uff....ho riscritto questo post 4 volte prima di decidermi a dare un ordine ai pensieri, e non ci sono riuscita un granché, quindi mi scuso in anticipo per la poca chiarezza e per gli strafalcioni che sicuramente ci sono.
Da dove cominciare....
bè cominciamo con il dire chi e cos'ero prima della psicoterapia, in fin dei conti sono piombata in questo forum senza mai presentarmi.
Non ho avuto un'infanzia particolarmente serena. Sebbene non abbia avuto grossi drammi come leggo spesso qui sul forum, diciamo che all'età di 11 anni dopo tante tante litigate, i miei si separano, ma la particolarità è che invece di mio padre, a lasciare la casa è stata mia madre.
Per me un trauma fino a poco fa insuperabile. Avevo un attaccamento morboso e fisico con mia madre e non vederla più di punto in bianco deve essere stato pesante per la bambina che ero allora. Dico "deve essere stato" perché non ricordo quasi nulla.
Dopo però me lo ricordo.
Ricordo questa madre in un'altra casa, sempre depressa. La paura di andare a casa sua e scoprire se fosse ancora viva.
Ricordo che dalla depressione è passata alla frustrazione scaricata su noi figlie, in particolare su di me, più piccola.
Telefonate infinite con lei che mi vomitava addosso parole irripetibili, parole a cui piano piano credi e ti ci costruisci una personalità.
Una madre completamente anaffettiva, egocentrica, egoista. Ancora oggi il mondo ruota attorno a lei, tu sei completamente ineistente se non come suo uditore.
E' facilmente intuibile il danno provocato da un genitore del genere.
Ero una persona sempre scontenta della vita, probabilmente a tratti anche anaffettiva.
Andavo giù con molta facilità e affettivamente ero completamente disfunzionale.
E da lì la ricerca della serenità al di fuori di me, scendere a compromessi in rapporti sentimentali impossibili o mortificanti.
Fino a formare quello che ero fino a pochi anni fa.
Tralasciando le varie vicissitudini in mezzo....circa 6 anni fa si chiude improvvisamente una importantissima (evidentemente solo per me) storia d'amore e cado letteralmente nel baratro.
Avevo degli attacchi d'ansia che non riuscivo a gestire, stavo malissimo, non dormivo più e non mangiavo e avevo due figlie piuttosto piccole a cui dovevo comunque dare retta.
Ho sempre accettato l'idea di farmi aiutare da uno specialista, quindi per me è stato piuttosto facile avvicinarmi all'idea di una psicoterapia, forse perché da sempre amo mettermi in discussione e cercare di stare il più possibile bene, visto che la vita è una sola e non voglio sprecarla a stare male.
Così mi rivolsi ad una psicoterapeuta casualmente della scuola di Massimo Fagioli.
Una str***a.
Una vera bastarda inclemente.
Mi ha massacrata per un anno e mezzo, mi inchiodava sulla sedia e finché non abbattevo i muri non si fermava.
Un caterpillar del cervello.
Era soddisfatta solo quando, dopo mezzora di massacro, piangevo distrutta.
Ma è solo con lei che mi sono sganciata dal passato e ho cominciato a costruire veramente me stessa e la mia vita.
E' difficile spiegare cosa faccia uno psicoterapeuta, e in particolare lei, ma a differenza di quello che pensano molte persone che non hanno mai vissuto l'esperienza di una psicoterapia, non sono chiacchierate dove il medico ci consiglia il da farsi, o dove il paziente si sfoga parlando dei suoi guai.
No, lì è una seduta per la cura.
E fa male.
Non è la chiacchierata con un amico, è la cura di uno specialista che sa come aiutarti a risolvere i problemi.
Ormai sono 4 anni che ho lasciato la cura, e sto bene.
Che non significa non stare mai male, ma significa non essere malata che è ben diverso.
Sono consapevole di me, quando ho i periodi no so come affrontarli, riesco ad amare e ad accettare di essere amata.
So che lei, "la str***a", è stata la medicina giusta per rialzarmi e camminare da sola.
Tutto questo delirio solo per dirvi di avere un po' di fiducia nei terapeuti e di lasciarvi aiutare a stare meglio perché la vita non ce la dà indietro nessuno.
un abbraccio affettuoso a tutti
Stefi