Fracchiala ha scritto:Nonostante i vostri consigli, non l'ho chiamato. Venerdì dovrebbe essere pronto il mio apparecchio. Mi sento come se venerdì smettessi di vivere. Voglio solo chiudermi in casa e basta. Però in tutto ciò vorrei parlare con lui. Ma come si fa? Lo chiamo e dico: "Guarda, io sto 'na cacca, non voglio vedere nessuno, però ti ricordi che mi avevi promesso un caffè? Però io non ce la faccio ad uscire di casa".
Con questa situazione non so come farò ad uscire dalla depressione: ci affondo sempre di più. Mai come ora vorrei qualcuno vicino, qualcuno che mi capisse. Non mia madre che non ha idea di come sto e racconta ai parenti che mi piace stare in casa. Non i miei fratelli. Ma con questa storia dell'apparecchio come faccio? Come faccio ad uscire con qualcuno? Voi direte che il problema estetico dell'apparecchio non è così grave, ed è vero. Ma il problema - lo so per averlo portato - è psicologico e riguarda la percezione di sé, il fatto che non si parla tanto bene. Se poi si è già insicuri e timidi, figuariamoci come va... C'è anche il fatto di doversi mostrare sereni e sicuri di sé quando invece si sta male.
Un altro pensiero - forse saranno le feste - è che se penso ad un anno fa, stavo depressa. Mi sembra di avere sprecato, e di continuare a sprecare, anni sentendomi sempre sola e basta. E in quest'anno che mi aspetta non andrà meglio.
Mi dispiace tantissimo di non poterti proprio aiutare in nessun modo, carissima, te lo meriteresti davvero...ma oggi sono nella tua stessa, identica, situazione... passo per passo, parola per parola (a parte l'apparecchio che non ho).
Persino i pensieri e le domande esistenziali sono identiche, potrei averle scritte io...
L'unica cosa che posso fare è, dopo essermi rattristato (ulteriormente) per aver constatato che esistono altre persone che provano i miei stessi disagi (che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico)...è mandarti un forte abbraccio virtuale. Ti sono vicino, anche se purtroppo da dietro un monitor e a 600km di distanza e non di persona...però dai, sempre meglio che nulla.