Cosa fareste al mio posto?

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Cosa fareste al mio posto?

Messaggioda chopsuey » 18/04/2013, 20:32



Ho lasciato andare una persona importante, la prima e sola di cui mi sia innamorata, perché avevo paura di come avrebbe reagito se mi avesse conosciuto fino in fondo, se gli avessi detto chi ero.
Avrei dovuto confessare cose troppo difficili da spiegare e troppo difficili da capire.
Lui era già spaventato. Si era accorto che qualcosa in me non quadrava, era disorientato e non sapeva come comportarsi, perché gli sembrava solo di peggiorare le cose. E in effetti a volte ha peggiorato la situazione, ma dal mio canto non l'ho aiutato a comprendere cosa mi stava succedendo perché temevo che sarebbe scappato.

Per orgoglio (e per codardia) ho preferito dirgli di chiuderla. Volevo conservare almeno ciò che restava, il ricordo, senza contaminarlo coi problemi che sarebbero derivati. E allo stesso tempo volevo che lui mi desse un segnale, qualcosa per convincermi di potermi fidare.

Non entro nel dettaglio perché sarebbe lunga, e contorta, e difficile da spiegare. Faccio uno sforzo a parlarne con estranei, per timore di non essere capita, figuriamoci con una persona che avevo paura di perdere.

Spesso guardo il numero e penso: lo chiamo o non lo chiamo?
Poi mi ricordo che è quasi passato un anno. Chi mi dà la conferma che ancora gliene importi qualcosa?
Mi sento quel costante magone in gola, il magone di non averci provato. Proprio con lui mi sono tirata indietro piuttosto che correre il rischio.

Voi cosa avreste fatto?
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Messaggioda StillWandering » 18/04/2013, 20:44



Forse un tentativo si può fare, ma dipende da cosa vuoi davvero. Spesso è difficile far capire cose complesse a qualcuno, ma conun po' di pazienza, volontà e capacità si può fare. Tanto, chi non vuole capire, non capisce lo stesso, ma se si tiene a una persona si vuole almeno provare, prima di farsi da parte. A volte si lascia andare perché ci si convince che all'altra persona comunque non frega. Non lo so, messo così le informazioni sono poche perché possa dire qualcosa. Direi che se lo ami... provi a fare il tentativo. Anche dopo un anno... per capire com'è la situazione, se ne vale la pena o è proprio finita.
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Messaggioda Davy Jones » 18/04/2013, 21:12



Era necessario che venisse subito a conoscenza di quella parte di te che ancora non gli avevi mostrato? Perché "confessare"? Non potevi lasciare che la scoprisse lui con il tempo? Un conto è ingannare la gente facendogli credere qualcosa di falso, un altro è non rivelarsi completamente...
Non credo fosse paura di perderlo (visto che poi l'hai addirittura cacciato tu), forse avevi più che altro paura che lui smettesse di apprezzarti...
Inutile dirti cosa avrei fatto, perché hai detto che eri innamorata e dirti, ora con lucidità, cosa avrei fatto io non rispecchierebbe il comportamento demenziale che avrei tenuto in preda all'amore.

Sul ricontattarlo non saprei, potresti avere brutte sorprese. Se riesci a farlo senza aspettative e tenendo presente che potresti trovare qualcosa di terribile (l'indifferenza)...
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Messaggioda chopsuey » 18/04/2013, 22:40



StillWandering ha scritto:Forse un tentativo si può fare, ma dipende da cosa vuoi davvero. Spesso è difficile far capire cose complesse a qualcuno, ma conun po' di pazienza, volontà e capacità si può fare. Tanto, chi non vuole capire, non capisce lo stesso, ma se si tiene a una persona si vuole almeno provare, prima di farsi da parte. A volte si lascia andare perché ci si convince che all'altra persona comunque non frega. Non lo so, messo così le informazioni sono poche perché possa dire qualcosa. Direi che se lo ami... provi a fare il tentativo. Anche dopo un anno... per capire com'è la situazione, se ne vale la pena o è proprio finita.


Ho paura, forse più di prima, perché da poco sto faticosamente ritrovando un equilibrio. Ho paura che mi dia la spinta per cadere giù.
Mi contraddico, lo so, ma sono combattuta. In parte ho il rimorso perché non saprò mai come sarebbe andata... e se lui avesse compreso? se mi fosse venuto incontro? se non si fosse arrabbiato?

Se le cose fossero andate bene ora sarei di gran lunga più felice, non avrei questo magone in gola e, soprattutto, potrei confidare nell'aiuto dell'unica persona che davvero poteva aiutarmi.

Ma se invece mi avesse rifiutato? Ora sarei cibo per vermi.

Non so cosa sto aspettando. Se ancora non l'ho superata, vuol dire che non ho lasciato la presa. Forse aspetto di raggiungere uno stato di quiete mistica in cui sarò in grado di affrontare qualsiasi cosa accadrà...

Davy Jones ha scritto:Era necessario che venisse subito a conoscenza di quella parte di te che ancora non gli avevi mostrato?


In parte sì. Lo avevo messo in guardia, gli avevo spiegato preventivamente che iniziare qualcosa con me era un azzardo e che se non se la sentiva lo avrei capito. Mi ero accanita particolarmente sulla questione "non sono priva di complicazioni quanto sembro", ma è come se avessi detto a una persona al volante "fa' attenzione" senza specificare a cosa. Infatti non ha capito.

Davy Jones ha scritto:Non potevi lasciare che la scoprisse lui con il tempo? Un conto è ingannare la gente facendogli credere qualcosa di falso, un altro è non rivelarsi completamente...


Spiegarglielo avrebbe messo in discussione tutto ciò che conosceva di me. A volte fatico a credermi da sola, come posso sperare che mi creda qualcun'altro?
Per la cronaca, è una cosa legata a un, mh, diciamo disturbo mentale. Non proprio, a seconda delle correnti di pensiero, ma quasi. Boh. Non lo so nemmeno io.
È tutto troppo intricato. Troppe problematiche intrecciate. Troppa confusione.
Gli avevo già spiegato, per mezzi termini, che non stavo bene, ma lui si ostinava a dire "non sei pazza, hai solo qualche problema, possiamo risolverlo". Forse mi piaceva il fatto che credesse nell'integrità della mia testa, perciò non ho voluto smentirlo.

Davy Jones ha scritto:Non credo fosse paura di perderlo (visto che poi l'hai addirittura cacciato tu), forse avevi più che altro paura che lui smettesse di apprezzarti...


Entrambe. Avevo paura del rifiuto e avevo paura di non piacergli più (o, peggio, che potesse rivedere quello che provava, decidendo che non gli ero mai piaciuta).

Davy Jones ha scritto:Sul ricontattarlo non saprei, potresti avere brutte sorprese. Se riesci a farlo senza aspettative e tenendo presente che potresti trovare qualcosa di terribile (l'indifferenza)...


Non ci riesco. E oltretutto non avrebbe senso, perché non avrei comunque il coraggio di parlargli onestamente.
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Messaggioda Davy Jones » 19/04/2013, 13:10



Se le cose fossero andate bene ora sarei di gran lunga più felice, non avrei questo magone in gola e, soprattutto, potrei confidare nell'aiuto dell'unica persona che davvero poteva aiutarmi.

O forse staresti molto peggio perché superato quell'ostacolo le vostre vite ed il mondo non si sarebbero fermati a quel momento o periodo perfetto. Forse avrebbe tradito la tua fiducia o sarebbe cambiato; forse altre persone o eventi vi avrebbero allontanati. Forse un giorno il sentimento si sarebbe annacquato e l'avresti messo in disparte.

Rivelargli l'atroce verità che gli hai celato avrebbe messo in discussione ciò che conosceva di te, ma forse non ciò che provava. Se di sentimenti si parla bisogna considerare che l'amore è irrazionale, quindi non è semplice causare un distacco. Pensiamo a quante persone si fanno trattare come uno straccio da una persona che amano.
Non so quale sia questo disturbo di cui non vuoi parlare, ma falsava il tuo comportamento con lui? Quello che facevi era una recita? O tu sei comunque quella che lui conosceva PIU' altro?

Gli avevo già spiegato, per mezzi termini, che non stavo bene, ma lui si ostinava a dire "non sei pazza, hai solo qualche problema, possiamo risolverlo".

Tu invece ritieni di essere pazza, che sia un problema che compromette inevitabilmente il tuo rapporto con gli altri e che questa cosa sia irrisolvibile?
Forse non credeva nell'integrità della tua testa, ma nel fatto che qualcuno potesse amarti, apprezzarti e accettarti anche se hai dei problemi mentali.

Sul contattarlo, se proprio vuoi, potresti optare per una lettera, perché rispetto ai mezzi immediati moderni consente di mantenere comunque un certo distacco. Potresti scrivere che non hai pretese ma che volevi solo dargli una spiegazione e nel testo gli rivelerai finalmente che.....
Se poi risponderà bene altrimenti pazienza, alla fine tu eri innamorata quindi anche a te potrebbe non piacerti conoscere interamente e totalmente quella persona.
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Messaggioda chopsuey » 19/04/2013, 14:05



Davy Jones ha scritto:O forse staresti molto peggio perché superato quell'ostacolo le vostre vite ed il mondo non si sarebbero fermati a quel momento o periodo perfetto. Forse avrebbe tradito la tua fiducia o sarebbe cambiato; forse altre persone o eventi vi avrebbero allontanati. Forse un giorno il sentimento si sarebbe annacquato e l'avresti messo in disparte.


Non lo escludo, ma così non saprò mai cosa sarebbe successo. Intendo dire che se fosse finita, dopo un mese o un anno o più, mi sarei rassegnata al fatto che non era andata. In questo modo invece mi porterò il rimpianto di non averci provato.

Davy Jones ha scritto:Rivelargli l'atroce verità che gli hai celato avrebbe messo in discussione ciò che conosceva di te, ma forse non ciò che provava. Se di sentimenti si parla bisogna considerare che l'amore è irrazionale, quindi non è semplice causare un distacco. Pensiamo a quante persone si fanno trattare come uno straccio da una persona che amano.


Infatti a situazione invertita ero sicura che io lo avrei accettato senza esitazioni (forse qualche perplessità).
Però proprio perché l'amore è un sentimento irrazionale, irrazionalmente avevo paura che mi rifiutasse in tronco. Paura che ho ancora, tant'è che in un anno non l'ho mai contattato (lui sì).

Davy Jones ha scritto:Non so quale sia questo disturbo di cui non vuoi parlare, ma falsava il tuo comportamento con lui? Quello che facevi era una recita? O tu sei comunque quella che lui conosceva PIU' altro?


PIU' altro, che però metteva in discussione tutto. Per fare un esempio banale (è il primo che mi viene in mente), se io avessi i capelli tinti di nero ma fossi bionda, il fatto di tingermi i capelli sarebbe una bugia?
È un esempio molto lontano dalla realtà, ma non ne trovavo uno che si avvicinasse di più.

Davy Jones ha scritto:Tu invece ritieni di essere pazza, che sia un problema che compromette inevitabilmente il tuo rapporto con gli altri e che questa cosa sia irrisolvibile?
Forse non credeva nell'integrità della tua testa, ma nel fatto che qualcuno potesse amarti, apprezzarti e accettarti anche se hai dei problemi mentali.


Lui non vedeva neanche i problemi. Un po' perché io glieli mostravo appiattiti (o li nascondevo), un po' perché aveva una visione fin troppo fiduciosa e ottimista di qualsiasi cosa. Si metteva d'impegno per capirmi e ascoltarmi, convinto che questo potesse bastare... ma poi ho temuto che se mi fossi mostrata a tutto tondo, avrebbe pensato "quando è troppo è troppo".

Grazie comunque per la risposta particolareggiata, nonostante io sia più arcana e sibillina di una Sfinge. Sei stato molto paziente :)
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Messaggioda Disenchanted » 19/04/2013, 22:20



chopsuey, scusa la domanda, ma.. Sei un ragazzo o una ragazza? Nel tuo profilo hai scritto genere maschile, ma qui parli al femminile e la cosa mi ha un po' confusa, scusa l'impertinenza :)
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Messaggioda chopsuey » 19/04/2013, 22:41



Disenchanted ha scritto:chopsuey, scusa la domanda, ma.. Sei un ragazzo o una ragazza? Nel tuo profilo hai scritto genere maschile, ma qui parli al femminile e la cosa mi ha un po' confusa, scusa l'impertinenza :)


No, figurati, penso che se lo siano chiesti in molti.

La spiegazione è che questo account è gestito da me più altre persone che fanno incursione ogni tanto :)
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Messaggioda Disenchanted » 19/04/2013, 22:45



chopsuey ha scritto:No, figurati, penso che se lo siano chiesti in molti.

La spiegazione è che questo account è gestito da me più altre persone che fanno incursione ogni tanto :)


Ah, capisco!
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Messaggioda Davy Jones » 21/04/2013, 9:22



chopsuey ha scritto:Non lo escludo, ma così non saprò mai cosa sarebbe successo. Intendo dire che se fosse finita, dopo un mese o un anno o più, mi sarei rassegnata al fatto che non era andata. In questo modo invece mi porterò il rimpianto di non averci provato.

PIU' altro, che però metteva in discussione tutto. Per fare un esempio banale (è il primo che mi viene in mente), se io avessi i capelli tinti di nero ma fossi bionda, il fatto di tingermi i capelli sarebbe una bugia?
È un esempio molto lontano dalla realtà, ma non ne trovavo uno che si avvicinasse di più.


Considera però che se non avessi questo rimpianto non avresti vissuto quanto accaduto dal momento in cui l'hai allontanato o quanto ne è conseguito, perché quella scelta avrebbe comunque cambiato il corso degli eventi. Io ho rimpianti perché in questi anni non ho raccolto molto (a parte tanta merda), quindi non avrei problemi a cancellarli integralmente.

L'esempio dei capelli forse non rende perché non rimette in discussione tutto. Sono sempre capelli, persino nella stessa forma. Cambiano solo e parzialmente nell'apparenza. Qualcosa che rimette tutto in gioco, restando all'esempio, consisterebbe nel fatto che in realtà sei calva.
Il dubbio che ho è che potrebbe essere stata solo una tua convinzione che quel tuo disturbo rimettesse tutto in gioco anziché essere una parte di te in più ancora da conoscere e da esplorare. Molto dipende dal fatto che quel disturbo sia stata fonte di un comportamento falso e non reale nei suoi confronti. Oppure una cosa a cui ho pensato è che quel "più" possa essere qualcosa tipo dissociazione/personalità multipla.
Però sono solo opinioni in base agli elementi forniti, parlare senza vivere la cosa e senza conoscere la realtà dei problemi altrui è facile...
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