La mia depressione

Questo forum di aiuto vuole essere una vera casetta della coccola.
"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
Disturbo depressivo, bipolare, maniacale, e altri disturbi dell'umore.
La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

La mia depressione

Messaggioda Kindrom » 19/02/2014, 21:21



Salve. Questo è il posto dove intendo parlare del mio concetto di depressione,concetto che di fatto mi affligge da oltre quattro anni. E' un concetto personale,costruito sul mio carattere e sulle mie esperienze,non una verità standardizzata. E' importante che io parta con questo incipit e che lo spieghi al meglio perché non voglio scrivere con poca chiarezza o rischiando di dare adito a fraintendimenti.

Parto subito dicendo che questa storia sarà probabilmente lunga. Avvisare eventuali lettori è importante,dato che ciò che io cerco è un confronto il più produttivo possibile,ma non voglio obbligare nessuno a leggere.
Questa,come ho detto,è la mia storia,ma non solo. La mia componente biografica è essenziale,riporterò tutto ciò che ha contribuito a gettarmi nell'abisso in cui mi trovo ora ma la mia vita e le mie delusioni non sono che una componente. A dominare quella che è oggi è la mia depressione sono i pensieri. Le idee,i ragionamenti e le mie deduzioni sulla vita e sull'esistenza. Tutto ciò lo intendo riportare il più accuratamente possibile (cercando anche di essere sintetico) per non lasciare indizi fuori dall'analisi e anche per sfogarmi. Probabilmente verrà fuori un testo lungo,ma invito comunque tutti a cercare di arrivare fino in fondo. Non sono SOLO una persona bisognosa di aiuto ma anche un essere pensante e capace di riflettere su ciò che lo circonda. Che poi le mie riflessioni siano causa di parte della mia "rovina" esistenziali,è un altro discorso. Sono un avido lettore e (mi ritengo) un decente scrittore,quindi cercherò di rendere il tutto il più leggibile possibile.

Un paio di cose veloci. Mi chiamo Andrea e vivo nella provincia di Padova. Ho 20 anni,frequento la quinta superiore (già,sono indietro con gli anni,ma ne parlerò meglio dopo) e l'anno prossimo andrò all'università (almeno,così sembra). Sono un ragazzo dalle molte facce,piuttosto camaleontico in base a chi ho davanti,ma,senza maschere,sono un cupo e piuttosto "dannato" personaggio (ovviamente così mi dicono,non mi ci autodefinisco). Ho svariati interessi,principalmente musica (forse la cosa più bella di questa vita) di cui sono un ascoltatore a 360 gradi ma anche buone conoscenze e motivi di interesse in cinema,letteratura,storia e discipline più scientifiche (ho una bella passione per l'astrofisica).

Ora bando alle ciance (che già ho scritto troppo) e vediamo di parlare di ciò di cui questa discussione porta il nome.
E ovviamente,non posso che cominciare dicendo che sono un ex-obeso. Per 16 anni ho mangiato senza freni e senza limiti,per poi dimagrire di 40 chili esatti (da 120 a 80,nel caso interessino un po' le cifre) in circa un anno di durissimi sacrifici. Ovviamente lo sforzo è stato vano,nei 4 anni successivi (e ancora adesso) lotto con un problema evidente con il cibo da me spesso visto come ancora di salvezza,rifugio dalla noia e da me disprezzato a più non posso. Ho ripreso e riperso i chili più volte in questi anni (tornando addirittura molto vicino al mio peso da ex-obeso,a 116 kg) ma una cospicua crescita in altezza fa in modo che "porti meglio" ora i miei chili di sovrappeso. La bilancia dice che sono quasi obeso (e lo dico anche io) ma le altre persone hanno pareri più positivi,insomma. Sono dimagrito per le stesse ragioni di tutti. Problematiche adolescenziali come l'autostima o il desiderio di avere una ragazza (cotte e cose così,erano all'ordine del giorno) e l'anno del mio dimagrimento è stato infarcito da diversi e violenti disturbi. Le mie giornate erano dominate dalla sofferenza,zero felicità,solo dolore. Ho iniziato a correre per dimagrire (sport che pratico tutt'ora) ma,ovviamente,ho finito per esagerare,facendo lunghe sessioni sotto la neve (20 e passa km con oltre 110 chili sulle gambe) che hanno di fatto distrutto la mia visione positiva della vita e la mia autostima. Perché nonostante io sia dimagrito alla fine,il mio corpo non ha retto fantasticamente alla guerra personale che ho combattuto per i motivi che si possono ben immaginare. Il disgusto che ho sempre provato per il mio corpo è forse la causa scatenante dei miei stati depressivi attuali,sebbene ora questo disgusto abbia "cambiato pelle",si sia un po' modificato,probabilmente per via della crescita. Durante i mesi invernali di quell'anno (i peggiori) ho pensato spesso di ammazzarmi ma si stava sviluppando dentro di me quel concetto di orgoglio che è uno dei protagonisti principali della mia storia. Il mio orgoglio è smisurato ed è così da sempre. Nonostante io sia una persona estremamente fragile,ciò che faccio è isolarmi e arrangiarmi (fallendo sempre) pur di non farmi aiutare. Ho subito svariati episodi di bullismo fino ai 16 anni e forse questo ha contribuito a generare la mia sfiducia verso la gente,dando a me stesso la sola possibilità di tirarmi fuori dai miei problemi. Ho fallito,naturalmente.

Sono stato bocciato dicevo. Ho perso due anni al liceo classico e dopo la seconda bocciatura mi sono accasato ad un liceo socio psico pedagogico. Una scuola semplice e banale,senza stimoli e dove non ho mai dovuto neanche aprire un libro in quattro anni. Il mio senso di inadeguatezza è ovviamente salito alle stelle. Specie nel mio primo anno in questa nuova scuola (lo stesso anno del dimagrimento) la semplicità di tutto quell'ambiente ha di fatto scavato la fossa alla mia fragilissima autostima (o a ciò che ne restava) gettando ombre su tutte le mie capacità. Ombre che le mie medie alte e fasulle non sono mai riuscite a illuminare. Soffro di questa scelta ogni giorno e probabilmente me ne pentirò sempre. Ora come allora,sono senza fiducia in me stesso,tormentato dal mio passato di cui vedo TUTTI gli errori e con grandi problemi nell'accettazione di me. Le mie diete continue e i miei vasti interessi ne sono la prova. Odio me stesso,la mia vita e la noia della mia vita che cerco inutilmente di riempire.

Perché è questa noia a essere il fulcro della mia depressione attuale. Tutto ciò che ho detto finora ha rappresentato la norma dei miei pensieri fino a circa l'anno scorso. Poi c'è stata un'evoluzione o meglio,un peggioramento. Gli stimoli hanno toccato lo zero assoluto. I miei interrogativi personali sul senso di un'esistenza che per ha portato solo dolore hanno scombussolato la mia strada. Ormai,di questa vita,attacco tutto. Attacco le altre persone che vedo come false e bugiarde per la stragrande maggioranza e attacco le loro convinzioni e convenzioni che trovo stupide e banali. Calpesto i loro valori fondanti,da un dio in cui non credo più da molto tempo ai sentimenti falsi da cui dicono di essere legati. Nessun valore sfugge alla mia pessimistica visione del mondo. Sono un materialista con forti influenze nichiliste,non credo nell'amore,nella famiglia,nel lavoro e neanche nella speranza di dare a questa vita una vaga forma personale. Non trovo il senso nel mio trascinarmi in una vita che di fatto non voglio e che non mi da alcuna parvenza di felicità. E anche se fossi felice,forse non troverei comunque un senso al tutto. C'è chi vuole amare,farsi una famiglia,realizzarsi...io desidero la morte che non temo e che probabilmente dentro di me idolatro. Il mio orgoglio mi impedisce di farlo ma ciò non cambia che la mia non sia vita. Questi ultimi mesi sono stati una somma del mio stress. Tra la costante noia giornaliera e il dolore per le mie idee e per dove esse mi portano (perché ho la giusta razionalità per dire che ciò che penso mi fa male) ora sono chiamato a scegliere l'università che intendo frequentare. E ovviamente mi trovo completamente sguarnito,sia di motivazioni che di capacità di scegliere. La stupida scuola che ho imboccato non mi ha dato alcuna preparazione per forse le poche facoltà che mi avrebbero dato più interesse (medicina e il ramo dell'ingegneria aerospaziale) e ovviamente sono così orgoglioso che odio sentirmi un imbecille. La prospettiva di vivere altri anni così mi distrugge e mi spinge sempre più spesso a cupi pensieri di morte. A 20 sono solo,stanco,frustrato,annoiato e sconfitto. Ogni notte,prima di addormentarmi spero sempre che qualcosa mi colga nel sonno,dato che non ho le giuste capacità per recidere la mia vita.
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Messaggioda ginetto » 20/02/2014, 17:58



ho letto tutto...sappi che non m'hai annoiato affatto, eh!
beh, in realtà non so cosa dirti di preciso...semplicemente vorrei farti notare che, nonostante tutti gli aspetti negativi cui sei andato incontro, una tua battaglia l'hai già vinta una volta, quella relativa alla perdita di peso. anche se poi ci sei ricaduto, ma vabbè...hai già vinto una volta, lo puoi fare quante volte ti pare..
ora perchè non dovresti vincere pure questa altra battaglia contro te stesso e contro i tuoi pensieri? non dico di doverli eliminare, bensì di 'alleviarli', 'assottigliarli'.
partecipai una volta ad una sorta di conferenza, dove un sacerdote salesiano mi stupì con una frase che m'è rimasta in mente: 'La morte, quando arriva, dovrà trovarmi vivo.' beh, mi colpì tanto questa espressione che la feci mia...e penso sia universalmente valida. detto questo, sembrerò stupido, ma non so cosa dirti, se non quelle che potrebbero sembrare frasi fatte, di andare avanti sempre a testa alta, perchè arriverà pure il tuo momento, quando sarai felice o quantomeno sereno e stabile...
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Messaggioda Kindrom » 21/02/2014, 18:50



anche io provo a pensare spesso alla possibilità di usare i miei pensieri e le mie esperienze in maniera positiva per me. Di usarle come stimolo e miglioramento. Ma ormai troppo spesso vado incontro ad una noia mortifera assurda,non ho mai la volontà di fare nulla e di impegnarmi positivamente per me stesso essendo conscio della totale inutilità della mia vita.
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Messaggioda Royalsapphire » 22/02/2014, 0:16



...non ho mai la volontà di fare nulla e di impegnarmi positivamente per me stesso essendo conscio della totale inutilità della mia vita.

Ciao!
Io non metto in dubbio le tue parole!
Quando dici "conscio dell'inutilità della mia vita", appunto della TUA vita, non posso venirti a dire "no, la tua vita non è inutile!". Se tu credi che lo sia, ovvero se la tua mente analitica dice che lo è, allora è vero!
Ed è normale, io dico! Quante volte è capitato a me, di constatarlo! Ed è qui che arrivi a chiederti: "ma devo contunuare a buttare via i miei giorni e la mia forza?". Certe volte è capitato che mi rispondessi "sì! sono stanca, non voglio fare più niente, che me ne frega!". Ma poi, ecco che riesco ad essere più sincera con me stessa... E allora ammetto che in realtà, se sono caduta in questo loop di inutilità, è stato perché a causa di qualcuno, o di qualcosa, mi ero dimenticata di me. Finendo per inseguire ciò che sono "i desideri degli altri". Raggiunta questa consapevolezza posso dire a me stessa "cambiamo le cose!!".
Eh sì perché, se si nasce bambini pieni di gioia ed entusiasmo per la vita, pieni di sogni e di sicurezze, poi dev'esserci qualche luna nera che oscura gli occhi e non si vede più ciò che si vuole, non si crede più in ciò che si vuole e si viene domati come cavalli e costretti a guardare verso una direzione non nostra, nuova, una direzione che ci danno come "la giusta direzione per noi". Ed ecco che, può accadere di perdere l'entusiasmo! Ecco che possiamo rimanere imbrigliati da un dominatore che ci si mette in groppa con tutta la sua arroganza e ci trascina dove vuole lui!!
Magari non hai un lavoro e passi le tue giornate a casa e ti abbuffi pure, e pensi che ogni anno sarà come questo e dici "che vita inutile"! Ma lo stesso lo dice anche chi ha un lavoro, ha una famiglia, ha una laurea per cui si è fatto il c*lo per 10 anni e ha una posizione. Ma... è uno di quelli che è stato messo a "guardare verso l'unica strada giusta per lui!", facendo sparire tutto il resto: le sue passioni, le sue predisposizioni naturali, le idee, i suoi progetti, i suoi scopi per la vita, le sue ambizioni e le sue sicurezze. Puff !! Tutto sparito!! E questo qui ora ha un lavoro che lo impegna dalle 7 alle 13 e dalle 16 alle 20. Torna a casa ed è così stanco da non voler fare nulla di quello che erano i suoi passatempi, e per di più non può nemmeno sedersi dopo 10 ore di stare all'in piedi perché deve preparare la cena e interagire con la famiglia. Arrivato a letto questo pensa "e domani sarà uguale, e poi ci sarà dopodomani, e poi...". Certo, conducendo un lavoro per cui non ha entusiasmo e non era "stato chiamato", e trovandosi a fare ciò che era meglio per qualcun altro, è logico che vive, in pratica, la vita di quel qualcun altro. Ed è quindi logico che la sua vita sarà, ad egli, come? Inutile!
Dopo tutto questo che voglio dire? Non lo so neanch'io! Forse voglio dire che, qualunque cosa tu possa o non possa avere al mondo, la vita che vivrai sarà sempre inutile finché non vivrai una vita tua!
Ora magari mi criticherai, ma è lo stesso che avere un bambino che guarda tv pur potendo fare tutt'altro. E allora lui è lì che guarda tv tutto contento, felice e spensierato, e tu sei lì che lo guardi e ti rode il fegato perché vorresti che guardasse documentari, telegiornali, o che leggesse l'Idiota di Dostoevskij, e allora un bel giorno decidi di far cambiare le cose. Vai dal tuo bambino e gli stacchi la TV, dicendogli "così passi il tuo tempo libero??? A incollarti al televisore? A perderci gli occhi? A nutrirti di cartoni animati? Vergogna!!! Le altre mamme parlano orgogliose dei progressi che fanno i loro figli, che studiano anche quando sono liberi, che gli chiedono di accendere la tv per il telegiornale, che gli raccontano quello che hanno appreso dai documentari di storia!! E tu?? Di cosa mi parleresti tu?? Di cartoni animati!! Da oggi basta con questa televisione!! Fa' qualcosa di utile nella tua vita!"
Ecco, dove voglio arrivare...? Al fatto che c'è un bambino felice di vedere tv come hobby e una mamma infelice perché non condivide i suoi gusti. Allora che fa? Fa in modo di invertire i ruoli! Il bambino dovrà fare ciò che è meglio "per lui", abbandonando la TV e seguendo documentari e TG, e la mamma è contenta! Ok, magari è stato un esempio stupido. Ma nel suo piccolo rappresenta ciò che accade nella realtà! Quel bambino magari sarebbe cresciuto con una cultura di cartoni animati, che ai nostri occhi possono sembrare cose inutili, mentre per lui erano cose così belle che lo rendevano allegro e spensierato, e lui trascorreva i suoi giorni col sorriso. Invece dopo l'intervento della madre, ecco che il bimbo crescerà con una cultura sconvolgente sul mondo e sulla storia dell'essere umano, ma a cosa gli sono servite realmente queste nozioni? A fargli passare i giorni più inutili della sua vita!!

Non ti ho scritto questo riferendomi a te perché non conosco la tua situazione né la tua vita. Ho solo voluto farti un esempio di come la parola "inutile" abbia carattere soggettivo e di come possa essere ribaltata!
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Messaggioda Kindrom » 24/02/2014, 8:33



L'alienazione della società moderna non colpisce solo me. E di questo ne sono cosciente. Io stesso conosco tante persone che vivono una vita totalmente all'opposto di ciò che vorrebbero e che ora sono incastrati in un loop di abitudini e noia potenzialmente infinito. Io ho sempre vissuto andando in direzione ostinata e contraria a questo modello di vita. Ora però,purtroppo,l'età è diventata quella di un giovane adulto,chiamato a fare le sue scelte. Scelte che trovo difficile e anche un po' stupido fare.
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Messaggioda Royalsapphire » 24/02/2014, 9:02



Puoi sempre provare a parlare di queste scelte che devi fare. Puoi uscire anche tu dal tuo loop di noia.
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