Genova - «Carne fresca, voglio carne fresca. Devi trovameli giovani».
Il cliente non dice «per favore», pretende.
Non è un frequentatore di prostitute abituato a trattare con donne e ragazze svezzate
sul marciapiedi o con gay adulti abituati a vendere il proprio corpo.
È innanzitutto un pedofilo, un maniaco che si eccita solo se può abusare.
E allora quando chiede all’amico di fissargli nuovi appuntamenti con i baby-prostituti
genovesi finisce per urlare: «VOGLIO CARNE FRESCA».
Scritto proprio così, in un maiuscolo che nella chat per soli uomini di PlanetRomeo.com
equivale a gridare.
Non sa, l’insospettabile genovese di 58 anni, che a leggere le sue “ordinazioni” non è solo un ragazzino di 17 anni pure lui gigolò per uomini, ma sono anche gli investigatori della polizia postale. L’ambientazione di questa storia è la palude delle chat, i personaggi, forti dell’anonimato, danno corpo a perversioni inconfessabili alla luce del sole come se quello fosse un mercato, e di fronte non avessero ragazzini, ma davvero carne fresca. È facile come entrare al supermercato. In fondo basta scegliere e pagare.
Nelle carte contenute nel fascicolo dell’inchiesta c’è un po’ di tutto: telefonate, sms, messaggi scambiati via cellulare e su Internet. Disegna un sottobosco da paura dove però i ruoli sono chiari, netti, così come i “parametri” di ricerca, stabiliti ancor prima del prezzo.
Cosa cerchino davvero questi uomini, quale sia l’obiettivo più ambito, non è per nulla nascosto, anche se le regole imposte dalle chat in teoria proibiscono l’accesso ai minorenni: «Fissami un appuntamento con un tuo amico più giovane, molto più giovane, quello che mi hai mandato l’altra volta aveva i baffi», dice un cinquantenne, single, all’italoromeno divenuto trait d’union fra studenti minorenni e pedofili.
Sulle chat di PlanetRomeo e di Badoo.it, i baby prostituti si presentavano come maggiorenni, ma solo per aggirare i limiti di iscrizione, quindi erano quantomai espliciti nell’offrirsi.
C’è un luogo, internet, ci sono dei frequentatori, e naturalmente, esiste anche un linguaggio conosciuto da chi conosce i segreti di questo mondo clandestino. «Bottom», scrive uno nelle sue preferenze sessuali: ovvero vuole avere un ruolo passivo nell’incontro con il cliente. «Top» indica invece chi vuol essere attivo. Un gergo che gli investigatori hanno dovuto imparare per tradurre i messaggi intercettati: «Trenta per un top basteranno?», s’informa un quarantenne padre di famiglia prima di dare il via libera a un incontro in un motel del Basso Piemonte, lontano da sguardi indiscreti.
Che poi, a scorrere le carte dell’inchiesta della Procura, alcuni puntavano a relazionarsi con ragazzini per avere esperienze più “leggere”: «Quello dell’altra volta - racconta in chat un cliente - era troppo avanti. Sapeva già tutto. Meglio uno più giovane, inesperto».