La ‘trappola’ dell’abbandono viene attivata principalmente nelle relazioni più intime; può darsi che non sia visibile nelle relazioni di gruppo o nei rapporti superficiali.I fattori scatenanti più potenti sono indubbiamente perdite o separazioni reali: un trasloco, il divorzio, l’abbandono o la morte. Tuttavia, a far scattare questa trappola, spesso possono essere anche cause meno manifeste: può darsi che il partner si comporti in modo annoiato o distante o che appaia momentaneamente distratto o che mostri sollecitudine per un’altra persona. Qualsiasi cosa preveda un’interruzione del contatto può attivare la trappola, anche se non ha nulla a che vedere con una perdita o un abbandono reale.Da che cosa si origina la paura dell’abbandono? Dobbiamo tenere presente due fattori importanti, la predisposizione biologica e l’ambiente di sviluppo dell’individuo: se l’infanzia è stata caratterizzata da relazioni affettive stabili (soprattutto con la propria madre), anche chi è predisposto biologicamente potrebbe non sviluppare la trappola dell’abbandono; d’altra parte, certi ambienti sono così instabili o costellati da perdite che persino chi non vi è affatto predisposto potrebbe sviluppare questa paura.Quello che ci chiediamo oggi è: si può sconfiggere la paura dell’abbandono? E se si, come?Vi fornirò di seguito alcuni importanti suggerimenti per iniziare a prendere consapevolezza circa questa paura (ricordate sempre che, se da soli non riuscite a gestire questo timore, vi potrà essere di valido aiuto un percorso terapeutico!): ■ Fate un salto nel vostro passato: per prima cosa prendete in considerazione la presenza di un’eventuale predisposizione biologica a sviluppare questa paura (siete sempre stati persone emotive? Come reagivate da bambini di fronte alle separazioni?). Insieme alla predisposizione biologica è importante indagare le circostanze della propria infanzia che possono aver determinato la paura dell’abbandono. Cercate di ricordare l’origine del vostro vissuto di abbandono. ■ Osservate i vostri sentimenti di abbandono oggi, nel presente: divenite consapevoli dei sentimenti di abbandono che provate oggi nella vostra vita e affinate la vostra capacità di riconoscere le situazioni in cui si attiva questa paura. E’ molto importante prendere consapevolezza dei propri vissuti di abbandono per imparare, in un secondo tempo, a gestirli. Non fuggite dinanzi a questi sentimenti, per quanto spiacevoli possano essere e sforzatevi di conviverci, trascorrendo del tempo nel modo che vi fa più paura, ossia soli con voi stessi.Spesso chi vive la paura dell’abbandono rifugge la solitudine, per questo è prezioso imparare a sopportarla. In un secondo momento, con un buon lavoro su se stessi, si riuscirà anche ad apprezzarla. ■ Cercate di evitare partner instabili o poco desiderosi di impegnarsi in una relazione, anche se suscitano in voi una notevole attrazione: cercate di allacciare relazioni con persone equilibrate. Solamente dentro una relazione equilibrata ci si può conoscere realmente e soprattutto si può imparare a mantenere la propria identità nelle relazioni senza perdersi. Se si da tutto al proprio partner si rischia di perdere se stessi. Se si da tutto al proprio compagno/a perderlo/a ci appare realmente una sciagura. E’ importante imparare a non rinunciare al nostro potere e alla nostra identità dentro a una relazione. ■ Quando trovate un partner che è stabile e desideroso di impegnarsi in una relazione, dategli fiducia: dopo tante esperienze di abbandono è difficile imparare a fidarsi. Ma questo è l’unico modo per uscire finalmente dal circolo vizioso della paura dell’abbandono e sentirsi realizzati in amore. ■ Lasciate al vostro partner il suo spazio: non fatevi prendere dalla gelosia e non lasciatevi andare a reazioni eccessive in occasioni di separazioni del tutto normali all’interno di un sano rapporto di coppia. Se avete una buona relazione con un partner stabile e interessato a voi, imparate a controllare la vostra tendenza a reagire in modo esagerato a piccoli problemi sul fronte affettivo. Il modo migliore per farlo è lavorare su se stessi. Esaminate le vostre risorse e imparate che potete stare da soli e stare bene. ■ Se la vostra paura è particolarmente grave, condiziona la vostra vita e non riuscite a gestirla da soli, prendete in considerazione la possibilità di iniziare una psicoterapia: La relazione terapeutica può mettervi nella condizione di migliorare la vostra vita affettiva permettendovi di comprendere l’origine dei vissuti di abbandono ma soprattutto di imparare a gestirli nella vita di tutti i giorni. Lo psicoterapeuta stimola il paziente con vissuto abbandonico a prendere consapevolezza “emotiva” del suo disagio facendo emergere emozioni, sentimenti, pensieri e riflessioni e rielaborandoli in modo più funzionale alla sua esistenza.Attraverso il percorso terapeutico il paziente potrà imparare a superare il timore della perdita creando le giuste condizioni per il riconoscimento della stima in se stessi e gettando le basi per una rinascita interiore fondata su una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie scelte.
Riferimenti Bibliografici:
“Reinventa la tua vita”. J.F. Young, J.S. Klosko, Raffaello Cortina Editore, 2004