere il cammino.

Questo è un percorso indipendente dal mondo esterno e dalle opinioni degli altri, è una cosa solo tua.

Ti invito se ti va a cercare di piu' sull' argomento "elaborazione del lutto" magari trovi degli spunti interessanti che possono aiutarti.

Anche io mi sforzo di essere ottimista, benchè non ne abbia alcun motivo.... ed anche a me ne succedono di tutti i colori, a partire dal dentista che mi ha sbagliato 2 impianti ed una devitalizzazione e ora non so come risolvere la cosa, all' andare a correre e accusare un problema non ben precisato al ginocchio che mi ha lasciato totalmente fermo per 1 mese e mezzo e da 6 non riesco piu' ad andare a correre, la dermatite che mi accompagna oramai da 15 anni, e tanto altro....

Hai ragione tutto ciò fa rabbia, come anche i drammatici epiloghi altrui.
L' esempio che ti facevo di Alex Zanardi è emblematico. Si era ripreso dopo l'incidente di 20 anni fa in cui aveva perso entrambi gli arti inferiori, è stato celebrato dall' opinione pubblica per anni come atleta paralimpico come esempio di volontà impegno e non rassegnazione, poi ha avuto anni fa durante una gara, un nuovo incidente in cui ha riportato purtroppo anche danni cerebrali, ed oggi non ne parla piu' nessuno, nessuno se ne ricorda piu' che lui è lì in un letto a cercare di riprendersi tra il sostegno e le speranze dei suoi familiari. L' opinione pubblica che tanto lo celebrava, se è dimenticata totalmente di lui e della sua famiglia.

Non puoi farti condizionare per gli inestetismi che oggi puoi mostrare, o per il timore che domani tu possa sviluppare altre patologie di tipo autoimmunitario, devi andare avanti lo stesso, in maniera un po' incosciente non devi pensarci, almeno fino a quando questi problemi non dovessero presentarsi, perchè è anche molto probabile che cio' non accadra' mai.... non puoi sprecare la tua vita nell' ipotesi che domani "potrebbe accadere..." o "potrebbe succedermi..."

Ognuno fa il suo percorso, vedi ellen che ti ha raccontato il suo? E tu devi fare il tuo che è diverso da quello di tutti gli altri.
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Messaggioda RyanTheNorthman » 07/03/2025, 14:19



SpringToCome ha scritto:Ryan ma l' accettazione è il risultato di un percorso che devi fare, non è una cosa che viene così in maniera veloce e spontanea.

Ognuno ha i suoi tempi.

L'accettazione è l' ultima delle 5 fasi dell' elaborazione del "lutto". Ovviamente per "lutto" non si intende soltanto letteralmente il caso di un decesso di una persona, ma soprattutto anche tutto ciò che comporta uno sconvolgimento della propria vita, come essere affetti da una problematica cronica come la tua.

In questo processo ci sono altre fasi prima dell' accettazione che sono:
1) Negazione: si rifiuta la malattia o la problematica in corso
2) Rabbia: per la condizione in cui si è, e in cui non sono gli altri "normali"
3) Contrattazione: dove ci si chiede come sarebbe andata se avessimo agito in maniera diversa, quindi il sentimento di solito è di senso di colpa o rimpianto.
4) Depressione: in cui si sta in una sensazione di tristezza che puo' essere una "depressione di tipo reattiva" in cui ti senti sconfortato ed impotente di fronte al problema
5) Accettazione: ossia accettare la problematica ed imparare a conviverci adottando le giuste strategie (come ti raccontava Ellen della sua esperienza)

E' un percorso quindi che devi fare, ed in ogni fase devi cercare di progredire piano piano, non si passa infatti dalla negazione direttamente all' accettazione purtroppo. E' un percorso che merita il tempo giusto che ci vuole per esser fatto, e quando c'è un intoppo che ti fa rallentare o fermare, c'è bisogno di un supporto esterno che ti aiuti a riprendere il cammino.

Questo è un percorso indipendente dal mondo esterno e dalle opinioni degli altri, è una cosa solo tua.

Ti invito se ti va a cercare di piu' sull' argomento "elaborazione del lutto" magari trovi degli spunti interessanti che possono aiutarti.

Anche io mi sforzo di essere ottimista, benchè non ne abbia alcun motivo.... ed anche a me ne succedono di tutti i colori, a partire dal dentista che mi ha sbagliato 2 impianti ed una devitalizzazione e ora non so come risolvere la cosa, all' andare a correre e accusare un problema non ben precisato al ginocchio che mi ha lasciato totalmente fermo per 1 mese e mezzo e da 6 non riesco piu' ad andare a correre, la dermatite che mi accompagna oramai da 15 anni, e tanto altro....

Hai ragione tutto ciò fa rabbia, come anche i drammatici epiloghi altrui.
L' esempio che ti facevo di Alex Zanardi è emblematico. Si era ripreso dopo l'incidente di 20 anni fa in cui aveva perso entrambi gli arti inferiori, è stato celebrato dall' opinione pubblica per anni come atleta paralimpico come esempio di volontà impegno e non rassegnazione, poi ha avuto anni fa durante una gara, un nuovo incidente in cui ha riportato purtroppo anche danni cerebrali, ed oggi non ne parla piu' nessuno, nessuno se ne ricorda piu' che lui è lì in un letto a cercare di riprendersi tra il sostegno e le speranze dei suoi familiari. L' opinione pubblica che tanto lo celebrava, se è dimenticata totalmente di lui e della sua famiglia.

Non puoi farti condizionare per gli inestetismi che oggi puoi mostrare, o per il timore che domani tu possa sviluppare altre patologie di tipo autoimmunitario, devi andare avanti lo stesso, in maniera un po' incosciente non devi pensarci, almeno fino a quando questi problemi non dovessero presentarsi, perchè è anche molto probabile che cio' non accadra' mai.... non puoi sprecare la tua vita nell' ipotesi che domani "potrebbe accadere..." o "potrebbe succedermi..."

Ognuno fa il suo percorso, vedi ellen che ti ha raccontato il suo? E tu devi fare il tuo che è diverso da quello di tutti gli altri.


Grazie per le informazioni che mi hai dato. In realtà sull'argomento dell'elaborazione del lutto ero già informato, avevo letto molto a riguardo; per quanto riguarda le cinque fasi che si attraversano, non saprei dire in quale mi trovi, dato che provo un miscuglio di sentimenti, riconducibili a tutte e cinque, o se magari sono bloccato in una di quelle, perché c'è da dire che non tutti sperimentano le fasi in quel modo o in quell'ordine e non tutti arrivano all'accettazione (che, ripeto, la vedo più che altro come una rassegnazione all'ingiustizia, che alla fine non fa vivere appieno), qualcuno rimane in stallo e qualcun'altro arriva alla non accettazione.
Una curiosità se posso: tu attualmente quali strategie e comportamenti adotti che ti aiutano ad essere sereno e ad alleggerire la tua condizione? Mi piacerebbe sapere un po' anche come fanno gli altri, potrebbe rivelarsi utile.
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RyanTheNorthman
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