Voglia di cambiamento

La mia storia

Questo forum di aiuto vuole essere una vera casetta della coccola.
"Mi sento troppo triste" quante volte lo hai detto o sentito dentro? Hai mai guardato in faccia il tuo dolore? Qual è la sua voce? Fallo parlare, qui.
Disturbo depressivo, bipolare, maniacale, e altri disturbi dell'umore.
La depressione in particolare è una sofferenza drammatica, dalla quale occorre uscire attraverso la pazienza e la dedizione a noi stessi; ma anche attraverso la fiducia e la vicinanza di chi sa bene come ci si sente. Questo forum è aperto anche a chi è semplicemente triste e ha voglia di sfogarsi.

Voglia di cambiamento

Messaggioda ChangesYou » 20/03/2014, 17:27



Ciao a tutti :hi:

vi racconto un pò di me , quasi nessuno mi conosce sono arrivato da molto poco, e voglio condividere con voi il momento che sto attraversando.

Negli ultimi tempi mi sono reso conto che non posso continuare ad andare avanti così, non riesco a vivere serenamente le mie giornate, questa è una cosa che mi porto dietro da una vita fin da piccolo, ricordo i pomeriggi a casa ad annoiarmi.

Stavo bene quando ero fuori con i compagni di scuola c'è stato un periodo sereno ai tempi delle elementari dove ero sereno, anche se qualche avvisaglia si notava riuscivo ad accontentarmi.
Via via durante l'adolescenza la cose si sono complicate molto, se non ti piaci ... è davvero un dramma , mi sono sempre rinchiuso sempre di più, guardavo con invidia le esperienze altrui su tutti i campi, (soddisfazioni , divertimenti, amore ) e non sapendo fare lo stesso, l'umore è stato sempre sottoterra. Tuttavia in quei pochi momenti come la scuola potevo sentirmi al pari , ho sempre approfittato per stringere legami e stare in mezzo agli altri a momenti anche bene.

Ricordo le vacanze come il periodo più triste in assoluto, tutti felici di avere del tempo libero e io terrorizzato all'idea di non uscire più di casa tutti i giorni e passare il mio tempo da solo.

La mia vita è stata sempre un pò diversa , anche se ho fatto di tutto per essere uno dei tanti e non quello "particolare".
Nascendo prematuro ho avuto dei traumi a livello motorio, con difficoltà nella camminata, quindi agli occhi di tutti sono stato quello da proteggere , da accompagnare , da salvaguardare.
Ho fatto l'impossibile per non dare peso a tutto questo , e ambientarmi in tutti i vari ambiti , la scuola mi ha sempre dato una possibilità , me la son sempre cavata e spesso per colmare il mio vuoto, la mia voglia di sentirmi vicino agli altri per attenuare quel senso di distacco sono stato sempre pronto ad aiutare chi si trovava in difficoltà.
Qualche amicizia è nata, ma poi rivelatasi spesso di scopo , oltre all'aiuto scolastico non sono mai riuscito ad integrarmi in tutto e per tutto nella vita di tutti i giorni.
Questa cosa si è sempre ripetuta tutte le scuole , anche l'università ho sempre praticato con persone che di voglia di fare se avevano poca, anche se frustrato da tutto , mi sentivo in qualche modo utile.
Forse questo era il modo per dire, guarda ci sono anche io , ti aiuto , sono un amico, purtroppo oltre questo non ho saputo fare, nei momenti liberi solo raramente ho passato il mio tempo con gli amici , e il senso di solitudine non mi ha mai lasciato.

Mi annoio terribilmente e allo stesso tempo non riesco a trovare sollievo in nessuna attività, oltre a questo mi isolo facilmente anche se odio sentirmi solo, e vorrei stare in mezzo alla gente ma non ci riesco.
Tutto quello che riguarda la socializzazione mi mette a disagio, non riesco a creare dei buoni legami ad entrare in confidenza con nessuno, finisco sempre per ascoltare io gli altri, ma non sono mai io a riuscire a godere all'appoggio altrui.
Le persone mi vedono come una persona tranquilla, intelligente di cui ci si può fidare, che non si arrabbia mai e che apparentemente non ha bisogno di nessuno. Difatti io non riesco ad esternare le mie difficoltà, le mie paure , e quindi non mi sento mai pienamente realizzato e ben accettato, faccio finta di niente, tengo tutto dentro.

Mi chiedo ultimamente se io stesso mi accetto per quello che sono , se accetto le mie difficoltà o gli dò la colpa di tutte le cose che non vanno? E credo proprio che la risposta sia no, nemmeno io mi accetto.

Crescendo i disagi si sono un pò attenuati ho meno vergogna di me, sono meno timido , ma quella insoddisfazione e solitudine non mi abbandonano.

Da 2 anni a questa parte ho fatto anche una scelta difficile , andare via di casa e vivere da solo , dopo la laurea per avere almeno una soddisfazione lavorativa. E qui la situazione si ripropone la stessa, a lavoro tutto bene , mi piace ciò che faccio , sono appagato dal punto di vista lavorativo ma la sera tornare a casa è un incubo, sprofondo in una tristezza colossale e malgrado qualche uscita sporadica non ce l'ho ancora fatta a farmi un giro di amicizie reali.

Adesso dopo le innumerevoli delusioni , mi sono rivolto ad una psicoterapeuta a giorni dovrei parlarci per la 1° volta...ho voglia di essere un'altra persona , ho bisogno di trovare anche io degli amici , una donna, di mettermi in gioco come fanno tutti , di sbagliare di fare esperienze, senza aver paura dei giudizi e senza più giudicarmi io stesso inadeguato. Pensate che possa essere d'aiuto ?

Il post è un pò lungo :mmm: , è una sorta di sfogo per condividere con voi la cosa.
Se volete sentitevi liberi di dire la qualsiasi senza timori anche se non vi ritrovate nei miei panni ... ogni messaggio sarò prezioso per me :)
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Messaggioda Royalsapphire » 20/03/2014, 17:55



Mi annoio terribilmente e allo stesso tempo non riesco a trovare sollievo in nessuna attività, oltre a questo mi isolo facilmente anche se odio sentirmi solo, e vorrei stare in mezzo alla gente ma non ci riesco.
Tutto quello che riguarda la socializzazione mi mette a disagio, non riesco a creare dei buoni legami ad entrare in confidenza con nessuno, finisco sempre per ascoltare io gli altri, ma non sono mai io a riuscire a godere all'appoggio altrui.
Le persone mi vedono come una persona tranquilla, intelligente di cui ci si può fidare, che non si arrabbia mai e che apparentemente non ha bisogno di nessuno. Difatti io non riesco ad esternare le mie difficoltà, le mie paure , e quindi non mi sento mai pienamente realizzato e ben accettato, faccio finta di niente, tengo tutto dentro.

Mi chiedo ultimamente se io stesso mi accetto per quello che sono , se accetto le mie difficoltà o gli dò la colpa di tutte le cose che non vanno? E credo proprio che la risposta sia no, nemmeno io mi accetto.



Ciao!
Le tue parole mi hanno colpito. E' come se avessi usato le mie di qualche anno fa... Essere più "sensitivi" di chi ti circonda, porta a desiderare la solitudine, ma allo stesso tempo allo scoraggiamento perché ci si comincia a domandare se siamo destinati a restare soli, a non trovare con chi aprirci sentendoci a nostro agio, con chi spendere ore, anni, vita insieme.
Ti ritrovi ad ascoltare gli altri perché sei abbastanza solido per offrir loro quella sicurezza che cercano, ma al momento in cui quella sicurezza è a te che serve, ecco che non sai da chi andare.
Diciamo che, se è vero che tu sia un ragazzo introverso, non è vero che tu hai la colpa di non aprirti con gli altri. Certo, occorre mettersi in gioco, ma in questo caso per giocare occorre essere almeno in due, e se tu non trovi qualcuno di cui senti che ti fidi, qualcuno con cui senti di poter calare la maschera per un po', allora come puoi del resto provare ad aprirti?! Il rischio è rappresentato solo dal fatto che colui (o colei) di cui ti fidi, tradisca la tua fiducia (o che la tradisca tu, la sua fiducia). Ecco, affinché il tuo modus vivendi non si trasformi da prigione, puoi cercare di seguire i tuoi sentimenti. Sentire dove ti portano. Se per esempio, hai bisogno di sfogarti, fallo subito! Non aspettare! Non reprimere! Se ti viene in mente una persona quando vuoi piangere o sorridere, o parlare semplicemente stare accanto a lei in silenzio, devi andarci subito, o almeno scriverle sinceramente! Non indugiare. E' così che imparerai a vivere. Sbagliando. Ricevendo delusioni. Facendo del male involontariamente. Parlando di te, e ascoltando chi hai di fronte.
Quando ti senti a disagio, non pensare solo a te stesso, dandoti mille colpe. Pensa anche con chi stai. Considera la possibilità che chi è con te possa sentirsi altrettanto a disagio, inadatto. Pensa anche che senza farlo apposta è proprio quella persona che, stando a proprio agio, lo fa con un modo che non mette a proprio agio te.
Non entrare in quel loop per cui si è portati a colpevolizzarsi per ogni cosa.
Quanto al sentire una psicologa, penso che potrebbe aiutarti! La spinta però deve venire sempre da te, ricordatelo!
Per il resto, sfogati pure qui con noi tutte le volte che vuoi. Anche se siamo sul virtuale, tutto può succedere. Qui l'unica merce di scambio (detto volgarmente) sono le parole, nientemeno l'arma più potente che esista! Puoi sentirti vicino a una persona solo per le parole che usa. Entrarle dentro, perché ciò che descrive lo hai provato tu e ti riconosci in tutto quello che dice, così da sentire di conoscere lei da sempre.
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Messaggioda ChangesYou » 20/03/2014, 18:45



Grazie :'( mi hai commosso
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Messaggioda Royalsapphire » 20/03/2014, 21:46



:hug:
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Messaggioda ChangesYou » 20/03/2014, 22:40



Riprendo qualche parte del tuo messaggio :P

Royalsapphire ha scritto:Essere più "sensitivi" di chi ti circonda, porta a desiderare la solitudine, ma allo stesso tempo allo scoraggiamento perché ci si comincia a domandare se siamo destinati a restare soli, a non trovare con chi aprirci sentendoci a nostro agio, con chi spendere ore, anni, vita insieme.

L'hai descritto a perfezione

Royalsapphire ha scritto:Diciamo che, se è vero che tu sia un ragazzo introverso, non è vero che tu hai la colpa di non aprirti con gli altri. Certo, occorre mettersi in gioco, ma in questo caso per giocare occorre essere almeno in due, e se tu non trovi qualcuno di cui senti che ti fidi, qualcuno con cui senti di poter calare la maschera per un po', allora come puoi del resto provare ad aprirti?! Il rischio è rappresentato solo dal fatto che colui (o colei) di cui ti fidi, tradisca la tua fiducia (o che la tradisca tu, la sua fiducia).

Purtroppo la fiducia la perdo sempre io per un motivo o per un altro, o semplicemente perchè le persone si volatizzano

Royalsapphire ha scritto:Ecco, affinché il tuo modus vivendi non si trasformi da prigione, puoi cercare di seguire i tuoi sentimenti. Sentire dove ti portano. Se per esempio, hai bisogno di sfogarti, fallo subito! Non aspettare! Non reprimere! Se ti viene in mente una persona quando vuoi piangere o sorridere, o parlare semplicemente stare accanto a lei in silenzio, devi andarci subito, o almeno scriverle sinceramente! Non indugiare. E' così che imparerai a vivere. Sbagliando. Ricevendo delusioni. Facendo del male involontariamente. Parlando di te, e ascoltando chi hai di fronte.

Hai ragione a volte si diventa troppo rigidi e si ragiona troppo, non sono stato fortunato con le persone che avrei voluto vicino non era possibile averle. A volte i momenti giusti non arrivano mai, e le occasioni possibili sfumano per sempre
Royalsapphire ha scritto:Quando ti senti a disagio, non pensare solo a te stesso, dandoti mille colpe. Pensa anche con chi stai. Considera la possibilità che chi è con te possa sentirsi altrettanto a disagio, inadatto. Pensa anche che senza farlo apposta è proprio quella persona che, stando a proprio agio, lo fa con un modo che non mette a proprio agio te.
Non entrare in quel loop per cui si è portati a colpevolizzarsi per ogni cosa.

Si dovrei essere più fiducioso e indulgente con me stesso, ma faccio davvero fatica della volte

Royalsapphire ha scritto:Quanto al sentire una psicologa, penso che potrebbe aiutarti! La spinta però deve venire sempre da te, ricordatelo!


Si infatti è stato un bisogno che ho sentito, non so cosa aspettarmi ma proverò questa cosa nuova , infondo è il suo lavoro aiutare chi ha bisogno d'aiuto, un tempo non avrei proprio pensato a una cosa del genere , ma ho la sensazione che realmente possa mettere chiarezza dentro di me

Royalsapphire ha scritto:Per il resto, sfogati pure qui con noi tutte le volte che vuoi. Anche se siamo sul virtuale, tutto può succedere. Qui l'unica merce di scambio (detto volgarmente) sono le parole, nientemeno l'arma più potente che esista! Puoi sentirti vicino a una persona solo per le parole che usa. Entrarle dentro, perché ciò che descrive lo hai provato tu e ti riconosci in tutto quello che dice, così da sentire di conoscere lei da sempre.

Grazie per il bel messaggio :hug:
Si può succedere tutto nella vita non si sa mai, anche se le realtà è un'altra cosa a volte il virtuale può sembrare meglio della realtà, può essere realmente meglio o essere una bella illusione da cui si ci sveglia :zzz: troppo tardi.
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Messaggioda Royalsapphire » 21/03/2014, 21:33



Beh è possibile che non siano gli altri a perdere la tua fiducia quanto piuttosto una parte di te, vittima di un trauma, che cerca in tutti la scusa di trovare qualcosa per farti mettere le distanze. Magari qualche paura recondita che ti facciano del male... E potrebbe esserci anche un legame con la tua sfragile autostima.
Non c'è motivo che tu non ti voglia bene. Devi vederti come il tuo bambino. Come lo tratteresti? Lo giudicheresti? No. Gli vorresti bene così com'è. Ti prenderesti cura i lui amorevolmente. Ecco, questo bambino, dovresti pensare di essere tu per te stesso.
Buonanotte :zzz:
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Messaggioda maralgizi » 24/03/2014, 19:39



Via via durante l'adolescenza la cose si sono complicate molto


Ciao.
Succede perché è la fase in cui si verifica la trasformazione più importante della vita, si abbandona la fanciullezza con i suoi miti e le sue visioni e si entra in una dimensione in cui si forma l'uomo sociale e l'adulto che si sarà. La vita comincia ad avere "meta significati" o, almeno, glielo si vorrebbe assegnare. La ricerca di una identità propria che abbia senso, prospettiva, obiettivi, ruolo, diventa una sorta di fardello, una fatica, per chi, giovanissimo, si affaccia senza esperienza in una tale dimensione. È un periodo di grande fragilità e in cui, tutti i nodi vengono al pettine.
Durante l'infanzia e la fanciullezza, la mente, "sotterraneamente, in silenzio, ha costruito modelli interpretativi della realtà (le credenze, in psicologia cognitiva), lo ha fatto attraverso le esperienze vissute fatte non solo di gesta, ma anche di parole e frasi ascoltate e di emozioni. Credenze che sono rimaste sostanzialmente silenti, ma quando, con l'adolescenza, si pulsa di voglia d'identità, smettono il loro silenzio e si attivano.

se non ti piaci ... è davvero un dramma


Se una credenza si è formata sotto l'influenza forte delle emozioni, anziché essere un modello interpretativo della realtà oggettiva, è una interpretazione emotiva della realtà. Alla ricerca di capire la propria sofferenza, si punta il dito su ciò che appare al solo nostro stato cosciente, perché non sappiamo come leggere nel nostro livello inconscio: il risultato è che si individuano, senza che ce ne rendiamo conto, falsi cause e così creiamo capri espiatori.
Ci si percepisce diversi, sbagliati, inadeguati, una macchina difettosa, in fondo non sappiamo neanche bene perché o come, e nasce la non accettazione di sé.

Ho fatto l'impossibile per non dare peso a tutto questo , e ambientarmi in tutti i vari ambiti , la scuola mi ha sempre dato una possibilità , me la son sempre cavata e spesso per colmare il mio vuoto, la mia voglia di sentirmi vicino agli altri per attenuare quel senso di distacco sono stato sempre pronto ad aiutare chi si trovava in difficoltà.
Qualche amicizia è nata, ma poi rivelatasi spesso di scopo , oltre all'aiuto scolastico non sono mai riuscito ad integrarmi in tutto e per tutto nella vita di tutti i giorni.


L'uomo è un animale gregario, sente il bisogno e la necessità della socialità. Quando ci si percepisce in qualche modo inadeguati, subentra il problema dell'accettazione e allora la mente costruisce regole comportamentali che funzionano più o meno così "se sei sbagliato, allora per farti accettare devi fare queste cose o essere così....". Ma tutto questo si svolge sempre nella tua dimensione inconscia, il tuo io cosciente ne subisce l'influenza.

Mi annoio terribilmente e allo stesso tempo non riesco a trovare sollievo in nessuna attività


Ci credo. quando gli obiettivi, le aspirazioni, le percepisci lontane, scatta la demotivazione

Tutto quello che riguarda la socializzazione mi mette a disagio, non riesco a creare dei buoni legami ad entrare in confidenza con nessuno, finisco sempre per ascoltare io gli altri, ma non sono mai io a riuscire a godere all'appoggio altrui.


Ti senti a disagio perché ti percepisci diverso, sbagliato, inadeguato ecc. La mente si affolla di pensieri sull'abilità di socializzare, sulla capacità del fare sociale, sull'accettazione, su quello che possono pensare gli altri, sugli insuccessi cui vai incontro, sulla previsione di sconfitte. Cosa dico? cosa faccio? Come? e se sbaglio? Non ci so fare. Non riesco. Sono limitato.
Questi pensieri negativi, che spesso fai in automatico, che quasi non t'accorgi di averli in mente, attivano l'inibizione ansiogena e la tua vita sociale si ferma là.

Mi chiedo ultimamente se io stesso mi accetto per quello che sono , se accetto le mie difficoltà o gli dò la colpa di tutte le cose che non vanno? E credo proprio che la risposta sia no, nemmeno io mi accetto.


Se, da buon ansioso sociale, ti critichi, se pensi di non essere bravo a..... capace di......., se guardi gli altri fare e ti viene da pensare "io non ci so fare" , "io non ci riesco", è assai probabile che non ti accetti. Eppure il cambiamento deve necessariamente passare per l'accettazione di sé, per l'accettazione del proprio passato e del proprio presente, poiché, rispettivamente, è stato ed è la tua realtà di fatto. Ma attenzione, accettare non significa rassegnarsi allo status quò, significa prendere atto della realtà oggettiva senza fare su di essa valutazioni e giudizi....e voltare pagina.

Da 2 anni a questa parte ho fatto anche una scelta difficile , andare via di casa e vivere da solo , dopo la laurea per avere almeno una soddisfazione lavorativa. E qui la situazione si ripropone la stessa, a lavoro tutto bene , mi piace ciò che faccio , sono appagato dal punto di vista lavorativo ma la sera tornare a casa è un incubo, sprofondo in una tristezza colossale e malgrado qualche uscita sporadica non ce l'ho ancora fatta a farmi un giro di amicizie reali.


Ovunque tu vada, porterai sempre con te la tua mente, i tuoi pensieri, le tue angosce. Tuttavia, adesso, sei più conscio che il cambiamento dovrà cominciare dentro di te?

Adesso dopo le innumerevoli delusioni , mi sono rivolto ad una psicoterapeuta a giorni dovrei parlarci per la 1° volta...ho voglia di essere un'altra persona , ho bisogno di trovare anche io degli amici , una donna, di mettermi in gioco come fanno tutti , di sbagliare di fare esperienze, senza aver paura dei giudizi e senza più giudicarmi io stesso inadeguato. Pensate che possa essere d'aiuto ?


Penso sia la scelta migliore, soprattutto se lo psicoterapeuta è a indirizzo cognitivo comportamentale. Ma anche gli altri indirizzi vanno bene

:hi:
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Pensar male di sé, ritenere di avere qualità negative, non significa e non implica che corrispondano alla realtà oggettiva, ma di sicuro sono espressione di emozioni di sofferenza.
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Messaggioda ChangesYou » 24/03/2014, 22:26



Grazie per le tue parole maralgizi, ho visto anche che è il tuo primo messaggio, e lo hai scritto apposta apposta per me :)

Spero di poter scrivere ancora su questo post , e di poter raccontare i cambiamenti positivi.
Credo che sia la prima volta che ho la convinzione che solo e unicamente io , posso fare qualcosa per me e non dipende dagli altri, al contrario di quanto ho sempre pensato.
Ovvero che forse non conoscevo le persone adatte , che per questo non ero felice e non riuscivo a stare bene.

Sono io a non essere felice, ed quindi anche se non voglio mi comporto così e si vede in una persona la mancanza di serenità.
Devo riuscire a capire chi sono e perchè ho ragionato così, perchè non ho mai saputo esternare a nessuno il bisogno di socialità, ma ho solo fatto vedere la parte di me un pò chiusa, che non sa parlare di sè, che si tiene le cose dentro e non si fa conoscere nel profondo.

Ma forse non è nemmeno tanto il capire il perchè si è sbagliato, ma togliersi le convinzioni e i comportamenti errati , imparando a vivere serenamente la propria vita. Purtroppo non ci sono riuscito fino ad ora a vivere nel modo giusto, non sono stato fermo a guardare , ma sento di aver vissuto una vita a metà. Quando ci si chiude troppo non si fanno nemmeno tanti errori e non si capiscono le cose, si vive in un mondo proprio con le proprie convinzioni , spero di riuscire a capovolgere le cose. :rolleyes:
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Messaggioda maralgizi » 25/03/2014, 18:19



Devo riuscire a capire chi sono e perchè ho ragionato così, perchè non ho mai saputo esternare a nessuno il bisogno di socialità, ma ho solo fatto vedere la parte di me un pò chiusa, che non sa parlare di sè, che si tiene le cose dentro e non si fa conoscere nel profondo.


Non si tratta di capire chi sei, né devi rincorrere o ricercare le tue presunte colpe. Ricorda una cosa di base: i pensieri e le emozioni non sono te. Questo significa che non ci sono tue colpe o tue incapacità, quello che ti frega è che nella tua mente si presentano pensieri negativi invasivi che, in quanto tali, attivano le inibizioni ansiogene, e queste ti bloccano.

Né devi inseguire il tuo passato. Non devi pensare a risolvere i tuoi problemi di ieri, devi solo aiutare il ChangesYou di adesso a liberarsi dei pensieri negativi di adesso. Fare la storia di come questi pensieri siano nati, porta solo a restare, nel presente, schiavo del proprio passato: è così che non si vive il presente.

Ciò che sei, sei. Accettati. Abbandona i giudizi e le valutazioni su di te.

Oltre alla psicoterapia, lì a Firenze ci sono diversi centri di psicologia cognitivo comportamentale che oltre a essere scuole di specializzazione fanno anche attività clinica (psicoterapie). E vi insegnano anche la meditazione consapevole (mindfulness) e i training di assertività. Se non puoi permetterti tutte queste cose insieme (psicoterapia, mindfulness, assertività) prova con dei manuali di assertività e mindfulness. Ti posto dei link di articoli sull'assertività e la mindfulness, così ti fai un'idea di cosa si tratta.


P.S. Nella precedente risposta avevo inserito dei link ad articoli centrati sui temi che avevo toccato, ma non li vedo più. Come funziona? Nel regolamento non avevo letto di divieti del genere.
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Pensar male di sé, ritenere di avere qualità negative, non significa e non implica che corrispondano alla realtà oggettiva, ma di sicuro sono espressione di emozioni di sofferenza.
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Messaggioda Meiko » 25/03/2014, 21:04



maralgizi ha scritto:P.S. Nella precedente risposta avevo inserito dei link ad articoli centrati sui temi che avevo toccato, ma non li vedo più. Come funziona? Nel regolamento non avevo letto di divieti del genere.


Lo spam pubblico e privato è vietato

Ho cancellato i tuoi link per i seguenti motivi: spam.
Ecco, non ti sei neppure presentato nella sezione "benvenuto", hai risposto ad un topic inserendo decine di link a un sito esterno - basta UN solo link alla pagina principale, non serve postare url per ogni cosa. Ben venga la tua risposta, nessuno ha nulla da ridire, ma venire qui solo per pubblicizzare il tuo blog non rientra proprio tra le prerogative di questo luogo.
Perchè non ti presenti e ci racconti chi sei? E magari il link al tuo blog lo inserisci nella tua presentazione (sarebbe anche più visto ;) ).
Poichè è successo che si sono iscritti utenti solo ed esclusivamente per pubblicizzare non si sa cosa e senza alcun intervento in linea con le tematiche del forum, allora sono corsa ai ripari.
Inoltre ho notato che nel tuo blog ci sono anche pagine che rimandano all'acquisto di libri (presumo tuoi), quindi sarebbe doppiamente vietato.

Ad ogni modo, per ora questi te li lascio, ma solo perchè l'admin per il momento ha detto di passarci su.

Ma se c'è un regolamento andrebbe comunque seguito e, per deformazione professionale, se c'è un regolamento io lo applico.
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cit. Kyle Gray


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