da maralgizi » 27/07/2014, 18:28
Dici di essere un rifiuto umano, ma coloro cui si può affibbiare questa etichetta, sono le persone che non hanno rispetto per gli altri, per la società, per il bene comune.
Questo tuo definirti, a mio parere, è il risultato dello sconforto derivante dalla solitudine e dagli insuccessi nel relazionarti socialmente. Ciò non dipende dal valore o dalle qualità di una persona, ma dai comportamenti inibiti.
In cosa si manifesterebbe la tua monotonia e ripetitività? Hai mai fatto caso se nelle situazioni sociali ti blocchi? Se diventi impacciato? Se fai scena muta?
Se ci fai caso, queste cose sono sempre accompagnate da pensieri negativi, anzi, a dire il vero, sono anticipati da essi.
Queste difficoltà sociali nascono nella mente che è pervasa da pensieri o immagini mentali o "sentire", tutti di segno negativo. Nella mente scatta l'idea che tu sia inadeguato. Quando questa idea di inadeguatezza si fa strada, tutto quello che fai, è fortemente influenzato dalla condizione emotiva in cui vieni a trovarti. Scatta l'inibizione ansiogena, e così ti capita di non riuscire a spiaccicare parole, di parlare per monosillabi, ti capita che ti si "chiude il cervello" e hai anche difficoltà di pensare a cose efficaci e funzionali al relazionamento sociale, assumi posture dimesse, il tuo volto esprime tristezza, senso di vuoto.
In breve quello che non ti riesce di fare, è il risultato di un blocco emotivo.
Ma i pensieri, le sensazioni, le emozioni, non sono te, sono solo pensieri, sensazioni, emozioni.
Comincia col far caso a come ti muovi, alle tue mimiche facciali, ai tuoi modi di esprimerti. Annotali. Poi comincia a vedere se tra questi comportamenti (ciò che si dice e ciò che si fa) ce ne sono di comuni a molte situazioni sociali insoddisfacenti. Così potrai iniziare a farti una idea di quali siano le tue disfunzionalità sociali.
Ho letto che sei uno che ha la tendenza di piangersi addosso e questo implica che tendi sempre a parlare di cose negative e di non essere un tipo propositivo.
Questo tipo di comportamento, se abituale, favorisce l'allontanamento degli altri. Tieni presente che le persone, nelle relazioni amicali tentano di evadere dalle proprie problematiche, se tu li carichi delle tue, essi si sentono come perseguitati dalla negatività, e così preferiscono evitare coloro che li fa sentire in tal modo.
Una cosa è parlare, di tanto in tanto, (una volta ogni morte di papa, come si dice a Napoli) di un problema concreto, ben individuato, circoscritto e risolvibile e chiedere consigli, altro è farsi sempre portatore di emozioni negative.
Il pensare e il comportarsi in modo funzionale, è quello orientato agli scopi positivi (materiali, emotivi ecc). Pensaci su. Che vantaggio ti procura, lamentarti? Se non ti procura un vantaggio, che senso ha continuare in quella modalità?
Comincia a meditare sul pensiero funzionale o sul pensare realistico, ma tenendo presente che il pensare realistico non ha nulla a che vedere col pessimismo.
Ti suggerisco anche di provare a sorridere (anche se per te significa solo di allungare le labbra), evita di guardare a terra o nel vuoto, evita di incurvare la schiena o il busto o le spalle. Altro suggerimento che posso darti è di iniziare a guardare intorno a te il mondo fisico, la strada, le case, la gente che si muove.
Prova anche con la mindfulness.
Pensar male di sé, ritenere di avere qualità negative, non significa e non implica che corrispondano alla realtà oggettiva, ma di sicuro sono espressione di emozioni di sofferenza.