ragazzi volevo chiedervi secondo voi piangersi addosso fa allontanare le persone?

che cosa ne pensate

In questa sezione possiamo parlare dei traumi del passato, di psicologia e dei problemi in genere.
Questo è anche il forum sullo sfogo dei propri sensi di colpa.

ragazzi volevo chiedervi secondo voi piangersi addosso fa allontanare le persone?

Messaggioda Moody » 19/07/2014, 14:23



kiono ha scritto:Con una persona che si piange addosso, per problemi che sono oggettivamente presenti, bisogna essere molto pazienti, comprensivi e confortanti.

Quello sicuramente, ma se non si trova alcuna risposta dall'altra parte, cioè se l'altra persona non mostra minimamente di volersi tirare fuori da una certa situazione, allora ci si sente assolutamente impotenti......... Un minimo, anche se si è in un periodo giù giù, bisogna trovare la forza di reagire.... almeno minimamente......
Poi è vero che la gente vuole stare più che altro come dici tu con persone allegre, spiritose ecc.... ma se uno ci tiene veramente non si allontana (anche se, tra le persone che abbiamo intorno, chi rimane vicino è uno su cento....! non di piu'!)
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Messaggioda kiono » 19/07/2014, 16:41



simone87 ha scritto:kiono ma volevo chiederti diciamo la maggior parte delle persone sono comprensibili cosa ne pensi


Secondo me, le uniche persone che possono essere sempre vicine (anche se non è sempre così) sono i genitori e come diceva un detto (forse), l'unica donna che non ti abbandonerà mai e non ti tradirà mai è tua madre.
Ripeto, ci sono i casi in cui i genitori sono dei bastardi ma credo che per la maggior parte delle persone sia così.
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ragazzi volevo chiedervi secondo voi piangersi addosso fa allontanare le persone?

Messaggioda Royalsapphire » 29/07/2014, 10:20



Allora, per me non è la qualità che farebbe allontanare le persone, ma la quantità!
Capita a tutti di piangersi addosso, specie se siamo stressati, le problematiche si accumulano e arriva il momento in cui non capiamo più niente e scoppiamo a piangere perché l'unica visuale che abbiamo della nostra condizione è un totale disastro senza uscita. Come fossimo in una camera tutta a soqquadro senza porte. All'inzio abbiamo la voglia impellente di trovare una via d'uscita e sfuggire da tutto quel casino. Poi, dopo un pianto che, ripeto sempre, può essere molto liberatorio (anche perché piangere ci scarica da tutta la tensione),ci guardiamo attorno e pensiamo: ok, sono qui, non c'è nessuna porta, ma posso cominciare a ordinare tutta questa roba! Ed ecco che ordina ordina, alla fine ottieni una camera ordinata e... toh... sotto tutte quelle cianfrusaglie ammonticchiate, c'era quella porta che tanto cercavamo! Apriamo e usciamo ;)

Insomma, piangersi addosso sì, ma purché alla fine del pianto ci si senta più tranquilli, leggeri e pieni di energia per affrontare il problema.
Quello che non va è il pianto che non porta a niente. Il pianto seguito dalla nullafacenza reiterata! Con questo non intendo dire che dopo ogni pianto ci si debba sentire con le risposte in testa. Intendo dire che va bene prendersi il tempo che occorre per ammortizzare la botta, ma non più del necessario.
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ragazzi volevo chiedervi secondo voi piangersi addosso fa allontanare le persone?

Messaggioda nuovoutente » 01/08/2014, 9:09



Dipende dal tipo di rapporto che hai con le persone di cui parli.
Io personalmente cerco più che posso di nascondere il mio malessere con le persone che mi capita di avere accanto. Questo perché le persone che ti conoscono solo superficialmente, difficilmente vorranno prendersi la briga di avvicinarsi a te dato che hanno già i loro problemi. Chi glielo fa fare? La gente vuole avere accanto persone allegre e spensierate da frequentare, è più facile.
E' diverso se hai già un rapporto di amicizia da tempo... in quel caso le persone dovrebbero sentirsi coinvolti nei tuoi problemi, come se fossero loro. Almeno per come vedo io l'amicizia, o una relazione sentimentale, uno dei sentimenti alla base deve essere l'empatia. Se non c'è quella bisognerebbe farsi qualche domanda sulle persone che consideri "amici"...

E' anche vero che ci sono persone che non vogliono essere aiutate, vogliono solo avere qualcuno accanto con cui lamentarsi e sfogarsi. In quel caso anche una persona realmente affezionata a te potrebbe stancarsi alla lunga. Ma questo può essere giustificato solo dal fatto che anche le altre persone hanno i loro problemi, se non c'è uno scambio reciproco la cosa diventa egoistica da parte di chi si sfoga.

Invece non ci si può stancare di una persona e tagliare i rapporti solo perché questa persona contribuisce negativamente al nostro equilibrio, perché ci mette di malumore quando noi vorremmo essere sempre felici e spensierati. Questo perché non si sceglie a chi volere bene.
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"Lei è psicopatico."

"Lei ha una malattia che purtroppo è di moda e si incontra ogni giorno nelle persone intelligenti. I medici, naturalmente,non ne sanno nulla. E' imparentata con la moral insanity e potrebbe essere anche denominata individualismo oppure solitudine immaginaria. I libri moderni ne sono pieni. In lei si è insinuata la fissazione di essere abbandonato, che non le importi più di nessuno e che nessuno la capisca."

"Vede. A colui che ha ormai questa malattia bastano un paio di delusioni per fargli credere che, tra lui e le altre persone, non esista assolutamente rapporto alcuno, al massimo soltanto equivoci, e che ogni essere umano si muova in fondo in perfetta solitudine, non riesca mai a rendersi ben comprensibile agli altri né condividere o avere nulla in comune con loro".
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Messaggioda maralgizi » 03/08/2014, 18:01



Piangersi addosso se è un comportamento abituale, tale da determinare un etichettamento (dichiarato o non dichiarato), da parte di altri, è negativo per il semplice fatto che conduce all'isolamento sociale.
L’auto commiserazione fa dunque riferimento a credenze di base che determinano una definizione del sé, come di soggetto inabile nelle relazioni sociali, incapace di far fronte agli eventi in modo efficace, non amabile o attraente come persona. È chiaro che, di fronte a credenze di questo tipo, che esprimono un giudizio negativo di sé, la persona timida è indotta a considerarsi come condannata a un ruolo immutabile, perdente; ........................scoramento e senso d’impotenza...... L’auto commiserazione assume anche il significato di resa, di demotivazione, ma anche del rigetto, del rifiuto, della non accettazione di se stessi. [Timidezza e ansia sociale: auto commiserazione e vittimismo; Zizzari]

Spesso è anche una reazione inconscia di difesa da azioni improntate all'obiettivo cognitivo si superamento del problema, cioè un alibi non volontario e cosciente, ma il risultato di strutture protettive inconsce chiamate "stili di crescita della conoscenza" che la mente genera in difesa degli schemi cognitivi acquisiti.
Tuttavia, se il piangersi addosso viene trasformato in sfogo una tantum e si conclude, magari, con una richiesta di aiuto e di suggerimenti, può risultare decisamente utile poiché induce a comportamenti solidali, a empatia e validazione.
Le persone non si allontanano da chi lamenta una sofferenza, a prescindere; si allontana da chi assume questo atteggiamento in modo stabile, costante, da chi ne fa il proprio modus operandi. E questo è comprensibile visto che, in questo modo, diventa portatore solo di negatività.
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Pensar male di sé, ritenere di avere qualità negative, non significa e non implica che corrispondano alla realtà oggettiva, ma di sicuro sono espressione di emozioni di sofferenza.
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Messaggioda Blue_Angel » 04/08/2014, 21:24



penso che quando ci mostriamo deboli le persone si allontanano, e anche i veri amici col tempo...
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Messaggioda simone87 » 04/08/2014, 21:32



ma perché blue angel questo mi dispiace ma hai avuto un esperienza diciamo personale per questo diciamo
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Messaggioda Mechtay » 07/08/2014, 14:47



Certo che si, specie se non accetti i loro consigli.

Però è pur vero che chi sta male lo è perchè non riesce ad uscire da quella situazione e non è certo un "fatti forza" o facendo cose che vorrebbero gli altri che uno ne esce, però si...io sono stato molto vittimista un paio di anni fa e molta gente dopo un pò si è allontanata da me, ma li capisco...nemmeno io vorrei stare a parlare con uno che si lamenta sempre, andrei solo giù insieme a lui, per un pò è comprensibile, ma dopo svariato tempo è bene allontanarsene per il proprio bene, la tristezza genera tristezza , è un pò come bene e male, l'uno genera se stesso (bene-->bene e male--->male), per cui dopo un pò meglio abbandonare la fase vittimistica, a volte le cose cambiano da se(nuove amicizie, un amore, un opportunità di lavoro/cambiamento), altre volte ti stanchi dei tuoi problemi che alla fine non ci pensi neanche più e stai meglio(a me è successo così).
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