da gonerxxl » 10/01/2015, 10:43
Salve.
Una volta trovai un sito molto interessante completamente dedicato al suicidio: l'autore prima esortava a leggere alcune pagine con la sua storia, come ne è uscito, perché non ci si dovrebbe togliere la vita. E poi, per chi non era convinto, inseriva le statistiche sui metodi (efficacia, dolorosità, il fatto che se te ne penti non puoi tornare indietro ma devi aspettare di morire [ad esempio buttandosi dall'alto o iniettandosi qualcosa di letale]) e la descrizione metodi stessi.
Se trovo la pagina te la linko.
Se non ricordo male (ma anche come suggerisce l'intuizione) "il" o uno dei metodi più efficaci e meno dolorosi (se uno non sbaglia) è la pistola o meglio ancora un fucile di grosso calibro.
Ma ti assicuro che già una pistola .38 fa un gran macello: un mio amico lavora per le onoranze funebri e nel paese dove abito un uomo si è sparato in testa e questo mio amico è stato chiamato direttamente nella scena del crimine.
Mi ha raccontato che tutto il sangue del pover uomo era riversato sul pavimento, assorbito dal divano e dai vestiti. Il cervello spalmato come nutella grigia sempre sul divano.
La puzza era insopportabile.
Adesso, immagina la scena, tu sei il protagonista, ti spari e "muori". Ma la tua anima esce dal tuo corpo e quindi puoi iniziare a guardarti intorno. A guardare il gran casino che hai lasciato. Inizi a sentirti male: vedi la tua faccia deformata, squartata, bruciata e tinta di un colore innaturale non identificabile. Puoi toccare con le tue mani il tuo cervello liquefatto dalla consistenza del miele (o della càcca). Puoi respirare il vapore del tuo sangue.
Poi ti svegli. Scopri che era solo un brutto sogno. Rifletti sul fatto che in un modo o in un altro, se ti fossi impiccato, ad esempio, la tua anima sarebbe uscita comunque da quel corpo appesso come un maiale pronto da squartare e cuocere. Ti tocchi, senti prima il calore del tuo corpo che si dissipa nell'aria, ma che poi sopraggiunge il rigor mortis.
Quello sei tu, un essere rigido e privo di vita, privo di espressione. Quell'essere non è triste, non è felice. Quell'essere ha lo stesso senso della pietra lavica.
E ti rendi conto che forse era meglio non morire: la vita è una vera mèrda, ma forse sarebbe meglio non morire.
Buona fortuna.