Salve. Questo è il posto dove intendo parlare del mio concetto di depressione,concetto che di fatto mi affligge da oltre quattro anni. E' un concetto personale,costruito sul mio carattere e sulle mie esperienze,non una verità standardizzata. E' importante che io parta con questo incipit e che lo spieghi al meglio perché non voglio scrivere con poca chiarezza o rischiando di dare adito a fraintendimenti.
Parto subito dicendo che questa storia sarà probabilmente lunga. Avvisare eventuali lettori è importante,dato che ciò che io cerco è un confronto il più produttivo possibile,ma non voglio obbligare nessuno a leggere.
Questa,come ho detto,è la mia storia,ma non solo. La mia componente biografica è essenziale,riporterò tutto ciò che ha contribuito a gettarmi nell'abisso in cui mi trovo ora ma la mia vita e le mie delusioni non sono che una componente. A dominare quella che è oggi è la mia depressione sono i pensieri. Le idee,i ragionamenti e le mie deduzioni sulla vita e sull'esistenza. Tutto ciò lo intendo riportare il più accuratamente possibile (cercando anche di essere sintetico) per non lasciare indizi fuori dall'analisi e anche per sfogarmi. Probabilmente verrà fuori un testo lungo,ma invito comunque tutti a cercare di arrivare fino in fondo. Non sono SOLO una persona bisognosa di aiuto ma anche un essere pensante e capace di riflettere su ciò che lo circonda. Che poi le mie riflessioni siano causa di parte della mia "rovina" esistenziali,è un altro discorso. Sono un avido lettore e (mi ritengo) un decente scrittore,quindi cercherò di rendere il tutto il più leggibile possibile.
Un paio di cose veloci. Mi chiamo Andrea e vivo nella provincia di Padova. Ho 20 anni,frequento la quinta superiore (già,sono indietro con gli anni,ma ne parlerò meglio dopo) e l'anno prossimo andrò all'università (almeno,così sembra). Sono un ragazzo dalle molte facce,piuttosto camaleontico in base a chi ho davanti,ma,senza maschere,sono un cupo e piuttosto "dannato" personaggio (ovviamente così mi dicono,non mi ci autodefinisco). Ho svariati interessi,principalmente musica (forse la cosa più bella di questa vita) di cui sono un ascoltatore a 360 gradi ma anche buone conoscenze e motivi di interesse in cinema,letteratura,storia e discipline più scientifiche (ho una bella passione per l'astrofisica).
Ora bando alle ciance (che già ho scritto troppo) e vediamo di parlare di ciò di cui questa discussione porta il nome.
E ovviamente,non posso che cominciare dicendo che sono un ex-obeso. Per 16 anni ho mangiato senza freni e senza limiti,per poi dimagrire di 40 chili esatti (da 120 a 80,nel caso interessino un po' le cifre) in circa un anno di durissimi sacrifici. Ovviamente lo sforzo è stato vano,nei 4 anni successivi (e ancora adesso) lotto con un problema evidente con il cibo da me spesso visto come ancora di salvezza,rifugio dalla noia e da me disprezzato a più non posso. Ho ripreso e riperso i chili più volte in questi anni (tornando addirittura molto vicino al mio peso da ex-obeso,a 116 kg) ma una cospicua crescita in altezza fa in modo che "porti meglio" ora i miei chili di sovrappeso. La bilancia dice che sono quasi obeso (e lo dico anche io) ma le altre persone hanno pareri più positivi,insomma. Sono dimagrito per le stesse ragioni di tutti. Problematiche adolescenziali come l'autostima o il desiderio di avere una ragazza (cotte e cose così,erano all'ordine del giorno) e l'anno del mio dimagrimento è stato infarcito da diversi e violenti disturbi. Le mie giornate erano dominate dalla sofferenza,zero felicità,solo dolore. Ho iniziato a correre per dimagrire (sport che pratico tutt'ora) ma,ovviamente,ho finito per esagerare,facendo lunghe sessioni sotto la neve (20 e passa km con oltre 110 chili sulle gambe) che hanno di fatto distrutto la mia visione positiva della vita e la mia autostima. Perché nonostante io sia dimagrito alla fine,il mio corpo non ha retto fantasticamente alla guerra personale che ho combattuto per i motivi che si possono ben immaginare. Il disgusto che ho sempre provato per il mio corpo è forse la causa scatenante dei miei stati depressivi attuali,sebbene ora questo disgusto abbia "cambiato pelle",si sia un po' modificato,probabilmente per via della crescita. Durante i mesi invernali di quell'anno (i peggiori) ho pensato spesso di ammazzarmi ma si stava sviluppando dentro di me quel concetto di orgoglio che è uno dei protagonisti principali della mia storia. Il mio orgoglio è smisurato ed è così da sempre. Nonostante io sia una persona estremamente fragile,ciò che faccio è isolarmi e arrangiarmi (fallendo sempre) pur di non farmi aiutare. Ho subito svariati episodi di bullismo fino ai 16 anni e forse questo ha contribuito a generare la mia sfiducia verso la gente,dando a me stesso la sola possibilità di tirarmi fuori dai miei problemi. Ho fallito,naturalmente.
Sono stato bocciato dicevo. Ho perso due anni al liceo classico e dopo la seconda bocciatura mi sono accasato ad un liceo socio psico pedagogico. Una scuola semplice e banale,senza stimoli e dove non ho mai dovuto neanche aprire un libro in quattro anni. Il mio senso di inadeguatezza è ovviamente salito alle stelle. Specie nel mio primo anno in questa nuova scuola (lo stesso anno del dimagrimento) la semplicità di tutto quell'ambiente ha di fatto scavato la fossa alla mia fragilissima autostima (o a ciò che ne restava) gettando ombre su tutte le mie capacità. Ombre che le mie medie alte e fasulle non sono mai riuscite a illuminare. Soffro di questa scelta ogni giorno e probabilmente me ne pentirò sempre. Ora come allora,sono senza fiducia in me stesso,tormentato dal mio passato di cui vedo TUTTI gli errori e con grandi problemi nell'accettazione di me. Le mie diete continue e i miei vasti interessi ne sono la prova. Odio me stesso,la mia vita e la noia della mia vita che cerco inutilmente di riempire.
Perché è questa noia a essere il fulcro della mia depressione attuale. Tutto ciò che ho detto finora ha rappresentato la norma dei miei pensieri fino a circa l'anno scorso. Poi c'è stata un'evoluzione o meglio,un peggioramento. Gli stimoli hanno toccato lo zero assoluto. I miei interrogativi personali sul senso di un'esistenza che per ha portato solo dolore hanno scombussolato la mia strada. Ormai,di questa vita,attacco tutto. Attacco le altre persone che vedo come false e bugiarde per la stragrande maggioranza e attacco le loro convinzioni e convenzioni che trovo stupide e banali. Calpesto i loro valori fondanti,da un dio in cui non credo più da molto tempo ai sentimenti falsi da cui dicono di essere legati. Nessun valore sfugge alla mia pessimistica visione del mondo. Sono un materialista con forti influenze nichiliste,non credo nell'amore,nella famiglia,nel lavoro e neanche nella speranza di dare a questa vita una vaga forma personale. Non trovo il senso nel mio trascinarmi in una vita che di fatto non voglio e che non mi da alcuna parvenza di felicità. E anche se fossi felice,forse non troverei comunque un senso al tutto. C'è chi vuole amare,farsi una famiglia,realizzarsi...io desidero la morte che non temo e che probabilmente dentro di me idolatro. Il mio orgoglio mi impedisce di farlo ma ciò non cambia che la mia non sia vita. Questi ultimi mesi sono stati una somma del mio stress. Tra la costante noia giornaliera e il dolore per le mie idee e per dove esse mi portano (perché ho la giusta razionalità per dire che ciò che penso mi fa male) ora sono chiamato a scegliere l'università che intendo frequentare. E ovviamente mi trovo completamente sguarnito,sia di motivazioni che di capacità di scegliere. La stupida scuola che ho imboccato non mi ha dato alcuna preparazione per forse le poche facoltà che mi avrebbero dato più interesse (medicina e il ramo dell'ingegneria aerospaziale) e ovviamente sono così orgoglioso che odio sentirmi un imbecille. La prospettiva di vivere altri anni così mi distrugge e mi spinge sempre più spesso a cupi pensieri di morte. A 20 sono solo,stanco,frustrato,annoiato e sconfitto. Ogni notte,prima di addormentarmi spero sempre che qualcosa mi colga nel sonno,dato che non ho le giuste capacità per recidere la mia vita.