mi scuso già se il discorso sarà un po' confuso, ma effettivamente lo sono anche io........
Circa sei mesi fa ho conosciuto un ragazzo... molto bello, molto simpatico, molto estroverso... abbiamo iniziato a parlare, è uno che parla molto, parlavamo di tante cose, i suoi problemi, la sua malinconia, la sua adolescenza problematica... come spesso capita, è caduta la sua armatura e si è rivelato per com'è.
Poco dopo mi ha confessato di essersi innamorato di me. Io ero in un periodo in cui non cercavo assolutamente una relazione, ero indisposta, ero assolutamente contraria...ma alla fine, parla parla parla, ora credo di essere innamorata pure io. Ma torniamo al dunque... una sera, mi confessa di pensare al suicidio, mi parla di smettere di soffrire, mi parla di risolvere così i suoi problemi (mancanza di amici sinceri, essere circondato da conoscenti ma sentirsi solo, il lavoro stressante, il viaggio lavoro/casa e viceversa uno spreco di tempo, la vita senza significato, il non riuscire ad essere indipendente e vivere da solo...).
Allora, quando me ne parlò, la mia tristezza fu infinita... e davvero non sapevo nemmeno come reagire, come relazionarmi all'argomento... semplicemente perchè a me non è mai neanche passata per la testa questa idea, nonostante tutti i miei problemi, sia sociali, sia lavorativi, vedo tutto molto positivamente (tranne in alcuni momenti) e quindi mi rendo conto che non riesco a capire fino in fondo quello che prova.. e sbagliando, cercavo di fargli capire la possibilità di spronarsi, di prendere in mano la sua vita (come faccio io, probabilmente il mio cervello era andato in tilt, non riuscivo a gestire quello che mi stava dicendo), mentre lui reagiva passivamente, dicendo solo "è inutile"...
Queste sue confessioni si sono ripetute circa 5 o 6 volte, nell'arco di questi sei mesi, ma sicuramente non sempre avrà condiviso con me il suo pensiero del suicidio.
Mi racconta che succede sempre la sera, perchè nel momento in cui si sdraia, inizia a pensare, come tutti... pensa alle cose "brutte" della sua vita, e inevitabilmente parte la malinconia.
Non vuole assolutamente parlarne con nessuno, ne lo psicologo (ne ha "frequentati" 3, senza dargli nemmeno il tempo di capire qualcosa, diciamo una media di due settimane a psicologo

è come se avesse paura, (solo una volta mi disse "qualsiasi cosa, ma ti prego lo psicologo no" e tanti "non sono pazzo")...e io non lo so aiutare...
Mi dice che l'unico motivo per cui non lo fa, è per non dare un dispiacere ai suoi genitori...
Poi io sono una sorta di "spugna di emozioni", soprattutto se tengo alla persona che ho davanti... mentre lui mi dice queste cose (per fortuna per messaggio), io sto male, piango, mi dispero, cerco la più assurda delle soluzioni, mi gioco qualsiasi carta... ma non riesco MAI e soprattutto, non riesco nemmeno a pensare tanto razionalmente

Poi semplicemente, poco prima di crollare, dopo essersi sfogato, cambia...è più sereno, torna in se stesso... e poi crolla addormentato. Il mattino dopo è come se nulla fosse successo, durante tutta la giornata è tendenzialmente allegro (anche da sua dichiarazione) e sembrerebbe che non ci pensi...
io non so proprio che cosa devo fare, non so come aiutarlo... perchè lui stesso è sicuro di non aver bisogno di aiuto...e nulla gli fa cambiare idea
Spero abbiate capito qualcosa di quello che ho scritto... e scusatemi il post infinito
Secondo voi che cosa dovrei fare? Sembra che qualsiasi cosa faccio, non vada bene

Un bacione
