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Messaggioda deleted. » 19/09/2014, 12:11



Ed eccomi qui, a scrivere la mia stupida, stupida storia.
Siamo nel lontano 2009, all'epoca andavo al liceo. Vestivo tutta, completamente di nero. Non mi truccavo e portavo felpe di Emily The Strange, di gruppi musicali, eccetera. Mi piaceva l'idea che gli altri non mi vedessero. Si, volevo essere invisibile....

E, all'epoca mi tagliavo. Mi piaceva. Inizialmente fu la rabbia, iniziai a tagliarmi a causa di un litigio con mia madre, dove per puro caso sbattei la faccia contro l'armadio e ne fui felice. Dopo. Del dolore.
Fu così che iniziò il tutto, come un grande, gradissimo, colpo di testa. Così, trovavo sempre dei metodi più stupidi per farmi del male. Iniziai con il grattarmi, poi con le bruciature, solo dopo scoprii il grande mistero della lametta. Un giorno, però tutto quello che avevo scoperto, tutto quello che mi ero fatta, venne visto dagli occhi scuri ed increduli di mia madre. Successe un casino e lei mi disse che no, non era adatta a me. Futile dire che la odiai per quelle parole.
Mia madre, però, era sempre stata una donna concreta e all'epoca badava solo alla scuola e ai voti. Più, però, lei mi chiedeva della scuola, più io continuavo a tagliarmi, ormai, la decisione e la voglia di utilizzare la lametta erano troppo. Io amavo e veneravo colei che mi faceva sentire meglio. L'unica amica. La più grande.
Era il 25 Marzo 2009, la data del mio compleanno peggiore. Lo passai in casa, a tagliarmi e scrivere. Quel giorno, mia madre non la vidi da quando mi alzai fino alle 20 di sera, quando rientrò da lavoro. Mi chiamò una volta per farmi gli auguri, come mio padre. Basta.

All'epoca, non erano solo i cambiamenti di stagione a farmi stare male... Io stavo male tutte le stagioni.
Adesso le cose sono cambiate, certo... Ma durante i cambiamenti di stagione (come questi stessi) io torno ad essere molto giù.
Quando i miei genitori mi convinsero ad andare da una psicologa, non ne fui molto felice. Mi sentivo come ingabbiata... E cambiai, mi tolsi le mille maschere che contenevano il mio viso. A volte, però, ancora adesso non capisco bene il significato della domanda: "Come stai?" Cioè, perché la gente chiede questa domanda, se poi non vole sentirsi una risposta diversa, dal classico: "Bene bene"?

Adesso, mi scuserete, ma sono abbastanza stanca, la mia storia è lunga e ci metterò un po'... Spero solo voi possiate capire...
Un abbraccio a tutti! :hi:
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Messaggioda Riccardina » 19/09/2014, 12:33



Infatti anch'io trovo inutile la domanda come stai,se non accetti una risposta non convenzionale.Qui invece si può anche dire:male!
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Messaggioda deleted. » 19/09/2014, 12:34



Infatti :) Grazie Riccardo!
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Messaggioda Riccardina » 19/09/2014, 12:36



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Messaggioda deleted. » 20/09/2014, 10:36



Ho sofferto tanto, prima di prendere una decisione. Andare da una psicologa? O non andarci? La risposta non ti arriva facilmente in testa e comunque, è una scelta troppo personale...
Ad ogni modo, io volevo solo qualcuno che mi ascoltasse, la famiglia non mi era mai stata vicina: mia madre che si preoccupava della scuola e mio padre sembrava invisibile nel nostro piccolo trio. Invisibile perché no, non era lui che "portava i pantaloni" sotto il nostro tetto. Io, così, decisi che volevo essere solo guardata, osservata, capita. All'inizio, però, non fu facile poter parlare: non avevo mai parlato con nessuno del male che sentivo. E, così, feci fatica. Capibile, spero, no?
Oggi mi vergogno un po' di aver avuto fatica e, purtroppo, mi pento di essere andata dalla psicologa, cioè, da quella psicologa. Solo dopo anni, il nostro rapporto si complicò, ma ne parlerò in seguito.
Quel periodo fu una battaglia contro me stessa. Iniziai a parlare, di tutto, da quello che mi piaceva fare a quello che odiavo. Ma non ero ancora così aperta. A casa, volevo dimostrare che tutto stava andando bene e spostai il sacro luogo dove creare quel reticolo di cicatrici che invadeva il mio corpo.

Di solito, mi tagliavo sulle braccia, sull'avambraccio destro per essere precisi. Spostai la lametta verso le caviglie. Dio, che pace che provavo nel tagliarmi... :( Purtroppo, mi dava un sollievo che capiscono in pochi.
All'epoca poi, frequentavo un altro forum sull'autolesionismo. Avevo fatto di quel luogo casa mia... E così, dopo un po' di tempo me ne staccai. Ma non del tutto.

Oggi le cose sono diverse. Trovo il coraggio di parlare, anche se ovviamente non a tutti.
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Messaggioda Laragazzaconilcuoreinmano » 20/09/2014, 12:01



Ma adesso ti tagli ancora?
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Messaggioda Riccardina » 20/09/2014, 12:08



Io invece due anni fa,per un problema virtuale,mi sono immaginato di andare da una psicologa che esisteva solo nella mia testa,ma poi ho smesso di andarci perché mi stavo affezionando troppo.
Almeno tu ci sei andata davvero
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Messaggioda deleted. » 20/09/2014, 18:53



No, Ragazza, adesso dipende molto dalle situazioni.. Cioè, in questo periodo ho una forte tentazione a tagliarmi perché purtroppo non sto attraversando un bel periodo... Ma resisto al momento...
Riccardo, andare dalla psicologa, beh a volte aiuta come può non aiutare. Bisogna sapere una cosa, quando aver bisogno dell'aiuto del prossimo e accettarlo!
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Messaggioda Riccardina » 20/09/2014, 19:05



Appunto Deleted,a me aiutava questa psicologa immaginaria.Era anche gratis :)
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Messaggioda Royalsapphire » 21/09/2014, 0:42



Ciao deleted.
É un classico avere genitori che si preoccupano "solo" dei tuoi voti a scuola. Secondo te perché lo ha fatto tua madre?
Sai, anche se si ha per metà il corredo genetico dell'uno e peretà quello dell'altro non sempre si cresce simili ai propri genitori.
Da come descrivi l'atteggiamento di chiusura dei tuoi penso che nel loro piccolo stiano facendo il massimo per te. Voglio dire, se è il tuo compleanno e loro ti chiamano per farti gli auguri e stop non vuol dire necessariamente che se ne stiano fregando di te. Ma può voler dire semplicemente che per loro è questa la normalità. Che loro non sentano l'esigenza di fare festa, torta e regali. E che chiaramente non si chiedano se anche tu la pensi cosi. Aver letto che sei stata una ragazza molto chiusa mi ha fatto capire che appunto nella tua famiglia c'è un reciproco atteggiamento di chiusura tra voi. E dato che tubsei la figlia, puo anche voler dire che hai sviluppato questo atteggiamento dall'esempio ricevuto dai tuoi. É più facile aprirsi e allenarsi in questo quando si ha un genitore che ti stimola a farlo.
Sul tuo autolesionismo, mi spiace tanto che tu lo abbia sviluppato. Ma ora che riesci ad aprirti più facilmente spero tu possa superare definitivamente i tuoi problemi :lol:
Aprirsi al dialogo ti aiuta anche e soprattutto a mettere in discussione quei pensieriche, se restassero l'unica voce interiore di te, risulterebbero molto nocivi.
Per ora conculdo dicendoti che per quanto tu abbia bisogno di crescere con piu appropriate cure e attenzioninda parte dei tuoi, puoi trovarle altrove, sviluppando legami forti con chi è piu simile a te. E anche se i tuoi appaiono negativi, hanno lati positivi anche loro e tu dovrai imparare ad accettarli per quei lati, senza portargli rancore né farti uccidere dal loro lato negativo. Ti parlo per esperienza. Per ora sei giovane è magari non ti viene intuitivo pensare che la vera famiglia è quella che ti crei tu!
A presto :hi:
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