kathellyna ha scritto:mah, personalmente non credo molto nel perdono, né nella sincerità delle parole di quelle persone che affermano di aver "perdonato" chi ha fatto loro del male. tanti bei discorsi, e poi? a una persona che conosco è capitato di parlare su facebook con un ragazzo che poco tempo fa aveva scritto e reso pubblico un lungo messaggio di perdono per gli assassini di sua sorella -ma soprattutto per il resto del mondo, dato che non mi risulta che i morti leggano i giornali online- in cui affermava che ciò che è accaduto lo aveva aiutato a scoprire l'amore per la vita, per il volontariato e per la religione cristiana, che bisogna rispondere all'odio con l'amore e bla bla bla... beh, in realtà, solo a sentirli nominare si è messo a scrivere frasi piene di odio e rancore che non erano poi così diverse dalle loro. reazione giustificata, forse, ma poco coerente con il sentimento di perdono cristiano che sostiene di provare. che dire, magari quel ragazzo ha effettivamente perdonato chi ha provocato la morte di sua sorella, lo stesso avranno fatto altri, meglio per loro, almeno vivranno in pace. ma non è cosa per me.
Sai, il tuo discorso non fa' una piega, mi trovo in sintonia con ciò che dici, come Enrico ha fatto notare il perdono non è una cosa così scontata come invece è l'uso del termine stesso.
Fatto sta che, in fondo, anche io sono cosciente del fatto che non ho perdonato chi mi ha fatto del male, ho semplicemente cancellato la loro esistenza, è come se, nel mio animo, li avessi uccisi e cancellati, tutt' altro che un perdono.
Se avessi l' occasione di vederli soffrire ne sarei felice? Beh, non saprei, non posso rispondere a ciò, bisognerebbe viverla una cosa del genere per capire le mie sensazioni, ora come ora direi che, qualora dovessi vederli avvelenarsi con i frutti marci che, con me, hanno coltivato, mi curerei poco di loro e procederei con il lavoro sul mio raccolto.
Un saluto e grazie per la tua opinione

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